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mercoledì 21 marzo 2012

Ninja Gaiden 3: Recensione!






Londra, Regno Unito. Con una mossa a sorpresa un gruppo di terroristi ha preso il controllo della città e catturato il Primo Ministro, in attesa che venga esaudita la loro unica richiesta. Nel frattempo, dall'altro capo del mondo due agenti segreti dello stesso governo inglese volano verso un villaggio sperduto nella campagna del Giappone alla ricerca del suolo uomo in grado di sventare la minaccia:  Ryu Hayabusa.

Ninja Gaiden 3 - Screenshot 0
Smembra che ti passa, o forse no...
Ninja Gaiden 3 - Screenshot 1
Open your eyes Ryu Hayabusa! (cit. Reggente della Maschera)
Ninja Gaiden 3 - Screenshot 2
Il richiamo del Ninpo non passa certo inosservato

Giunto a Londra, il successore del Clan del Drago si trova faccia a faccia con il capo degli attentatori, un uomo noto solamente come il Reggente della Maschera, apparentemente legato a doppio filo con il custode della Dragon Sword . Sarà infatti lo stesso alchimista incappucciato a scagliare sul protagonista la maledizione della Morsa dell'Assassino, capace di trasmutare la Spada del Drago in un una sorta di virus in grado di nutrirsi delle vite che Hayabusa ha tolto nel corso delle numerose battaglie che ha dovuto affrontare. Una maledizione con cui Ryu dovrà fare i conti mentre combatte negli angoli più reconditi del globo, per salvare chi gli è più vicino, per proteggere chi deve essere protetto e uccidere chi deve essere ucciso.
Questo in sintesi l'incipit di Ninja Gaiden III, terzo appuntamento delle avventure in alta definizione di Ryu Hayabusa e della sua Spada del Drago. Grazie ad Halifax, abbiamo avuto modo di provare in anteprima una versione dimostrativa del titolo sviluppato dal Team Ninja (orfano del suo creatore), in modo da offrirvi un'idea più precisa su ciò che ci attenderà nei negozi a partire dal prossimo mese di Marzo.

Meno esplorazione, più azione
La demo single player a nostra disposizione già da qualche giorno consentiva di fatto di affrontare i primi due livelli di gioco, fondamentali per conoscere un po' dei fatti attorno al quale si articolerà la modalità principale e soprattutto per comprendere al meglio l'impostazione generale scelta per questo episodio. Un'impostazione che, va detto, appare decisamente distante da quella ammirata nel primissimo capitolo uscito sia sulla prima Xbox che su Playstation 3 con il suffisso "Sigma", basato sulla perfetta simbiosi fra la fase action e l'esplorazione vera e propria. Considerata come la vera e propria ossatura del gioco nella sua versione next-gen, la componente esplorativa che contraddistingueva la serie sembra aver, di fatto, lasciato definitivamente posto ad un sistema di gioco decisamente più lineare, votato quasi esclusivamente all'esaltazione del combattimento corpo a corpo sia in termini di violenza che di spettacolarità.

Per quanto abbiamo potuto vedere attraverso la demo, sotto questo punto di vista Ninja Gaiden III non pare dunque essere troppo distante dal precedente capitolo della serie, proseguendo di fatto il percorso iniziato proprio con Ninja gaiden II e coinciso, guarda caso, con l'uscita dal Team Ninja del suo storico fondatore (nonché  ideatore tanto di Ninja Gaiden quanto di Dead or Alive):  Tomonobu Itagaki.
Non temano, comunque, gli storici appassionati della serie. Nonostante l'apparente appiattimento verso il basso del livello di difficoltà (punto di forza della serie secondo alcuni, spada di Damocle secondo altri), l'assenza di una fase di esplorazione e risoluzione degli enigmi degna di questo nome e l'impossibilità di raccogliere orbs ed oggetti utili per l'acquisto di upgrade (ma ripetiamo che la nostra valutazione è frutto di quanto visto nei due livelli della demo propostaci), l'opera messa in campo dal Team Ninja sembra avere tutte le carte in regola per assicurare ancora una volta ore ed ore di sicuro divertimento, grazie ad una trama tanto coinvolgente quanto articolata, ad un impatto visivo di primissimo ordine e, sopratutto, ad un combo system capace di elevare ulteriormente i fattori violenza, velocità e spettacolarità di tutti i combattimenti  che lo sfortunato protagonista sarà "costretto" ad affrontare in corso d'opera.
Tra il vecchio, il nuovo ed il Quick Time Event
Nonostante la presenza di alcune interessanti varianti al tema come la possibilità di scalare le pareti con l'ausilio dei Kunai e l'introduzione di frequenti azioni in Quick Time Event (a dir poco spettacolare a tal proposito lo splendida sequenza iniziale con il salto controllato del protagonista dall'alto del Big Ben culminante con un assassinio silenzioso degno del miglior Ezio Auditore), per quanti hanno vissuto a pane e Ryu Hayabusa non servirà più di qualche secondo per prendere subito confidenza con i rudimenti del gioco.

Ninja Gaiden 3 - Screenshot 3
La sete di sangue sta per esplodere in tutto il suo violento splendore
Ninja Gaiden 3 - Screenshot 4
Soldati della sabbia capaci di nascondersi per molto, molto tempo
Ninja Gaiden 3 - Screenshot 5
Nessuna pietà per nessuno

Ancora una volta gran parte dell'azione è, infatti, concentrata sull'uso dei “soliti” tre pulsanti d'azione (colpo veloce, colpo possente, uso di armi da lancio come Shuriken e Kunai), a cui si somma un quarto tasto deputato alla parata e fondamentale sia per approntare la propria difesa che per spezzare con abili contromosse quella avversaria.  Attraverso l'uso combinato e ritmato dei sopraccitati tasti d'azione, è invece possibile eseguire gran parte delle super combo disponibili nel corso del gioco, azioni queste che oltre a garantire risultati a dir poco stupefacenti, non mancheranno di allietare la vista tanto di quanti siano alla ricerca di un gioco dall'impatto visivo “spacca mascella”, quanto di chi non intenda rinunciare a quella “sana dose di violenza e sangue” (ma in cui non troveranno spazio le tipiche mutilazioni) ammirata anche nel precedente capitolo della stessa serie.
Completamente nuova è, invece, la possibilità di sfruttare la sete di sangue a cui sarà soggetto il protagonista (come diretta conseguenza della maledizione) per eseguire super attacchi -scriptati- in grado di mettere fuori combattimento gran parte dei nemici presenti sullo schermo, così come la presenza di una nuova barra del Ki, deputata al controllo del potere speciale noto ai più con il nome di Ninpo.  
Vista l'assenza di consueti negozi attraverso i quali barattare od acquistare oggetti extra, in questo caso specifico il team di sviluppo ha, infatti, ben pensato di sfruttare a dovere le capacità “stilistiche” del giocatore impegnato nel combattimento, legando a doppio filo l'attivazione del potere speciale in grado di eliminare o paralizzare in un solo colpo gran parte dei nemici (in quest'ultimo caso spetterà proprio a voi decidere come inferire sui nemici inermi che si limiteranno a chiedere salva la propria vita) , con la capacità stessa del protagonista di portare a segno sequenze di attacco in successione quanto più varie e cruente possibile.
   
In attesa della versione definitiva
Dal punto di vista tecnico, l'antipasto messoci a disposizione da Halifax si è dimostrato indubbiamente all'altezza della situazione. Nonostante alcuni errori di gioventù apparentemente dettati più dalla natura “dimostrativa” del pacchetto che non da effettivi problemi legati al motore grafico alla base del gioco (leggasi anche sporadici quanto evidenti cali di frame rate nelle situazioni di gioco più concitate), l'ultima opera del Team Ninja si distingue senz'ombra di dubbio per una qualità visiva decisamente sopra la media, in cui non manca ne la cura maniacale del dettaglio (incredibile a tal proposito la minuziosa riproduzione di Londra, nebbia compresa), ne tantomeno la voglia da parte degli sviluppatori di stupire con scelte stilistiche a metà strada fra il post moderno e l'antica tradizione nipponica, ed effetti speciali  degni del miglior action movie made in Hollywood.

Ninja Gaiden 3 - Screenshot 6
Rapido ed indolore, specie se si riesce a prendere il nemico alle spalle
Ninja Gaiden 3 - Screenshot 7
Questi individui fanno della parata e del contrattacco il proprio punto di forza
Ninja Gaiden 3 - Screenshot 8
In questa occasione il team ha preferito optare per il puntamento automatico dell'arco sul bersaglio

Come già detto a più riprese, il pacchetto a nostra disposizione rappresenta comunque solo la punta dell'Iceberg. Allo stato attuale non abbiamo potuto provare una delle novità più interessanti del gioco come la modalità multiplayer, non sappiamo per esempio quale sarà il ruolo ricoperto in corso d'opera dai numerosi comprimari (lo specialista scientifico per le Forze di autodifesa giapponesi Cliff, la misteriosa scienziata Lovelace, l'ufficiale di volo Mizuki che accompagnerà Ryu nella sua missione e la bella donna ninja del villaggio Hayabusa Momiji) che affiancheranno Ryu Hayabusa nel corso dell'avventura principale, né tantomeno se alcune scelte legate a livello di difficoltà ed all'assenza di orbs ed oggetti saranno o meno definitive.
Insomma, visti presupposti non resta che attendere ancora qualche mese per sapere se potremo parlare o meno di ennesimo successo annunciato.


design: 7,7
storia: 7,3
giocabilità: 7,5
presentazione: 8,6

globale: 7,7

giovedì 8 marzo 2012

I am Alive: Recensione!






I Am Alive è un gioco nato inizialmente come progetto tripla A dal budget faraonico, declassato successivamente a titolo Live Arcade dalle ambizioni ovviamente ridotte.



I motivi di tale scelta non sono stati resi pubblici ma è evidente che l'intera operazione abbia influenzato profondamente un concept interessante e ben studiato, rendendolo orfano dei mezzi tecnici che gli avrebbero permesso di ottenere risultati migliori rispetto a quelli, comunque validi, che a partire da domani saranno sotto gli occhi di tutti i giocatori.
L'intera storia di I Am Alive ruota attorno al difficile viaggio di un uomo sopravvissuto al cataclisma che ha cancellato il mondo come noi lo conosciamo. Dopo un percorso durato un intero anno, il protagonista arriva finalmente alla città di Haventon, luogo in cui viveva con la moglie e la figlia prima che la natura seppellisse l'umanità.
I Am Alive quindi racconta un viaggio fatto di speranza, di determinazione e di moralità, durante il quale non solo è necessario mettere costantemente alla prova il proprio corpo ma anche combattere con i peggiori istinti dell'animo umano, cercando di lasciare comunque spazio alla generosità e alla compassione.
Questo sorprendente digital delivery Ubisoft riesce a racchiudere tutto questo in un download piuttosto contenuto, sia in termini di dimensioni che di prezzo, offrendo ai giocatori un'esperienza che non solo si è rivelata essere particolarmente piacevole da giocare, ma anche inaspettatamente profonda nonostante gli evidenti limiti tecnici
La difficile ricerca della moglie e della figlia che spinge il protagonista del gioco ad andare avanti nonostante gli orrori che gli si parano costantemente di fronte, porta il giocatore a cambiare punto di vista e a stabilire priorità diverse rispetto a quelle dei videogiochi tradizionali.
In I Am Alive una bottiglia d'acqua o una confezione di antidolorifici possono valere molto più di qualsiasi baule d'oro, visto che spesso rappresentano l'unico elemento capace di scongiurare una morte atroce.
Come avevamo già segnalato in passato, esplorando l'area di gioco di I Am Alive non si può fare a meno di ricordare Silent Hill, sia per la costante coltre di polvere che avvolge la città (un po' come la nebbia della storica cittadina della serie Konami, che anche in questo caso si rivela provvidenziale per coprire le lacune del motore grafico), che per gli effetti sonori e la gestione della mappa, che a volte sembrano letteralmente clonati dai survival horror Konami.
'I Am Alive - review' Screenshot 2
Basta ignorare le persone spaventate per non cacciarsi nei guai. A volte, tuttavia, è necessario attraversare il loro territorio.
Le similitudini tra i due giochi, tuttavia, si limitano a questo, visto che l'avventura di Ubisoft percorre binari completamente diversi, mettendo il giocatore di fronte a situazioni plausibili da affrontare in modi generalmente (ma non sempre, come vedremo più avanti) realistici.
"Esplorando l'area di gioco di I Am Alive non si può fare a meno di ricordare Silent Hill"
L'esplorazione della città e di tutte le ambientazioni ad essa collegate (fra cui spicca perfino il relitto di una nave arenato nel bel mezzo di una strada principale, in perfetto stile The Day After Tomorrow) è resa difficoltosa dalla presenza costante di macerie di ogni tipo che ostruiscono il passaggio, dalla già citata coltre di polvere (letale se inspirata troppo a lungo) e, soprattutto, dalle scorribande di superstiti ormai ridotti a veri e propri selvaggi guidati dal puro istinto di sopravvivenza.
I programmatori hanno fatto un buon lavoro nella realizzazione di varie tipologie di sopravvissuti, visto che vagabondando a caccia di viveri o di preziose informazioni è possibile imbattersi in individui palesemente spaventati che non attaccheranno il giocatore a meno di non essere costretti dalle circostanze, o in persone dall'indole violenta che non vedranno l'ora di abbattere la propria preda per spogliarla di eventuali beni di prima necessità.
In un clima tanto pericoloso le armi da fuoco diventano strumenti tanto temuti quanto desiderati. Nonostante la scarsità di munizioni costringa a usare con parsimonia questi oggetti, spesso basta la semplice minaccia di una pistola scarica a far cambiare idea anche al più violento degli assalitori, aprendo una vasta gamma di possibili strategie per portare a casa la pelle.
La dinamica che gestisce gli scontri in I Am Alive funziona alla perfezione inizialmente ma, dopo essere andati avanti con la trama, ci si rende conto che i programmatori non sono riusciti a movimentarla abbastanza per mantenere alto l'interesse.
"La dinamica che gestisce gli scontri in I Am Alive funziona alla perfezione nella prima ora di gioco"
Basta qualche ora di gioco per constatare con una certa amarezza che, nella maggior parte dei casi, gli scontri di I Am Alive si risolvono seguendo uno schema ben preciso: si aspetta che uno dei bersagli si avvicini incautamente a portata di machete, si esegue un'uccisione improvvisa premendo il tasto X, si sfrutta un prezioso proiettile per eliminare il nemico con la pistola e poi si finisce il resto del gruppo.
Questo disegno si ripete costantemente, con qualche piccola modifica qua e là rappresentata dal numero di bersagli o dalla necessità di raccogliere il più in fretta possibile la pistola lasciata cadere da una delle vittime, onde evitare che finisca in mano a uno degli assalitori.
'I Am Alive - review' Screenshot 3
In alcune occasioni sembra di trovarsi di fronte a Metroid o a Castlevania, soprattutto per il modo in cui si collegano le varie parti della città.
Andando avanti fortunatamente la situazione migliora in parte, soprattutto grazie all'introduzione di nemici dotati di giubbotti antiproiettile, dell'utile arco da caccia (le cui frecce devono essere sempre recuperate, vista la loro rarità) e, qualora foste abbastanza bravi da ottenerlo, di un fucile a canne mozze con ben 6 colpi a disposizione.
I Am Alive è un gioco in cui il coraggio, l'umanità e la curiosità del giocatore vengono premiati in modo deciso e generoso. Il fucile di cui abbiamo appena parlato è un esempio lampante di questa caratteristica, visto che per ottenerlo non solo è necessario addentrarsi nella polvere (mettendo quindi a repentaglio la propria vita) per trovare un bizzarro superstite, ma è anche necessario scegliere come relazionarsi a questo misterioso individuo.
All'elemento esplorativo si aggancia perfettamente il discorso dei sopravvissuti, personaggi più o meno bizzarri nei quali è possibile imbattersi nel corso dell'avventura. Ogni sopravvissuto che si incontra può essere completamente ignorato e abbandonato al proprio destino, oppure può essere aiutato offrendogli particolari oggetti raccolti nelle strade di Haventon.
La cosa interessante è che in diverse occasioni non si ha immediatamente a disposizione ciò di cui il superstite ha bisogno, ed è spesso necessario tornare sui propri passi dopo aver finalmente trovato l'oggetto in questione, valutando attentamente i rischi legati al tragitto e prendendo una decisione di conseguenza. La presenza di un obiettivo che richiede il salvataggio di tutti i superstiti sarà l'incentivo ideale per spingere molti utenti a completare il gioco al 100%, operazNonostante in I Am Alive sia particolarmente difficile morire, infatti (anche giocando a livello di difficoltà massimo abbiamo dovuto ripetere solo alcuni combattimenti per individuare i bersagli pericolosi da abbattere per primi), per aiutare tutti i sopravvissuti è indispensabile non solo trovare gli oggetti da essi richiesti (comprese cose folli come pacchetti di sigarette, bottiglie di vino o mele mature), ma anche individuare (e raggiungere) le persone in difficoltà situate nei luoghi più assurdi.
L'interessante gameplay che abbiamo descritto fino a questo momento sarebbe stato sicuramente più ricco e curato se il progetto fosse rimasto legato al budget di un tripla A. Il declassamento a Live Arcade scaricabile ha pesato drasticamente sulla realizzazione tecnica (generalmente povera sia dal punto di vista poligonale che da quello delle animazioni, spesso appena abbozzate), ma anche le dinamiche del gioco sono state intaccate da una realizzazione inadeguata.
'I Am Alive - review' Screenshot 4
Quando si procede attraverso la coltre di polvere è necessario arrampicarsi ciclicamente per raggiungere zone pulite dove liberare i polmoni.
In un contesto verosimile come quello descritto finora, infatti, stona un po' la presenza del rampino retrattile da sfruttare per esibirsi in improbabili volteggi tra una rovina e l'altra, in perfetto stile Castlevania. Il fatto stesso che il rampino venga utilizzato pochissime volte, inoltre, lascia pensare che si sia trattato di un elemento di design inserito per aggirare problemi altrimenti impossibili da risolvere con le risorse a disposizione.
"La totale assenza di un qualsivoglia motore fisico grava sull'intera esperienza"
La totale assenza di un qualsivoglia motore fisico, inoltre, grava sull'intera esperienza, spesso riducendo profondamente il senso di paura e precarietà che alcune situazioni avrebbero altrimenti trasmesso. In una parte dell'avventura, per fare un esempio, il protagonista deve calarsi lungo il vagone di un treno sospeso nel vuoto mentre porta sulle spalle una bambina.
Il fatto che ogni singolo appiglio del vagone sia solido come la roccia e che i movimenti bruschi del protagonista non causino la benché minima oscillazione della struttura, contrasta con le urla della bambina che accompagnano ogni singolo salto nel vuoto.
Tornate con la mente alla scena di Uncharted 2 in cui Drake si arrampica sul treno sospeso e avrete un esempio di come sarebbe potuto essere I Am Alive se il progetto fosse rimasto quello iniziale.
Rimpianti a parte, siamo qui per recensire il prodotto finale, non quello che sarebbe potuto essere con qualche soldo in più. Anche in questa versione ridimensionata, I Am Alive si è rivelato essere un ottimo Live Arcade, il cui rapporto qualità/prezzo/durata risulta essere decisamente positivo.
Per portare a termine l'avventura, infatti, è necessario sopravvivere ai pericoli di Haventon per circa 8/10 ore, durata che cresce nel momento in cui si decide di aiutare tutti i superstiti e di trovare ogni singolo oggetto presente nel gioco. Peccato appunto per il comparto tecnico non all'altezza, che ci ha costretti a ridimensionare il voto finale.ione di sicuro non facile.
storia: 7,0
grafica: 7,2
giocabilità: 6,9
presentazione: 7,0
voto globale: 7,0


martedì 6 marzo 2012

MASS EFFECT 3: RECENSIONE !





Il destino della galassia è ancora una volta nelle nostre mani. La trilogia di Mass Effect è giunta alla sua conclusione, e si chiude nel migliore dei modi possibili.
Sono del parere che la maggior parte delle storie raccontate nei giochi di oggi sia orribile. Che si tratti di misteriosi omicidi, di racconti di guerra ambientati in un futuro prossimo di qualche grande avventura, nessuna storia riesce ad includere quegli elementi che fanno di un racconto qualunque un bel racconto.
Sulla base di queste osservazioni è facile concludere che gli sviluppatori di videogiochi non siano dei bravi narratori, ma c'è qualche eccezione. E Bioware rappresenta l'eccezione più grande, una certezza che è emersa pochi secondi dopo che ho iniziato a giocare a Mass Effect 3. Una schermata di caricamento, un elemento che in genere mi fa sbadigliare, mostra la Normandy - una delle più belle navi spaziali di sempre, nonché la mia compagna di tante ore di gioco e di tanti viaggi per la galassia.
Laddove altri sviluppatori passano ore a cercare di solleticare la mia immaginazione e catturarmi all'interno dei loro mondi, Bioware riesce a farlo in secondo attraverso una animazione di un oggetto inanimato. È come se gli sviluppatori canadesi riuscissero ad attivare una valvola nel mio cervello, che d'improvviso fa riemergere tutti i ricordi e mi prepara a salvare la galassia ancora una volta nei panni di John Shepard.
Mass Effect 3
Non viene compiuto nessuno sforzo per mettere a proprio agio i nuovi giocatori. Al contrario, incontriamo Shepard, che era stato sollevato dai suoi precedenti incarichi a causa dei suoi metodi poco ortodossi utilizzati per fronteggiare la minaccia dei Razziatori. La sua conoscenza della situazione è l'unica cosa che lo tiene lontano da una prigione, ma la maggior parte delle persone sembra ignorare i chiari segni di un attacco incombente. Si tratta dell'inizio coraggioso, che necessita di qualche spiegazione, ma che serve anche come espediente per iniziare a viaggiare nella galassia per una terza volta, mettendo insieme una squadra che sia in grado di sconfiggere i Razziatori.
Ma Bioware è stata sufficientemente furba da fare in modo che la storia non assomigli a quanto visto in precedenza, che rapidamente apprendiamo che il reclutamento dei nostri compagni è solo una piccola parte di una missione più grande, nella quale Shepard risolve i problemi nella speranza di unire tutte le razze della galassia in una lotta per la sopravvivenza.
La storia è molto più ampia rispetto prima, ma questa volta cambia anche il soggetto. Se il primo gioco era un racconto di fantascienza con tante sorprese, e il sequel si concentrava sugli straordinari personaggi, il terzo capitolo si addentra nella politica, nelle caratteristiche razziali e persino nella religione. per quelli che hanno seguito la storia sin dall'inizio, è favoloso poter avere maggiori informazioni sull'universo, ma i nuovi giocatori faranno probabilmente fatica ad appassionarsi.
Mass Effect 3
Le meccaniche di gioco sono state rivisitate ancora una volta, e il risultato è un sistema più lineare, ma che al contempo consente più scelte e personalizzazioni. In altre parole, Bioware è riuscita a trovare un ottimo compromesso tra i due precedenti giochi.
Questa volta è possibile ritagliarsi su misura il proprio equipaggiamento attraverso varie modifiche, ma senza raggiungere gli estremi visti nel primo gioco. Mirini, nuove armature e caricatori più capienti sono solo alcune delle personalizzazioni possibili all'interno del proprio arsenale; un arsenale che include pistole, mitragliatrici, fucili a pallettoni, fucili d'assalto e da cecchino. Non è necessario organizzare le armi per l'intera squadra, dato che Shepard è l'unico le cui armi possono essere alterate, ma è possibile chiedere ai propri compagni di cambiare le armi se lo ritenete opportuno.
Mass Effect 3
L'esperienza più lineare è ovvia, dato che è possibile scegliere tra differenti modalità per potersi approcciare all'avventura sin dalla schermata di partenza. Azione, gioco di ruolo e storia: tre diverse tipologie dello stesso gioco. Se scegliete di giocare d'azione, il gioco si occuperà di tutti gli elementi non d'azione, spingendoci ad occuparci esclusivamente dei nemici.
Si può anche fare in modo che il gioco si occupi di tutte le conversazioni, lasciandoci sprofondare nel divano e seguire la storia come spettatori. È un po' strano, dato che questo elemento è sempre stato uno dei punti forti della serie, ma è un buon modo per indicare un maggior numero di persone a giocarci.
Poche persone possono mettere in dubbio i enormi passi avanti compiuti nel sistema di combattimento in Mass Effect 2 rispetto al primo gioco. E anche se la differenza non è così tanto marcata questa volta, è stato ulteriormente migliorato. Non importa quale classe si scelga: le abilità sono state implementate in maniera migliore. Anche le opzioni sono maggiori, dato che tutte le abilità si dividono in due rami che possono essere aggiornati attraverso il proprio albero delle abilità. Per esempio: si può scegliere se le proprie munizioni rinforzate infliggano più danni, oppure si può fare in modo che il loro uso venga esteso a tutta la squadra.
Mass Effect 3
Ciò che rende il combattimento molto più divertente è l'intelligenza artificiale migliorata, che consente ai nemici di nascondersi, e di tentare attacchi a seconda delle loro abilità ed equipaggiamento. I soldati della Cerberus armati di scudo cercano di stanarci, mentre gli Juggernaut fanno saltare in aria quello che ci circonda. I nemici successivi (che non vi sveleremo) fanno uso di tattiche più complesse, elementi che non abbiamo mai visto nella serie e che fanno salire la difficoltà a dei livelli mai visti prima.
Non tutte le nuove funzionalità migliorano il gioco, tuttavia, e la tanto discussa aggiunta di attacchi ravvicinati letali e delle granate sembrano inutili e mal implementate. Non importa quanto si migliorino queste abilità, le granate non sono mai sufficientemente potenti ed è difficile capirne la loro reale potenzialità dato che sono sempre in numero estremamente esiguo. Ogni classe dispone di attacchi che sono notevolmente superiori alle granate. L'aggiunta del combattimento ravvicinato è decisamente poco interessante, dato che è molto raro trovarsi a tu per tu con un nemico, e quando avviene il gioco fatica a comprendere la distanza tra Shepard e il cattivo di turno. Di conseguenza, vediamo Shepard urlare mentre agita le mani nell'aria, rompendo per qualche istante l'illusione.
Mass Effect 3
Ma Mass Effect 3 è molto di più della somma delle sue parti: si tratta di una storia di fantascienza epica che riesce a catturare la mia immaginazione in una maniera in cui solo pochi altri giochi ci riescono.
Il dialogo è magico e personaggi di fronte a me sembrano prendere vita, anche se trovo difficile capire per quale ragione James Vega, un uomo con enormi muscoli e poco cervello (che sembra uscito dal cast di Jersey Shore) è stato incluso nella compagnia. L'amicizia tra Shepard e Garrus è qualcosa di speciale, ulteriormente più forte da alcune scene che la maggior parte degli sviluppatori avrebbero semplicemente tagliato, ma che in questo gioco ci portano ad avvicinarci alla nostra squadra virtuale nella maniera più forte possibile.
Con l'avvicinarsi dei Razziatori, la condanna a morte della galassia viene comunicata in una maniera efficiente. Già dopo un paio di minuti nel gioco, mi sentivo completamente motivato a distruggere quegli enormi robot, anche se ci sono volute molte ore prima che i miei sforzi si rivelassero soltanto un ultimo disperato tentativo di salvezza.
Mass Effect 3
Mass Effect 3 non è il gioco perfetto, e anche il più grande fan della serie potrebbe trovare qualche imperfezione. Ci sono alcuni aspetti del combattimento che sono sbilanciati, e alcuni dei nuovi personaggi sono fra i peggiori di tutta la serie. Infine, la grandezza di questa storia fa apparire gli sforzi compiuti in Mass Effect 2 come una semplice missione secondaria.
Ciononostante, questo è uno dei pochi giochi dei quali non le ho mai abbastanza. Mi sono tuffato in qualunque missione che richiedesse di combattere contro i Razziatori, e sono andato in cerca di indizi e segreti. Ho consumato i pavimenti della Normandy andando a parlare ai membri della mia squadra, discutendo sia dell'invasione che i loro affari personali. Sono stato obbligato a compiere alcune scelte difficili, non sempre popolari, ma che in fin dei conti - si spera - contribuiranno a farmi vincere la battaglia.
Mass Effect 3
Con Mass Effect 3, Bioware è riuscita a creare un capitolo finale che riesce a trionfare laddove molti altri capitoli finali falliscono, diventando un'esperienza che riesce ad eclissare tutto quello che i due giochi precedenti hanno fatto sia in termini di gameplay che di narrativa. Nella mia personale classifica, la serie Mass Effect guadagna il primo posto tra le migliori trilogie mai create, ed essendo Mass Effect 3 il miglior titolo di questa serie, è qualcosa di davvero speciale.


Storia: 9,2
Grafica: 9,4
Gameplay: 9,7
Presentazione: 9,5


VOTO GLOBALE: 9,5