Per cercare di fare pace con i fan (ma, inutile nasconderlo, anche per batter cassa), Capcom propone, a poco più di un anno dall'uscita su 3DS, una conversione di quello che è considerato uno dei migliori capitoli della saga in questi tempi moderni. Revelations, episodio portatile sviluppato per il doppio schermo Nintendo, giunge quindi in una riedizione HD su Home Console, tornando ad esibire le sue atmosfere disturbanti e le sue ambientazioni claustrofobiche.La trama di Revelations è strutturata in maniera insolitamente intricata per un episodio della serie, e procede schizzando tra flashback e continui cambi di protagonisti. L'incipit ci porta a bordo di una nave da crociera alla deriva, raccontandoci di una missione di recupero che cela ben altro. Ben presto verremo a conoscenza degli eventi che, un anno prima, hanno portato alla caduta della città di Terragrigia, metropoli ecosostenibile costruita sulle coste mediterranee ed attaccata dalle armi biologiche scatenate da un gruppo terroristico. Sembra che dopo l'incidente internazionale i militanti della Veltro siano ancora intenti in oscure macchinazioni, ed i membri della BSAA finiscono proprio nel mezzo di questo elaborato complotto.
La trama si dipana in maniera tutto sommato prevedibile, tra citazioni di Dante e sparatorie, fino al classico scontro finale. Nel mezzo, una serie di colpi di scena gradevoli, un’alternanza tra personaggi che rende possibile una narrazione episodica, con i vari fili che puntualmente si rincontrano nel finale. Non brilla una sceneggiatura che sa di già visto, ma che comunque riesce ad appassionare il giocatore alle vicende narrate, sebbene talvolta si perdano i collegamenti causali tra un fatto della trama ed il successivo, e la struttura a episodi non chiuda totalmente i buchi che per forza di cose si vengono a creare. Revelations ha anche il merito di gettare sulla scena nuovi personaggi abbastanza riusciti, sicuramente stereotipati ma caratterialmente ben definiti, le cui storie personali si intrecciano in maniera tutto sommato efficace. Da questo punto di vista l'operazione narrativa è sicuramente più coraggiosa rispetto a quella di Resident Evil 6, e complessivamente persino meglio riuscita.
Convince completamente la sostanza del prodotto. Il primo impatto con Revelations è devastante, soprattutto per chi è affezionato alle atmosfere dei primi episodi. Non c’è l’affollamento degli ultimi due capitoli, ma una lugubre solitudine che sciaguratamente gli sviluppatori hanno deciso di mitigare con la fissa presenza di un partner, perdipiù totalmente inutile nel contesto delle dinamiche di gioco. Comunque, nonostante le classiche frasi da B-movie, si riesce a dimenticarne la presenza, ed a rimanere avviluppati in quell’intrigo di tenebra che aveva reso gloriosi i primi Bio Hazard.
I primi passi mossi all'interno della Queen Zenobia, quindi, chiariscono in maniera abbastanza lampante cosa ci aspetta: tutto quello di cui si dispone è una pistola dal basso potenziale d’offesa ed una flebile luce che illumina interni devastati da chissà quale abominio, cadaveri putrefatti e macchie di sangue in ogni dove. La situazione è destinata a cambiare, dal punto di vista dell’armamento così come da quello dell’atmosfera, ma se c’è un merito che va riconosciuto a Revelations è in primo luogo quello di riuscire a proporre un’alternanza di situazioni di gioco secondo un ritmo convincente: gli inquietanti silenzi del capitolo originale, lo straniamento derivato dalle regalità di alcune ambientazioni del quarto, sono sensazioni che si rivivono in maniera empatica, catturati da un’azione che rimane per lunghi tratti sopita fino ad esplodere in determinate circostanze. Alcuni momenti sono eccellenti, picchi di terrore puro che riescono a far presa sul giocatore. Esplorando soluzioni ardite ed inedite per la saga, il team decide addirittura di privarci in certi momenti dell'intero armamentario, costringendoci a schivare le aberrazioni che popolano i corridoi della nave; oppure ci impone di immergerci trattenendo il fiato nelle torbide acque che invadono le paratie, lasciandoci completamente inermi in situazioni d'emergenza che fanno schizzare al massimo la tensione.
Tutto perfetto quindi sotto questo punto di vista? Non propriamente, perché volendo comunque ribadire la bontà del ritmo di gioco, va rilevato che mano a mano che si procede nell'avventura lapredominanza della componente action emerge di prepotenza. Il backtracking non sempre ben gestito porta a visitare zone già conosciute della nave, smussando di molto l'effetto-sorpresa, mentre alcuni degli “episodi” che compongono l'avventura sono completamente incentrati sulle sparatorie. L'alternanza di situazioni, in ogni caso, convince, ed anche nelle fasi avanzate non viene mai a mancare quel senso di lugubre oppressione dovuto soprattutto alle ottime atmosfere veicolate dalle ambientazioni tetre e sozze.
L’esperimento di coniugare le due anime della serie, quindi, può dirsi sicuramente riuscito, anche se in effetti la componente action promossa da questo Revelations è un po' più superficialotta rispetto a quella di Resident Evil 4. Anche questo aspetto riesce però a soddisfare perchè sfrutta al meglio un arsenale vario e soprattutto potenziabile in maniera precisa, ma senza eccessi. Ogni arma, sia essa la classica pistola, il fucile a pompa, la mitragliatrice, il fucile d’assalto o quello da cecchino, è fornita di diversi slot nei quali infilare elementi di personalizzazione che ne aumentino la potenza, il rateo di fuoco, la precisione, per un controllo pressoché totale della propria arma. I limiti vengono dal limitato numero di slot, dalla necessità di reperire tali potenziamenti, spesso non molto evidenti (nascosti sarebbe dir troppo), dall’impossibilità di usare lo stesso potenziamento su più armi contemporaneamente e dall’utilizzo di alcuni solo per determinate armi. Un sistema che funziona e richiede un minimo di strategia, piegandosi alla varietà di minacce che incontreremo procedendo nel gioco: con gli zombie Capcom sembra aver chiuso da un po’, e quelli che ci ritroveremo di fronte saranno ammassi schifosi da impallinare senza ritegno. Alcuni di loro avranno caratteristiche particolari, ma per la maggior parte risultano del tutto anonimi, soprattutto se confrontati alle poche ma efficaci apparizioni di mostri storici della saga.
Affianco alle armi, una piccola novità, anche questa ben implementata: il Genesis: uno scanner con cui analizzare i nemici e gli ambienti di gioco. Potrete trovare munizioni nascoste (soprattutto), analizzare i cadaveri al fine di sintetizzare un antivirus (che funziona come un'erba verde) o scovare impronte invisibili, necessarie per sbloccare elementi aggiuntivi di gioco all’interno della modalità raid. L’utilizzo del Genesis non è affatto invasivo, utile quanto basta a variare un po’ l’azione e soprattutto per tornare a concentrarsi sull'esplorazione meticolosa delle ambientazioni. La necessità di trovare oggetti nascosti limita ed assesta i ritmi della progressione, chiede all'utente di osservare con attenzione i dettagli che caratterizzano i vari scorci, ed in generale rappresenta una trovata intelligente e ben congegnata.
Il passaggio da portatile a console casalinga ha determinato anzitutto un cambiamento sostanziale del sistema di controllo. Uno dei difetti più evidenti del capitolo 3DS era proprio legato al control scheme, abbastanza innaturale, che imponeva tacitamente ai giocatori l'acquisto del tanto criticato Circle Pad Pro. Con in mano il pad Ps3 le cose scorrono decisamente più lisce, grazie alla croce direzionale utilizzata come scorciatoia per cambiare armi principali e secondarie, ed alla presenza di due dorsali aggiuntivi che permettono di gestire con più semplicità il Genesis ed il lancio di granate.
Resta sempre un po' di rammarico per la schivata, implementata in maniera veramente pessima, ma il lavoro di Capcom è stato decisamente puntuale, e denota un impegno evidente che solo in rari casi interessa le riedizioni in Alta Definizione. Questa cura puntigliosa si legge anche nella totale revisione dell'interfaccia di gioco e dei menù, ristrutturati nelle fondamenta e ben più adatti alle ampie diagonali del televisore di casa.
Dal punto di vista tecnico, di contro, non dobbiamo aspettarci miracoli. La versione HD di Resident Evil Revelations appare pulita e -complessivamente- non sfigura, ma l'origine “portatile” del prodotto si fa sentire. Rielaborate le cut-scene (che fanno un'ottima figura), il team ha migliorato complessivamente il colpo d'occhio lavorando sugli effetti di luce e sulla definizione delle texture, ma girovagando per i corridoi della Queen Zenobia e fra i palazzi di Terragrigia non si può non notare qualche struttura poligonale abbastanza povera e texture di una piattezza disarmante. Ad onor del vero il lavoro di revisione tecnica, considerato il punto di partenza (ottimo su 3DS ma sicuramente non all'altezza di una Home Console), è sicuramente brillante. Il filtro anti-aliasing rende la scena abbastanza pulita, la generale “leggerezza” dell'engine permette una fluidità invidiabile, i modelli di mostri e protagonisti sono stati “restaurati” in maniera solida e convincente e persino le ambientazioni claustrofobiche della nave (quelle in cui si svolge la maggior parte dell'avventura) hanno subito un restyle potente. Buona è ad esempio la gestione delle fonti luminose e degli effetti speciali: in certe zone sembra levarsi un miasma tossico che corrode l'aria, altrove il sangue appiccicoso riflette la luce opaca di un neon intermittente. E' ovvio che complessivamente Revelations HD non possa competere con il sesto capitolo, risultando più vicino a certi titoli in digital delivery che ad una produzione ad alto budget. Ed è forse proprio per questo motivo che il prezzo di vendita risulta discretamente esoso. Però l'impegno del team si vede, ed obiettivamente la conversione è migliore di molte altre viste nel corso di questa generazione affollatissima di riedizioni.
A livello contenutistico, poi, Revelations continua a convincere, non solo per la buona estensione della campagna principale, ma anche per una modalità Raid revisionata. Il giocatore, eventualmente in compagnia di un amico, sarà chiamato ad affrontare una serie di stage di difficoltà crescente, in cui dovrà darsi alla più indiscriminata opera blastatoria. Il sistema di potenziamento dei personaggi e delle armi, già efficace nel contesto dell'avventura Single Player, risulta qui ancora più efficace, e questo game mode supera in leggerezza la sopravvalutata modalità “Mercenari”, che si è dimostrata anche nell'ultima incarnazione un po' troppo vuota e priva di stimoli.
..sul mio personalissimo cartellino.....
Grafica: 7.5
Giocabilità: 8.5
Longevità: 8.5
Colonna sonora e Doppiaggio: 8.5
Giocabilità: 8.5
Longevità: 8.5
Colonna sonora e Doppiaggio: 8.5
GLOBALE 8,5
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