sabato 22 dicembre 2012

The last of us: Anteprima

A questo punto abbiamo una voglia sfrenata di giocare a The Last of Us. Lo potremmo fare in tutta scioltezza dal 7 Maggio venturo, ma per il momento ci accontenteremmo anche di un piccolo segmento. Una mezz'oretta, non chiediamo di più.
Capirete anche voi che dopo aver assistito allo strepitoso gameplay reveal dello scorso E3, esserci stupiti per gli infiniti approcci possibili a quel combattimento (il primo giorno di Gamescom del sottoscritto non poteva cominciare meglio!), ora siamo curiosissimi di scoprire quale trucco ci nasconde Naughty Dog. Perchè c'è il trucco, vero? E' impossibile che tutto quel ben di dio sia mosso da una vetusta Playstation 3, che esista un gioco che sappia coniugare l'impatto visivo di un Uncharted con una notevole libertà concessa al giocatore!
Oppure molto semplicemente è tutto vero. Solo la recensione saprà dirci se l'illusione è preservata lungo tutta la durata dell'avventura oppure se l'ambizione farà crollare il castello di carte.
Nemmeno a farlo apposta, l'ultimo trailer presentato ai Video Games Award 2012 non aveva nulla a che fare con il gameplay spicciolo, ma aveva a che fare con la trama, i personaggi e l'origine dell'infezione che ha trasformato per sempre il mondo in cui viviamo.

Tra le fonti d'ispirazione, oltre alle più evidenti come Io sono Leggenda e The Walking Dead, vi è anche un romanzo di David Benioff (attualmente sceneggiatore di Game of Thrones) intitolato La città dei ladri (2008, Neri Pozza editore).
E' interessante perchè racconta una storia molto simile, ma ambientata nella Russia comunista durante la Seconda Guerra Mondiale.
"Sulla Neva ghiacciata una ragazza pattinava. I capelli corvini legati in uno chignon morbido, le guance sferzate dal vento, faceva piroette strette e veloci. Il colonnello ha detto che era sua figlia e che stava per sposarsi con un importante uomo del partito. Un matrimonio vero, alla russa, con musica e danze e... un solo problema: la torta nuziale. C’erano lo zucchero, il miele, la farina e tutti gli altri ingredienti, mamancavano le uova, una maledetta dozzina di uova introvabili in tutta Leningrado per gli eroici soldati dell’Armata Rossa, ma non forse per una volgare coppia di ladri.
Eccoli, dunque, Lev e Kolja, alla disperata ricerca di dodici uova durante gli eroici giorni della resistenza di Leningrado".
30 secondi di countdown. Tanti mancavano l'altra notte sul palco dei Video Games Award all'imminente world preview del nuovo trailer The Last of Us. Scandisce il tempo rimanente lo charango del celebre compositore Gustavo Santolalla, poi si comincia...
"In questo mondo andiamo bene per una sola cosa. Essere ammazzati" tuona cavernoso il protagonista Joel. Chi non muore è infettato da una temibile infezione, che aggredisce il cervello dell'essere umano sino a impadronirsene completamente. Non è propriamente uno zombie, ma è indubbio che la sua coscienza ora è completamente svanita.
Precedentemente il team di sviluppo aveva raccontato che l'idea alla base di The Last of Us proveniva da un documentario della BBC. Nella fattispecie questa sequenza. Protagonista un fungo parassita, il Cordyceps, che aggredisce formiche e altri insetti con brutalità inaudita. Il rituale è piuttosto macabro: egli diffonde le proprie spore nell'aria, quando queste entrano in contatto con il corpo ospite la spora germina e penetra nel suo corpo e nella sua mente generalmente allo stadio di larva; quindi attende pazientemente la morte dell'animale, prima di germogliare direttamente dal suo cervello ormai mummificato. Certe specie di Cordyceps sono ancora più subdole, poichè pilotano la mente di coleotteri o farfalle inducendoli a raggiungere sommità elevate come la chioma di un albero così da poter successivamente disporre di un raggio d'azione più ampio per liberare le proprie spore.
Né più né meno quello accaduto in massa al genere umano nel mondo post-apocalittico dell'ultima creatura Naughty Dog. Una proliferazione del parassita su vasta scala e senza sosta, che interessa costantemente gli ultimi sopravvissuti del genere umano. Impossibile chinare il capo, anche solo per un momento. Joel lo sa bene, dovendo badare anche alla piccola e indifesa Ellie, figlia probabilmente di un suo amico morto prematuramente. Egli non solo dovrà improvvisarsi suo protettore, ma anche assurgere al ruolo di padre e mentore per il futuro...
La società praticamente non esiste più. Il rischio del
"Dove vanno Joel ed Ellie? Non sappiamo cosa li spinga a mettersi in marcia anziché cercare la tranquillità in una qualsiasi zona di quarantena: forse sono alla ricerca dei genitori di Ellie? Forse sono alla ricerca di una mitica fonte che possa immunizzare loro e l'intero genere umano?"contagio rende la gente sospettosa e accusatoria: la polizia non si fa nessuno scrupolo ad allontanare dalle città in quarantena gli individui che manifestano qualche sintomo oppure offrirli alla folla nervosa che procede ad impiccagioni improvvisate.
Aldilà di gesti estremi come i linciaggi, che sappiamo bene ricompattano in maniera straordinaria un gruppo allo sbando, esseri umani infetti e totalmente schiavi del parassita vivono e proliferano incessantemente. Brevi fotogrammi dell'ultimo trailer enucleano il triste desino della nostra razza: essi si sono ormai impadroniti degli edifici più iconici della nostra civiltà come le scuole, i municipi, i laboratori di ricerca ultima flebile speranza per sviluppare un antidoto. Il volto di Joel (o forse il Bill delle scena mostrata allo scorso Comic Con) incorniciato da una maschera anti-gas sembra indicare come la diffusione delle spore abbia ormai raggiunto livelli incontrollabili prendendo totalmente il posto dell'ossigeno. Almeno in alcune zone...


Ma i corpi contagiati e l'infezione strisciante non sono gli unici problemi che deve affrontare la strana coppia. Joel ed Ellie non sono gli unici esseri umani sani o meglio "sopravvissuti". Ce ne sono degli altri e tutti lottano per la propria sopravvivenza. I più forti non si fanno certo scrupoli a depredare abitazioni ormai disabitate, sottrarre quel poco che è rimasto ai superstiti e quindi speculare: reinterpretano il ruolo che fu degli scavenger, uno dei primi mestieri dell'America coloniale.
Qualcuno si organizza in bande, un'ancestrale quanto fragile collante sociale. Il mondo di The Last of Us è come se riscoprisse le proprie origini, dimenticandosi della propria civilizzazione: all'infuori della zona di quarantena, dove vige un barlume di legge seppur brutale, si è tornati indietro nel tempo sino al Far West.
E difatti nell'ultimo trailer in un paio di occasioni fanno capolino i cavalli, a quanto pare l'unico mezzo di trasporto ancora in uso. Ma l'esplorazione a cavallo non ha il sapore avventuroso della ben nota sequenza nel deserto di Rub' al Khali visto in Uncharted 3, né il fascino dell'esplorazione di Red Dead Redemption e neppure quello guerrafondaio nella missione Old Wounds di Call of Duty Black Ops II. Sono delle semplici bestie da soma che traghettano il giocatore da un luogo all'altro. Visto l'approccio story-driven e la già impressionante vastità dei territori urbani dubitiamo che Naughty Dog abbia adottato un approccio open world, lasciando che sia la trama ad invogliare al viaggio e alla scoperta.
Spostandoci di città in città faremo la conoscenza di diversi personaggi, alcuni ostili sin dal principio, altri solamente sospettosi, altri ancora semplicemente indifesi. A quest'ultima categoria appartengono sopratutto le donne, incapaci di sopravvivere all'interno di un mondo sottoposto a perenne minaccia e dove l'uomo è lupo degli altri uomini. Uomo appunto...
Nel trailer ne incontriamo due. Della prima, di colore, purtroppo non conosciamo alcunchè, mentre della seconda sappiamo che si chiama Tess, vive nella bottega di un droghiere o qualcosa di simile. Il suo abbigliamento ci ha particolarmente colpito: tiene i capelli legati da una fascia piuttosto spartana, mentre la camicia indossata di un rosa ormai sbiadito. Segno che la femminilità non è più di questo mondo...


Il videogioco non si soffermerà su un unica città, ma porterà i due protagonisti in diverse location. Non sappiamo ancora se saranno cittadine reali oppure dai nomi fittizie per quanto verosimili: noi optiamo per la prima ipotesi, localizzando il mondo di gioco nella costa Est degli Stati Uniti. Più importante, non sappiamo cosa induca Joel ed Ellie a mettersi in marcia anziché cercare la tranquillità in una qualsiasi zona di quarantena: forse sono alla ricerca dei genitori di Ellie? Forse di un luogo sempre più mitico in cui ricostruirsi una vita lontano dal pericolo del contagio? Forse sono alla ricerca di un altrettanto mitica fonte che possa immunizzare loro e l'intero genere umano?
Dal trailer si intravedono almeno un paio di skyline metropolitani con grattacieli, palazzi e avenue. Uno di questi è senz'altro il luogo dove si ambienta la demo dell'E3, il luogo dove sorge quel lussuoso hotel dove Joel ed Ellie cercano insperato conforto prima di essere aggrediti da una banda di sopravvissuti.
Tuttavia è chiaro come il contagio e l'infezione non siano fenomeni recenti, ma risalgano ad almeno vent'anni prima. Ellie tanto per cominciare non ha alcuna memoria di com'era la vita prima che tutto questo accadesse; inoltre le città sono ormai aggredite dalla vegetazione che già da diversi millenni ha imparato a convivere con i parassiti ed ha saputo prosperare nonostante la loro brutale minaccia. L'incuria e l'imbarbarimento dell'uomo sono osservati con superbo distacco dagli alberi secolari, come nella celebre operetta di Leopardi...
Oltre le metropoli si trovano piccoli centri urbani, hinterland e province dove un tempo prosperava il sogno americano. Qui le casette a schiera convivono più spontaneamente con la vegetazione, tant'è che alcune sezioni di gameplay prenderanno piede in boschi e praterie, alle pendici di una collina oppure immersi in paesaggi innevati.

USCITA 7 maggio 2013 - IN PRENOTAZIONE ORA!

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