Mentre Resident Evil 6 inizia lentamente a mostrarsi, un nuovo capitolo della saga horror di Capcomraggiunge finalmente Nintendo 3DS: si tratta di Resident Evil Revelations, esclusiva per la macchina portatile Nintendo che si pone l’obiettivo di riportate ad alti livelli l’atmosfera ed il terrore dei vecchi episodi. Il risultato finale non è di certo spaventoso, nel senso letterale del termine, ciò nonostante,Residen Evil Revelations non delude le aspettative, dimostrandosi un titolo decisamente curato in ogni aspetto.
Per un totale coinvolgimento nelle vicende consigliamo di giocare in un luogo buio, silenzioso e privo di qualsiasi presenza umana.
Negli episodi precedenti di Resident Evil Revelations
La trama inizia quando Chris Redfield viene presumibilmente e misteriosamente rapito. Due agenti della BSAA, Jill Valentine e il suo partner Parker Luciani, vengono inviati sul luogo da cui dovrebbe provenire il segnale di Chris: un’enorme nave da crociera apparentemente abbandonata e direttamente collegata alla città galleggiante di Terragrigia, un piccolo baluardo tecnologico fatto distruggere un anno prima a causa di un devastante attacco terroristico. Investigando sulla nave, Jill scoprirà presto che niente è come sembra e molti misteri attendono solo di essere rivelati.
La narrazione risulta strutturata come una serie televisiva composta da 12 episodi, con tanto di riassunto delle “puntate” precedenti all’inizio di ogni capitolo. Sebbene qualcuno potrebbe non gradire tale impostazione, nel complesso bisogna ammettere che la storia ne ricava beneficio, apparendo avvincente. L’idea di chiudere ogni episodio con un certo pathos è inoltre un altro punto a favore di questa interessante scelta, e non manca di invogliare il giocatore a proseguire nella vicenda. Diversi personaggi guidano il filo degli avvenimenti, permettendo di seguire il plot da più angolazioni e sotto diverse prospettive, contribuendo alla creazione di un’azione frammentaria ma, proprio per tale motivo, stimolante.
Tuttavia, tale scelta comporta anche dei rischi. La trama, infatti, appare a tratti confusionaria e poco chiara. L’eccessiva complessità di alcuni passaggi crea situazioni spesso molto intricate poi non esaustivamente spiegate, nemmeno in vista del finale. Anche se avremmo gradito maggiore chiarezza, il lavoro svolto è comunque apprezzabile e, cosa più importante, capace di appassionare.
Survival? Horror? TPS? Action?
Prima di dilungarci in un’approfondita analisi del gameplay vero e proprio, è d’obbligo considerare un aspetto fondamentale dell’esperienza globale: il cosiddetto sistema di controllo. Segnaliamo la presenza di un pad scorrevole aggiuntivo, acquistabile in bundle con il gioco o separatamente, utile per agevolare alcuni movimenti. Anche senza questa nuova periferica, in ogni caso, tre diverse impostazioni di comandi assicurano a chiunque una certa comodità, a patto di scendere a compromessi con la macchinosità di alcune azioni, da sempre caratteristica della serie. In particolare la possibilità di muoversi mentre si spara (una novità) potrebbe causare qualche problema se sprovvisti del circle pad, ma, con il giusto allenamento, non abbiamo riscontrato particolari difficoltà, considerano che tale azione non appare nemmeno così indispensabile o utile ai fini della sopravvivenza. Ad ogni modo consigliamo ai possessori di un Nintendo 3DS, che ne abbiano la possibilità, di scaricare la demo messa a disposizione da Nintendo per testare direttamente il titolo e tirare le dovute conclusioni.
Fatta questa doverosa premessa possiamo ora passare ad analizzare la giocabilità. Inquadrare sotto un solo genere questo episodio è una cosa pressoché impossibile. Resident Evil Revelations non è un puro survival-horror, non è nemmeno un action, è più un TPS; la valutazione deve quindi esaminare il risultato raggiunto nel complesso. Chi si aspetta un vero titolo di sopravvivenza dalle forti tinte horrorresterà deluso, perché se è vero che le soleggiate ambientazioni e le movimentate situazioni di Resident Evil 5 sono solo un ricordo, o perlomeno occupano un’esigua fetta di gioco, è altrettanto vero che l’azione fortemente sparatutto non manca di certo. Per capirci, siamo più dalle parti di Resident Evil 4, con l’aggiunta di qualche sezione particolarmente ispirata in grado di riportare alla mente un certo Dead Space, seppur con le dovute considerazioni e in maniera decisamente meno angosciante della produzione targata Visceral Games.
Il titolo parte in maniera eccellente, con un’atmosfera di sicuro impatto: la nave è buia, tetra, silenziosa, fredda. Fortunatamente l’azione principale si svolge proprio su questo maestoso “vascello” sperduto in mezzo al mare, sul quale controlleremo Jill, vera protagonista della storia. C’è però tempo di deviare verso altri personaggi e ambientazioni: queste ultime, purtroppo ma comprensibilmente, non godono della stessa inquietante cura riposta alla nave, lasciando spazio a sezioni eccessivamente lineari, benché utili per spezzare efficacemente il ritmo.
Questione di ritmo
L’avventura prosegue in maniera del tutto simile ai precedenti e moderni capitoli della saga, quindi in modo del tutto lineare, salvo alcune occasioni in cui è necessario attraversare molte aree della nave, momenti che favoriscono persino la creazione di attimi di perdizione, costringendo a visualizzare la mappa per orientarsi meglio. Il backtracking, infatti, è abbastanza presente, soprattutto superata la metà della campagna, quando ormai si avrà già esplorato gran parte della location principale. Ritornare sui propri passi, quindi, non sarà raro, anche se si verrà guidati dalle esigenze narrative. Ciò potrebbe rendere alcuni frangenti meno entusiasmanti, con conseguenti sensazioni di deja-vu. Tuttavia, il ritmo di gioco risulta ottimamente scandito: dall’inizio, grazie alla grande atmosfera, alla fine, in cui l’avventura prende però pieghe decisamente più action. I capitoli finali, infatti, abbondando di nemici e di momenti piuttosto adrenalinici e “caotici”, culminando nell’estenuante e immancabile battaglia finale. Inizialmente prerogativa di altri personaggi, nelle ultime battute queste sezioni fortemente action/shooter vedranno impegnata anche Jill.
Una componente survival è comunque presente, soprattutto all’inizio, quando ancora si rimane spaesati dinnanzi alle aberranti creature realizzate dai programmatori. Già a livello di difficoltà medio la sfida risulta impegnativa: difficile avere la sicurezza di sopravvivere allo scontro successivo. La relativa legnosità dei personaggi, talvolta un po’ impacciati nei movimenti, è un elemento che funziona, apparendo utile per accrescere il senso di inferiorità e insicurezza nel giocatore.
Esplorando le ambientazioni si ha poi modo di recuperare importanti risorse che si dimostreranno fondamentali per la sopravvivenza. Ritrovarsi a corto di munizioni, ad esempio, sarà un evento rarissimo, ma sprecare pallottole inutilmente potrebbe portare a morte certa. Nel complesso la ricerca degli oggetti (munizioni, piante guaritrici, ecc...) appare equilibrata. Un sofisticato strumento chiamato Genesis ci aiuterà nell’esplorazione, analizzando l’area circostante per evidenziare oggetti nascosti o indizi.
Le armi, invece, spaziano dalle classiche pistole e fucili, fino al caratteristico lanciarazzi. L’armamento non è ricchissimo, ma la scelta è comunque discreta (in particolar modo negli ultimi episodi). Chiunque abbia già giocato ai precedenti capitoli, troverà un’esperienza shooter dal feeling quasi identico. Segnaliamo, però, la possibilità di potenziare le armi tramite mod. nascoste negli scenari, l’opportunità di schivare gli attacchi avversari, di muoversi mentre si mira e di sparare alle creature attraverso la visuale in prima persona (è comunque selezionabile anche la tradizionale terza persona)
Paura? Ma anche no!
Parlando dei veri e propri mostri da cui il giocatore deve difendersi, non si può certo dire che Resident Evil Revelations sfoggi una grande quantità di tipologie nemiche. Malgrado ciò, tali mostruosità sono state ben “inserite” nel gioco, permettendoci di scoprire nuovi abomini anche verso la fine della storia. L’Intelligenza Artificiale che li guida si dimostra soltanto discreta, senza picchi di eccellenza, ma permettendosi anzi qualche caduta di stile. L’incapacità dei nemici di seguirci oltre le porte, inoltre, rischia di rendere alcune fasi “inconsistenti” e poco realistiche, abbassando notevolmente la tensione, seppur dando l’occasione al giocatore di approcciarsi alle creature nella maniera più umana possibile: ovvero fuggendo. Discorso diverso, ovviamente, per le boss-battle. Non tutte appaiono ben strutturate, ma sarà necessaria una forte concentrazione per uscire vittoriosi, soprattutto dallo scontro finale, davvero impegnativo. A battaglie dalle dinamiche fin troppo ripetitive si affiancano, però, combattimenti entusiasmanti e farciti di un po’ di tensione.
Un altro elemento da non dimenticare è infatti la paura, il terrore, il senso di angoscia che ogni titolohorror dovrebbe suscitare. Purtroppo, sotto tale aspetto Resident Evil Revelations non convince a fondo. Come abbiamo già avuto modo di dire, l’atmosfera è ben ricreata e alcune situazioni possono effettivamente trasmettere “agitazione”. In questo senso i passi in avanti rispetto a Resident Evil 5 sono evidenti. Ciò nonostante, spaventarsi è davvero una questione difficile, per non dire impossibile, specialmente per i giocatori più navigati. Assente anche il senso di solitudine, poiché durante la quasi totalità dell’avventura si è affiancati da un compagno guidato da una IA decisamente discutibile: scordatevi il quinto capitolo della serie, in Revelations l’alleato è praticamente inutile e l’interazione con esso minima.
La paura è certamente una condizione soggettiva, ma a nostro avviso è il gioco stesso che spinge poco su questo aspetto, limitandolo alla sola realizzazione dell’ambiente e non riuscendo a sorprendere con reali momenti di angoscia, pur partendo in modo promettente. Ad ogni modo, non ci sentiamo di penalizzare troppo il titolo per tale motivo, mettendo in conto delle piccole dimensioni dello schermo e soprattutto dell’impatto generale di una console portatile, sicuramente minore rispetto a quello dellehome console.
Oltre a massacrare avversari, il gameplay propone sporadici enigmi molto semplici. Anche il touch screen viene talvolta chiamato in causa per compiere basilari, ma interessanti azioni, che, unite ad alcuni frangenti di gioco “meno classici”, mantengono sempre alto l’interesse.
Si vive insieme… si muore insieme!
Resident Evil Revelations vanta una divertente modalità cooperativa online denominata Raid, la quale verrà sbloccata proseguendo nel single player. Tale opzione consente di affrontare orde di nemici a fianco di un amico, sia in locale, sia via Internet. La modalità Raid può essere giocata anche in solitaria, ma in entrambi i casi appare come un mero accessorio di cui si può tranquillamente fare a meno. Divertente, ma ripetitivo, utile solamente per aumentare la longevità del titolo, già soddisfacente di per sé. La campagna, infatti, può essere portata a termine in circa nove o dieci ore. Ottima anche la rigiocabilità, grazie a un nuovo livello di difficoltà e alla presenza di particolari obiettivi che sostituiscono i trofei di Sony e gli achievement di Microsoft.
Orrore in 3D
Graficamente Resident Evil Revelations è capace di mettere in mostra le capacità della consoleNintendo. Tutto risulta curato con dovizia di particolari per offrire un impatto visivo assolutamente eccezionale. L’unico appunto che ci sentiamo di muovere riguarda il frame-rate, vistosamente sofferente mentre si cambia location. Nulla in grado di rendere meno godibile l’esperienza, ma che potrebbe recare qualche fastidio ai giocatori più esigenti.
Senza infamia né lode l’effetto 3D. La possibilità di regolarlo perfino attraverso le opzioni di gioco denota una certa cura degli sviluppatori, i quali hanno deciso di puntare molto sulla profondità visiva. In alcune circostanze il 3D riesce a farsi notare, senza però sorprendere. Il suo l’utilizzo non risulta imprescindibile per giovare pienamente della produzione. Dal canto nostro si è comunque dimostrato una “presenza” piacevole, che non ci ha fatto sentire il bisogno di abbassare o togliere l’effetto (settato al massimo per tutta l’avventura).
Giudizio decisamente positivo anche per l’accompagnamento sonoro, costituito da brani efficaci, ben amalgamati al contesto e ad effetti alle volte solo discreti, altre eccellenti. Da applausi il doppiaggio in italiano, per la prima volta presente in un titolo della saga. Anche se i puristi preferiranno godersi l’esperienza in lingua originale, il lavoro svolto dai doppiatori nostrani merita l’attenzione di tutti gli acquirenti, i quali potranno finalmente godersi un Resident Evil in italiano. Fortunatamente la paura di molti non si è concretizzata: il doppiaggio risulta di ottima fattura. A garanzia di quanto affermiamo, tra i tanti big presenti, vi segnaliamo la voce di Claudio Moneta, nel ruolo di Chris.
VOTO GLOBALE: 9,0
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