Dopo Resident Evil 2 Remake, cosa possiamo aspettarci da Resident Evil 8 e Resident Evil 3 Remake?
Il remake di Capcom dell’osannato titolo dell’era PlayStation è stato accolto con una positività ben oltre le aspettative di tutti. Con oltre 4 milioni di copie vendute, Resident Evil 2 Remake è piaciuto alla critica, lo ha amato il pubblico, ma soprattutto è la dimostrazione del fatto che, dopo Resident Evil 7, Monster Hunter World, questo remake, e Devil May Cry V, il publisher nipponico sia tornato finalmente in carreggiata.
Anche il DLC gratuito, The Ghost Survivors, è un esperimento molto interessante con le dinamiche ludiche del gioco originale, sembra quasi che gli sviluppatori abbiano voluto giocare con ciò che avevano tra le mani per vedere “l’effetto che fa”. Certo, in alcuni casi si tratta di licenze narrative che cozzano con la storia principale – come nel caso della storia della figlia del sindaco che nel gioco viene uccisa ed imbalsamata da Irons, ed in The Ghost Survivors riesce a fuggire – ma è comunque interessante rilevare una malleabilità tale di un remake di un videogioco del 1998.
Oltre a nuove armi ci sono nuovi tipi di nemici, alcuni totalmente inediti ed altri che strizzano l’occhio ai Regeneradores di Resident Evil 4 ad esempio, a dimostrazione che il gameplay di RE 2 Remake potrebbe rappresentare davvero una base su cui costruire il futuro del franchise di Resident Evil, o almeno di una parte di esso.
Inoltre, stando alle indiscrezioni, potrebbe essere in arrivo una nuova modalità di gioco chiamata Extreme Battle Mode, con tanto di Chris Redfield nascosto nei meandri del codice di gioco che potrebbe essere proprio il protagonista della modalità. Se venisse confermata, potremmo assistere ad una prova di forza del motore ludico di RE 2 Remake nel gestire delle sequenze più squisitamente action (che speriamo non arrivino mai ai picchi di alcuni degli episodi precedenti…), nonché ad un interessante approfondimento della lore di Resident Evil nel mostrarci l’agente della S.T.A.R.S. a Raccoon City.
“Corri! Scappa! C’è il Nemesis!”
Guardando al futuro, sono due i titoli che immaginiamo possano essere nelle mire di Capcom: Resident Evil 3 Remake e Resident Evil 8. Per quanto riguarda il remake dell’avventura di Jill Valentine, il publisher non si è espresso ancora in modo chiaro, ma allo stesso tempo non ha mai negato il fatto che negli uffici di Capcom ci stiano quanto meno pensando. D’altronde, dato il successo di Resident Evil 2 è davvero impensabile che Capcomnon voglia procedere a rifare il trucco anche a Resident Evil 3.
La richiesta da parte del pubblico è altissima, e Nemesis è un personaggio rimasto nell’immaginario collettivo al pari dei protagonisti dei vari capitoli. In fondo, il motore che muove Mr. X inseguendo i giocatori in RE 2 Remake potrebbe essere ripreso e potenziato per inseguire Jill Valentine, ed il gameplay in generale non ha bisogno di grosse modifiche per potersi mettere nei panni dell’agente S.T.A.R.S. protagonista del gioco. La costruzione di Raccoon City, allo stesso modo, potrebbe seguire ciò che gli artisti di Capcom hanno già fatto sempre con RE 2 Remake, e la costruzione della mappa potrebbe somigliare addirittura ad un open map in stile God of War (2018), ovvero un grosso hub da esplorare con enigmi da risolvere e compagnia bella.
Volendo azzardare una data, ci aspettiamo un annuncio entro la fine dell’anno riguardo l’esistenza di questo progetto, perché Resident Evil 3 Remake potrebbe essere un altro titolo in grado di far saltare sulla sedia i fan del franchise. Certo, l’effetto novità sarebbe un po’ meno forte che con il remake dell’avventura di Leon e Claire, ma la presenza di un Nemesisdotato di un’intelligenza artificiale più avanzata rispetto che in passato potrebbe costruire un’esperienza di gioco molto solida. Per non parlare del sistema delle scelte che, con i passi in avanti fatti nel corso degli anni dagli studi di sviluppo, potrebbe giungere su un nuovo livello se prendesse spunto da avventure come Detroit: Become Human, Life is Strange, o le avventure della compianta Telltale Games, che siano quick time event, scelte da compiere in poco tempo o su cui ponderare senza fretta.
Guardando al futuro, sono due i titoli che immaginiamo possano essere nelle mire di Capcom: Resident Evil 3 Remake e Resident Evil 8. Per quanto riguarda il remake dell’avventura di Jill Valentine, il publisher non si è espresso ancora in modo chiaro, ma allo stesso tempo non ha mai negato il fatto che negli uffici di Capcom ci stiano quanto meno pensando. D’altronde, dato il successo di Resident Evil 2 è davvero impensabile che Capcomnon voglia procedere a rifare il trucco anche a Resident Evil 3.
La richiesta da parte del pubblico è altissima, e Nemesis è un personaggio rimasto nell’immaginario collettivo al pari dei protagonisti dei vari capitoli. In fondo, il motore che muove Mr. X inseguendo i giocatori in RE 2 Remake potrebbe essere ripreso e potenziato per inseguire Jill Valentine, ed il gameplay in generale non ha bisogno di grosse modifiche per potersi mettere nei panni dell’agente S.T.A.R.S. protagonista del gioco. La costruzione di Raccoon City, allo stesso modo, potrebbe seguire ciò che gli artisti di Capcom hanno già fatto sempre con RE 2 Remake, e la costruzione della mappa potrebbe somigliare addirittura ad un open map in stile God of War (2018), ovvero un grosso hub da esplorare con enigmi da risolvere e compagnia bella.
Volendo azzardare una data, ci aspettiamo un annuncio entro la fine dell’anno riguardo l’esistenza di questo progetto, perché Resident Evil 3 Remake potrebbe essere un altro titolo in grado di far saltare sulla sedia i fan del franchise. Certo, l’effetto novità sarebbe un po’ meno forte che con il remake dell’avventura di Leon e Claire, ma la presenza di un Nemesisdotato di un’intelligenza artificiale più avanzata rispetto che in passato potrebbe costruire un’esperienza di gioco molto solida. Per non parlare del sistema delle scelte che, con i passi in avanti fatti nel corso degli anni dagli studi di sviluppo, potrebbe giungere su un nuovo livello se prendesse spunto da avventure come Detroit: Become Human, Life is Strange, o le avventure della compianta Telltale Games, che siano quick time event, scelte da compiere in poco tempo o su cui ponderare senza fretta.
Resident Evil 7, ed il futuro dopo la famiglia Baker
Resident Evil 7 ha rappresentato inevitabilmente un punto di svolta per la serie. Dopo il pantano narrativo e ludico in cui il franchise era rimasto dopo Resident Evil 6, l’unica alternativa era rompere con il passato in modo netto. Gameplay, trama, posizionamento all’interno della lore principale, Resident Evil 7 sorprese per ognuno di questi elementi. Ancor di più quando, nel finale, si scopriva l’esistenza di Chris Redfield ed il fatto che era addirittura associato al team Umbrella Corps Alpha, squadra affiliata alla Blue Umbrella, società nata dalle ceneri della nota azienda farmaceutica.
È stato un episodio apprezzato, ma che ha fatto anche discutere tra fan che non hanno condiviso la scelta di giocare in prima persona, e chi invece ha abbracciato in pieno la nuova visione di Capcom. Per questo, Resident Evil 8 è l’episodio più difficile da ipotizzare. Il settimo capitolo ha funzionato proprio perché era un punto di rottura, una sorpresa che ha incuriosito i giocatori. Potrebbe davvero funzionare un altro capitolo in prima persona dal ritmo compassato e lento, con un protagonista “normale” e non un carismatico agente/poliziotto/eroe? Difficile rispondere, perché il DLC Not a Hero con protagonista Chris Redfield ha dimostrato che, anche con la nuova formula di gameplay, è possibile creare un Resident Evil più votato all’azione (senza esagerare, ovviamente) che si abbastanza divertente da essere approfondito, giocato, ed anche speedrunnato volendo.
Ma un’altra domanda sorge spontanea: può funzionare una intera avventura di, la buttiamo lì, oltre dieci ore con la formula di Not a Hero? Da un lato verrebbe da pensare di sì, ma il rischio di trasformare Resident Evil 8 in uno shooter è dietro l’angolo. L’idea vincente potrebbe essere quella di dare al giocatore/personaggio sì un buon quantitativo di armi, munizioni ed equipaggiamento, ma di inserirlo all’interno di un’avventura in cui bisogna impiegare parecchie risorse, oppure dove in generale se ne trovano poi molto poche giocando. Spingere quindi sulla parte survival dei survival horror, lasciare al giocatore la necessità di fare economia nell’inventario, ed allo stesso tempo prevedere quali armi avrà bisogno di portare con sé, quali oggetti, un po’ di backtracking magari, ma ben pesato e ragionato.
L’alternativa è riprendere invece il gameplay di RE 2 Remake, ma se da un lato l’effetto sorpresa della prima persona è salvo, il rischio è di bruciarsi la bontà di quanto fatto con l’episodio in questione. Se esce prima l’ottavo capitolo, l’eventuale remake di Resident Evil 3potrebbe risultare già “vecchio”, e viceversa.
Resident Evil 7 ha rappresentato inevitabilmente un punto di svolta per la serie. Dopo il pantano narrativo e ludico in cui il franchise era rimasto dopo Resident Evil 6, l’unica alternativa era rompere con il passato in modo netto. Gameplay, trama, posizionamento all’interno della lore principale, Resident Evil 7 sorprese per ognuno di questi elementi. Ancor di più quando, nel finale, si scopriva l’esistenza di Chris Redfield ed il fatto che era addirittura associato al team Umbrella Corps Alpha, squadra affiliata alla Blue Umbrella, società nata dalle ceneri della nota azienda farmaceutica.
È stato un episodio apprezzato, ma che ha fatto anche discutere tra fan che non hanno condiviso la scelta di giocare in prima persona, e chi invece ha abbracciato in pieno la nuova visione di Capcom. Per questo, Resident Evil 8 è l’episodio più difficile da ipotizzare. Il settimo capitolo ha funzionato proprio perché era un punto di rottura, una sorpresa che ha incuriosito i giocatori. Potrebbe davvero funzionare un altro capitolo in prima persona dal ritmo compassato e lento, con un protagonista “normale” e non un carismatico agente/poliziotto/eroe? Difficile rispondere, perché il DLC Not a Hero con protagonista Chris Redfield ha dimostrato che, anche con la nuova formula di gameplay, è possibile creare un Resident Evil più votato all’azione (senza esagerare, ovviamente) che si abbastanza divertente da essere approfondito, giocato, ed anche speedrunnato volendo.
Ma un’altra domanda sorge spontanea: può funzionare una intera avventura di, la buttiamo lì, oltre dieci ore con la formula di Not a Hero? Da un lato verrebbe da pensare di sì, ma il rischio di trasformare Resident Evil 8 in uno shooter è dietro l’angolo. L’idea vincente potrebbe essere quella di dare al giocatore/personaggio sì un buon quantitativo di armi, munizioni ed equipaggiamento, ma di inserirlo all’interno di un’avventura in cui bisogna impiegare parecchie risorse, oppure dove in generale se ne trovano poi molto poche giocando. Spingere quindi sulla parte survival dei survival horror, lasciare al giocatore la necessità di fare economia nell’inventario, ed allo stesso tempo prevedere quali armi avrà bisogno di portare con sé, quali oggetti, un po’ di backtracking magari, ma ben pesato e ragionato.
L’alternativa è riprendere invece il gameplay di RE 2 Remake, ma se da un lato l’effetto sorpresa della prima persona è salvo, il rischio è di bruciarsi la bontà di quanto fatto con l’episodio in questione. Se esce prima l’ottavo capitolo, l’eventuale remake di Resident Evil 3potrebbe risultare già “vecchio”, e viceversa.
The Umbrella Chronicles
L’ultimo argomento da trattare per quanto riguarda il futuro di Resident Evil è inevitabilmente quello degli sbocchi di trama. Con Resident Evil 5 se n’è andato uno degli antagonisti più importanti della lore di Resident Evil, ovvero Albert Wesker. Il mastermind che, fin dal primo episodio, muove le fila della Umbrella Corporation contro i nostri eroi. Questo perché per il franchise è molto importante il sottotesto narrativo, ed è per questo che Resident Evil 6 ha perso totalmente la bussola in un certo senso. Il figlio di Wesker uscito fuori dal nulla, cloni, personaggi cresciuti e riproposti senza un reale perché, la continuity di Resident Evil andò perduta.
Con un eventuale Resident Evil 8 la situazione non è affatto semplice. Wesker non c’è più, la Umbrella si è reinventata come una sorta di organizzazione paramilitare, chi c’è da combattere? E chi porterà avanti questa battaglia? Esplorare le creature immonde, ed il mutageno che le ha create, di Resident Evil 7 è senza dubbio una soluzione efficace. Creare una nuova organizzazione, dei nuovi villain, e dare ai nostri eroi delle nuove missioni da compiere. Ci aspettiamo di rivedere tutti i vecchi personaggi: Jill Valentine, Rebecca Chambers, Leon S. Kennedy, Claire Redfield, ma anche dei ripescaggi clamorosi come Billy Cohen da Resident Evil 0, perché no. Se c’era una cosa che Resident Evil 6 faceva bene, infatti, era far incontrare personaggi della saga che finora non avevano avuto niente a che fare tra loro. Chris e Claire si sono incontrati in Code Veronica, ma vi immaginate un’avventura con Claire e Jill, invece? Oppure Jill e Leon?
Resident Evil è ancora un franchise molto importante, forte, e che con Resident Evil 2 Remakeha dimostrato di essere ancora presente nel cuore dei videogiocatori. Può fare molto, e si può fare molto con la saga, sperimentare ma anche percorrere sentieri battuti, guardare al futuro ma anche ripescare ciò che c’è di buono nel passato. Chissà cosa vuole fare Capcom con il suo franchise? Non vediamo l’ora di scoprirlo.
L’ultimo argomento da trattare per quanto riguarda il futuro di Resident Evil è inevitabilmente quello degli sbocchi di trama. Con Resident Evil 5 se n’è andato uno degli antagonisti più importanti della lore di Resident Evil, ovvero Albert Wesker. Il mastermind che, fin dal primo episodio, muove le fila della Umbrella Corporation contro i nostri eroi. Questo perché per il franchise è molto importante il sottotesto narrativo, ed è per questo che Resident Evil 6 ha perso totalmente la bussola in un certo senso. Il figlio di Wesker uscito fuori dal nulla, cloni, personaggi cresciuti e riproposti senza un reale perché, la continuity di Resident Evil andò perduta.
Con un eventuale Resident Evil 8 la situazione non è affatto semplice. Wesker non c’è più, la Umbrella si è reinventata come una sorta di organizzazione paramilitare, chi c’è da combattere? E chi porterà avanti questa battaglia? Esplorare le creature immonde, ed il mutageno che le ha create, di Resident Evil 7 è senza dubbio una soluzione efficace. Creare una nuova organizzazione, dei nuovi villain, e dare ai nostri eroi delle nuove missioni da compiere. Ci aspettiamo di rivedere tutti i vecchi personaggi: Jill Valentine, Rebecca Chambers, Leon S. Kennedy, Claire Redfield, ma anche dei ripescaggi clamorosi come Billy Cohen da Resident Evil 0, perché no. Se c’era una cosa che Resident Evil 6 faceva bene, infatti, era far incontrare personaggi della saga che finora non avevano avuto niente a che fare tra loro. Chris e Claire si sono incontrati in Code Veronica, ma vi immaginate un’avventura con Claire e Jill, invece? Oppure Jill e Leon?
Resident Evil è ancora un franchise molto importante, forte, e che con Resident Evil 2 Remakeha dimostrato di essere ancora presente nel cuore dei videogiocatori. Può fare molto, e si può fare molto con la saga, sperimentare ma anche percorrere sentieri battuti, guardare al futuro ma anche ripescare ciò che c’è di buono nel passato. Chissà cosa vuole fare Capcom con il suo franchise? Non vediamo l’ora di scoprirlo.
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