Non è facile, negli ultimi tempi, assistere alla nascita di nuove IP capaci di acquietare l'ansia di rinnovamento di critica e pubblico. Gli esordi riusciti di questa generazione appartengono ad un tempo nebuloso che l'età stratosferica delle console attuali fa sembrare lontanissimo, e la scena moderna è ricolma di sequel, spin-off e reboot. Sembra quasi che le software house non abbiano più fiducia nella possibilità di “sfondare”, in un mercato in cui il marketing detta legge più della creatività. Nonostante sia spesso additata come una Software House con poca voglia di rischiare, Capcom ha lanciato quest'anno due titoli completamente nuovi. Da una parte l'ottimo Asura's Wrath, sfortunatamente funestato da una politica sui DLC non troppo User-Friendly, e dall'altra il Dragon's Dogma oggetto di questa recensione, pronto a cavalcare l'onda del successo che molti Action-Rpg stanno riscuotendo. Un po' Dark Souls, un po' Monster Hunter, il titolo ha saputo calamitare l'attenzione di molti giocatori, che sperano in una nuova rivelazione. Dopo un anno di annunci, demo e presentazioni, è finalmente arrivato il momento della prova d'appello.
Dragon's Dogma comincia facendoci vivere un piccolo prologo completamente slegato dall'avventura principale, per raccontarci di una lotta che si protrae nei secoli, fra la progenie deiDraghi e l'Arisen - il prescelto- colui che ha la facoltà di liberare il mondo dalla piaga di questi mostri giganteschi. Oltre a fungere da Tutorial, questa estesa introduzione ci da un'anteprima di quelle che saranno le dinamiche di gioco nelle fasi avanzate: il personaggio che controlliamo è infatti un guerriero di alto livello, ben equipaggiato e dotato di molte abilità. L'idea è quella che l'antefatto possa servire anche da stimolo per dedicarsi all'impresa di portare a termine l'avventura, dal momento che, come vedremo, l'avanzamento può risultare in certi frangenti un po' faticoso e stentato.
Una volta sbrigate le prime formalità veniamo introdotti alla trama vera e propria: superata la fase di creazione del personaggio (l'editor è in verità poco malleabile, basato su una serie di preset per ogni parte del corpo), viviamo in prima persona l'assalto del drago al nostro piccolo villaggio. Opponendoci con coraggio e determinazione alla bestia, scateneremo la sua ira, tanto che deciderà di strapparci il cuore, creando però una sorta di legame magico che possa tenerci in vita. Risvegliati con una tetra cicatrice sul petto, partiremo alla ventura per scoprire qualcosa in più riguardo al nostro destino. La strana “maledizione” che pesa sulla nostra testa sembra per altro averci messo in connessione con le “Pedine”, corpi vuoti che appaiono nel mondo diDragon's Dogma, e senza un motivo apparente si piegano al servizio dei “prescelti”.
L'incipit narrativo è piuttosto fumoso e manca di una vera e propria coerenza. Sembra quasi che il team di sviluppo abbia voluto prendere a modello il fantasy “criptico” di Dark e Demon's Souls, senza però riuscire a replicarne la magia. Mentre l'universo di From Software è regolato da meccanismi invisibili eppure perfetti, l'ambientazione di Dragon's Dogma scricchiola, soprattutto perchè il plot non insiste a sufficienza sui temi chiave, ed anzi risulta molto diluito e pieno di clichè. La traccia della trama principale si perde quasi subito, affogando in un mare di sidequest molto comuni. Ed anche quando i misteri del Drago e la leggenda dell'Arisen tornano più o meno timidamente nei dialoghi o negli eventi, non c'è mai qualche elemento che possa davvero interessare l'utente più smaliziato. Forse è “colpa” anche del fatto che Dragon's Dogma propone un fantasy più classico e meno “mistico”, sostenuto da un design non certo brillante come quello che regge il mondo del suo concorrente. Eppure, paragonare i due titoli non è opportuno sotto tutti i punti di vista. La filosofia alla base di Dragon's Dogma è potentemente diversa rispetto a quella che sottende al capolavoro From Software, e l'RPG targato Capcom vuole proporsi piuttosto come un esteso SandBox fantasy. Il giocatore troverà quindi un'ampia serie di quest; non tutte riuscitissime, alcune molto uniformi e piuttosto standardizzate, ma comunque funzionali a rendere il mondo di Dragon's Dogma un enomre parco giochi in cui sfogare la propria voglia di “epicità videoludica”. Piuttosto che il senso della scoperta e del mistero, il motore che spinge ad andare avanti è la voglia di costruire un personaggio sempre più potente ed una squadra via via più affiatata, spulciando con cura l'enorme mole di oggetti e abilità a disposizione. Sopportare questa narrazione in tono minore, che sfrutta Cut-Scene tutt'altro che efficaci e dialoghi non brillanti, è il prezzo da pagare per avere un mondo più vasto, sempre piacevole da esplorare e costantemente ricco di stimoli.
Dal punto di vista del Gameplay, Dragon's Dogma adotta un control scheme tutt'altro che classico, abbastanza complesso da digerire, soprattutto in relazione alla necessità di studiare attentamente le animazioni e le specifiche funzionalità di ogni mossa. Una volta estratta l'arma (dorsale sinistro), i front button controllano generalmente l'attacco leggero e pesante, senza troppe sorprese. Ma dalla stance di combattimento i due pulsanti dorsali permettono rispettivamente di controllare le mosse con l'arma secondaria e gli attacchi speciali di quella primaria. E' possibile mappare i vari attacchi assegnandoli ai tasti, così da avere una dotazione di mosse piuttosto vasta. Sono proprio queste abilità, da acquistare spendendo i Punti Personaggio, che differenziano e caratterizzano l'approccio alla battaglia. Ci sono skill per tutti i gusti: piogge di frecce per gli arcieri, fendenti che scaraventano in arie gli avversari e colpi in scivolata che permettono di coprire grandi distanze. Palle di fuoco, incantesimi di cura e magie di supporto, che incantano l'arma dei compagni.
Dal momento che l'aumento delle caratteristiche di base è totalmente automatico ad ogni Level-Up, al giocatore è lasciato il compito di spulciare bene le caratteristiche di ogni classe, percostruire il proprio personaggio come meglio crede. Dragon's Dogma, da questo punto di vista, concede fin da subito una grande libertà, anche se conquistare i punti necessari per sbloccare le classi di prestigio o le skill più potenti non è un'operazione troppo facile. In generale il sistema permette di selezionare tre classi di base (guerriero, arciere e mago), tre classi ibride, e tre classi “di prestigio”, generalmente più concentrate sulla potenza offensiva. Ogni classe da accesso ad un set di abilità ed armi, ed all'aumentare dei livelli si sbloccano progressivamentenuove skill con cui potenziare il proprio personaggio. Il sistema funziona benone, anche se l'acquisto di una nuova abilità pesa molto sulle “finanze” del giocatore, che può avere qualche resistenza a sperimentare. Ancor più costoso è l'acquisto di armi ed armature: così come Monster Hunter insegna, per ottenere equipaggiamento di qualità ci sarà da faticare molto, vendendo le materie prime raccolte sul campo e cercando in ogni anfratto nella speranza di trovare loot interessante.
Oltre all'eroe principale, il giocatore dovrà gestire la crescita e lo sviluppo della propria Pedina personale, un fido alleato di cui si potranno determinare anche le strategie in battaglia. Le altre due Pedine che comporranno la squadra di quattro avventurieri verranno invece reclutate nel mondo di gioco o all'interno della Faglia. In questo strano piano astrale potremo di fatto assoldare le Pedine di altri giocatori (compresi gli amici della propria Lista), in quella che è l'unica funzionalità online di Dragon's Dogma.
Chi aveva pensato infatti che il titolo ben si prestasse ad una fruizione cooperativa ha dovuto ricredersi ben presto. Capcom ha preferito puntare su una struttura Single Player, ed a conti fatti la scelta ci sembra decisamente appropriata. Per poter ospitare l'azione coordinata di quattro giocatori Dragon's Dogma avrebbe avuto bisogno di moltissime limature e perfezionamenti, e basta considerare la confusione che spesso si crea nel corso delle situazioni più concitate per capire che un'esperienza solitaria è decisamente preferibile. Proprio il Caos degli scontri è uno dei problemi più evidenti del titolo Capcom. Di fronte ad un serrato gruppo di nemici non è raro assistere ad una mischia scarsamente comprensibile, in cui i colpi dei compagni scagliano lontano gli avversari su cui ci stavamo concentrando, e l'intrico di corpi e fendenti resta non facile da “leggere”. Per attutire il fastidio è possibile vestire i panni di un personaggio di supporto, placidamente collocato nelle retrovie, oppure selezionare il comportamento e la classe delle pedine in modo che non si gettino sul nemico ma tentino di colpirlo dalla distanza. Non sempre queste strategie sono però funzionali, e non sempre è facile dare i giusti input ai propri compagni. A tal proposito il sistema di comandi in real time appare davvero troppo banale per risultare efficace, ed i tasti del D-Pad che dovrebbero servire per concertare gli assalti resteranno spesso inutilizzati.
Un'altra delle possibilità di Dragon's Dogma è quella di aggrapparsi al corpo dei nemici più grandi per arrivare a colpire i loro punti deboli, in una sorta di revival di Shadow of the Colossus. Benchè originale e potenzialmente interessante, questa opzione è in parte rovinata dalla pessima gestione delle collisioni e della telecamera: ogni arrampicata è piuttosto frustrante che divertente, e nonostante gli scontri con certi titani o con immense creature volanti siano davvero epici, è impossibile non sentire un po' di rammarico per una possibilità che avrebbe dovuto essere curata più a fondo. Fatto sta che la lotta contro i ciclopi, le idre o gli immensi mostri volanti (fra cui spuntano classicissimi Beholder) resta la parte più riuscita ed entusiasmante di Dragons' Dogma. Ogni nemico può essere affrontato con diverse strategie: frecce scagliate al volto per accecarlo e disorientarlo, colpi insistiti alle gambe per sbilanciarlo e farlo cadere, oppure fendenti agli arti superiori per ridurre la potenza d'attacco. Ogni classe può interpretare a modo suo queste battaglie, e persino le nostre pedine sembrano entusiasmarsi di fronte alla possibilità di imparare nuove tattiche.
Sfortunatamente, quello che manca a Dragon's Dogma è la cura per i dettagli. Il gioco è un un Action RPG che sa distinguersi, solido nelle dinamiche, vario e longevo, ma spuntato sotto tanti punti di vista. Menù non facili da navigare, un sistema di crafting non chiarissimo, un “lore” tutt'altro che approfondito e piacevole, un level design con buoni picchi ma altrettanto evidenti fasi di stallo, ci consegnano un prodotto che oscilla, e non raggiunge mai l'eccellenza.
Resta un buon esordio, efficace e pieno di ottimi propositi per il futuro, ma per monopolizzare il tempo dei giocatori, soprattutto in un periodo in cui non mancano gli RPG di alta caratura, servirebbe senza ombra di dubbio qualcosa in più. Gli appassionati del genere, invece, che sapranno chiudere un occhio di fronte a queste leggerezze, troveranno un titolo che potrebbe rubargli moltissime ore.
Una delle problematiche principali di Dragon's Dogma è il comparto tecnico. Il titolo soffre di numerosi problemi di ottimizzazione, ed anche a livello stilistico e grafico si segnala una prestazione non troppo eccelsa. I modelli poligonali sono poveri di dettagli, tanto che alcune Cut Scene risultano piuttosto brutte da vedere, piene di marionette sproporzionate e coperte di texture insipide. Le leggerezze nella texturizzazione si ripercuotono solo in parte sul colpo d'occhio globale, dal momento che la vastità degli scenari è una buona contropartita per la restrizioni in ambito tecnico. Gli scorci di Dragon's Dogma, in ultimo appello, restano molto evocativi anche grazie ad una buona profondità di campo. Che ci si trovi nelle cittadelle arroccate all'interno di grigi muraglioni, o nelle distese pianeggianti che le circondano, o ancora nei dedali che corrono segreti sotto terra, il titolo Capcom ci lascia abbastanza soddisfatti, pur senza arrivare alla maestria di Skyrim ed alla complessità delle sue strutture.
Il comparto animazioni lascia un po' a desiderare, per via di qualche semplificazione di troppo. Ma quello che più influisce sull'aspetto confusionario delle battaglie sono le compenetrazioni poligonali e la gestione della telecamera. Data l'assenza di un lock on, e vista la tendenza dell'inquadratura a nascondere la scena posizionandosi negli angoli più impensati, è necessario un periodo di adattamento per giocare senza preoccupazioni.
L'ottimizzazione del codice è incerta, tra un framerate non sempre stabile e un aliasing spesso marcato. Fortunatamente i tempi di caricamento sono accettabili.
Complessivamente il titolo supera la sufficienza grazie alla buona varietà dei modelli nemici, al design di armi ed armature, ad anche alla mole spaventosa di certi mostri che entrano in campo di tanto in tanto.
A livello acustico la performance è buona, grazie ad una serie di brani adeguati a seguire l'azione più concitata, ma anche ad accompagnare il meriggiare in città. Fanfare e marcette si accoppiano quindi a minuetti dal sapore medievaleggiante. Il doppiaggio in inglese (l'adattamento italiano è rispettoso) non riserva invece sorprese.
storia: 6,5
grafica: 8,8
gameplay: 9,0
presentazione: 8,0
GLOBALE : 8,7
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