giovedì 24 gennaio 2019

Resident Evil 2 Recensione, la nuova notte dei morti viventi






FINALMENTE RESIDENT EVIL 2 è DISPONIBILE DA HAPPYGAME!

Remake, remaster, reboot: l’industria videoludica è inondata di nostalgia. A volte queste operazioni sono gocce in mezzo all’oceano, destinate a perdersi senza lasciare alcun ricordo; altre invece non solo colpiscono nel segno ma rendono ancora più bello l’originale, riuscendo ad avvicinare appassionati di vecchia data e nuovi utenti riunendoli per una volta sotto una bandiera comune. Quella per cui i cosiddetti “mostri sacri” si possano toccare e, nel caso di Resident Evil 2, rendere persino qualcosa di più. Fra i giocatori che affondano le proprie radici ai tempi in cui il videogioco era ancora un prodotto di nicchia corre una sorta di legge non scritta, volta al passato con una gelosia quasi compulsiva – il timore forse che i ricordi più belli siano infettati, lacerati, volgarizzati.

La memoria d’altronde è tutto ciò che siamo e fa paura metterla in discussione. Potremmo scoprire che la passione di allora nasconde più difetti di quanti ne abbiamo scorti all’epoca, che alla fine quel gioco non era poi così tanto bello e per anni abbiamo mosso una battaglia futile di “cervantesiana” memoria in difesa di un purismo che non ha (quasi) mai ragion d’essere. Ma la paura è ciò di cui si nutre l’orrore e questo lo sa molto bene Capcom, che ha sempre avuto il coraggio di osare laddove molti avrebbero preferito le loro comode certezze: sono nati dunque il rivoluzionario Resident Evil 4 e lo sperimentale Resident Evil 7, capaci di risollevare la serie dagli abissi dove stava sprofondando e al tempo stesso fornire nuovi binari sui quali farla procedere. Dalla loro fusione e un pizzico di nostalgia che offre sempre quell’ottimo gusto rétro è sorto il nuovo Resident Evil 2: non un remake, né una remaster, più probabile un reboot ma nemmeno questo riesce a essere abbastanza inclusivo.



C’è un interessante parallelismo fra il concetto chiave di Resident Evil e il Progenitore – il virus su cui l’Umbrella ha fondato il suo illegale impero di armi biologiche e di conseguenza la base dell’intera lore. Immaginate, semplificandolo, quest’ultimo come il nucleo dal quale poi si diramano tutti i suoi derivati (Tyrant, Golgotha, Phobos, Uroboros e quant’altro), ognuno sempre migliore, più evoluto anche se di poco, del precedente.


La saga ideata da Shinji Mikami segue questo concetto di evoluzione, cambiamento, (ri)scrittura: Resident Evil è una canovaccio che Capcom smantella a ogni nuovo capitolo, modella e plasma e modifica e ricrea fino a trovare quel quid che lo spinge a uno stadio successivo, migliore, pur restando saldo alle proprie origini. Resident Evil 2 è esattamente questo, un nuovo livello evolutivo le cui fondamenta si basano sul suo ceppo primigenio; il resto viene riprogrammato grazie al suo corollario.



I fan del classico datato 1998 non restino dunque delusi. È lo stesso gioco che hanno imparato ad amare vent’anni fa – il survival horror per eccellenza nel contesto di un’epidemia zombi che avrebbe fatto felice Romero – ma al contempo non lo è, ed è qui il suo punto di forza. A e B sono quindi per sommi capi come li ricordiamo, a cambiare è però la strada intrapresa per arrivare dall’inizio alla fine: Capcom ha ripensato l’intera struttura di gioco adattandola alla telecamera sopra la spalla che ha reso famoso il quarto capitolo, sdoganando anche l’impronta più action che la serie avrebbe preso (in modo poi esagerato) da lì in avanti, alleggerendola però da quella frenesia tipica di Resident Evil 6. Anzi ha mutuato alcuni aspetti dalle fasi iniziali di Resident Evil 7, le cui radici a loro volta affondano nella trilogia dell’era PlayStation. Vecchio e nuovo si mescolano dunque con una consapevolezza che solamente anni di esperienza maturano, riuscendo a creare un’esperienza imprevedibile, dal ritmo a volte sincopato e altre più teso, mai un istante sottotono.

Resident Evil 2 riporta l’orrore del 1998 in una veste grafica completamente rinnovata grazie al RE Engine, ma non solo: vecchi e nuovi nemici, scene di gioco inedite e un’ambientazione mai vista prima arricchiscono il capitolo più amato dai fan, assieme alla telecamera sopra la spalla che ha rivoluzionato la saga dai tempi di Resident Evil 4.

VOTO GLOBALE: 9,3

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