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sabato 30 novembre 2013

Creative subito pronta per Playstation 4 con SoundBlaster EVO





Creative Headset Playstation 4


Creative è sempre all’avanguardia nel connubio audio+tecnologia e


così Sound Blaster EVO è già compatibile con la nuova Playstation 4,


oltre che con PC, MAC e device mobile.


Sound Blaster EVO permette di connetterti con la nuova Playstation 4


tramite porta USB o cavo analogico 3.5mm per un sonoro da favola e


chattare! Dotate di driver full da 40 mm, le cuffie con microfono EVO ti


assicurano un audio eccezionale mentre il loro microfono a doppio


array ti garantisce comunicazioni chiare e cristalline.


E quando sei a casa, collegale tramite USB al tuo PC o Mac e avvia il software gratuito Pannello di controllo Sound Blaster EVO per scegliere fra una


vastissima gamma di tecnologie avanzate di potenziamento del suono.


Celebra il lancio di Playstation 4 con 50 euro di sconto su Sound


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PS4 bug: luce blu lampeggiante, ecco la soluzione al crash



Sony ha pubblicato una guida per rimediare all'errore della
 "luce blu"intermittente che ha causato il blocco di numerose
 console di utenti nord americani. Concretamente, la macchina,
 a causa dell'errore, si prepara a un brusco spegnimento 
facendo brillare la luce blu sul proprio corpo e interrompendo
 l'invio di qualsiasi segnale audio o video


Secondo Sony, le cause di questo malfunzionamento sarebbero
 quattro: problemi di compatibilità con il televisore in uso,
 problemi all'hard disk della console, problemi con altro hardware
 di PS 4, problemi con l'alimentazione della console.


Sony ha pubblicato una guida per risolvere l'errore e assicura
 che, numericamente, è stato un problema decisamente limitato:
 si parla di una quota pari all'1% degli utenti.


Come si può vedere nella guida, Sony consiglia di verificare lo
 stato del cavo di alimentazione e del cavo HDMI, oltre che del
 disco rigido che si trova all'interno del case.


La major statunitense è al lavoro per risolvere definitivamente
 il problema. Stando alle prime fonti, in 24 ore, sul suolo 
americano, è stato venduto un milione di Playstation 4.

Alcuni utenti stanno riscontrando problemi all’avvio della nuova
 console PS4 di casa Sony. Collegamenti pessimi alla rete dovuti
 ai server PSN a parte, dunque, ecco anche qualche problema
 riguardante l’hardware della macchina.

Capita, infatti, che qualcuno una volta accesa la console si ritrovi
 con una schermata nera ed una luce blu lampeggiante. Ad oggi,
 questo problema non ci tocca da vicino ma è giusto rendere 
omaggio e prendere nota della soluzione – o possibile soluzione 
almeno – di questo problema nel caso dovesse, dal 29 novembre
 in poi, succedere anche a qualcuno in Italia. Vediamo insieme i
 passaggi da effettuare:

Spegnere la console PS4
Scollegare l’hard disk della console
Accendere la nuova PS4
Spegnere nuovamente la console
Reinserire l’hard disk
Accendere la console


In questo modo, moltissimi utenti hanno risolto. Il problema,
 dunque, sta nell’hard disk della console Sony e soprattutto
 è dovuto alla sua frammentazione. Scollegandolo e ricollegandolo,
 dunque, questo viene formattato e in una delle sue parti e 
ricomincia a funzionare.

giovedì 28 novembre 2013

PlayStation 4: un video illustra come fare l'Upload di foto e video


 Una delle caratteristiche più interessanti di PlayStation 4
 è quella che consente di condividere screenshot e video
 dei nostri giochi preferiti tramite il comodo tasto Share 
del DualShock 4. Qualora foste curiosi di vedere il
 funzionamento diretto di questa comoda funzione, allora
 siete nel posto giusto, in quanto Sony Computer
 Entertainment ha pubblicato oggi un utile filmato che
 spiega in dettaglio la procedura in questione. Come di
 consueto, il video è disponibile in calce alla notizia. Vi
 auguriamo una buona visione!


Wii Sports Club: spot TV Andre Agassi vs Steffi Graf

Wii Sports Club - Wii U

Nintendo ha pubblicato un nuovo spot TV di Wii Sports Club,
 con due protagonisti d'eccezione: Andre Agassi e Steffi Graf,
 intenti a sfidarsi nel minigioco del tennis. La raccolta è già 
disponibile per il download dal Nintendo eShop, con una versione
 di prova gratuita e la possibilità di acquistare i singoli giochi
o ticket giornalieri per divertirsi senza spendere troppo.

Gran Turismo 6: trailer dedicato a Mario Andretti


Sony ha diffuso un breve trailer di Gran Turismo 6, intitolato 
"First Love", dedicato alla leggenda delle corse Mario Andretti.
 Si tratta della prima parte di un breve documentario, il secondo
 e il terzo episodio saranno pubblicati il 2 e il 16 dicembre.
 Il gioco sarà disponibile nei negozi europei a partire dal 6 
dicembre, in esclusiva su PlayStation 3.

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mercoledì 27 novembre 2013

Call of Duty Ghosts per Playstation 4 il videogame più venduto nel mondo






Prima classifica videoludica mondiale next generation 
quella della scorsa settimana visto chePlaystation 4 già 
dal 15 Novembre era disponibile in Nord America. E subito
 Call of Duty Ghosts proprio in versione PS4 si prende la 
testa della classifica con oltre 800.000 copie vendute.

Il podio è tutto per CoD grazie alle versioni PS3 ed Xbox 
360. Seguono altri tre giochi per Playstation 4: Battlefield 4,
 Killzone Shadow Fall e Assassin’s Creed 4 Black Flag. 
Vi lasciamo subito alla classifica completa…

GLOBAL TOP 10 16 NOVEMBRE 2013
1 PS4 Call of Duty: Ghosts 808,779
2 PS3 Call of Duty: Ghosts 726,738
3 X360 Call of Duty: Ghosts 647,601
4 PS4 Battlefield 4 455,387
5 PS4 Killzone: Shadow Fall 408,216
6 PS4 Assassin’s Creed IV: Black Flag 396,754
7 PSV God Eater 2 264,831
8 3DS Pokemon X/Y 233,266
9 PS3 Grand Theft Auto V 189,168
10 X360 Battlefield 4 167,906


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Fifa 14 Playstation 4 Xbox One: Video Diario sulle Animazioni Next Generation






A fine post potete gustarvi un nuovo video diario per Fifa 14


su Playstation 4 e Xbox One. Gli sviluppatori mettono in risalto


il nuovo sistema True Player Motion, in pratica tutto il nuovo


sistema di animazioni realizzato grazie al nuovo motore grafico


di EA Sports, Ignite. Non ci resta che augurarvi buona visione!


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Forza Motorsport 5 a confronto con Forza Motorsport 4



Forza Motorsport 5


Ad ogni passaggio generazionale di console, la cosa che interessa

 di più i videogiocatori, almeno inizialmente è vedere subito lo
 stacco tecnico-grafico. Ecco quindi che in rete alcuni filmati mettono
 in relazioni giochi simili di generazioni diverse.

Per questa reagion a fine post possiamo mostrarvi un video che 
mette in stretta relazione Forza Motorsport 5 (Xbox One) e Forza 
Motorsport 4 (Xbox 360). Cosa ne dite? Si vede subito il passaggio generazionale sin da subito? Aspettiamo i vostri commenti a fine

martedì 26 novembre 2013

Breaking Bad: la fine, alla fine





Non ti sei interessato a Breaking Bad perché due mesi
fa, quando la serie è finita negli USA, su Internet è
esploso il Delirio e ne parlava chiunque. Cioè, non esattamente.
Puoi produrre come elemento difensivo a tua parziale discolpa il fatto
 che la prima stagione di Breaking Bad l'hai presa in DVD tipo due anni fa.

E poi? E poi niente, è finita nel Grande Mucchio delle Robe da Smaltire
 (GMRS), e ciao. Ma non era un addio,era solo un arrivederci: ché 
quando il summenzionato Delirio dell'Internet è esploso, ti ci sei messo 
di buzzo buono, e nel giro di qualche settimana tu e la signora Manhattan 
vi siete sciroppati tutti i 62 episodi, tutte e cinque le stagioni. E? 
E sabato pomeriggio, scusa se la colpa è un poco mia, siete arrivati alla fine.
 Di cui si va ora a parlare, perciò chi non avesse ancora visto l'ultima puntata 
delle avventure del Signor White con tanta roba psicoattiva blu dentro, deve
 fermarsi qui. Tutti gli altri, con me […]




È vero, Breaking Bad non è una serie che decolla subito.
 Gli episodi li hai trovati piacevoli sin dall'inizio, ok, perché
 l'idea di fondo - un genio della chimica ridotto a fare il 
professore sfigato che, siccome sta per schiattare, inizia 
a cucinare metanfetamina per metter da parte dei soldi
 per la sua famiglia - funziona. Ma non sono nulla in 
confronto alla portata che la storia assume nelle stagioni 
successive. Quando Walter White non è più solo un tizio
 che si barcamena tra mille scuse per non far scoprire alla 
moglie incinta e al cognato agente della DEA che produce
 meth. Quando Walter White diventa Heisenberg, e, con
 o senza cappello nero calato sulla fronte, non vuole più 
sottostare alle minacce di questo o quel boss del crimine.
 Perché il boss vuole diventarlo lui.




È una discesa agli inferi progressiva e feroce quella che
 trasforma il professore rancoroso in un grandissimo 
bastardo. Un uomo che non esita a lasciar schiattare la
 prima ragazza di Jesse senza alzare un dito e ad avvelenare
 il figlio della seconda, quando tutto questo gli serve per
 mandare avanti il suo traffico. Un uomo che prima uccide
 per sopravvivere, poi lo fa per aiutare Jesse, poi per 
incastrare Gus Fring. E quando questo non basta più, fa 
esplodere una bomba (umana) in una casa di riposo e 
assassinare dieci uomini in carcere in una manciata di 
secondi.



La ragione, come confessa lui stesso nell'ultimo dialogo 
con la moglie Skyler, non è quanto ha sempre ripetuto a 
tutti: non lo ha fatto per la sua famiglia. Lo ha fatto per 
se stesso. Perché l'uomo frustrato che aveva visto le sue 
idee portare al successo e alla ricchezza una coppia di ex
 amici con le orecchie a sventola, l'ex professore alla
 canna del gas con un secondo lavoro all'autolavaggio, 
godeva della sua nuova posizione. Nell'episodio Say My 
Name (S05E07), Walt invita il boss venuto da Phoenix a
 pronunciarlo quel nome. Perché Heisenberg e la sua meth
 di colore blu sono ormai leggenda, e lui lo sa.




Ma nel viaggio all'Inferno il signor White non è solo.
 Al capolinea è già arrivata prima di lui la moglie milfona
 Skyler, e la cosa è chiara, al di là di ogni possibile dubbio,
 quando suggerisce che ammazzare Jesse sia una buona 
soluzione per i problemi di famiglia. E poi, certo, c'è Jesse. 
Il povero Jesse.




Nella primissima puntata, il giovane Pinkman era impegnato
 a ballare il mambo orizzontale con una tizia, poi un ex
 professore del liceo torna nella sua vita e la trasforma in 
un lago di sfighe e disperazione. Un torto, una menzogna 
e una manipolazione dopo l'altra. White dovrebbe essere
 la persona perbene, il classico capofamiglia tranquillo sul 
gradino più basso della middle class americana, mentre 
Jesse dovrebbe essere il delinquente, ma i rapporti si 
invertono subito, e Jesse resterà per tutta la serie l'unico 
dei due distrutto dai sensi di colpa. Gale. Brock. Il ragazzino
 sulla motoretta durante l'assalto al treno.




Eppure, bastardo per quanto è bastardo, ci si affeziona 
al signor White. Si rimane colpiti da quello che questo
 genio del male è in grado di tirar fuori ogni volta per 
cavarsi dai guai. Si finisce per fare il tifo per lui, come già
 era accaduto per Tony Montana, Tony Soprano e tanti altri.
 A fare il tifo per lui e a restare ogni volta un po' più sconvolti
 quando alza la posta e aumenta il numero di cadaveri di 
cui è direttamente responsabile. O quando fischietta dopo
 averla menata a Jesse su come soffre per il ragazzino
 ammazzato da Todd. Ci si scopre affezionati a un mostro, 
con tutte le conseguenze del caso: hai fatto il tifo per un
 un genio del male? Bene, ora ti attacchi. Ma quando alla
fine il mostro schiatta, esattamente come i Tony Montana 
e i Tony Soprano prima di lui, si capisce che era l'unico
 finale possibile. Perché Vince Gilligan aveva in mente solo
 questa fine da tempo e perché una diversa non avrebbe 
avuto senso. Avrebbe fatto lo stesso effetto vedere Walter 
White scappare in Messico prima dei titoli di coda?
 Restarsene tra i monti insieme ai nanetti della Loacker?
 No, certo che no.




Ma Breaking Bad non sarebbe stata una serie così godibile,
 da top 5 delle tue serie TV preferite di sempre, se non 
fosse stata costellata di tanti personaggi meravigliosi. 
Tipo Gustavo Fring detto Gus, un boss del crimine che parla
 come un catechista, ha una fissazione maniacale per la 
cucina e l'ordine, è accolto da tutta la comunità come un 
benefattore. Anche se riempie di meth di tutto il Sud Ovest
 degli USA e il nord del Messico, o sgozza un suo affiliato
 senza batter ciglio. Oppure come Hank, l'unico soggetto 
veramente positivo tra gli adulti del cast: e anche lì, stai 
per tutta la serie a sperare che non becchi il cognato, ma
 quando muore ti dispiace un casino. O ancora come Mike,
 a metà tra il killer e Nonno Nasone, come la schizzata 
Lydia o come l'agghiacciante Todd. Soprattutto come
l'agghiacciante Todd.




Con la sua aria da bravo ragazzo, da cugino di campagna
 di Matt Damon o Rob Liefeld, ma totalmente incapace 
di provare sentimenti.Non è una cosa personale, dice,
subito prima di sparare alla nuca a una povera ragazza 
madre innocente. Sempre con quell'espressione neutra,
 anche dopo aver ammazzato un ragazzino a sangue
 freddo così, per andare sul sicuro, o aver sciolto gente
 nell'acido come fossero copie de Il Giornale. D'altronde,
 se cresci in mezzo a una banda di redneck neonazisti,
 è il meno.




Saul Goodman, l'avvocato peggio vestito della storia 
della televisione, l'hai lasciato volutamente per ultimo.
 Durante ogni puntata stavi lì a ripetere il suo modo di 
gesticolare con pollici e indici per minuti. I completini
improbabili di Saul saranno protagonisti dello spin off
 Better Call Saul,




che racconterà il prima ma, sembra, anche il dopo, la 
vita dopo la fuga di Goodman. Per il resto, ti mancheranno
 il signor White e tutti gli altri. Quando finisce un telefilm 
che ti piace, al quale hai dedicato letteralmente ore e ore
 della tua vita, si chiude una porticina su un mondo. Si 
trasforma da appuntamento imperdibile in materia dei 
ricordi e spunto per cosplayer. Dispiace, ma è meglio così.




Meglio, mille volte meglio vedere una serie chiudersi col 
botto, dopo esser arrivata al suo picco, che tirarla avanti 
fino a morte naturale. Lo sappiamo. Ché di telefilm che si 
trascinano stanchi verso il baratro del calo degli ascolti è 
pieno il mondo, e di quelli alla fine non frega mai niente
 a nessuno. Il Signor White, invece, e chi se lo dimentica.

Gran Turismo 7 su Playstation 4 probabilmente nel 2014?






Nel corso di una intervista, Kazunori Yamauchil carismatico 
leader maximo di Polyphony Digitalha dichiarato che 
Gran Turismo 7 su PlayStation 4 potrebbe già arrivare entro
 la fine del 2014. Sarebbe un grande cambio di prospettiva 
visto che tra un Gran Turismo e l’altro sono sempre passati
 molti anni mentre GT6 sarà disponibile soltanto il prossimo
 6 gennaio. Vedremo quindi se con Playstation 4 le cose 
cambieranno radicalmente…

Prima di lasciarvi alla visione, vi segnaliamo
l’incredibile offerta HAPPY GAME per Gran Turismo 6 
prenotabile con DLC Bonus 5 Auto + 
DLC Bonus 5 Auto Extra: non perdete l’occasione!

Fifa 14 Next Generation: I Top Players del Barcellona reali e virtuali







Già disponibile su Xbox One e in arrivo al day one di

 Playstation 4, Fifa 14 è indubbiamente attesissimo
 su console next generation anche perchè si tratta 
dell’unico gioco di calcio disponibile sulle nuove 
macchine da gioco di Sony e Microsoft.

Nelle immagini che seguono possiamo vedere Messi,
Piquet, Iniesta e gli altri top players del Barcellona a 
confronto ravvicinato con le controparti virtuali. Che
 ne dite, la somiglianza c’è? Aspettiamo i vostri 
commenti a fine post!

 

Killzone Shadow Fall: un lungo video per il Remote Play su PSVita


Il canale Youtube RajmanGaming HD ha pubblicato un 
interessante filmato dedicato a Killzone: Shadow Fall, lo
 sparatutto di Guerrilla in esclusiva per PlayStation 4. Si tratta 
di un video nel quale possiamo ammirare contemporaneamente
 il gioco sulla home console ed anche su PlayStation Vita, 
tramite la funzione Remote Play. Il risultato, in termini puramente 
tecnici, sembra davvero notevole, anche se l'autore rivela la
 presenza di molto imput lag quando si gioca con la portatile, 
rendendo di fatto inagibile questa Feature nella modalità
 multiplayer.

[PS4 Lancio] Killzone Shadow Fall: spot TV con scene di gameplay

Killzone: Shadow Fall - PS4

 Sony ha diffuso un nuovo spot TV di Killzone Shadow 
Fall per PlayStation 4, incentrato sul gameplay. La
 pubblicità mostra alcune scene tratte dal gioco, accompagnate
 dai giudizi dei principali siti web americani. Il titolo sarà
 disponibile in Europa a partire da venerdì 29 novembre, 
in esclusiva sulla nuova piattaforma della casa giapponese.



Killzone: Shadow Fall - Recensione

Killzone: Shadow Fall - PS4
Tocca a Guerrilla il compito, delicatissimo, di guidare le
 avanguardie con cui PlayStation 4 assalta il mercato, sondando 
il terreno e al contempo trainando le vendite dell'hardware 
next-gen.
Sarebbe dovuto essere lo stesso anche con PS3, probabilmente, 
ma poi il processo di sviluppo si è allungato, i "target render" 
dell'E3 sembravano così lontani, e Killzone 2 è arrivato con
 colpevole ritardo sulla console "uscente".
Killzone: Shadow Fall, invece, non manca l'appuntamento con
 il lancio di PS4, e dopo la "defezione" di #Driveclub deve
 accollarsi anche la responsabilità di essere l'unica esclusiva
 d'impatto in una Line-Up non certo al massimo della forma.
Nonostante le pressioni il team olandese non si tira indietro, 
ed apre anzi con coraggio una "nuova stagione" per Sony e 
per la sua saga. Killzone: Shadow Fall è infatti un capitolo
 profondamente revisionato nei ritmi e nelle dinamiche di 
gioco, persino risoluto nella ricerca di un'iconografia in parte 
nuova, che mantenga alcuni punti di contatto con la prima 
trilogia ma provi a superarne gli esiti stilistici. Il risultato
 è un First Person Shooter ardito, che rivendica assieme a
 Battlefield 4 la priorità degli sparatutto di matrice europea,
 mettendo da parte i sensazionalismi Hollywoodiani e cercando 
in maniera quasi disperata nuove soluzioni di gioco e momenti 
dal forte impatto emotivo. Non tutte le trovate del team sono
 riuscite: anzi il quarto Killzone inciampa a più riprese, in qualche
momento addirittura arranca. Ma in fin dei conti Shadow Fall 
rappresenta una grandiosa "ouverture" grafica e visiva per la 
console Sony, oltre che uno sparatutto solido, vario e fuori dagli 
schemi classici. Un titolo di lancio di sicuro impatto, che inaugura
 una stagione che si prospetta grandiosa.

Helghan è caduto. Ma non per mano degli eserciti ISA che hanno 
invaso le capitali e i baluardi del potere: bensì per un bombardamento massiccio che ne ha scavato la superficie, spaccato la crosta, 
distrutto l'atmosfera. Gli ordigni alla Petrusite hanno definitivamente
 ucciso un pianeta, sconquassando brutalmente tutto ciò che l'impero
 Helghast rappresentava.
Le vittime del genocidio non si contano, perché peserebbero sulla
 coscienza delle generazioni future. Coi pochi sopravvissuti,
 invece, si patteggia una tregua: a bordo dello sciame di navi 
che solca lo spazio gli Helghast vengono portati su Vekta, e gli
 viene concessa una metà della capitale.
Vekta City adesso è spaccata, divisa da un muro che separa gli 
umani dalla loro progenie illegittima. Non piace a nessuno, 
questa situazione: gli abitanti si sentono sfrattati, costretti ad 
ospitare un vecchio e subdolo nemico. Gli Helghast covano sotto
 la cenere dei morti isterici propositi di vendetta, trasformando
 poco a poco la vecchia capitale in un sudicio sobborgo sovrappopolato,
 pieno di derelitti che lavorano per sostenere la gloria mozzata 
dell'impero.
E' forse questo terribile spaccato sociale uno degli aspetti più
interessanti di Killzone: Shadow Fall. A più riprese, e lungo 
un arco narrativo che ci porta da entrambi le parti del "muro",
 il titoloGuerrilla si sofferma ad indagare le conseguenze terribili
 della guerra e dell'odio razziale, dipingendo con un cinismo quasi 
spietato le posizioni estremiste di entrambi gli schieramenti.
Chi per onore, chi per disperazione, chi per cieca fedeltà:
 tutti i personaggi di Shadow Fall sembrano in qualche modo 
schiavi della logica della guerra, costretti a combattere solo per
 non volersi fermare per primi. Anche se in fin dei conti la retorica del comparto narrativo resta un po' spicciola, e Killzone fatica ad 
arrivare al dunque senza scadere in qualche banalità un po' 
troppo buonista, a Guerrilla si deve dare il merito di aver voluto
 creare un gioco che esibisce soprattutto cicatrici: etiche, sociali,
 interiori.
Peccato però che oltre alla qualità del setting, enormemente
maturato anche sul fronte dell'impatto scenico, la sceneggiatura 
appaia un po' bucherellata, non sempre coerente. Il giocatore 
impersona uno Shadow Marshall, una sorta di sceriffo di frontiera
 che vigila sulle losche attività degli Helghast. Ben presto ci 
troveremo invischiati in assalti terroristici e ben più preoccupanti
 questioni riguardanti l'ombra di un possibile genocidio. Purtroppo
però le missioni, soprattutto nell'ultima parte dell'avventura, 
si susseguono senza una vera e propria sequenzialità, e manca 
un filo logico forte a guidare la progressione. Manca anche un 
antagonista degno di tale nome, che prenda il posto dello Scolar 
Visari incarnando i valori antivitali di un impero lesionista e 
distruttivo.
Killzone: Shadow Fall fa insomma un po' di fatica a penetrare
 la scorza dura dei giocatori temprati da sceneggiature sempre 
più mature e complesse, per via di un plot un po' disorganico 
e sicuramente disorganizzato.

Killzone è sempre stato uno sparatutto atipico. L'insistenza su 
ritmi meno frenetici rispetto a quelli di tanti colleghi sfociava in 
una progressione più ponderata, non troppo rapida, che evidenziava 
le spigolosità di un control scheme non esageratamente reattivo. 
Era una scelta voluta e ricercata, di "concetto": la guerra che la 
prima trilogia di Killzone ha voluto rappresentare era logorante, tesa, appiccicosa.
In Shadow Fall le cose cambiano: non siamo di fronte alle 
esagerazioni schizoidi di Call of Duty, ed il protagonista si muove 
ancora con più circospezione, ma così com'è stato per l'episodio
 portatile anche questo nuovo Killzone accelera un po' il passo.
 Resta sempre evidente un approccio più ragionato allo scontro, 
che non può prescindere dall'uso intelligente delle coperture, e 
deve fare i conti con animazioni di ricarica molto estese, 
rifuggendo quindi il semplice scontro frontale e preferendo a 
volte la tattica alla prontezza di riflessi.
E' evidente però, al di là di un aumento dell'intensità sicuramente
 positivo nell'economia delgameplay, che Killzone: Shadow Fall
vuole spingersi in ogni modo oltre i confini tracciati dai
 predecessori. L'introduzione più importante di questo capitolo
 si chiama Owl: è un piccolo drone personale preparato per la
 battaglia. Con un rapido swipe sul Touchpad integrato nel 
Dualshock 4 è possibile selezionare una delle quattro abilità. 
Possiamo quindi usare il nostro "gufo meccanico" per materializzare
 uno scudo che ci protegge dai colpi, oppure inviarlo direttamente 
a bersagliare gli avversari. Oppure ancora fargli emettere una 
sorta di impulso magnetico che stordisce i nemici e disabilità le 
loro corazze energetiche.
C'è anche la possibilità di materializzare una Zipline a cui è
possibile appendersi per coprire rapidamente grandi distanze o 
superare baratri e dirupi.
Molto spesso le abilità dell'Owl fanno la differenza fra una morte
 prematura ed un'azione d'assalto condotta con maestria bellica e
 strategica, e fin da subito si apprezza la discreta vivacità che 
questa introduzione infonde alla progressione. Il drone, a patto che
 non sia in fase di ricarica, può anche rianimarci usando una delle dosi
 di adrenalina che conserviamo: questa può servire anche per curarsi
 al volo in situazioni di emergenza, attivando al contempo un bullet 
time che ci permette di far fuori i nemici con clinica precisione e 
uscire d'impaccio in maniera diretta ed efficace.
Ma è il sonar che segnala la posizione dei nemici l'introduzione più interessante, perfetta per pianificare con più attenzione le strategie
 d'attacco e magari organizzare un'incursione sottotraccia. Anche se 
da questo punto di vista Killzone Mercenary è sicuramente meglio
 congegnato, dando la possibilità di trasformarsi in veri e propri
 predatori invisibili, i passi in avanti compiuti da Shadow Fall sul
 fronte della varietà sono evidentissimi, e si scontrano solo in certi
 casi con un'intelligenza artificiale che tende a banalizzare troppe
 situazioni, rodendo un attimo l'importanza della pianificazione.

Ma ancora più evidente, lungo le nove ore che portano alla 
conclusione della campagna, è l'impegno che il team di sviluppo
 ha profuso per cercare di ravvivare il level design, esplorando 
soluzioni completamente nuove per la serie. Le prime missioni 
sono quelle più piacevoli: qui gli scenari si fanno apertissimi, 
e la conformazione geologica della mappa diventa un aspetto 
fondamentale. L'estensione delle radure all'aperto fa da controcanto
 al dedalo di stanzette delle installazioni militari, esaltando il 
giocatore troppo abituato agli stretti corridoi dei linearissimi
 First Person Shooter della generazione che sta tramontando.
Più avanti, invece, Shadow Fall ci chiude in ambienti strettissimi, 
cercando di puntare tutto sull'interattività ambientale: l'assalto 
ad un edificio presidiato dalle forze nemiche si trasforma un un 
gioco al gatto col topo. Tutte le pareti della struttura possono 
essere sconquassate dai proiettili, e si pianificano quindi incursioni
 a sorpresa, magari inviando l'Owl a distrarre i nemici per sbucare 
alle loro spalle, sfondando il fragile muro che li protegge.
Ci sono ovviamente momenti più regolari, ma in tutti gli stage
 Guerrilla prova a mettere un elementi fortemente distintivo,
 dovesse essere uno sviluppo verticale, o per lo meno una 
componente scenografica d'impatto.
Purtroppo non tutte le soluzioni sono riuscite. Ci sono delle
 fasi giocate a gravità zero che sono lente, noiose e assurdamente
 lunghe, e scontri davvero troppo estesi per non risultare quasi
 caricaturali. Ci sono fasi di volo in caduta libera in cui il sistema 
di controllo si trasforma in una trappola incomprensibile, ed in 
tutti questi momenti, come nelle fasi passive in cui non facciamo
 altro che seguire le indicazioni di un compagno, si avverte lo sgomento esistenziale di un genere che deve disperatamente rinnovarsi 
se non vuole soccombere.
Shadow Fall ha, soprattutto nella parte finale, evidenti problemi 
di level design e fasi indicibilmente frustranti: e in questo evidenzia
 ancora la sua relativa "gioventù". Era difficile aspettarsi di più da
 un titolo di lancio, e per lo meno il team ha dimostrato di voler
 sperimentare, cercando in tutti i modi di variare la formula e
 l'esperienza classica del genere.
Per molti, basterà questo per innamorarsi dell'ultima produzione
 firmata Guerrilla, anche al netto di qualche momento di sconforto
 e di un plot non sempre in forma. Sicuramente, si tratta di un buon
 avvio per la stagione Next-Gen del brand: una sorta di "prova 
generale" che riesce ad appassionare, tracciando possibili linee 
evolutive che saranno considerate in futuro.

Anche la proposta multiplayer di Shadow Fall è abbastanza 
densa e interessante. Il titolo deve vedersela, su questo fronte,
 coi due "mostri sacri" del genere, entrambi disponibili in versione
 Next-Gen. Tralasciando però l'online rapidissimo e schizzato 
di Call of Duty: Ghosts, il metro di paragone è con la guerra di
Battlefield 4, e del resto i ritmi di gioco si assomigliano in tutti
 e due i casi.
Anche qui, come nel First Person Shooter di EA, la progressione 
deve essere più ragionata, ed è importantissimo lavorare in
 squadra, sfruttare le abilità di ogni classe, assemblare un team
 eterogeneo. In Killzone Shadow Fall ci sono infatti tre diverse
 classi, e tutte possono dare il proprio contributo nelle partite ad 
obiettivi che rappresentano il fulcro portante delle Warzones. 
Anzitutto troviamo il cecchino, letale dalla distanza e dotato
 di abilità di ricognizione e infiltrazione. L'Assaltatore non ha 
bisogno di presentazioni: che impugni un fucile a pompa o una
 mitraglietta leggera, è lui la testa d'ariete del team, in grado 
di richiamare sul campo un drone che attacca gli avversari o di
 potenziare resistenza ed agilità grazie alle sue Skill. Infine, 
quella di Supporto, è una classe con una dotazione un po' meno
 irruenta, ma capace di rianimare i compagni, posizionare torrette, 
ed inventarsi nuovi spawn point nel mezzo della mappa.
Uno degli aspetti che si nota subito nella schermata di
 personalizzazione del'equipaggiamento è che in Killzone Shadow
 Fall non c'è una progressione strutturata che, livello dopo livello,
 vi permette di sbloccare perks e armi: tutto è selezionabile fin 
da subito. Questo evita disparità evidenti e ci consegna un
multiplayer ben bilanciato, a differenza di quello un po' più 
denso ma anche più confusionario dell'episodio portatile.
Non vi preoccupate, però, se siete maniaci delle gerarchie: 
ci sarà un rango ed una schermata riepilogativa che terrà traccia
 di tutti i vostri progressi: successi, sconfitte, obiettivi portati
 a termine.
In partita l'azione si fa subito intensa. Senza avere una buona
 conoscenza della mappa e dei ritmi di gioco può diventare difficile
 contribuire alla vittoria e coprire le linee di tiro migliori. Tutti i 
membri della squadra devono cooperare per raggiungere gli obiettivi, sorvegliando gli Hot Spot e posizionando torrette e Spawn Point
 per cercare di ridurre i tempi morti necessari per raggiungere il centro dell'azione.
Shadow Fall propone insomma un'esperienza "ruvida", cattiva,
 anche se stavolta le mappe sono di dimensioni più contenute 
e decisamente più ricche di strutture interne, vicoli, crepacci.
 L'azione si fa quindi un po' meno corale, più serrata, alle volte
 addirittura caotica. Non aiuta in questo senso il particolare
 filtro grafico con il classico effetto "granuloso", e qualche 
problema di compenetrazione e Hitbox.


Delle dieci mappe a disposizione alcune sono abbastanza
 bruttine (Muro) e molto cupe, altre invece veramente indovinate
 (Foresta e Stazione), piacevoli da giocare anche se mancano 
gli ampi spazi aperti che caratterizzavano appunto i playground del secondo capitolo.
Dal punto di vista delle modalità, Shadow Fall propone solo 
"Zona di Guerra", che racchiude tutte le opzioni classiche
 (cattura la bandiera, cerca e distruggi, deathmatch) e le
alterna di round in round. Le opzioni a disposizione nella 
creazione delle partite, tuttavia, sono molto complete: è
 possibile creare praticamente qualsiasi tipo di match, eliminando
 anche certe classi, armi o perks. Bisgna però vedere come 
reagirà la community e quanto popolate saranno le Lobby delle
 partite personalizzate.
Complessivamente l'online di Shadow Fall è piacevolmente 
classico ma tutt'altro che rivoluzionario: di fronte ad un titolo 
come Battlefield 4 il nuovo Killzone impallidisce. Lodevole 
invece l'ottimizzazione del codice: in Multiplayer, Killzone gira 
(sempre a 1080p) a 60fps fluidissimi, e visto il dettaglio 
grafico si tratta di un bel risultato. Un passo avanti doveroso 
all'inizio di questa generazione.
L'interattività ambientale è tutto sommato limitata, prevedibile,
 inserita solo in alcuni scenari e totalmente assente quando
 l'orizzonte si apre sui panorami vertiginosi di Vekta City. Eppure
 è proprio in questi momenti che Shadow Fall toglie il fiato, ed
 ammalia coi suoi colori nuovi, con il rifiorire di dettagli poligonali, 
con la composizione di una scena sempre densissima.
Se quello che cercate in uno dei primi titoli di nuova generazione
 è l'effetto-meraviglia, sappiate che Killzone saprà stupirvi a 
più riprese, sottolineando l'imponente salto grafico come
 nessuna produzione multipiattaforma sa fare.
Del resto l'aspetto tecnico è sempre stato uno dei punti di 
forza della saga, e Killzone: Shadow Fallnon si tira indietro 
quando si parla di potenza bruta. In certi momenti il gioco ci 
conduce in splendide trasvolate su Vekta City, sui panorami 
distrutti della patria degli Helghast, sulla parte marcia della città:
 ed è qui che la potenza bruta di PlayStation 4 si mette in mostra,
 inondando lo schermo con un mare di poligoni che si dispiegano
 in campo aperto. Invidiabile la pulizia complessiva, grazie a 
filtri di post-processing che eliminano l'aliasing e ravvivano la 
scena grazie ad effetti di luce credibili: tutta la sequenza 
iniziale è proprio giocata sull'opposizione fra luce ed ombra, 
in uno dei momenti tecnicamente più riusciti della produzione.
C'è poi da mettere in conto la qualità impressionante delle
 texture, che cala in pochissimi casi e quando l'orizzonte si
 apre a dismisura, ma resta altissima per la maggior parte dei
casi: le cut-scene realizzate con l'engine di gioco, oltre a 
soffermarsi su un reparto animazioni convincente (anche se 
non ottimo) e su una buonissima espressività dei volti, puntano 
il dito proprio su questo aspetto, evidenziando la presenza di
 ottimi shader ed una risoluzione finalmente comparabile a 
quella dei titoli PC.
Al di là dell'aspetto puramente tecnico, quello che convince
 oltremisura è l'impatto scenico. Shadow Fall esibisce cromatismi
 più accesi, si allontana spesso e volentieri da quel grigiore
 esistenziale che aveva caratterizzato le guerre sul suolo di
 Helghan, e propone panorami Sci-Fi meglio caratterizzati. 
Le splendide architetture della città simboleggiano il progresso 
tecnico e scientifico della civiltà dei Vektan, e si oppongono
 alle prospettive quasi infernali del ghetto Helghan. E poi ci
 sono laboratori asettici, navi spaziali, persino ampi spazi
 naturali ora bellissimi e rigogliosi ora aridi e ritorti. E' uno
 spettacolo in certi casi davvero superbo.
Alti e bassi per la componente sonora: i brani sono di per 
sé molto belli, di ampio respiro ed abbastanza trottanti, ma 
hanno una certa difficoltà a legarsi in maniera convincente 
con l'azione di gioco, e restano quindi in disparte, sommessi,
 mai trascinanti. Il doppiaggio invece è ottimo: peccato per
 i problemi di Lip Sinc.

Bisogna avere ben chiaro che Killzone: Shadow Fall è un
 titolo di lancio. Un gioco che inaugura quindi la stagione 
di Ps4, e “vara” un hardware che solo nei mesi e negli anni 
che verranno esibirà le sue vere potenzialità. Il titolo 
Guerrilla non è un titolo di transizione come lo sono i molti 
progetti Cross-Gen, ma neppure un faro per lo sviluppo in
 questa generazione appena iniziata.
Visto in quest'ottica, Shadow Fall è uno sparatutto solidissimo,
con momenti molto forti e panorami di una bellezza brulla
 e scostante.
Nonostante l'evidente maturazione delle dinamiche di gioco,
 tuttavia, in questo Killzone ci sono momenti desolanti,
 soluzioni di level design abbastanza spicciole, ed una trama
 poco interessante e non sempre organica. La campagna 
di Shadow Fall è senza ombra di dubbio interessante, ma 
non perfetta: vive di alti e bassi, ed esalta soprattutto chi 
riesce a cogliere i pregi di un certo sperimentalismo, che 
si sforza di superare le soluzioni classiche della saga e del 
genere. Alla stessa maniera, più che il plot colpiscono le 
scenografie, e l'analisi a volte impietosa delle cicatrici lasciate
 da un conflitto durato troppo a lungo e finito senza speranza.
Guardando anche al multiplayer sviluppato con competenza,
 bilanciato ma anche molto regolare e non troppo ricco in
 termini di mappe e modalità, Shadow Fall si presenta come 
un ottimo punto di partenza, un preludio convincente, coi 
suoi momenti indimenticabili ma attraversato da temi e 
sonorità che dovranno svilupparsi poi in futuro. Per essere 
l'unica produzione esclusiva di grande impatto scenico e
 mediatico, comunque, Shadow Fall svolge egregiamente il 
suo lavoro: è senza ombra di dubbio il titolo con cui accompagnare
 una nuova Ps4.

VOTO GLOBALE 8

PlayStation 4 - Ecco come gestire interfaccia ed account!



Uno dei temi più caldi discussi nelle settimane Post-E3
di quest'anno è stato quello sui "diritti digitali". La politica 
dei DRM di Microsoft è stata aspramente contestata dal
pubblico, che ha costretto alla retromarcia la casa di Redmond.
Sarebbe ingiusto -lo dice anche la saggezza popolare- "piangere
sul latte versato"; e del resto la sollevazione è stata 
così massiccia e uniforme che pare aver dimostrato chiaramente
che il mercato non è ancora pronto per rivedere alla base 
certi concetti e cambiare le proprie abitudini.
Fatto sta che con l'uscita di PlayStation 4 sono emersi 
importanti aspetti legati alla condivisione dei contenuti coi
i propri amici ed alla possibilità di "portarsi dietro" i titoli 
acquistati in formato digitale anche quando andiamo a far
visita ad un amico e giochiamo sulla sua console.Cerchiamo di spiegare in dettaglio come funziona il sistema.



Al primo avvio della nostra PlayStation 4 ci verrà chiesto 
di eseguire il login con un account PSN, inserendo i dati 
d'accesso che abbiamo fino ad oggi utilizzato su Ps3.
Una volta che avremo registrato il nostro account,
potremo decidere se indicare la console che stiamo 
utilizzando come "principale". Effettuare l'appaiamento ci
 permetterà di avere accesso ad una serie ben precisa di o
pzioni e vantaggi. In pratica, i titoli che scaricheremo con
 il nostro account resteranno sempre e comunque a disposizione
 di chiunque giochi con quella Ps4, anche se non saremo
 loggati in prima persona. Se un amico o un familiare accenderà
 la nostra console ed eseguirà l'accesso con il proprio account,
 troverà comunque tutte le nostre applicazioni a sua
 disposizione.
Ancora meglio: Ps4 "erediterà" anche l'abbonamento 
al PlayStation Plus. Se avremo effettuato la sottoscrizione
 con l'account indicato come principale, chiunque potrà 
giocare online su quella console.
Dopo aver effettuato l'operazione potremo inoltre 
sfruttare l'opzione Remote Play via Internet (e quindi controllare
 a distanza la Ps4 tramite Vita), ed anche gestire acquisti 
e pre-ordini tramite l'App ufficiale PlayStation.
Fin qui la faccenda è tutto sommato regolare, anche se in 
effetti l'estensione dei benefici Plus a tutti i giocatori che
 usano quel sistema (e quindi anche ai membri della famiglia) è un miglioramento notevole delle policy.
Ma quello che appare veramente incredibile è che effettuando 
il login come ospiti in un altro sistema, possiamo a conti fatti
 portarci dietro tutti i nostri acquisti i nostri benefici. Eseguire 
l'accesso come "Guest" è un'operazione molto semplice, e 
quando siamo su un sistema che non è il nostro possiamo 
accedere in pratica ad una dashboard separata da quella principale,
 in cui vengono visualizzate le icone relative alle nostre attività
 e ai nostri acquisti. Raggiungendo la sezione "libreria", ad esempio,
 possiamo vedere fin da subito tutti i nostri acquisti, senza dover
 accedere allo store. Da qui possiamo avviare il download di uno
 dei giochi che abbiamo acquistato in digital delivery, e poi 
avviarlo per permettere a tutti gli altri giocatori connessi a 
quella console di giocare con noi. In pratica, è come se assieme al nostro account, ci portassimo dietro tutti gli acquisti effettuati.
Idealmente questa operazione era possibile anche su Ps3 
(ed in effetti venivano organizzati veri e propri gruppi di acquisto che condividevano i titoli PSN), ma adesso il tutto è decisamente
 più immediato. Si effettua il login, inoltre, senza compromettere i dati sensibili, dal momento che una volta sloggati tutte le credenziali 
e la cronologia delle operazioni saranno cancellate.
Il quadro è completo se si considera che l'opzione "play 
as you download" permette di cominciare la partita mentre il 
titolo viene scaricato: i tempi morti, allo stato attuale, ci sono
 ancora, ma la nostra libreria digitale è senza ombra di dubbio
 a portata di mano.
Bisogna segnalare anche la possibilità di essere loggati in 
due sistemi contemporaneamente, se uno di questi è quello
 principale. In questa maniera è possibile, idealmente, dare 
le proprie credenziali ad un amico e farlo giocare ad un titolo 
che abbiamo acquistato mentre noi continuiamo ad usarlo sulla
 nostra console principale.