La stagione videoludica si apre solitamente a settembre, quando i primi titoli interessanti e i franchise più importanti fanno capolino sugli scaffali dei negozi e sugli store digitali come Steam & Co. Ma l'occasione per la quale ci troviamo qui oggi, decreta a nostro avviso il vero inizio di un autunno/inverno pieno di titoli di grande qualità e spessore. L'arrivo di Dishonored ci ha colpiti in pieno volto, un viso che in questa occasione è mascherato dalle tenebre e dalla magia, il volto di un assassino in cerca di una personale e brutale vendetta. Il titolo di Arkane Studios porta alta la bandiera di un genere che ormai annovera ben poche uscite, quello dello stealth game. Dopo averne sentito parlare in tutte le salse, aver visionato decine di filmati e trailer d'ogni sorta, ma soprattutto dopo aver sviscerato l'edizione per home console, siamo qui oggi per parlarvi della versione PC di uno dei giochi più incredibili del 2012.
Come avrete forse visto in alcuni video apparsi in questi giorni per la rete, Dishonored si apre con una sequenza introduttiva che ci racconta di come il protagonista dell'avventura, il misterioso Corvo Attano, si sia trasformato nel feroce assassino dipinto nei numerosi trailer e nella locandina nonché copertina pubblicizzata nei negozi e sul web. Senza incedere in dannosi spoiler, il nostro protagonista si trova invischiato in un complesso complotto politico, accusato ingiustamente dell'assassinio dell'imperatrice. Senza nulla tra le mani se non un forte desiderio di vendetta, dovremo scappare dai nostri implacabili carcerieri per scoprire cos'è accaduto realmente quel maledetto giorno, e scovare chi si nasconde dietro all'intricato piano per il predominio dell'impero. Al centro di tutto c'è proprio il concetto di (dis)onore citato nel titolo, perché a seconda di come decideremo di comportarci nelle varie situazioni proposte durante il gioco, quindi nelle nove missioni che ci accompagnano dall'intro fino ai titoli di coda, avremo un differente continuum del gameplay, nonché una chiusura del sipario consona alle nostre azioni di assassino. L'approccio ideale o quello consigliato per terminare il gioco sull'asse della legalità, è di non uccidere nessuno, salvo i bersagli designati come obiettivi principali delle missioni. Il compito non sarà certo facile, oltre a risultare un po' noioso non poter sfruttare appieno l'intero arsenale e i poteri mistici di Corvo Attano.
La città di Dunwall è un posto oscuro e irto di pericoli, sporco, corrotto: un mondo distopico dove i potenti hanno perso il contatto con la realtà generando una classe povera e malata, costretta a vivere di stenti nella propria immondizia. La scoperta di un combustibile estremamente potente e prezioso, l'olio di balena, ottenuto proprio uccidendo i giganteschi cetacei, ha generato una scompenso economico senza precedenti, creando una classe economica ricca e potente, nobili e politici, facendo però cadere in un profondo baratro il resto della popolazione. Questa storia, che viene raccontata solo parallelamente alla trama principale, viene alla luce grazie ai numerosi libri e documenti che possiamo trovare sparsi per i vari ambienti di gioco. È un peccato che queste interessanti trovate narrative si rivelino praticamente irrilevanti ai fini del gioco, inserite solo per aggiungere sale ad una ricetta già saporita di suo. Naturalmente possiamo osservare la povertà del popolino grazie alle nostre incursioni nei bassifondi di Dunwall, dove la gente vive di stenti in mezzo alla pia Dishonored si ambienta in un mondo fittizio, costruito dagli sceneggiatori di Arkane Studios appositamente per l'occasione su ispirazione del primo ottocento europeo, con chiari rimandi e riferimenti al filone della narrativa e del fumetto steampunk. In questo contesto, tecnologia, religione e magia si fondono in un solo genere che usa delle fondamenta storiche - o simil storiche - per costruire qualcosa di unico e dal sapore nuovo.
Abbiamo ritrovato un gusto tutto inglese nel nuovo gioco prodotto da Bethesda, non solo per l'ambientazione di chiara ispirazione storica, quanto per dei richiami nemmeno troppo vaghi ai numerosi lavori di Alan Moore, in primis La Leggenda degli Straordinari Gentlemen (ovviamente ci riferiamo alla versione cartacea dell'opera, non alla pellicola) e From Hell. Impossibile non pensare anche a V for Vendetta, sempre opera del grande autore inglese, che a nostro avviso è stato più di una semplice ispirazione per il gioco che ci ritroviamo oggi per le mani.
Seppur sostanzialmente lineare, la trama pone l'accento sulle scelte che possiamo fare durante l'intero arco narrativo, creando delle interessanti variabili di gioco, in particolare sul fronte del gameplay e sul comportamento dei personaggi comprimari nei confronti del protagonista. La storia di Dishonored non porta quindi grande innovazione all'interno di un medium che ha sempre faticato a proporre trame complesse e articolate - diversamente da hollywood - anche se la stessa risulta essere funzionale e raccontata in maniera estremamente accattivante.
È credenza di molti che Dishonored sia un tradizionale first person shooter, più volgarmente chiamato sparatutto: niente di più errato. Il titolo di Arkane Studios attinge al genere solo per quanto riguarda visualizzazione e impostazione base del gameplay. Il protagonista Corvo Attano può infatti impugnare ben poche armi a distanza, tra queste troviamo solo una pistola a pallettoni e una piccola balestra caricata con dardi di vario genere, tradizionali, esplosivi o ricolmi di un fluido soporifero. L'arma da tiro viene bizzarramente impugnata con la mano sinistra, mentre la destra stringe sempre un pugnale a farfalla, l'arma simbolo del nostro assassino, nonché strumento principale del nostro protagonista per mandare al creatore i nemici. A tal proposito abbiamo il pulsante sinistro del mouse che muove il pugnale nella mano destra di Corvo, e il pulsante destro del mouse attiva l'arma o il potere della mano sinistra dell'assassino. Un po' come avviene con i titoli di Valve, come Half-Life 2 e i due Left 4 Dead, non c'è possibilità di prendere la mira con l'arma a distanza. La pistola risulta un'arma poco precisa, diversamente dalla balestra lancia dardi che ha una traiettoria molto più lineare ma sofferente di una breve gittata. A queste armi principali, si aggiungono granate ed orpelli esplosivi, da utilizzare solo nei casi estremi o come semplice diversivo ad una situazione insolita.
Ma non è finita qui: la peculiarità dell'implacabile killer è quella di poter utilizzare dei particolari poteri mistici che gli permettono di compiere incredibili gesta. Così è possibile teletrasportarci su una sporgenza, comparire alle spalle di un nemico per coglierlo di sorpresa, oppure fermare i proiettili in volo per fuggire rapidamente dalla scena del crimine.
La visione oscura è uno dei poteri magici più preziosi e utili. Grazie a questa modalità possiamo conoscere l'esatta posizione dei nemici attraverso le pareti, ma anche punti di interesse e oggetti con cui interagire per aggirare gli ostacoli o per sgombrare l'area dai nemici con dei semplici diversivi. Se non avete remore di finire il gioco utilizzando i metodi più brutali, potete richiamare sciami di ratti a svolgere il lavoro sporco. Chiamando i topi è infatti possibile creare un diversivo o addirittura eliminare uno o due nemici in maniera semplice e veloce, restando a debita distanza per non destare alcun sospetto. Questi poteri rendono il gameplay di Dishonored variegato e dinamico. Possiamo veramente sbizzarrirci con delle uccisioni spettacolari, in combinazioni complesse e diversificate i cui limiti sono dettati solo dalla nostra fantasia. Per esempio durante una sparatoria possiamo rallentare il tempo fermando i proiettili in volo, impossessarci del corpo di uno dei nemici, e spostarlo sulla traiettoria dello sparo per ucciderlo con il suo stesso colpo di pistola. Impossessarci del corpo di animali e persone ci permette anche di osservare indisturbati stanze e luoghi a noi preclusi o zone pericolose. Inutile dire quanto risulti eccezionale il gameplay di Dishonored, semplice, appagante, con un sistema di controllo perfetto seppur leggermente fuori dai canoni del gioco in prima persona. I poteri e le armi si possono switchare con i pulsanti numerici o con la rotella del mouse, come da consuetudine, mentre saltare o accucciarsi lo si può fare grazie ad una mappatura della tastiera piuttosto classica.
L'interfaccia è molto basilare, con due soli indicatori in alto a sinistra dello schermo, che ci illustrano la salute di Corvo e l'essenza magica da utilizzare per i poteri mistici. Un'icona ci illustra il potere equipaggiato sulla mano sinistra, mentre il resto della visuale è completamente libero all'incredibile ambientazione e agli stupendi panorami della città.
Inutile negare che il gioco ammicca alle produzioni dello studio di 2K Boston (ora Irrational Games) che ha realizzato Bioshock, sia per quanto riguarda lo stile grafico adottato leggermente fumettoso e caricaturale, che per quanto riguarda la struttura ludica.
Dishonored arriva come una ventata d'aria fresca, portando con sè un gameplay stealth che farà gola agli amanti dei grandi franchise del genere, come Metal Gear Solid e Thief. Non possiamo negare che il nuovo titolo pubblicato da Bethesda ricorda molto da vicino il recente Deus Ex: Human Revolution, anche se, paragonato al titolo di Square Enix, il gioco che vi presentiamo oggi vince a man bassa grazie ad una modalità stealth molto più profonda e ricca di variabili. L'intelligenza artificiale è un altro grande successo di Dishonored, con dei nemici che non si comportano sempre allo stesso modo e un fattore imprevedibilità che può sempre cambiare le carte in tavola, costringerci a cambiare approccio o a rivedere il nostro piano d'azione. Sul percorso possiamo trovare oggetti utili a distrarre il poliziotto di pattuglia, come bottiglie di vetro da lanciare per creare rumore lontano dalla nostra posizione. Di contro tuttavia, dobbiamo ammettere che alcuni livelli mostrano passaggi e pertugi che semplificano non poco il lavoro dell'assassino che vuole nascondersi nelle tenebre: fin troppo spesso son visibili corridoi e passaggi in serie che suggeriscono semplicemente che percorso intraprendere per raggiungere un obiettivo senza farsi vedere, oppure dove nascondersi dopo aver assassinato una guardia. Questo sarà la gioia dei giocatori meno avvezzi ad una pratica non certo semplice, quella dell'hide without kill, ma potrebbe annoiare l'hardcore gamer in cerca della sfida definitiva.
L'ultima fatica di Arkane Studios non è il titolo che spreme l'hardware dei nostri computer fino all'ultima goccia, come farebbe il Battlefield di turno, tuttavia ci mette di fronte ad un level design davvero incredibile, frutto di studio, esperienza e tantissimo impegno. Grande importanza è stata data alla creazione del contesto simil storico, con dei personaggi vestiti di abiti di fantasia, ma impreziositi da elementi che richiamano i tipici abiti del ottocento londinese, con rifiniture barocche e pompose, tipiche della nobiltà di quel periodo. Le ambientazioni non sono da meno, con una cura del dettaglio praticamente maniacale, al fine di costruire un contesto credibile e più vivo che mai. I nove livelli di gioco sono molto ben diversificati, regalando un'esperienza mai ripetitiva o banale dal punto di vista grafico.
I visi dei personaggi sono spigolosi, caricaturali, carichi di un'espressività che si vede solo raramente nelle produzioni videoludiche. I visi tondi, lisci e realistici tipici dell'attuale scuola di design, vengono sostituiti da un tratto più grezzo, deciso, quasi scultoreo. A questo si aggiunge un motion capture non pazzesco ma sicuramente di grande livello, realizzato con la collaborazione del Visual Actor Studio di Quantic Dream.
La localizzazione in italiano e il doppiaggio sono davvero eccezionali, sicuramente meritevoli d'attenzione, anche se il consiglio che sentiamo di darvi è di giocarvi il titolo in lingua originale, per avere occasione di gustarvi il cast d'eccezione che ha saputo far letteralmente vivere i personaggi di Dishonored. Non parliamo solo dei personaggi principali, quanto delle comparse e dei personaggi di contorno, che vantano nomi come Susan Sarandon, Louise di Thelma & Louise, Lena Headey, la regina Cersei del recente serial televisivo Game of Thones, Brad Dourif, attore che ha da sempre collaborato con l'industria videoludica e recentemente visto nella trilogia de Il Signore degli Anelli nel ruolo di Grima Vermilinguo, ma non possiamo dimenticare Carrie Fisher, famosa per aver interpretato la principessa Leia nella trilogia classica di Star Wars, ma anche Chloë Grace Moretz, Michael Madsen e John Slattery. Un cast davvero incredibile, molto probabilmente il più esclusivo che si sia mai visto in una produzione videoludica.
Come avrete forse visto in alcuni video apparsi in questi giorni per la rete, Dishonored si apre con una sequenza introduttiva che ci racconta di come il protagonista dell'avventura, il misterioso Corvo Attano, si sia trasformato nel feroce assassino dipinto nei numerosi trailer e nella locandina nonché copertina pubblicizzata nei negozi e sul web. Senza incedere in dannosi spoiler, il nostro protagonista si trova invischiato in un complesso complotto politico, accusato ingiustamente dell'assassinio dell'imperatrice. Senza nulla tra le mani se non un forte desiderio di vendetta, dovremo scappare dai nostri implacabili carcerieri per scoprire cos'è accaduto realmente quel maledetto giorno, e scovare chi si nasconde dietro all'intricato piano per il predominio dell'impero. Al centro di tutto c'è proprio il concetto di (dis)onore citato nel titolo, perché a seconda di come decideremo di comportarci nelle varie situazioni proposte durante il gioco, quindi nelle nove missioni che ci accompagnano dall'intro fino ai titoli di coda, avremo un differente continuum del gameplay, nonché una chiusura del sipario consona alle nostre azioni di assassino. L'approccio ideale o quello consigliato per terminare il gioco sull'asse della legalità, è di non uccidere nessuno, salvo i bersagli designati come obiettivi principali delle missioni. Il compito non sarà certo facile, oltre a risultare un po' noioso non poter sfruttare appieno l'intero arsenale e i poteri mistici di Corvo Attano.
La città di Dunwall è un posto oscuro e irto di pericoli, sporco, corrotto: un mondo distopico dove i potenti hanno perso il contatto con la realtà generando una classe povera e malata, costretta a vivere di stenti nella propria immondizia. La scoperta di un combustibile estremamente potente e prezioso, l'olio di balena, ottenuto proprio uccidendo i giganteschi cetacei, ha generato una scompenso economico senza precedenti, creando una classe economica ricca e potente, nobili e politici, facendo però cadere in un profondo baratro il resto della popolazione. Questa storia, che viene raccontata solo parallelamente alla trama principale, viene alla luce grazie ai numerosi libri e documenti che possiamo trovare sparsi per i vari ambienti di gioco. È un peccato che queste interessanti trovate narrative si rivelino praticamente irrilevanti ai fini del gioco, inserite solo per aggiungere sale ad una ricetta già saporita di suo. Naturalmente possiamo osservare la povertà del popolino grazie alle nostre incursioni nei bassifondi di Dunwall, dove la gente vive di stenti in mezzo alla pia Dishonored si ambienta in un mondo fittizio, costruito dagli sceneggiatori di Arkane Studios appositamente per l'occasione su ispirazione del primo ottocento europeo, con chiari rimandi e riferimenti al filone della narrativa e del fumetto steampunk. In questo contesto, tecnologia, religione e magia si fondono in un solo genere che usa delle fondamenta storiche - o simil storiche - per costruire qualcosa di unico e dal sapore nuovo.
Abbiamo ritrovato un gusto tutto inglese nel nuovo gioco prodotto da Bethesda, non solo per l'ambientazione di chiara ispirazione storica, quanto per dei richiami nemmeno troppo vaghi ai numerosi lavori di Alan Moore, in primis La Leggenda degli Straordinari Gentlemen (ovviamente ci riferiamo alla versione cartacea dell'opera, non alla pellicola) e From Hell. Impossibile non pensare anche a V for Vendetta, sempre opera del grande autore inglese, che a nostro avviso è stato più di una semplice ispirazione per il gioco che ci ritroviamo oggi per le mani.
Seppur sostanzialmente lineare, la trama pone l'accento sulle scelte che possiamo fare durante l'intero arco narrativo, creando delle interessanti variabili di gioco, in particolare sul fronte del gameplay e sul comportamento dei personaggi comprimari nei confronti del protagonista. La storia di Dishonored non porta quindi grande innovazione all'interno di un medium che ha sempre faticato a proporre trame complesse e articolate - diversamente da hollywood - anche se la stessa risulta essere funzionale e raccontata in maniera estremamente accattivante.
È credenza di molti che Dishonored sia un tradizionale first person shooter, più volgarmente chiamato sparatutto: niente di più errato. Il titolo di Arkane Studios attinge al genere solo per quanto riguarda visualizzazione e impostazione base del gameplay. Il protagonista Corvo Attano può infatti impugnare ben poche armi a distanza, tra queste troviamo solo una pistola a pallettoni e una piccola balestra caricata con dardi di vario genere, tradizionali, esplosivi o ricolmi di un fluido soporifero. L'arma da tiro viene bizzarramente impugnata con la mano sinistra, mentre la destra stringe sempre un pugnale a farfalla, l'arma simbolo del nostro assassino, nonché strumento principale del nostro protagonista per mandare al creatore i nemici. A tal proposito abbiamo il pulsante sinistro del mouse che muove il pugnale nella mano destra di Corvo, e il pulsante destro del mouse attiva l'arma o il potere della mano sinistra dell'assassino. Un po' come avviene con i titoli di Valve, come Half-Life 2 e i due Left 4 Dead, non c'è possibilità di prendere la mira con l'arma a distanza. La pistola risulta un'arma poco precisa, diversamente dalla balestra lancia dardi che ha una traiettoria molto più lineare ma sofferente di una breve gittata. A queste armi principali, si aggiungono granate ed orpelli esplosivi, da utilizzare solo nei casi estremi o come semplice diversivo ad una situazione insolita.
Ma non è finita qui: la peculiarità dell'implacabile killer è quella di poter utilizzare dei particolari poteri mistici che gli permettono di compiere incredibili gesta. Così è possibile teletrasportarci su una sporgenza, comparire alle spalle di un nemico per coglierlo di sorpresa, oppure fermare i proiettili in volo per fuggire rapidamente dalla scena del crimine.
La visione oscura è uno dei poteri magici più preziosi e utili. Grazie a questa modalità possiamo conoscere l'esatta posizione dei nemici attraverso le pareti, ma anche punti di interesse e oggetti con cui interagire per aggirare gli ostacoli o per sgombrare l'area dai nemici con dei semplici diversivi. Se non avete remore di finire il gioco utilizzando i metodi più brutali, potete richiamare sciami di ratti a svolgere il lavoro sporco. Chiamando i topi è infatti possibile creare un diversivo o addirittura eliminare uno o due nemici in maniera semplice e veloce, restando a debita distanza per non destare alcun sospetto. Questi poteri rendono il gameplay di Dishonored variegato e dinamico. Possiamo veramente sbizzarrirci con delle uccisioni spettacolari, in combinazioni complesse e diversificate i cui limiti sono dettati solo dalla nostra fantasia. Per esempio durante una sparatoria possiamo rallentare il tempo fermando i proiettili in volo, impossessarci del corpo di uno dei nemici, e spostarlo sulla traiettoria dello sparo per ucciderlo con il suo stesso colpo di pistola. Impossessarci del corpo di animali e persone ci permette anche di osservare indisturbati stanze e luoghi a noi preclusi o zone pericolose. Inutile dire quanto risulti eccezionale il gameplay di Dishonored, semplice, appagante, con un sistema di controllo perfetto seppur leggermente fuori dai canoni del gioco in prima persona. I poteri e le armi si possono switchare con i pulsanti numerici o con la rotella del mouse, come da consuetudine, mentre saltare o accucciarsi lo si può fare grazie ad una mappatura della tastiera piuttosto classica.
L'interfaccia è molto basilare, con due soli indicatori in alto a sinistra dello schermo, che ci illustrano la salute di Corvo e l'essenza magica da utilizzare per i poteri mistici. Un'icona ci illustra il potere equipaggiato sulla mano sinistra, mentre il resto della visuale è completamente libero all'incredibile ambientazione e agli stupendi panorami della città.
Inutile negare che il gioco ammicca alle produzioni dello studio di 2K Boston (ora Irrational Games) che ha realizzato Bioshock, sia per quanto riguarda lo stile grafico adottato leggermente fumettoso e caricaturale, che per quanto riguarda la struttura ludica.
Dishonored arriva come una ventata d'aria fresca, portando con sè un gameplay stealth che farà gola agli amanti dei grandi franchise del genere, come Metal Gear Solid e Thief. Non possiamo negare che il nuovo titolo pubblicato da Bethesda ricorda molto da vicino il recente Deus Ex: Human Revolution, anche se, paragonato al titolo di Square Enix, il gioco che vi presentiamo oggi vince a man bassa grazie ad una modalità stealth molto più profonda e ricca di variabili. L'intelligenza artificiale è un altro grande successo di Dishonored, con dei nemici che non si comportano sempre allo stesso modo e un fattore imprevedibilità che può sempre cambiare le carte in tavola, costringerci a cambiare approccio o a rivedere il nostro piano d'azione. Sul percorso possiamo trovare oggetti utili a distrarre il poliziotto di pattuglia, come bottiglie di vetro da lanciare per creare rumore lontano dalla nostra posizione. Di contro tuttavia, dobbiamo ammettere che alcuni livelli mostrano passaggi e pertugi che semplificano non poco il lavoro dell'assassino che vuole nascondersi nelle tenebre: fin troppo spesso son visibili corridoi e passaggi in serie che suggeriscono semplicemente che percorso intraprendere per raggiungere un obiettivo senza farsi vedere, oppure dove nascondersi dopo aver assassinato una guardia. Questo sarà la gioia dei giocatori meno avvezzi ad una pratica non certo semplice, quella dell'hide without kill, ma potrebbe annoiare l'hardcore gamer in cerca della sfida definitiva.
L'ultima fatica di Arkane Studios non è il titolo che spreme l'hardware dei nostri computer fino all'ultima goccia, come farebbe il Battlefield di turno, tuttavia ci mette di fronte ad un level design davvero incredibile, frutto di studio, esperienza e tantissimo impegno. Grande importanza è stata data alla creazione del contesto simil storico, con dei personaggi vestiti di abiti di fantasia, ma impreziositi da elementi che richiamano i tipici abiti del ottocento londinese, con rifiniture barocche e pompose, tipiche della nobiltà di quel periodo. Le ambientazioni non sono da meno, con una cura del dettaglio praticamente maniacale, al fine di costruire un contesto credibile e più vivo che mai. I nove livelli di gioco sono molto ben diversificati, regalando un'esperienza mai ripetitiva o banale dal punto di vista grafico.
I visi dei personaggi sono spigolosi, caricaturali, carichi di un'espressività che si vede solo raramente nelle produzioni videoludiche. I visi tondi, lisci e realistici tipici dell'attuale scuola di design, vengono sostituiti da un tratto più grezzo, deciso, quasi scultoreo. A questo si aggiunge un motion capture non pazzesco ma sicuramente di grande livello, realizzato con la collaborazione del Visual Actor Studio di Quantic Dream.
La localizzazione in italiano e il doppiaggio sono davvero eccezionali, sicuramente meritevoli d'attenzione, anche se il consiglio che sentiamo di darvi è di giocarvi il titolo in lingua originale, per avere occasione di gustarvi il cast d'eccezione che ha saputo far letteralmente vivere i personaggi di Dishonored. Non parliamo solo dei personaggi principali, quanto delle comparse e dei personaggi di contorno, che vantano nomi come Susan Sarandon, Louise di Thelma & Louise, Lena Headey, la regina Cersei del recente serial televisivo Game of Thones, Brad Dourif, attore che ha da sempre collaborato con l'industria videoludica e recentemente visto nella trilogia de Il Signore degli Anelli nel ruolo di Grima Vermilinguo, ma non possiamo dimenticare Carrie Fisher, famosa per aver interpretato la principessa Leia nella trilogia classica di Star Wars, ma anche Chloë Grace Moretz, Michael Madsen e John Slattery. Un cast davvero incredibile, molto probabilmente il più esclusivo che si sia mai visto in una produzione videoludica.
Grafica: 8,5
Storia: 7,8
Giocabilità: 9,0
Presentazione: 8,0
Voto Globale: 8,7
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