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id Software non ha certo bisogno di presentazioni. La casa che ha dato i natali a Doom, Wolfenstein eQuake rappresenta un baluardo dello sviluppo di videogame, e nonostante qualche inciampo nel recente passato, il suo "pedigree" è garanzia di enorme qualità e perizia tecnica. Grazie al genio indiscusso diJohn Carmack, vero e proprio guru videoludico e ardito innovatore delle tecniche di sviluppo, nonché al sostegno di un Engine proprietario che arriva proprio con l'ultimo prodotto alla quarta versione, la casa texana resta una delle più importanti realtà legate al mondo del videogioco. Capirete dunque che attorno al suo ultimo progetto, quel Rage che ci apprestiamo a recensire, gravitano aspettative ed attese non comuni. E del resto non potrebbe essere altrimenti, per un titolo che si è fatto aspettare quasi cinque anni.
In arrivo finalmente sugli scaffali questo ottobre (disponibile per Personal Computer, Xbox 360 e Playstation 3), Rage è un titolo decisamente ambizioso, e lontanissimo dai canoni che hanno contraddistinto i precedenti lavori del team. Certo, in sottofondo si intravede ancora quella "diretta brutalità" che è stato ilLeitmotiv di molti degli FPS firmati id Software, ma la struttura di base, che si avvicina a quella di unSandBox, serve a differenziare il prodotto dai tanti Sparatutto in prima persona che hanno invaso il mercato negli ultimi anni. Dinamiche di gioco varie e funzionali, una pluralità di situazioni invidiabile, e non ultimo un comparto tecnico all'avanguardia, fanno di Rage un prodotto eccellente. Non certo una Sleeper Hit, perchè del titolo si è parlato in abbondanza, ma un inatteso Must Buy per i molti amanti del genere e non solo.
Nel 2029 finirà il mondo. Almeno, il mondo come lo conosciamo adesso. Un enorme asteroide, squarciando la pallida superficie lunare, entrerà direttamente nell'atmosfera terrestre, impattando sul nostro pianeta con una violenza da cataclisma. L'umanità, incerta sulle proprie speranze di sopravvivenza, ha avviato il progetto Arka, interrando in dei bunker gli uomini che saranno destinati a fondare una nuova civiltà, dopo il disastro. Il giocatore è calato nei panni di uno dei membri del progetto, che si risveglia chissà dopo quanto tempo. Gli altri compagni d'avventura non ce l'hanno fatta: nelle celle vicine alla nostra, cadaveri deturpati, mummie riarse e brunastre. Usciti allo scoperto, ci aspetta una dura realtà: il mondo è una distesa brulla e scomposta di guglie rocciose e terra bruciata, un deserto in cui si stagliano, di tanto in tanto, i profili delle città devastate. Gli scheletri di grattacieli un tempo gloriosi insozzano l'orizzonte, le carcasse della civiltà marciscono mangiate dai mutanti e dai ladroni. Entrambi sono una serie minaccia per i sopravvissuti. Molti uomini sono scampati al disastro celeste e alle radiazioni, arroccandosi in piccole città e insediamenti. Ma nelle distese desertiche imperversa la legge del più forte, così barbari e predoni fanno il bello ed il cattivo tempo. Altrove, invece, sono i mutanti che regnano: deformi, avvizziti, sudici, e totalmente fuori di senno.
Il mondo di Rage, insomma, è un mondo arido e cattivo, fatto di relitti e di reietti, di uomini senza scrupoli. A mantenere l'ordine, fin dove può, ci pensa la dittatoriale "Autorità": squadroni della morte iper-tecnologici che tengono il popolo sotto il gioco del terrore, senza l'interesse a sedare le scorribande dei pirati. In questo contesto si muove il videoplayer, trascinato subito nel centro dell'azione. Inizialmente coinvolto in qualche lavoretto per gli insediamenti più piccoli, il sopravvissuto dell'Arka diventerà ben presto una celebrità, lavorando per conto delle alte cariche della città di Wellspring, cercando semplicemente di fare "ciò che è giusto". Avvicinato poi dalla "resistenza", un gruppo dissidente che cerca di limitare lo strapotere dell'autorità, il nostro eroe dovrà insomma fronteggiare tutte le insidie di questo mondo ormai corrotto. Il plot che regge l'avanzamento è lineare e non certo profondo. Di incarico in incarico, si avanza facendo la conoscenza di nuove personalità, ma tutte le missioni sono solo un'occasione per sterminare la minaccia di turno, senza che intervengano (fin quasi alla fine), colpi di scena, brillanti soluzioni di sceneggiatura, momenti in qualche modo più intensi. C'è da dire però che a questo incedere monocorde, si accompagna una caratterizzazione eccezionale del mondo di gioco e, dal punto di vista grafico/stilistico, delle personalità che lo abitano. Chi aveva assimilato il prodotto al famoso Borderlands di 2K deve assolutamente ricredersi, perchè id Software ha saputo infondere al suo titolo un carattere unico. Mescolando lo steampunk all'iconografia classica del selvaggio west, riprendendo i panorami di celebriDisaster Movie e al contempo la tecnologia avanzata della Science Fiction, l'impasto scenico di Rage si mostra interessante e particolare. Complici anche i volti ritorti e rugosi dei sopravvissuti, e tutti i dettagli che caratterizzano le personalità di spicco di questa nuova "società del crollo e del disastro", Rage riesce ad incuriosire dall'inizio alla fine.
Rage è un impostato sostanzialmente come un Free Roaming. Scorrazzando a bordo di Dune Buggies eQuad Bike possiamo muoverci da una città all'altra, per raccogliere missioni principali e secondarie, per poi raggiungere i luoghi indicati sulla mappa e svolgere i nostri compiti. Le prime ore di gioco, indispensabili per prendere confidenza con un sistema di controllo comunque molto classico, sono piuttosto lineari. Gli incarichi che ci vengono assegnati ci chiedono in sostanza di ripulire covi infestati dalle bande armate, o di indagare su qualche persona scomparsa (l'unica cosa che troveremo, molto spesso, sarà un cadavere dilaniato dai morsi dei mutanti).
Disseminati lungo la "Zona Devastata" ci sono molti punti di interesse, che ci permettono di accedere ai cunicoli sotterranei o alle città infestate. Ben presto, dunque, si scopre l'anima da sparatutto del titolo id Software, familiarizzando con i suoi ritmi ossessivi.
Rage è sostanzialmente un First Person Shooter alla vecchia maniera. Dimenticatevi quindi coperture dinamiche ed altre amenità: in Rage, soprattutto, si spara a viso aperto, a nemici agguerriti e in sovrannumero. Sulle prime, armati solo con una pistola d'ordinanza, ci si trova un po' in difficoltà a gestire l'irruenza degli avversari che si scagliano contro di noi con mazze e fiaccole. Più avanti, grazie ai tuoni dei fucili a pompa ed alle raffiche ritmate delle mitragliette, si riesce con più cognizione di causa a ripulire interi covi. Solitamente le molte missioni si svolgono all'interno di strutture piuttosto lineari, in cui è il Level Design a dettare i tempi della progressione. Ora un intreccio di cunicoli serve a destabilizzare la sicurezza del giocatore, nascondendo nemici ad ogni angolo; ora spazi leggermente più aperti permettono agli avversari di entrare in copertura, per sequenze in cui entusiasmarsi ad ogni headshot.
Proseguendo nel corso dell'avventura si scopre poi una varietà esemplare, che di fatto rende Rage uno dei titoli più sostanziosi degli ultimi tempi. Anzitutto, l'armamentario è assolutamente ricchissimo, includendo fucili a canne mozze, balestre, lanciarazzi, sniper rifle e molti altri. Ogni arma può essere caricata con diverse tipologie di proiettili: i proiettili di feltrite (un nuovo minerale recuperabile sui resti dell'asteroide) forano le armature, mentre le munizioni ad impulsi del fucile a pompa disattivano gli scudi energetici di alcuni nemici. Ci sono dardi per il controllo mentale che trasformano i nemici in marionette esplosive, o munizioni elettriche che friggono i mutanti coi piedi a mollo. Insomma, se anche dovessimo fermarci all'armamentario di base, Rage sarebbe un prodotto discretamente ricco.
Ma le sorprese non sono finite. Setacciando i covi degli avversari è infatti possibile raccogliere cianfrusaglie (da rifilare ai vendor delle cittadine) e materie prime, che possono essere poi combinate nel menù di pausa per ottenere oggetti utili. Le bende per curare rapidamente le ferite, ad esempio, si compongono mescolando stracci e antisettico, mentre con cavetteria varia e piccoli ingranaggi possiamo costruire grimaldelli automatici, in grado di aprire porte che solitamente ci conducono in aree segrete ricchissime di oggetti preziosi e munizioni (tutt'altro che abbondanti). Più avanti nell'avventura potremo costruire anche utili strumenti d'offesa. Torrette automatiche che bersagliano i nemici, piccoli robot semoventi che ci accompagnano e assaltano i mutanti, o macchine radiocomandate imbottite d'esplosivo, per uno spettacolo blastatorio alternativo a quello delle classiche granate. E' un peccato però doversi spesso barcamenare fra i menù di gioco per accedere alle armi ed all'equipaggiamento. Il sistema di selezione automatica (che si attiva premendo il dorsale destro) non è comodissimo, non sempre comodo da utilizzare nel bel mezzo di uno scontro a fuoco. Inoltre gli slot per la selezione rapida (di armi e di oggetti) sono solo quattro, e data la rapidità con cui -soprattutto nelle ultime fasi dell'avventura- si alternano nemici di diverse tipologie, non è raro dover interrompere l'azione per imbracciare l'arma più opportuna.
Un altro dei problemi di Rage è legato all'Intelligenza Artificiale dei nemici. Esistono varie tipologie di avversari: quelli che si gettano a capofitto contro di noi, e quelli che invece restano stabili in copertura. La loro alternanza garantisce in fondo una buona varietà di situazioni, ma il comportamento dei nemici non è certo esemplare, tant'è che pure alle alte difficoltà e nelle fasi finali dello Story Mode è possibile sbucare dagli angoli e aspettare che le teste dei nemici facciano capolino da dietro i ripari. E' vero però che la difficoltà resta molto elevata, data la scarsità di ripari, il numero di nemici e soprattutto la loro resistenza. Con un paio di Headshot ben assestati si fanno fuori anche i soldati corazzati (facendo prima schizzare l'elmetto), ma nella foga della battaglia spesso bisogna ricorrere a metodi meno sottili, svuotando interi caricatori. Coriacei e cattivi, ma soprattutto pronti a sbucare ovunque, i nemici ci metteranno fuori gioco in più di un'occasione. Meno male che avremo a disposizione un defibrillatore, che ci permetterà di tornare operativi superando un breve minigame. Ma attenti: l'accrocchio ci metterà un po' a ricaricarsi, ed il game over sarà dunque dietro l'angolo. Ricordatevi quindi di salvare spesso, dal momento che i checkpoint sono quasi assenti (il gioco salva all'esterno dei covi, ma mai mentre si ripuliscono). Decisamente discutibile, questa scelta scatenerà i nervosismi di molti utenti, dal momento che almeno su console l'operazione di salvataggio è piuttosto lunga e decisamente tediosa (un altro modo per interrompere il flow altrimenti perfetto dell'azione).
In ogni caso, al di là di queste incertezze concettuali e di un'IA coi paraocchi, l'anima da Shooter di Rage è solidissima, dedicata veterani del frag e decisamente assuefacente.
Abbiamo cominciato dicendo che Rage è strutturato come un Free Roaming. Ed in effetti, oltre alle missioni principali, in città troviamo un sacco di quest secondarie. Alcune sono molto classiche, ma rappresentano una buona variazione su tema. Dovremo ad esempio proteggere carovane o operai con il nostro fucile da cecchino, mentre vengono assaltati dai mutanti. Altre sono strutturate come versioni "in piccolo" delle missioni principali. In certi casi risultano un po' ripetitive, proprio perchè la planimetria delle zone da ripulire è sempre la stessa. Eppure, data la qualità della componente da FPS, è difficile sottrarsi all'impegno. Troviamo poi gli incarichi legati alla Mutant Bash TV: un sadico reality show in cui dobbiamo semplicemente prendere a fucilate quintali di mutanti, costretti in piccole stanze ricche di insidie. Assolutamente da provare.
Eppure, a ben guardare, sono le missioni di guida quelle che più vivacizzano la produzione. In ogni città, anzitutto, troveremo delle piste in cui sfrecciare coi nostri bolidi, magari per vincere qualche auto più performante. Gare di velocità e prove cronometro si alterneranno a veri e propri "Destruction Derby", in cui bersagliare con razzi e mitragliette le carene degli avversari.
Alla guida, è un piacere trovare un driving system che più arcade non si può, fatto di turbo e freno a mano. Padroneggiare il mezzo è questione di poco, e subito si può correre nei circuiti senza complicazioni, alla caccia degli "attestati di guida". Queste ricompense fungono da vera e propria merce di scambio, e grazie ad essi potremo comprare potenziamenti per i nostri mezzi: motori più potenti, sospensioni più stabili, ma anche power up di ogni sorta: mine di prossimità, scudi energetici, droni che fluttuano sopra la nostra macchina bersagliando i nemici. Questi potenziamenti risulteranno piuttosto utili anche nelle Wasteland, le cui strade sono solcate da bande di predoni.
Uno dei punti di forza di Rage è proprio questo suo insistere anche sulle fasi di "Combat Racing": ogni veicolo abbattuto ci vale attestati e denaro, e troviamo poi delle "arene naturali" infestate da bande, che è sempre un piacere ripulire. Ci sono delle corse a checkpoint che di tanto in tanto si attivano in automatico, nonché missioni di consegna dai fattorini delle città (da superare dopo aver potenziato opportunamente il proprio mezzo). Apparentemente disorganiche, le due anime di Rage si sposano benissimo: entrambi veloci, adrenaliniche, entrambe spettacolari e impegnative, sostengono una duplicità che rende davvero unico il titolo id Software.
Plauso poi al team di sviluppo, che di fatto invoglia il giocatore ad esplorare in lungo ed in largo tutta l'estensione delle Lande Desolate, compiendo tutte le missioni secondarie. Un sistema economico abbastanza rigido impone spese ingenti per rifornirsi di munizioni e corazze, e l'ingresso extra dei "lavoretti su commissione" diventa una necessità soprattutto ai livelli alti.
Ecco dunque che prima di terminare l'avventura potrebbero passare ben oltre quindici ore di gioco. Ne stimiamo dodici per i più frettolosi, ma la longevità di Rage rappresenta un parametro fuori dal comune, davvero eccezionale.
Piacevolissimo poi scoprire ulteriori attività di colore: un gioco di carte collezionabili molto impegnativo, che potremo vincere scovando i pezzi rari nei covi dei banditi, e gambling di ogni genere. Minuzioso e dettagliato, il mondo di Rage è un vortice continuo di spunti, ancor più ricco nel caso in cui si scarichi ilDLC (Incluso nella Anarchy Edition) che sblocca l'accesso alle "fogne", cunicoli sotterranei sparsi in tutta la zona devastata.
L'unico rammarico, bisogna ammetterlo, è rappresentato da una certa linearità degli schemi, mitigata solo in parte dalla presenza di qualche area segreta, che si unisce al riuso degli stage di cui si è già detto. Un'interazione ambientale maggiore, un level design più intricato, ed in generale anche un'IA meno prevedibile avrebbero trasformato Rage in un indiscusso capolavoro di questa generazione. Ma anche allo stato attuale dei fatti, il titolo è una vera e propria rivelazione: il figlio eccelso di un team storico, che ha saputo mantenere la sua identità ma ha dato alla luce un ibrido validissimo.
Rage propone anche un comparto multiplayer diverso dal solito.
La modalità cooperativa, titolata Leggende delle Lande Devastate, è strutturata "a episodi". Online o inSplitscreen, è possibile affrontare 9 missioni pensate per la modalità Co-Op, da sbloccare in sequenza. Non manca il divertimento, sicuramente amplificato da un tasso di difficoltà elevatissimo, che impone una buona coordinazione fra i due giocatori. E non manca neppure qualche gradita sorpresa in fatto di ambientazioni, che scaccia la potenziale monotonia del riciclo di ambienti per regalare scorci inediti, interessanti anche per chi avrà ormai concluso la main quest ed esplorato ogni centimetro calpestabile delle Wasteland. Buono anche il lavoro di caratterizzazione, che definisce (in certi casi anche meglio della trama principale) personalità e carattere di alcuni personaggi incontrati nelle nostre peregrinazioni.
Del tutto fuori dagli schemi è però "Road Rage", la modalità competitiva del titolo Id Software. Invece che cadere nei soliti clichè, il team ha deciso di sfruttare per l'online la sua componente da combat racing. Ci troviamo quindi di fronte ad una sorta di nuovo "Vigilante 8". Il gioco funziona, e tutte le modalità appaiono ben curate. Immancabile il tutti contro tutti, ma troviamo anche una rivisitazione su ruote del "Cattura la Bandiera", ed un Rally a Checkpoint, in cui si accumulano punti superando in sequenza i punti di controllo, ma anche "rubando" le combo degli avversari (facendoli saltare con missili e bombe a grappolo). Ovviamente non può mancare una struttura di contorno che permette di sbloccare nuove carrozzerie, nuoviPower-Up ed armi progressivamente più potenti, per personalizzare la propria vettura. La scelta, in ogni caso, è azzardata ma potenzialmente vincente. Di certo non tutti i giocatori si interesseranno a questa modalità (difficile che incuriosisca gli amanti degli sparatutto), ma chi cerca qualcosa di diverso dal solito può sempre fare un giro sulla sua Dune Buggy.
Dal punto di vista tecnico Rage compie un lavoro eccellente, leggermente mitigato nella versione console, ma assolutamente pregevole soprattutto per la costanza incrollabile di un Framerate che garantisce una fluidità vistata raramente sulle macchine da gioco casalinghe.
Anzitutto, un plauso sincero alla modellazione poligonale, di ambienti e protagonisti, ricchissima di dettagli e francamente entusiasmante. Il lavoro del team si sposa con un estro artistico particolare, che come si è già detto mescola elementi eterogenei per creare un pastiche unico e originale. È così che i protagonisti della storia restano impressi nella memoria del giocatore, come figure stravaganti e bizzarre. Il lavoro sulle animazioni, sull'espressività dei volti, sulla mimica, ha dell'incredibile.
Ma anche le strutture architettoniche, e tutti gli angoli di Wellspring o della "Città Sotterranea", trasudano una cura inverosimile per altre produzioni.
Anche la texturizzazione, in questa versione finale, supera molte altre delle produzioni moderne, sicuramente per definizione e in certi casi (più sporadicamente) anche per abbondanza di mappe superficiali. Tuttavia bisogna registrare che in alcuni casi la lentezza nel load delle texture è evidentissima, e per qualche secondo ci troviamo ad ammirare i poligoni quasi nudi o ricoperti di tile davvero elementari. Questa condizione è stata molto ridotta rispetto alle prime build che abbiamo visionato, ma resta sempre un affanno piuttosto incisivo del motore di gioco.
Ma al di là di tutto, resta l'ottimizzazione dell'Engine. L'impegno per mantenere il framerate costante a 60 fps ha dato buonissimi frutti. La fluidità è garantita in ogni situazione, senza intoppi di sorta, con il V-Syncche evita tearing e altri problemi. Anche se è difficile convincere i giocatori console, abituati ad una generazione di sparatutto sacrificati sull'altare dei 30 fps, il valore aggiunto di una fluidità così evidente e senza inciampi cambia volto all'esperienza di gioco. Dopo aver vagato nelle lande desolate, sarà davvero difficile guardare ai vecchi First Person Shooter con lo stesso occhio. Peccato soltanto per i caricamenti: davvero estesi, seppur non frequentissimi, fanno attendere fin troppo il giocatore delle versioni console, lievemente indispettito il più delle volte.
Un appunto ci sembra doveroso proprio riguardo a quella brutalità a cui si è appena accennato, ma che in fondo è presente in ogni quadro del gioco. Rage è pronto a dispensare un apocalittico "cazzotto negli occhi" di tutti i giocatori benpensanti. Lo stile della produzione Id Software è vorace, onnivoro, senza mezze misure. E' come se la cultura degli eccessi portata avanti da Gears of War, il meticoloso affollarsi di dettagli sproporzionati a metà fra il gotico ed il barocco, avesse inglobato -becchettando qua e là- qualche tratto della catastrofe di Hokuto No Ken, l'aridità cromatica del vecchio West ed il baratro meccanizzato del più sudicio degli Steampunk. Il mix, per quanto ci riguarda, funziona benissimo. Mutanti e pistoleri, panciotti e Saloon, strane piante autoctone e carcasse di veicoli. Ogni elemento contribuisce a tratteggiare un carattere visivo davvero unico, acido e aggressivo, che rivendica con prepotenza le proprie priorità.
Finalmente Id Software ci regala un altro prodotto davvero "iconico", dopo che buona parte dell'energia espressiva delle sue produzioni sembrava esser persa in sequel poco convincenti dal punto di vista stilistico.
Il comparto sonoro è ottimo. I brani sostengono senza problemi il ritmo dell'azione, mentre qualche nota di chitarra accompagna le visite al "saloon" delle cittadine, e persino in strada l'accompagnamento musicale incita al punto giusto. Ma l'eccellenza di Rage sta nel doppiaggio, totalmente in italiano. Le linee di dialogo non saranno molte, ma non c'è una voce fuori posto. Ottimo il Lip Synch, ottima l'espressività, senza le intonazioni caricaturali che tanto piacciono a certi doppiatori.
VOTO: 9,0
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