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lunedì 29 giugno 2020

Action Figure ultra RARE! Heretic Yojimbo!

















Direttamente da Final Fantasy X-2 la action Figure dal dettaglio incredibile di Heretic Yojimbo! Nuova! Sealed! INTROVABILE!
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venerdì 26 giugno 2020

ASSASSIN'S CREED VALHALLA in PREORDER da HG!


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mercoledì 24 giugno 2020

F1 2020 DELUXE SCHUMACHER EDITION IN OFFERTA DA HAPPYGAME!






HAPPYGAME ha da poco messo in PROMO F1 2020, nuovo videogioco dedicato alla massima competizione motoristica su quattro ruote. Oltre all'edizione standard è possibile prenotare la Schumacher Edition, ecco cosa contiene questa edizione speciale.

F1 2020 Deluxe Schumacher Edition include oltre al gioco anche i contenuti DLC della Seventy Edition per festeggiare il settantesimo anniversario della Formula Uno, quattro auto iconiche del pilota tedesco (1991 Jordan 191, 1994 Benetton B194, 1995 Benetton B195, 2000 Ferrari F1-2000), modello esclusivo Michael Schumacher con tute da gara, design del casco e celebrazione sul podio e livree per auto in multiplayer ispirate a Schumacher.


F1 2020 ti consente di creare il tuo team F1 per la prima volta e gareggiare insieme a squadre e piloti ufficiali. Potrai sfidare i tuoi amici con il nuovo split-screen o con opzioni di gara casuali per corse più rilassate. Competi su 22 circuiti, con contenuti attuali o classici.



sabato 20 giugno 2020

STAR WARS SQUADRONS, SOLO VISUALE IN PRIMA PERSONA: MASSIMA IMMERSIONE PER I PILOTI





Da ogni angolo della Galassia Lontana Lontana, i videogiocatori sono stati invitati da Electronic Arts a rispondere alla chiamata dell'Impero o dell'Alleanza Ribelle.

Entrambe le storiche ed iconiche fazioni dell'universo di Guerre Stellari sono infatti alla ricerca di nuovi piloti per una guerra da combattere tra gli spettacolari panorami dello spazio profondo. In Star Wars: Squadrons, gli appassionati potranno salire a bordo dei temibili caccia imperiali TIE, così come sugli agili e versatili X-Wing della Ribellione. Con un'offerta che prevede sia un comparto multiplayer sia una cuna componente single player, il gioco è in dirittura d'arrivo su console e PC.

In seguito al reveal di Star Wars: Squadrons, il Creative Director del gioco, Ian Frazier, ha specificato che il titolo offrirà esclusivamente una visuale in prima persona: non sarà dunque possibile passare alla terza persona in nessuna circostanza. Per garantire una maggiore immersività, inoltre, il team di EA Motive ha scelto di rendere disponibile la possibilità di disattivare completamente l'HUD, così da poter osservare l'intera Galassia dalla migliore delle prosepettive.

Oltre ad aver confermato l'assenza di microtransazioni da Star Wars: Squadrons, è già stato ufficializzato da EA che il gioco uscirà su PC, PlayStation 4 e Xbox One il prossimo 2 ottobre 2020.


giovedì 18 giugno 2020

The Last of Us Parte II: trailer di lancio

Guarda il trailer di lancio di The Last of Us Parte II , l'attesissimo sequel del videogioco sviluppato dalla casa di produzione Naughty Dog in esclusiva per PlayStation 4.




Dopo un tragico evento, Ellie si mette in viaggio per ottenere vendetta, ma dovrà sopportare le strazianti ripercussioni fisiche ed emozionali delle sue azioni! The Last of Us Parte II sarà disponibile dal 19 giugno, preordinalo subito! Sequel di The Last of Us si svolge 5 anni dopo quest'ultimo. L'uscita è fissata al 19 giugno 2020.


Cinque anni dopo il viaggio attraverso gli Stati Uniti desolati dopo la pandemia (scoppiata nel 2013), Ellie e Joel si stabiliscono a Jackson in Wyoming. La vita in comunità garantisce loro una nuova stabilità, nonostante la costante minaccia degli infetti e dei sopravvissuti più disperati. Tuttavia, un inatteso evento compromette quegli equilibri, così Ellie decide di intraprendere un nuovo viaggio per ottenere giustizia. La caccia ai responsabili, tuttavia, le riserverà strazianti ripercussioni fisiche ed emozionali.


DISPONIBILE DA HAPPY GAME!


martedì 16 giugno 2020

THE LAST OF US 2 RECENSIONE: UNO DEI PIÙ GRANDI GIOCHI DELLA GENERAZIONE



Sony e Naughty Dog chiudono la generazione PlayStation 4 con un gioco destinato a restare nella storia dell'intrattenimento videoludico.









Passano gli anni, duri e interminabili, e persino il mondo implacabile e lacerato di The Last of Us comincia a sembrare tollerabile. Perché se è vero che l'umanità è spacciata, perduta assieme alla speranza di una cura, lo scriteriato attaccamento alla vita di chi è sopravvissuto all'infezione sembra in qualche modo più tenace del cordyceps. Le masse caliginose di spore letali, le creature depravate dal parassita, deturpate e spaccate dalle sue propaggini schifose, e ancora i predoni inclementi e rabbiosi, sono tutte cose con cui in fondo è possibile convivere. Condannati al martirio di un'esistenza pericolosa e fugace, insomma, tanto vale cercare, nel tempo che si ha a disposizione, un nuovo equilibrio. È quello che Joel ed Ellie sembrano aver raggiunto, con fatica, tra le mura di Jackson. C'è voluto del tempo, e uno sforzo di dolorosa accettazione. E un po' di musica, diffusa dalle corde di una vecchia chitarra, come una profezia che parla di Giorni Futuri.

Il racconto di The Last of Us Part II comincia proprio spiegando quanto sia difficile andare avanti, sopportarsi, coltivare un rapporto nato per necessità e protetto da una bugia a cui non è possibile credere. Il gioco affronta subito l'argomento, ingombrante al punto di averci "tormentato" per tutto questo tempo, marchiato a fuoco nella nostra memoria di giocatori. Proprio a partire da quel dettaglio, da quella scelta così umana e al contempo così scellerata, che possiamo considerare il "peccato originale" di Joel, il gioco costruisce un intreccio narrativo monumentale e impeccabile: una trama travolgente, instancabile, che per trenta ore smonta e sconvolge ogni convinzione dell'utente, portandolo a rivalutare ogni personaggio, a riflettere persino su sé stesso e sui propri principi etici e morali.

Basterebbe questo per rendere The Last of Us Part II un prodotto prezioso, un altro grande tassello nel lungo percorso di maturazione del videogioco e di affermazione di una nuova autorialità, che metta in discussione il ruolo dell'immedesimazione e sfrutti l'interazione come strumento critico, e non solo come mezzo per amplificare l'immersione. Basterebbe, ma il secondo The Last of Us è molto di più di questo. Ad esempio, è un gioco più completo, diversificato e strutturato di tanti altre pietre miliari del settore, è un kolossal interminabile che esplora con instancabile curiosità una gamma impressionante di linguaggi; è una sfida continua e stimolante, e pure una lezione di vita. È un prodotto che, ancor più di quanto non lo facesse il suo predecessore, mette al centro della scena meccaniche ludiche eccezionali e rifinite, intrecciandole con una storia indelebile. Fatta di piccoli dettagli infinitesimali che ti si incollano addosso e non ti lasciano più, vera come le persone di cui racconta; spietata, tragica e spaventosa, e dolce, e piena di speranza. E immane. Come una vita.
La forza della rabbia: una storia di vendetta

Il fatto straordinario non è che The Last of Us Part II decida di narrare una storia di vendetta, sentimento di per sé sconsiderato e pericoloso, ma che lo faccia senza dare nessun giudizio morale esplicito. Al centro della vicenda non c'è un personaggio che si sente nel giusto, mosso da un valore positivo. Per quanto aggressivo ed egoista, il Joel del primo capitolo aveva scelto di viaggiare attraverso l'America per una causa nobile, mentre l'impulso che oggi muove Ellie è primitivo e viscerale.


L'evento che sconvolge per sempre la vita della protagonista, che la spinge a cercare una rivalsa violenta, riempie di rabbia anche chi stringe in mano il pad, ma non è detto che convinca il giocatore ad abbracciare un desiderio tanto drastico e irresponsabile. La partenza di Ellie è triste e malinconica come quella dei condannati, e fin dal primo momento le domande si affollano nella testa dell'utente.

Naughty Dog cerca da subito un rapporto nuovo fra giocatore e protagonista: non più un'identità integrale fra questi due poli del racconto - una sorta di fusione empatica - ma invece una distinzione netta delle due entità. Ellie è un personaggio autonomo, con le sue ragioni e le sue debolezze; imperfetta (e per questo così vera) al punto da "allontanare" il giocatore. Un cambiamento deciso e potente si avverte non solo nella gestione dei protagonisti, ma anche nelle tempistiche e nello stile del racconto. Il primo The Last of Us era asciutto, essenziale, figlio di un'economia narrativa con cui il team aveva selezionato i momenti-simbolo di un viaggio lungo un anno. I tagli improvvisi, il nero invadente dello schermo accompagnato da un silenzio assordante, persino le note solitarie della colonna sonora servivano ad amplificare l'efficacia di quest'attenta selezione.

The Last of Us Part II prende una strada completamente diversa, sulle prime quasi spiazzante, perché decide di raccontare distesamente ogni attimo, concedendo alle varie scene un respiro diverso, dilatato. Un cambiamento integrale che dipende da una nuova filosofia narrativa e produttiva: da una parte Druckmann sembra aver deciso che le scelte e le prospettive dei suoi personaggi non sono definite soltanto da pochi eventi-chiave, ma da un insieme denso di frangenti infinitesimali che si accalcano uno sull'altro, come un pulviscolo di ricordi; dall'altra il team di sviluppo ha abbracciato l'ambizione di raccontare tutto, senza trattenersi.

Se la trama del primo capitolo seguiva il lento gocciare delle stagioni nel corso di un anno, qui la maggior parte degli eventi è condensata in una manciata di giorni, che passano lenti e furiosi in un crescendo poderoso. Non c'è più bisogno di sfrondare, di comprimere, perché ogni istante è significativo, pieno.



L'abilità del team nel creare un intreccio articolato e potente non è svanita, e anzi si manifesta nei lunghi flashback che all'improvviso portano il giocatore indietro di qualche anno, mostrandogli qualcosa in più di ciò che è successo nel tempo che separa le due produzioni. Questo sorprendente andirivieni si trasforma, in certi momenti e soprattutto sul finale, nello strumento per tenere il giocatore in uno stato di irrequieta sospensione, svelando poco a poco i pezzi di un puzzle semplicemente perfetto. Il rapporto con un racconto del genere è ben diverso rispetto a quello che si può innescare con il primo capitolo. Mancano quei lampi impressionanti che ti lasciavano senza fiato, manca lo sbigottimento immediato, persino l'inaspettata sensazione di vuoto di fronte ad un finale sospeso.

La visione d'insieme si compone gradualmente, dandoti il tempo di riflettere sui personaggi, sulle loro motivazioni, sulle conseguenze delle loro scelte. È insomma una storia che ti entra sotto pelle, piano piano, e poi si risveglia quando meno te lo aspetti - persino giorni dopo i titoli di coda - strappandoti una lacrima malinconica e solitaria. The Last of Us 2 ti resta dentro, ti strazia senza preavviso: con un accordo musicale, con un particolare apparentemente impercettibile eppure così pieno di significati, con la consapevolezza di averti fatto crescere. Come giocatore, e come persona.
Mescolanza di generi

The Last of Us Part II è un prodotto molto più ludico del suo predecessore. E molto più bilanciato; perché è vero che la componente narrativa del primo capitolo era tanto "ingombrante" da mettere in ombra alcuni frangenti giocati pad alla mano. L'esperienza dilatata del sequel assottiglia i confini fra scena d'intermezzo e sequenza interattiva, lasciando che il giocatore scivoli dentro e fuori dalle cut-scene, morbidamente, quasi senza accorgersene. Ma sia chiaro che questo processo, questa transizione delicata, non si verifica con troppa insistenza, perché le sezioni di gioco sono tante, estese, sconfinate.


La quantità di materiale assemblata da Naughty Dog, la varietà di situazioni e di contesti, l'estensione e la diversità delle aree non hanno nessun paragone in questa generazione, neppure prendendo in considerazione i più vasti open world che popolano il mercato. Il rapporto fra densità ed estensione, in The Last of Us Part II, è semplicemente miracoloso: un prodigio produttivo che continua a lasciare senza fiato dopo decine di ore di gioco.

Il gameplay alla base della produzione prospera sulle fondamenta gettate dal capostipite: Naughty Dog esplora il canone dell'action survival, mescolando fasi stealth, raccolta e ottimizzazione dei materiali, e scontri a fuoco intensi e tesi, faticosi e violenti. Come vedremo, tutti gli elementi che compongono le meccaniche di gioco risultano non solo ampliati e potenziati, ma resi letteralmente sublimi dal loro incontro con i due fattori che più sottolineano il distacco con tutti gli altri prodotti di questa generazione: il level design e l'intelligenza artificiale.



È vero però che questo momento di perfezione si manifesta dopo diverse ore di gioco, quando il team di sviluppo decide di rompere gli indugi, a seguito di una lunga sequenza che sembra quasi introduttiva, a suo modo "didattica". Nella prima parte del percorso, Naughty Dog sembra voler fare una sorta di riassunto, andando pure a recuperare alcune tematiche e alcune situazioni già viste nel primo capitolo e nel meraviglioso Left Behind. A parziale risarcimento di chi potrebbe trovare questi elementi un po' ridondanti (per quanto ridondante possa essere un raro momento di sintonia con quel mondo solitamente troppo violento), c'è comunque una cornice diversa da quella a cui The Last of Us ci ha abituati: un'area vastissima da esplorare liberamente, proprio come quella che si trovava al centro dell'Eredità Perduta. Non è una concessione all'open world, ma un punto d'incontro spettacolare tra un level design ricco e meticoloso ed una zona apparentemente enorme, piena di edifici, di segreti, di zone completamente opzionali.

Sarà questa l'unica concessione alla progressione generalmente lineare tipica dei prodotti Naughty Dog (nonché l'unico momento in cui il motore di gioco farà un po' di fatica a gestire lo spettacolo visivo approntato dal team): una piccola "digressione" che, proprio per come è posizionata, non diluisce l'intensità dell'avventura e resta impressa nella testa del giocatore (forse anche come se fosse la traccia un futuro possibile, il primo vagito di un'evoluzione che il genere potrà avere nella prossima generazione).
Un gameplay allo stato dell'arte

Smaltite le formalità preliminari, terminato questo lungo corteggiamento fatto di dolci memorie, The Last of Us Part II comincia a fare sul serio. Nel frattempo il giocatore avrà potenziato quanto basta l'equipaggiamento di Ellie, avrà sbloccato le abilità necessarie a costruire nuovi oggetti, e l'impianto ludico si sarà fatto più concreto e stratificato. C'è un frangente preciso in cui tutte le possibilità concesse in dote alla protagonista troveranno finalmente sfogo, grazie alla costruzione dei livelli e alla determinazione dell'IA.


The Last of Us è pensato anzitutto per integrare alla perfezione tutti i suoi sistemi, lasciando che non siano dei "compartimenti stagni", ma facendo in modo che il giocatore passi agevolmente, e quasi senza accorgersene, dall'uno all'altro. Raccogliere i materiali, dedicarsi allo scavenging direttamente sul campo di battaglia, è fondamentale per trovare e costruire gli oggetti utili a cavarsi d'impaccio. Azione ed esplorazione si intrecciano costantemente, così come stealth e sparatorie.

Nei panni di Ellie ci troviamo a portare avanti un'azione di guerriglia meticolosa e spietata, fatta di assalti silenziosi, di fucilate improvvise, di fughe repentine. Il level design è architettato alla perfezione affinché ogni area possa diventare il parco giochi di una sopravvissuta determinata e letale: l'inedita verticalità permette di cogliere gli avversari di sorpresa, ma impone anche una maggiore attenzione nel caso siano loro ad avere un vantaggio posizionale; le falle nei muri servono per strisciare rapidamente da una stanza all'altra, interrompendo momentaneamente la linea di vista e riorganizzandosi mentre i nemici rastrellano la zona. E poi ci sono i silenziatori e le frecce, e nuove trappole esplosive che rendono le possibilità d'ingaggio estremamente più diversificate.

Bisogna dire che il gioco dà il meglio di sé spingendo un po' verso l'alto il selettore della difficoltà: quando la scarsità di risorse impone di fare delle scelte ponderate, ad esempio di decidere se sia meglio costruire un silenziatore o una molotov, se potenziare un'arma corpo a corpo oppure realizzare una coppia di frecce, l'anima survival di The Last of Us Part II brilla di luce propria. Per fortuna che al di là dei livelli di difficoltà preimpostati, anche durante la partita è possibile modificare vari parametri, fra cui appunto la quantità di materiali disponibili e la determinazione dei nemici.

È qui che entra in gioco l'altro elemento impressionante dell'opera di Naughty Dog, ovvero l'insieme di algoritmi che regolano il comportamento degli avversari. Attenti e circospetti, i soldati del Washington Liberation Front e le Iene pattugliano le aree di gioco con cautela, cercano di coprirsi le spalle a vicenda, evitano di convergere sulla stessa posizione.


Indagano nel caso di rumori sospetti, e soprattutto comunicano tra di loro, con un sistema di trasmissione delle informazioni che è finalmente più credibile e coerente. Chi vuole evitare quanto più possibile le "stilizzazioni" tipiche dei videogame può lavorare sul selettore della difficoltà, ma sia chiaro che il lavoro del team è impressionante, per le conseguenze ludiche ma anche per quelle espressive e legate all'immersività. Sapere che ogni avversario ha un nome ed una serie di relazioni con i propri compagni, vedere le reazioni rabbiose di chi in battaglia ha perso un amico, ascoltare il lamento di un cane che guaisce sul corpo senza vita del padrone, trasmette il peso esistenziale di ogni uccisione, e amplifica quella che resta in fondo la tematica centrale del gioco: ovvero che la vendetta, violenta e rabbiosa, pretende sempre un qualche sacrificio. Una contropartita in termini di umanità.
Il mondo caduto, tra orrore e azione

Se The Last of Us Part 2 si tiene in piedi per quasi trenta ore, sostanzialmente doppiando il suo predecessore e superando qualsiasi altra produzione che aderisca allo stesso canone, il merito non è soltanto di un gameplay concreto e intenso, capace di tenere il giocatore sulle spine e di rinnovargli costantemente una sfida stimolante, ma è anche dell'ambizione smisurata di Naughty Dog, che ha deciso di produrre una quantità di contenuti sostanzialmente imponderabile.


Nel corso dell'avventura non c'è mai un'area uguale alla precedente, in un catalogo di scenari e situazioni che non sembra avere mai fine. Alle volte le zone si aprono leggermente, lasciando l'utente libero di ispezionare edifici completamente opzionali, che nascondono carte collezionabili, documenti, storie nascoste. Alla narrazione esplicita, centellinata attraverso lettere e documenti, se ne aggiunge una più sottile, composta dai corpi ingloriosi dei suicidi, da quelli martoriati dall'infezione, da quelli bruciati durante esecuzioni sommarie. È ancora un mondo truce, quello di The Last of Us, senza poesia; ma forse un po' più attento alle esigenze dei giocatori "duri e puri", almeno in termini di contenuti secondari e libertà d'esplorazione.

L'alternanza tra le varie fazioni ostili, tra i lupi del Washington Liberation Front e le iene che venerano il credo della profetessa, amplifica ancora di più una varietà sostenuta anche dalla presenza degli infetti, abbondantemente utilizzati in momenti più tetri e destabilizzanti. Anche solo l'assortimento di armi che si ottengono nella seconda metà dell'avventura basterebbe comunque a dare un sapore nuovo a molte sequenze, a cambiare in maniera sottile ma concreta il ritmo dell'azione. Da questo punto di vista The Last of Us Part II supera ogni più rosea aspettativa, traboccante com'è di scene memorabili.



Fanno capolino, ad esempio, i furiosi inseguimenti di Uncharted, ma in una versione molto più asfissiante e oppressiva, e sbucano delle sequenze puramente horror, perfette nella loro capacità di aderire ad un altro canone e ad un altro linguaggio. Sia nelle fasi giocate che in quelle narrative l'opera di Naughty Dog si distingue per la sua molteplicità, per una ricchezza inesausta; per l'estrema curiosità con cui esplora registri diversi e apparentemente inconciliabili, dal western intimista fatto di pause e silenzi fino al fango degli war movie. L'idea è quella di stupire continuamente il giocatore, mantenendo però l'impressionante coerenza dell'universo di gioco. The Last of Us Part 2 è un titolo talmente denso che in diversi momenti del racconto vi sentirete pienamente sazi, soddisfatti e appagati: pronti ad andare oltre. E sarà proprio in quei frangenti che il gioco rilancerà ancora, spingendovi un poco più avanti, lungo un viaggio interminabile e prodigioso, di folle perdizione o di luminosa redenzione.
Grafica, suoni e animazioni

La prima cosa che salta all'occhio, osservando il gioco da un punto di vista squisitamente tecnico, è il lavoro svolto sulle animazioni. Sottolineando la qualità impeccabile del performance capture che dà vita e voce ai personaggi durante le scene d'intermezzo, anche quello che succede nelle sequenze di gioco ha dell'incredibile. Ellie si muove con una consapevolezza concreta di ciò che le sta intorno, utilizza l'ambiente a suo vantaggio quando deve neutralizzare gli avversari, sbattendoli contro al muro o addirittura spingendoli contro i vetri per metterli fuori gioco più efficacemente.


Se già il team di sviluppo si era distinto per l'impegno su questo fronte, il passo in avanti compiuto è consistente. The Last of Us Part II lascia intuire il peso degli arti, l'inerzia dei colpi, il dolore delle ferite, come mai prima d'ora era successo in un videogioco, con una crudezza ed una fisicità che lasciano a bocca aperta.

Non è secondaria, nell'economia dell'impianto tecnico, la qualità del rendering: una straordinaria prova di forza della console, che riesce a superare tutti i propri limiti, sia per quel che riguarda la quantità di oggetti, che per la definizione ed il realismo delle texture. L'utilizzo degli shader è estremamente intelligente, a tratti moderato per dare al motore l'occasione di respirare, più accentuato quando deve valorizzare scorci d'impatto o aree particolari. Rimane sensazionale anche l'illuminazione, elemento con cui il team di sviluppo gioca costantemente per concretizzare atmosfere ansiogene e oppressive.

Per fare in modo che la fluidità si mantenga stabile sui 30fps (con cali moderati che si verificano in pochissime occasioni), Naughty Dog ha giocato molto su quello che in gergo si chiama Level of Detail: ovvero sullo sfruttamento di modelli e texture meno definiti per gli elementi più lontani dalla protagonista, e quindi meno in vista. Questa tecnica non è troppo invasiva su PS4 PRO, dove si nota solamente se si ha un occhio molto allenato, mentre sulla console "liscia" la necessità di ridurre il carico computazionale determina qualche oscillazione qualitativa.

Restiamo comunque convinti che sia migliore un approccio del genere, pensato per far sì che l'esperienza possa restare fluida e senza singhiozzi. Da citare che su PS4 PRO la risoluzione è ancorata a 1440p, e sui pannelli 4K si notano alcuni artefatti visivi legati al processo di upscaling. Una minuzia che si perde nel mondo meraviglioso di The Last of Us Parte 2 e nelle sue atmosfere, in scenari che si muovono sempre tra l'incanto dell'abbandono e il delirio dell'epidemia micotica, e insomma in un insieme di suggestioni che amplifica ed espande la caratterizzazione già meravigliosa del primo episodio.


Mastodontico, infine, il lavoro sull'impasto sonoro. Un doppiaggio italiano di buon livello, in linea con gli standard a cui ci ha abituato Sony con le sue esclusive, non può ovviamente mettere in ombra l'interpretazione originale, più energica e trascinante. A stupire è però la gestione dei suoni ambientali, che da una parte simula in maniera perfetta la spazialità e la direzionalità dei rumori, dall'altra può contare su un quantitativo impressionante di campionature: indispensabili per costruire un ambiente sonoro avvolgente, una perfetta "cornice acustica" per l'eccezionale gameplay della produzione.


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THE LAST OF US PARTE 2

The Last of Us, Parte Seconda. Anche la scelta del titolo lascia un indizio sottile sulla strada che Naughty Dog decide di percorrere con la sua produzione migliore. Ovvero quella di inscenare un racconto intrecciato col primo capitolo, mettendoci di fronte alla sua naturale e inevitabile prosecuzione. Come a dire, insomma, che ci sono scelte in grado di macchiare per sempre una vita, momenti che determinano l'ineluttabilità del proprio destino. La scelta di Joel era il culmine di un viaggio lungo e straziante, qui diventa il seme nascosto da cui germoglia una nuova storia. Una storia potente, piena di dolore, in grado di lasciare spiazzati e feriti. È un racconto che si prende i suoi tempi, dilatato e paziente: un tassello dopo l'altro compone un intreccio indimenticabile, narra di personaggi veri e della loro furia, dei loro sbagli e del tarlo violento che li consuma. È insomma una parabola che parla di espiazione e riscatto, ma anche di dannazione eterna, invitando il giocatore a riflettere. The Last of Us Part II ti rimane dentro, ben oltre i titoli di coda, spingendoti a mettere in discussione molte delle tue convinzioni. Non c'è un altro videogioco che riesca, con così tanta efficacia e senza mai imporre un proprio giudizio etico, a trasformare una storia in un momento di maturazione e di crescita. Resta poi vero che il secondo The Last of Us è una meraviglia da giocare. Un prodotto che assembla un gameplay intenso e stratificato, diversificato quanto pochi altri e capace di adattarsi ad una quantità impressionante di situazioni. Naughty Dog demolisce qualsiasi conquista pregressa in fatto di level design, costruendo un mondo credibile, coerente, concreto; e soprattutto inesauribile, traboccante di scenari indimenticabili, di scorci inaspettati, di stili e prospettive. The Last of Us Part II è un monumento al gaming e al contempo un miracolo produttivo, a cui tocca la stessa sorte del suo predecessore. Ovvero quella di chiudere una generazione facendole raggiungere il suo apice, di immortalarla in un ricordo prezioso e dolente: affilato come una lama, e inestimabile come una lacrima.

VOTO: 10

lunedì 15 giugno 2020

PS5: SONY CONFERMA L'ARRIVO DI CONSOLE CON ASPETTO PERSONALIZZATO







Il design di PlayStation 5 è davvero particolare e, pertanto, non è stato gradito dalla totalità dei fan, alcuni dei quali avrebbero preferito una console completamente nera o combinazioni di colore diverse. Ad accontentare tutti arriva quindi Matt MacLaurin, il Vice Presidente della sezione User Experience Design di Sony.

Oltre ad aver confermato che l'interfaccia utente di PlayStation 5 verrà completamente rivisitata rispetto a quella dell'attuale generazione e permetterà ai giocatore di navigare in maniera molto più veloce tra le voci della home, MacLaurin ha anche parlato dell'aspetto estetico della console e della possibilità di vedere in futuro dei design alternativi.

Ecco di seguito le parole di MacLaurin:

"L'hardware di PlayStation 5 consente personalizzazioni che sono impossibili sull'attuale generazione di console. Ci saranno delle edizioni speciali adatte a tutti i gusti."

Insomma, se siete tra i fan del colosso nipponico ai quali non è piaciuta la combinazione bianco/nero della console, mostrata all'evento dedicato ai giochi PS5 dello scorso giovedì, sappiate che in futuro potrebbero arrivare non solo delle colorazioni diverse ma anche dei bundle contenenti console dall'aspetto personalizzato.

sabato 13 giugno 2020

PS5: ecco la lista completa di tutti i giochi presentati e in arrivo con la nuova console





La nuova PlayStation 5 è finalmente stata svelata nel suo design durante l'evento di presentazione dei giochi che arriveranno durante l'intera stagione futura. Ecco allora un riepilogo della lista completa di tutto quello che gli utenti troveranno con PS5.


La nuova PlayStation 5 è stata finalmente svelata nel suo design. L'evento di ieri sera ha permesso non solo di capire e vedere quali giochi saranno portati sulla nuova console di Sony ma soprattutto ha permesso di vedere dal vivo quale sarà il nuovo design della futuristica console di gioco dell'azienda giapponese. Un design che senza dubbio ha colpito non solo i fan di Sony e della PlayStation ma anche gli altri utenti visto che dagli ingegneri giapponesi è stato dato un taglio netto con il passato e con la console dalle forme classiche dando a questa nuova PS5 curve in abbondanza con un colore, bianco, che in passato era stato delineato solo per una versione speciale della console.


PS5: ecco la lista completa dei nuovi giochi

Oltre al design però, l'azienda ha voluto puntualizzare sulle esclusive e su quali saranno i giochi che la console porterà con se durante il prossimo anno. Sony ha ufficializzato la bellezza di 28 titoli per la nuova console next-gen e di questi 9 sono sviluppato direttamente dai PlayStation Studios. Tra quelli che maggiormente hanno colpito l'attenzione degli utenti ci sono di certo i ''first party'' ossia i vari Horizon The Forbidden West ma anche Gran Turismo 7 o ancora Demon's Souls e Marvel's Spider-Man Miles Morales. A farla da padrona sulla scena della serata però vi sono stati anche Project Athia, Resident Evil Village e Ghostwire: Tokyo, titolo decisamente particolari e da scoprire.


Giochi per PS5 di SIE Worldwide Studios e partner di seconde parti
Astro's Playroom (Japan Studio)


Demon's Souls (Bluepoint Games/Japan Studio)


Destruction All Stars (Lucid Games/XDEV)


Gran Turismo 7 (Polyphony Digital)


Horizon The Forbidden West (Guerrilla Games)


Marvel's Spider-Man Miles Morales (Insomniac Games)


Ratchet & Clank: Rift Apart (Insomniac Games)


Returnal (Housemarque/XDEV)


Sackboy A Big Adventure (Sumo Digital/XDEV)


Giochi per PS5 di editori e sviluppatori di terze parti
Bugsnax (Young Horses)
DEATHLOOP (Bethesda)
Ghostwire: Tokyo (Bethesda)
Godfall (Gearbox Publishing/Counterplay Games)
Goodbye Volcano High (KO-OP)
Grand Theft Auto V e Grand Theft Auto Online (Rockstar Games)
HITMAN 3 (IO Interactive)
JETT: The Far Shore (Superbrothers)
Kena: Bridge of the Spirits (Ember Lab)
Little Devil Inside (Neostream Interactive)
NBA 2K21 (2K, Visual Concepts)
Oddworld Soulstorm (Oddworld Inhabitants)
Pragmata (Capcom)
Project Athia (Square Enix/Luminous Productions)
Resident Evil Village (Capcom)
Solar Ash (Annapurna Interactive/Heart Machine)
Stray (Annapurna/Blue Twelve Studio)
Tribes of Midgard (Gearbox Publishing/Norsfell)
The Pathless (Annapurna Interactive/Giant Squid)

venerdì 12 giugno 2020

Svelata la nuova PS5: PRENOTAZIONI APERTE DA HG!

PS5: scopriamo tutti i giochi svelati durante la presentazione ...

Nella presentazione in streaming su tutti social, Sony alla fine ha mostrato il suo nuovo gioiello. Una console bianca e nera e dal design elegante, pronta in due versioni. Spazio anche ai videogames - vecchi e nuovi - che potranno girare sulla piattaforma

Le due versioni PS5

La speranza degli appassionati di videogames era quella di vedere in anteprima la quinta console di casa Sony. Solo nei minuti finali della presentazione, durata un’ora e quindici minuti, PS5 si è rivelata al grande pubblico. Bicolore, bianca e nera con luci blu, così come i DualSense. Linee molto spaziali, elegante e con una V stilizzata al centro e dietro le prese d’aria. E poi la grande novità: due le versioni. Una console con il lettore e una completamente digitale che potrà utilizzare i videogiochi scaricati dallo store online. E’ stata mostrata sempre in verticale ma pensiamo si possa orientare anche in orizzontale. DualSense rivisitato in tutto tranne che per gli storici tasti: triangolino, x, tondino e quadrato. Ancora nessuna data certa di uscita ma solo che sarà entro fine anno, probabilmente per le vacanze natalizie.

La presentazione

Non è stata la classica presentazione a cui ci siamo abituati in questi anni. Sono oramai un ricordo lontano i mega teatri invasi da appassionati e giornalisti, gli effetti speciali, gli schermi giganti e gli applausi ad ogni lancio di gioco. Una presentazione sobria in linea con il periodo che stiamo vivendo a causa del coronavirus. E’ andata in scena su tutti i canali social PlayStation. Si è partiti facendo vedere un po' di storia del mondo PS partendo dal 1994, anno della prima console fino ai giorni nostri. E poi si sono visti i giochi con i loro sviluppatori.

Spazio ai videogames

La PlayStation 5 arriverà entro la fine del 2020, ma gli appassionati sanno già a che cosa potranno giocare tra nuovi e vecchi titoli. Insomma Sony ci ha messo del suo per far venire l’acquolina in bocca a tutti i players del mondo facendo vedere che tipo di titoli potranno girare nella nuova console. Tra i games più quotati, Spider Man Miles Morales. Poi le spettacolari corse di Gran Turismo 7, cavallo di battaglia di PlayStation. Gioco che ha mostrato tutte le potenzialità grafiche della nuova PS5. Si è visto il remake di Grand Theft Auto 5 e il trailer di Resident Evil 8. Mostrati anche altri titoli senza nome, ma che lasciano ben sperare come quello ambientato nel mondo dei draghi. Infine come non citare Horizon 2 Forbidden West: potrebbe essere questo il titolo lancio per la nuova console. Insomma i presupposti ci sono: l’unica difetto è che bisognerà attendere ancora un po' per giocarci.

giovedì 11 giugno 2020

Evento PS5 in diretta streaming: come vederlo e orario



Evento PS5 in diretta streaming: la presentazione dei giochi di PlayStation 5 è oggi 11 giugno. Ecco come vederlo, a che ora e quali novità e annunci aspettarsi.



L’evento di presentazione di PS5 in diretta streaming è arrivato: oggi 11 giugno Sony presenterà diverse novità sull’attesa console in un reveal totalmente incentrato sui giochi. A che ora e come vederlo?

L’evento PS5, chiamato “Il futuro del gioco” (The Future of Gaming), presenterà la lista dei giochi e dei titoli che vedremo su PlayStation 5, tra conferme e attese sorprese: la presentazione si terrà esclusivamente in diretta streaming e sarà possibile seguirla dall’Italia attraverso vari canali.

Cosa aspettarci? In molti sperano di vedere anche il design ufficiale della console che, a oggi, resta ancora un mistero.
Evento PS5 in diretta streaming: presentazione giochi, come vederlo?

L’orario italiano per la diretta PS5 è alle ore 22:00 di oggi 11 giugno. La presentazione è stata precedentemente rimandata a seguito delle proteste derivate dalla morte di George Floyd, ma ora Sony cala gli assi con un evento dalla durata stimata di circa due ore.

Ben 120 minuti per presentare tutte le novità e i giochi che vedremo su PS5: il futuro del gioco passerà per il lancio di alcuni titoli già confermati e alcune possibili sorprese dell’ultimo minuto. L’evento PS5 potrà essere comodamente seguito su Youtube e su Twitch!

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martedì 9 giugno 2020

PS5: ecco la data per la presentazione UFFICIALE!


Dopo il rinvio a causa delle manifestazioni contro il razzismo in corso negli Stati Uniti, Sony ha fissato una nuova data per l’annuncio dei titoli di PS5.


Dopo il rinvio degli scorsi giorni, Sony ha fissato una nuova data per l’evento dedicato ai videogiochi della PlayStation 5: giovedi 11 giugno alle 22 (ora italiana).

L’evento, inizialmente previsto per il 4 giugno, è stato rimandato dall’azienda giapponese a causa delle manifestazioni contro il razzismo ancora in corso negli Stati Uniti.


Nonostante l’evento sia principalmente dedicato ai videogiochi, non è escluso che Sony mostri anche una parte del design di PlayStation 5. Dopo aver svelato DualSense, infatti, uno degli aspetti ancora sconosciuti della nuova console di Sony è proprio il design.




Per conoscere tutti i dettagli, quindi, l’appuntamento è fissato per giovedì sera. L’intero evento sarà visibile in streaming sui canali YouTube e Twitch di PlayStation.

lunedì 8 giugno 2020

RESIDENT EVIL 8 PRESTO IN ARRIVO: ANCORA RUMOR SU RE VILLAGE






Dopo la pubblicazione dei remake di Resident Evil 2 e Resident Evil 3, Capcom potrebbe essere in procinto di annunciare un nuovo capitolo della saga, attualmente al centro di numerose voci di corridoio.

I più recenti rumor hanno infatti indicato il possibile titolo di Resident Evil VIII in Resident Evil Village, dicitura che troverebbe la propria ragion d'essere nell'ambientazione scelta per il gioco. Le indiscrezioni riferiscono infatti di un villaggio imbiancato dalla neve e all'interno del quale avrebbe dimora una misteriosa strega. Tra le finestre d'uscita indicate, trovava infine spazio l'inizio del 2021.

Ora, sono emerse nuove voci di corridoio legate ad un Resident Evil VIII, i cui dettagli si sono fatti strada su Twitter grazie ad una traduzione realizzata dall'utente "ChaoticClaire". Dalle pagine del proprio account, quest'ultima rende noti alcuni dettagli legati al presunto Resident Evil Village, nel quale i giocatori potrebbero aspettarsi:
meno tentacoli
più occultismo, decadimento, horror
un grande e aggressivo nemico, con catene e un'arma simile a un bastone
zombie in armaturaA tutto ciò si aggiunge la dicitura "prima di quanto previsto": non risulta tuttavia chiaro se l'utente si stia riferendo in questo caso all'annuncio o alla pubblicazione del titolo. In attesa, eventualmente, di saperne di più, ricordiamo che altre indiscrezioni vorrebbero Resident Evil VIII presente al reveal di PS5.

giovedì 4 giugno 2020

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lunedì 1 giugno 2020

THE LAST OF US, ASPETTANDO PARTE 2: LE MIGLIORI FRASI DELLA PRIMA EPOPEA DI ELLIE E JOEL





Nel 2013, Naughty Dog portava sul mercato videoludico una nuova IP destinata ad entrare nei cuori di moltissimi appassionati. Raccontando il viaggio di Ellie e Joel nel mondo alla deriva di The Last of Us, la software house narrava al contempo la complessità dell'animo umano, grazie ad un'eccellente capacità di scrittura.

In attesa di The Last of Us Parte 2, proviamo a ripercorrere alcune delle migliori o più iconiche frasi pronunciate dai personaggi del primo capitolo, calato in un mondo digitale in cui ogni parola ha un proprio inevitabile peso ed anche la più piccola affermazione può contribuire a svelare, o a celare, una parte dell'animo del personaggio che la pronuncia.

L'essenza di The Last of Us racconta del viaggio di due persone interiormente distrutte, che provano, forse inconsapevolmente, a riposizionare i mattoni scomposti della propria esistenza: sia Joel sia Ellie hanno perso moltissimo nel corso delle proprie vite. Pensare di riaprire il proprio cuore è dunque un pensiero che fa paura, ma che Ellie in un qualche modo riesce ad esprimere per prima, nel momento in cui ricorda a Joel che non è l'unico ad aver perso qualcosa in un mondo folle e violento. Iconico dunque il momento in cui la ragazzina prova a dare forma al suo affetto per il rude contrabbandiere: "Tutti quelli a cui volevo bene sono morti o mi hanno lasciata...tutti! Tranne te! E non dirmi che sarei più al sicuro con qualcun altro perché la verità è che avrei solo più paura".

Tra i momenti più duri vissuti da Ellie, figura ovviamente il destino che ha sconvolto la sua esistenza e quella dell'amica Riley. La vicenda, raccontata nel DLC Left Behind ci regala una delle frasi più celebri di The Last of Us, pronunciata proprio dalla sfortunata compagna di avventure di Ellie, ormai pronta ad accettare la morte: "Avremmo dovuto morire in mille modi prima d'ora. E potremmo farlo in mille altri prima di domani. Ma combattiamo, per ogni secondo che ci resta da passare insieme. Che siano due minuti o due giorni, non ci arrendiamo. Io non voglio arrendermi. Che facciamo? Aspettiamo e basta! Possiamo rendere tutto poetico e perdere la testa insieme". Ellie tuttavia, ad anni di distanza, ancora attende il suo turno.

L'immunità all'infezione che ha colpito il mondo di The Last of Us le ha infatti consentito di sopravvivere e di intraprendere il suo viaggio con Joel nel tentativo di trovare una cura in grado di arrestare il Cordyceps. Tuttavia, un eventuale salvataggio dell'umanità passa per la morte della piccola Ellie e Joel non può concepirlo. L'uomo, che ha ormai accettato di provare un affetto paterno per la giovane, deciderà di salvarla, regalando due momenti iconici all'epopea Naughty Dog. Impossibile non ricordare lo scambio di battute che precede l'esecuzione a sangue freddo di Marlene:

"Marlene: Aspetta! Lasciami andare. Ti prego!
Joel: La inseguiresti"

E, ancor di più, il momento conclusivo del viaggio di Ellie e Joel, in cui l'uomo mente su ciò che è accaduto a Ellie, affermando che la sua immunità non può offrire alcun aiuto al genere umano:

"Ellie: Giuramelo! Giurami che tutto quello che mi hai raccontato sulle Luci è vero.
Joel: Lo giuro.
Ellie: Ok."

Se Ellie ha davvero creduto a quelle parole, forse potrà raccontarcelo The Last of Us Parte 2. Nel frattempo, in chiusura, non possiamo non citare il celebre invito alla resistenza veicolato dalle Luci stesse negli USA in ginocchio dipinti da Naughty Dog: "Potete ancora ribellarvi con noi. Ricordate: se vi perdete nel buio, cercate le Luci. Credete nelle Luci".








fonte: everyeye.it