Vancouver - Sta tornando quel periodo dell'anno, quello in cui i giocatori di tutto il mondo si affollano alle porte dei negozi (reali o virtuali che siano) per accaparrarsi l'ultimo capitolo della serie sportiva per eccellenza. Ogni volta si riapre la battaglia tra i due grandi colossi delle simulazioni calcistiche, con il vincitore di un tempo costretto ad inseguire il titolo che sembrava confinato al secondo posto fino alla tanto decisa quanto provvidenziale operazione di rinnovamento. Sta tornando quel periodo dell'anno, e noi di Spaziogames siamo volati fino in Canada per passare due giorni negli uffici dove i poligoni prendono vita, così da provare approfonditamente le novità in arrivo da Electronic Arts per il suo sportivo di punta: FIFA 13.
Mocap
Partiamo proprio dalla magia che infonde respiro vitale nei poligoni che compongono i calciatori virtuali diFIFA 13, e lo facciamo incominciando dalla nostra interessante visita negli studi di motion capture situati nel campus di Electronic Arts a Vancouver, in Canada. Dietro alle porte chiuse elettronicamente (tutto il campus è un tripudio di aree riservate e porte bloccate) si cela un enorme open space nel quale trovano posto le avazatissime strumentazioni a disposizione del colosso statunitense e di altre compagnie interessate a sfruttare uno degli studi specializzati più grandi e avanzati del mondo.
Per rendere l'idea delle dimensioni del reparto dedicato al motion capture, diciamo che il macchinario più complesso, quello che permette di registrare i movimenti nello spazio di chiunque indossi l'apposita tutina, consta della bellezza di centodiciotto obiettivi disposti tutti attorno all'azione, in grado di tradurre in tempo zero i movimenti reali nel corrispettivo virtuale.
Per rendere l'idea delle dimensioni del reparto dedicato al motion capture, diciamo che il macchinario più complesso, quello che permette di registrare i movimenti nello spazio di chiunque indossi l'apposita tutina, consta della bellezza di centodiciotto obiettivi disposti tutti attorno all'azione, in grado di tradurre in tempo zero i movimenti reali nel corrispettivo virtuale.
Abbiamo visto all'opera dei calciatori dei Vancouver Whitecaps (reduci dal pareggio della sera precedente con gli L.A. Galaxy) intenti a registrare delle animazioni di gioco e, anche solo dalla nostra breve visita, non è difficile intuire l'enorme lavoro che si nasconde dietro ad ogni singola azione che vediamo poi giocando a FIFA.
Pad alla mano
Dopo avere visto come funziona il motion capture ed essere rimasti affascinati dalla professionalità e dalla passione delle persone che lavorano negli uffici di Electronic Arts Canada, non possiamo che valutare con un occhio più ammirato quanto ci viene presentato sugli schermi dedicati a FIFA 13. L'ultimo passo degli sviluppatori è, come ci ha detto Nick Channon, Line Producer della serie, quello di catturare l'imprevedibilità del calcio, riuscire a rendere ogni partita diversa dalla precedente.
Come i lettori più attenti già sapranno, per raggiungere questo obiettivo la strada intrapresa è quella delfirst touch control, una rinnovata e inedita gestione della fisica del pallone in grado, veramente, di rendere le partite più realistiche e coinvolgenti. Ogni impatto tra le scarpette e la sfera è dunque riproposto in FIFA 13 in maniera molto più vicina a quanto succede sul terreno di gioco nel mondo reale, dove non è infrequente vedere allunghi eccessivi, controlli imprecisi e stop approssimativi. Ora, intendiamoci, non è che ogni volta che si passa la palla si debba tirare un dado per vedere come andrà a finire l'azione, ma certo non è più così facile imbroccare uno stop di petto su un lancio di quaranta metri, appoggiare il pallone e tirare tutto in un'unico, incredibile, movimento. Le capacità dei singoli ovviamente contano, così magari Messi riuscirà nell'azione più spettacolare, mentre la punta dei Vancouver Whitecaps troverà non poche difficoltà a scattare in velocità senza perdere il controllo della sfera.
Queste innovazioni non mancano di farsi sentire in partita, e sarà fondamentale un buon bilanciamento di errori e movimenti riusciti per non frustrare il giocatore che, nonostante la sete di realismo, alla fine vuole divertirsi.
Queste innovazioni non mancano di farsi sentire in partita, e sarà fondamentale un buon bilanciamento di errori e movimenti riusciti per non frustrare il giocatore che, nonostante la sete di realismo, alla fine vuole divertirsi.
Un'altra novità che si fa sentire durante le partite è nell'intelligenza artificiale dei calciatori che sono in grado di prevedere le azioni dei giocatori e di proporre inserimenti anche diverse mosse in anticipo. Non è difficile, dunque, vedere i propri compagni di squadra cercare spazi tra i difensori avversari e proporsi in posizioni inedite per la serie, anche se, ancora una volta, il tutto sarà legato alle abilità dei calciatori coinvolti. Non siamo sicuri di come siano gestite queste nuove routine comportamentali, solo una prova più approfondita potrà farci capire se si tratti di un numero predefinito di azioni o se veramente la risposta dell'intelligenza artificiale sarà ogni volta diversa a seconda degli input del giocatore.
Dove, invece, pensiamo ci sia ancora qualcosa da migliorare è nella gestione dei portieri: è capitato più di una volta di vederli andare per campi invece che stare tra i pali, un'eventualità che certo non si vuole saggiare sulla pelle durante una partita importante. Lo spazio per sistemare questa leggera insicurezza tecnica non manca, e confidiamo che venga fatto per la release finale.
Dove, invece, pensiamo ci sia ancora qualcosa da migliorare è nella gestione dei portieri: è capitato più di una volta di vederli andare per campi invece che stare tra i pali, un'eventualità che certo non si vuole saggiare sulla pelle durante una partita importante. Lo spazio per sistemare questa leggera insicurezza tecnica non manca, e confidiamo che venga fatto per la release finale.
Il contorno del gameplay
Come sappiamo, la cosa più importante in un videogioco è che sia piacevole da giocare, ma certo il tutto non si può ridurre alle sole partite, perché altrimenti non avremmo diverse modalità, ma un'infinita serie di amichevoli. E' così che ogni aggiunta all'offerta ludica non può che far piacere all'appassionato, soprattutto quando si tratta di novità in grado di migliorare un'esperienza già di per se solida. La modalità carriera, infatti, godrà in FIFA 13 di alcune interessanti aggiunte sia per il calciatore che per l'allenatore. Arrivano le offerte dalle nazionali, per esempio, e viene migliorata la gestione dei trasferimenti grazie ad un sistema economico più elaborato e basato sulle statistiche di gioco. Per ingolosire un particolare giocatore ad unirsi alla nostra compagine potremo per esempio promettere un posto da titolare, così da presentare la prospettiva di un ruolo fondamentale e magari dare quella spintarella in più perché accetti l'offerta. Sulla carta queste aggiunte sono interessanti e apprezzabili, bisognerà però vedere sul lungo periodo come si tradurranno nell'economia ludica, sperando che non siano dei trigger automatici (offri il posto di prima punta e accettano), ma veramente legati alle situazioni particolari.
Da segnalare, relativamente alle novità in arrivo, anche la possibilità che avranno i giocatori di mantenere punti esperienza e livello raggiunti nell'EA Football Club in FIFA 12, così da non dovere ricominciare tutto da capo, ma far valere il tempo speso fino ad oggi.Da ultimo parliamo delle skill challenge, un'altra novità di FIFA 13 e sicuramente una delle più spronanti. Si tratta di una serie di specifiche sfide studiate per punzecchiare il giocatore in alcune aree determinate: cross, dribbling, tiro di precisione e tante altre ancora per un totale di otto discipline e trentatue diverse prove di difficoltà crescente. Si va dal semplice cross verso l'area di rigore, al più chirurgico tiro al volo diretto agli angoli della porta, sicuramente impegnativo anche per il giocatore più esperto. Le sfide ci sono sembrate un'ottima aggiunta in grado di aumentare la longevità di un prodotto già forte in questo campo e soprattutto un ottimo strumento per permettere ai giocatori di familiarizzare per bene con il sistema di controllo e la gestione della fisica del pallone.
Di anno in anno
L'ideale percorso che gli sviluppatori di Electronic Arts stanno seguendo in questi anni è stato chiaro fin dal principio: un cammino che, capitolo dopo capitolo, mira a creare la simulazione sportiva migliore di sempre grazie ad una continua evoluzione, partendo da solide basi. Quello che tutti i giocatori vogliono sapere è, dunque, se in questa nuova incarnazione di FIFA troveremo un titolo dalle meccaniche sensibilmente diverse o se si tratti di una produzione forte di pochi aggiustamenti qua e la. Bene, per quanto riguarda FIFA 13, la risposta è abbastanza chiara, visto che il gioco che abbiamo provato a Vancouver è decisamente diverso da quanto ad oggi disponibile, sicuramente un primo passo verso un ulteriore livello di realismo che dovrà, però, essere seguito attentamente per far si che la cosa non sfugga di mano, riuscendo a bilanciare le due fondamentali esigenze di un titolo del genere: credibilità e divertimento.
Intervista a Nick Channon, Line Producer
Spaziogames: Sappiamo che FIFA è un progetto che si estende su un arco temporale vasto, come fate ogni anno ad evolvere il gioco in maniera anche radicale?
Nick Channon: In realtà non c'è una risposta particolarmente elaborata per questo, la squadra è molto talentuosa e soprattutto noi siamo i nostri critici migliori, ci chiediamo ogni anno cosa possiamo fare per migliorare, è tutto qui in realtà! Certo, poi aiuta il fatto che tutti nel team di sviluppo siano appassionati di calcio, soprattutto i ragazzi che si occupano di gameplay.
SG: Fino a qualche anno fa si trattava di recuperare la distanza tra voi e PES, ora siete solidamente al primo posto. E' cambiato il modo di affrontare lo sviluppo?
NC: No, direi che il nostro atteggiamento non è cambiato affatto, come ti dicevo continiuamo ad essere i nostri critici e guardare i punti che vanno migliorati. Il nostro obiettivo è di fare il miglior gioco possibile, ovviamente guardando quello che fa la concorrenza, sentendo certo un po' di pressione, ma niente che ci disturbi, anzi, ci sprona a migliorare! Poi prendiamo ispirazione un po' da tutta l'industria, è fondamentale cercare di intuire le tendenze per capire cosa interessi al pubblico.
SG: Siete soddisfatti dal livello tecnico che potete raggiugnere con la corrente generazione di console?
NC: Sì direi di sì, come hai visto anche quest'anno siamo riusciti a migliorarci e direi che c'è ancora spazio per farlo. Poi non solo la potenza è importante, ma ci sono tante cose (come lo sviluppo di network sociali o miglioramenti delle modalità di gioco) che non la richiedono.
SG: Giocando ho visto nuove routine comportamentali dei giocatori, puoi dirmi qualcosa sulle novità?
NC: Abbiamo completamente riscritto le meccaniche d'attacco, nei precedenti capitoli a volte si aveva l'impressione che il gioco fosse statico, che i compagni di squadra aspettassero le azioni dei giocatori. Quest'anno, invece, sarà tutto molto più fluido, e vedrai gli altri calciatori proporsi sul terreno di gioco in modi inediti per la serie.
SG: Vi confrontate spesso con calciatori o allenatori professionisti?
NC: Ci sono molti professionisti che giocano a FIFA, ma direi che non andiamo a chiedere a loro in particolare, noi prendiamo feedback da chiunque ce lo voglia dare per aiutarci a migliorare il nostro lavoro!
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