Dopo l'enorme successo di Skyrim che ha avvicinato l'utenza mainstream al gioco di ruolo, un genere tradizionalmente pensato per gli appassionati e i cultori del genere, grande è l'interesse del pubblico intorno al titolo MMO ambientato nel mondo di Elder Scrolls. Sebbene il progetto veda coinvolte solo la piattaforma PC e le nuove console in arrivo, l'hype per il nuovo gioco del franchise di Bethesda è davvero alto. Ecco un assaggio di uno dei titoli fantasy più attesi del momento, The Elder Scrolls Online.
Ricordate Daggerfall, il gioiello di Tamriel? Pochi di voi sapranno di cosa stiamo parlando e solo i giocatori più vecchi avranno colto il riferimento videoludico. The Elder Scrolls II: Daggerfall, è il secondo episodio della serie videoludica di Bethesda Softworks che ha tenuto compagnia a milioni di giocatori di ruolo in tutto il mondo, action RPG del 1996 ambientato proprio nella città di Daggerfall, grande città del regno di Tamriel. È proprio in questa città che abbiamo mosso i primi passi nel mondo virtuale di The Elder Scrolls Online, nelle vesti di un potente mago in cerca di gloria e ricchezze. Come prima cosa abbiamo creato il nostro alter ego, selezionando appunto classe e razza, optando per un incantatore mezzorco, zannuto e dalla pelle verdognola. Avendo poco tempo a disposizione per la prova non abbiamo potuto esplorare a fondo il sitema di creazione del personaggio, editor che ci è parso nella norma e non particolarmente profondo come in altri recenti giochi della categoria. Per approntare una sessione di gioco più interessante, abbiamo approcciato l'istanza di Daggerfall con un personaggio di livello 6, iniziando con quest e combattimenti un po' più longevi e interessanti. Qualche minuto per prendere confidenza con il sistema di controllo mouse'n'keyboard e siamo pronti per partire. Il sistema è quello solito, con il WASD per il movimento del personaggio, il mouse per la visuale, attacco base e parata, mentre la barra spazio che permette al nostro personaggio di saltare gli ostacoli e i tasti numerici che attivano le skill e i poteri nostro libro degli incantesimi. "Lo stile è prettamente action, ricalcando il combat system reso celebre dal franchise." La visuale ricorda quella in terza persona già vista nei più recenti RPG di Bethesda, ravvicinata, con il personaggio ben visibile vicino alla telecamera. Naturalmente le animazioni sono migliori rispetto a quelle viste in Skyrim, offrendo un dinamismo e una fluidità nettamente superiori. Lo stile è prettamente action, ricalcando il combat system reso celebre dal franchise e venendo inoltre incontro ad un pubblico alla costante ricerca di un MMO più dinamico e coinvolgente, slegato al tradizionale approccio dettato dal genere. La doppia pressione del pulsante direzionale ci permette di evitare i colpi dei nemici con una rapida piroetta, sia nel combattimento in mischia che in quello a distanza. Le prime missioni le portiamo a termine all'interno delle mura cittadine, nel tentativo di sventare il losco piano di un gruppo d'assassini che vogliono uccidere il Lord della città; successivamente ci spostiamo nella vicina foresta, per combattere contro demonietti e creature fatate che stanno arrecando non pochi problemi ai villici del posto. Il sistema di quest è molto interessante, con missioni legate tra loro come in una sorta di chain system: non appena completiamo una quest, ecco che si presenta subito un'altra occasione o un nuovo PNG a proporci qualcosa di diverso.
Se il sistema di combattimento funziona, la struttura ludica ci è invece parsa carente sotto molteplici aspetti. L'assenza dell'interfaccia, che compare saltuariamente e solo quando necessario, rende la visuale più nitida e pulita, ma al tempo stesso ci fa sentire come privi di un importante elemento in grado di assisterci nel corso dei combattimenti e delle missioni più complesse.
Il sistema di progressione ricalca in falsa riga quello che da sempre distingue i giochi di Bethesda, con dei poteri e delle abilità che aumentano di livello con l'utilizzo degli stessi. Se la cosa all'atto pratico può funzionare, dall'altro impoverisce sul fronte della caratterizzazione del proprio alter ego, mancando il classico intervento del giocatore che sceglie come distribuire al meglio i punti su poteri e caratteristiche. Gli scenari non sono particolarmente evocativi, a eccezione della città di Daggerfall, costruita sugli stilemi degli ultimi due episodi della serie. In realtà il mood è quello che si respira anche in Skyrim, ma la città non è viva e ben caratterizzata come quelle che siamo ormai abituati a vivere ed esplorare con i più recenti titoli di settore, come Guild Wars 2 ma anche il recente Neverwinter. Il comparto audio riesce ad aggiungere qualcosa in più, grazie alle composizioni di Jeremy Soule, ma non basta a risollevare delle atmosfere poco grintose e delle ambientazioni comunque non eccezionali.
Sebbene molto rapida - circa un'ora di gioco - la prova con mano della versione beta di The Elder Scrolls Online non è riuscita a convincerci. Nonostante un combat system discretamente interessante e l'intrigante sistema di chain quest, il mondo persistente ambientato nel fantasy videoludico più famoso degli ultimi anni è risultato privo di mordente e non particolarmente appagante. Cercando di calarsi nella parte di gioco massive con gli stessi attributi della controparte offline e single player, il franchise della software house di Rockville rischia di non riuscire a raggiungere i risultati prefissati. Ovviamente quello che abbiamo potuto saggiare nel corso della prova è solo una minima parte del prodotto finito, ma il gioco di Bethesda si presenta in versione beta e alle porte dell'E3 portando con sé più dubbi che certezze, in un periodo dove la concorrenza è davvero spietata. Restiamo in attesa della closed beta, che potrà finalmente aprirci le porte ad una più approfondita prova del nuovo MMORPG del franchise Elder Scrolls.
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