sabato 12 aprile 2014
The Elder Scrolls Online (pc) RECENSIONE
09:43
No comments
Di The Elder Scrolls Online, l'ultima fatica di casa Bethesda quello che è certo è che se ne è ormai parlato tanto, forse anche troppo, sia nel bene che nel male. "L'importante è che se ne parli" ed, anche in questo caso, nulla di più vero, soprattutto se ad essere messo in discussione è un titolo che si propone di segnare una svolta sia per ciò che riguarda il passato della saga sia per tutto quello che fa riferimento ad un genere prolifico, ma spesso di dubbio spessore, come quello degli MMO. E' potenzialmente difficile approcciarsi alla recensione di un MMORPG visto che la vastità degli ambienti di gioco e l'articolazione del gameplay sono pur sempre capaci di mettere a dura prova l'imparzialità e la capacità analitica di ogni buon addetto ai lavori. E il tutto risulta ancora più complesso soprattutto se il suddetto MMORPG porta con sè l'eredità di una serie che, nel corso dell'ultimo decennio, è stata capace di apportare una profonda rivoluzione al modo di intendere il genere RPG.
Quello che segue sarà, dunque, per necessità, un corposo articolo alla base del quale non è possibile non porre come filo conduttore anche le inevitabili riflessioni scaturite di recente sull'ormai dilagante preferenza dell'esperienza multiplayer online.
Un discorso che inevitabilmente finisce con il riversarsi anche su una saga come quella di The Elder Scrolls che nel corso degli anni ha fatto della profonda e complessa esperienza in single player il suo marchio di fabbrica, ma che ha finito anch'essa con l'approdare nella terra sempre fertile degli RPG online. Tutto questo, ovviamente, non senza dare vita ad un vortice di polemiche da parte di un gran numero di detrattori che non potevano certamente gradire anche l'imposizione di un canone mensile, difficilmente giustificabile in questi tempi di free-to-play nelle più creative varianti.
Ora il quesito che tutti si pongono è se davvero tutti questi cambiamenti potranno ottenere la comprensione degli innumerevoli fan grazie ad una nuova e più ampia rivoluzione in grado, non solo di giustificare il cambiamento di rotta , ma addirittura di farlo avvertire come necessario per un ulteriore passo avanti.
The Eder Scrolls Online sarà in grado di regalarci davvero la bellezza di una nuova alba?
"...ma senza un Eroe non vi è alcun Avvenimento"
Quando si parla di The Elder Scrolls, non siamo al cospetto di RPG come tanti. Già, perchè saranno trascorsi più di dieci anni da quando molti di noi si saranno accostati per la prima volta alla sagaBethesda e, ammettiamolo, da allora l'entusiasmo nei suoi confronti non si è mai spento. Finalmente abbiamo avuto la possibilità di verificare di persona tutte le informazioni e le impressioni raccolte durante mesi e mesi di following spietato, di visioni interminabili di gameplay, e di lunghe ore giocate alla closed beta. Ed è ora di condividerle con tutti voi.
E' tutto pronto dunque...
Siamo nell'anno 582 della Seconda Era di Tamriel, ed un prigioniero, tenuto come tanti altri in catene, attende di essere sacrificato da Mannimarco, Alto Elfo necromante, nel corso di un oscuro rituale. Disteso su un altare sacrificale in pietra vede il proprio corpo trapassato da una lama, ma accade qualcosa che non si aspetta. Quel pugnale non servirà a donargli la morte definitiva, bensì qualcosa di ben peggiore. Colpito da un nefasto sortilegio si risveglierà, privato della propria anima, su uno dei peggiori piani di esistenza di Oblivion: Coldharbour, la casa del Principe Daedrico della schiavitù Molag Bal.
Da qui prende le mosse una trama che, quindi, non sembra discostarsi molto da quella tipica della serie presentando non pochi punti di contatto con gli episodi precedenti.
E come sempre accade giunge per noi il momento di dare un volto al prigioniero che, in pieno stile Elder Scrolls, si rivelerà l'Eroe al quale rimanda una famosa Profezia. Prima di procedere ci saranno buone possibilità che rimaniate qualche minuto fermi ad ascoltare semplicemente il nuovo intro theme che riprende il classico motivetto della serie in una veste, però, del tutto nuova, la quale, oltre a presagire il tono epico dell'esperienza che ci attende dietro l'angolo, si presenta come una prima conferma della gran cura che scopriremo più tardi essere stata riservata anche al comparto audio.
Il sistema di creazione del personaggio è di quelli in grado di rendere felice ogni appassionato di RPG, soprattutto quelli molto attenti all'estetica del proprio alter ego. Possiamo tranquillamente affermare che siamo in presenza di un ulteriore passo in avanti rispetto ai sistemi dei precedenti episodi, che già apparivano di ottima fattura. Le opzioni di personalizzazione messe a disposizione saranno davveronumerose ed in grado di soddisfare i più creativi fra voi, ma senza rinunciare ad un pizzico di coerenza e senza sfociare nell'esagerazione. Per intenderci, le variabili più identificative con cui potrete divertirvi, come il colore della pelle ed il taglio di capelli, saranno diverse a seconda della razza, ma,soprattutto per quanto riguarda i valori cromatici, sono stati, giustamente, posti dei limiti, in modo che risulterà difficile incrociare, ad esempio, un orco dalla pelle rosa e con i capelli verde acido. Il tutto a sostegno dello stile tipico dei giochi di ruolo di stampo più classico, soprattutto occidentali, che da sempre costituisce una delle imprescindibili fondamenta della saga Bethesda.
Cosa ci fanno un Bretone, un Elfo dei Boschi ed un Nord nelle terre di Tamriel?
Ovviamente parlare di creazione del personaggio significa parlare soprattutto di selezione della propria razza e classe di appartenenza. Il processo di adattamento allo stile tipico dei MMORPG risulta palese fin da queste prime battute. Una volta scelta la razza, infatti, non sarà possibile, come da tradizione, esplorare sin dall'inizio le stesse aree e vivere le medesime avventure, ma, analogamente, ad altri titoli importanti del genere, le diverse razze di Tamriel saranno divise in tre fazioni in lotta tra loro per la conquista del potere e, quindi, saranno presenti allo stesso tempo altrettante aree di partenza con elementi ambientali e mob ben distinti. Le tre fazioni saranno l'Ebonheart Pact guidato dal Nord Jorvunn the Skald King e che vedrà affiliate le tre razze dei Nord, degli Elfi Oscuri e degli Argoniani, il Daggerfall Covenant guidato del Bretone High King Emeric, alleanza di Bretoni, Redguard ed Orchi, ed ultimo, ma non meno importante, l'Aldmeri Dominion guidato dalla Alta Elfa Quenn Arayne ed unione di Alti Elfi, Elfi dei Boschi e Khajiit. Tutti i possessori dell'Imperial Edition potranno, in realtà, giocare qualsiasi razza vorranno pur facendo parte di una specifica fazione, ma questa scelta ci è sembrata leggermente fuorviante dal punto di vista ruolistico andando ad incidere negativamente sul piacere di appartenere ad una determinata Alleanza e quindi, sulla conseguente accettazione di tutti i suoi pregi e difetti.
Quattro saranno, invece, le classi selezionabili ed anche in questo caso il tutto sembra adattarsi perfettamente allo stile degli RPG online. Oltre a fornirci la possibilità di ricoprire i canonici ruoli di mage, tank, dps ed healer, il sistema di livellamento e di apprendimento delle skills ha subito una profonda rivisitazione che, probabilmente, ai puristi potrebbe sembrare limitante, visti i trascorsi della serie Bethesda, ma che presenta non poche particolarità se confrontata con i sistemi dei MMORPG tradizionali. Le classi utilizzabili potrebbero probabilmente sembrare poche, ma la chiave del sistema di gioco sta nellaparticolare versatilità di ognuna di esse quindi non fatevi ingannare dal numero ristretto. Se siete amanti della mischia brutale avrete essenzialmente la possibilità di vestire i panni delTemplar che si presenta come un tipico Paladino viste le sue innate capacità di tank unite alla possibilità colpire duro i propri nemici anche con colpi divini ed, allo stesso tempo, di poter curare i propri alleati con restoration spells. In alternativa potrete scegliere di essere un Dragon Knight, probabilmente la classe più versatile in assoluto, vista la sua abilità di unire fendenti di spada a colpi di magia efficaci in grado di controllare il campo avversario. Se al contrario privilegiate un approccio più raffinato vi ritroverete di fronte alla scelta tra il Sorcerer, se vorrete concentrarvi essenzialmente sulla stregoneria, e il Nightblade, assassino abilissimo nello sfruttare a proprio vantaggio le ombre.
“Anch’io una volta ero un avventuriero come te, finchè non mi sono beccato una freccia nel ginocchio”
Il sistema di livellamento, come sempre accade quando di parla di The Elder Scrolls, èintimamente connesso al sistema di combattimento non solo in termini di esperienza accumulata, ma anche in relazione allo stile che sceglieremo di adottare per il nostro pg. Innanzitutto ogni personaggio avrà a disposizione i tre rami di abilità specifici di ogni classe, ognuno dei quali si presenta suddiviso in Abilità Attive, Passive e potenti Ultimate, a cui si andranno ad aggiungere le abilità Racial diverse per ogni razza, quelle Weapons ed Armorrelative al tipo di equipaggiamento che sceglieremo di utilizzare ed, infine, le abilità collegate alCrafting che, come da tradizione, saranno numerose ed andranno dalla semplice pesca e caccia fino ad arrivare alla metallurgia. Potete facilmente dedurre che a differenza degli episodi precedenti non sarà possibile per il vostro personaggio spaziare a proprio piacimento tra tutti i rami di abilità disponibili, ma le tre specializzazioni principali saranno diverse a seconda della classe di appartenenza, e , dunque, anche questo si presenta come un cambiamento in perfetto stile MMORPG. A tutto ciò va aggiunto che le singole skills non saranno tutte ugualmente livellabili inizialmente, ma saranno sbloccabili accumulando esperienza e solo a determinate condizioni, per poter essere poi potenziate di norma in base alla frequenza del loro utilizzo. Si tratta, in ultima analisi, di un sistema di sviluppo che sembra porsi a metà strada tra quello tipico della serie e lo stile degli RPG online, visto che si presenta privo della staticità che caratterizza altri titoli in cui il livellamento del proprio alter ego è interamente connesso all'esperienza guadagnata, ma non consentirà ai personaggi di spaziare tra ogni tipologia di skills.
Attento a quell'incantesimo ad area!
Una certa dinamicità è riscontrabile anche nel sistema di combattimento grazie al quale sarete chiamati a partecipare agli scontri in maniera più attiva di quanto visto altrove. Invece di impostare il gameplay come un semplice punta e clicca, gli sviluppatori Zenimax hanno pensato di rendere il tutto più coinvolgente elaborando un sistema che vi porterà ad utilizzare, oltre alla classica barra in cui collocare le abilità scelte, il pulsante destro del mouse per attaccare e quello sinistro per parare i colpi. Particolarmente interessante è anche la possibilità di effettuare un colpo per sbilanciare l'avversario attraverso la pressione contemporanea di entrambi i pulsanti del mouse oppure la scelta di far visualizzare le aree di effetto delle abilità nemiche attraverso linee rosse sul terreno, consentendo ai più attenti di correre ai ripari al momento opportuno. Tuttavia, anche se le premesse sembrano delle migliori, abbiamo riscontrato qualche problema di ottimizzazione sia per quanto riguarda il sistema di puntamento non sempre precisissimo, sia nel combattimento corpo a corpo. Quest'ultimo in particolari casi, infatti, sembra mal combinarsi con la possibilità offerta dal titolo di giocare anche in prima persona visto che spesso sarà necessario, soprattutto negli scontri con nemici più numerosi e di piccole dimensioni, passare alla terza persona per avere un maggiore controllo del campo di battaglia. Il sistema di gioco proposto per The Elder Scrolls Online sembra, dunque, sicuramente coinvolgente ed innovativo, ma ancora bisognoso di rifiniture.
Un mondo ricolmo di vita
I cultori dell'universo sterminato di Tamriel non disperino, perchè se c'è una cosa che sicuramente non li deluderà è il mondo in cui si ritroveranno a vivere le proprie avventure, il quale, nonostante la vastità, si presenta minuziosamente costruito e totalmente immersivo. Quest'ultima caratteristica, specie quando si parla di un MMORPG, non è poi così scontata, ma diventa tale quando a lavorare sulle ambientazioni di gioco è il maniacale team di sviluppo di Zenimax. Non ci sono dubbi: l'universo di The Elder Scrolls Online non funge da semplice sfondo ad una trafila interminabile di quest da portare a termine, ma si presenta come un vero e proprio organismo dotato di vita propria in cui ogni singolo NPC, con le sue abitudini, i suoi ritmi di lavoro, e il proprio modo di rapportarsi al mondo circostante, sembra davvero partecipare attivamente alla storyline che ci troveremo a seguire. Fin qui, dunque, non potevamo attenderci nulla di meglio, ma è pur sempre il passaggio ad una diversa tipologia di gameplay a porre inevitabilmente dei limiti tecnici allo sviluppo del titolo in questione. Purtroppo a risentirne è stata, in modo particolare, la libera e spregiudicata interazione con il mondo circostante, simbolo della serie. Già, perchè è indubbio che se tutti i giocatori avessero avuto la possibilità di fare tutto ciò che desideravano, l'unico risultato possibile sarebbe stato quello di un caos diffuso. Di conseguenza non avremo la possibilità, ad esempio, di andare in giro ad uccidere ogni NPC che semplicemente non ci fa troppa simpatia oppure l'occasione di rubargli tutto quello che possiede mentre cammina ignaro per le strade della città. Allo stesso modo la vita nelle diverse aree di gioco non si svolgerà in modo continuativo visto che le diverse zone saranno per forza di cose divise tra di loro, privando, quindi, l'esperienza di gioco di quelle caratteristiche di unità e contemporaneità e rendendola per certi versi meno totalizzante. Ogni area sarà comunque ricolma di quest da affrontare e per rendere il tutto più semplice da gestire i giocatori saranno divisi in istanze all'interno dei megaserver, mentre gli stessi obiettivi sembrano essere stati maggiormente studiati per consentire a chiunque lo desideri di portarli a termine in solitaria. Trattandosi pur sempre di un MMORPG non mancheranno le classiche missioni poco originali ed anche un pò noiose tipiche del genere come la raccolta di oggetti di un certo tipo o l'uccisione di un determinato numero di mob. Più interessanti, visto anche l'immenso lore alla base dell 'universo Bethesda, saranno sicuramente le quest legate alla trama principale e quelle assegnateci dalle gilde, come quella dei maghi e dei guerrieri, di cui entreremo a far parte.
Chi vuole diventare Imperatore?
Anche se il PvE è stato studiato per consentire di progredire anche in solitaria, ciò non significa che per godere appieno del gioco non sarà indispensabile formare party con altri giocatori.Creare un gruppo di esplorazione si rivelerà necessario soprattutto nella zona di Cyrodill, che rappresenterà una sorta di territorio conteso dalle tre fazioni, e, quindi, sarà meglio fare molta attenzione quando affronterete quest assegnatevi dagli NPC dell'area. Cyrodill è importante anche perchè sarà il luogo dove si svolgeranno le battaglie PvP che rappresentano probabilmente l'aspetto più epico e coinvolgente di The Elder Scrolls Online a cui potremo prendere parte una volta raggiunto il livello 10. La regione è stata, infatti, pensata per ospitare un PvP persistente e basato sulla gestione strategica delle risorse disponibili per la propria fazione nella zone e sulla conquista delle fortezze acquistabili tramite valuta di gioco o tramite Alliance Points ottenuti negli scontri PvP. La fazione che risulterà la vincitrice nella " Alliance War", grazie alla conquista del trono di Cyrodill tramite il controllo di tutte le fortezze disponibili, avrà, infine, il diritto di sfidare il grande nemico finale di The Elder Scrolls Online, Molag Bal, in uno scontro che mette in palio loot di altissima qualità. Ovviamente ci troviamo di fronte ad una modalità che con il passare del tempo porterà necessariamente alla costruzione di gilde sempre più articolate per poter gestire al meglio scontri di così vasta scala e, quindi, l'idea della conduzione di una partita in solitaria verrà di sicuro a decadere presto per fare spazio alle imposizioni tipiche di ogni MMO.
Un sottofondo epico per un universo sconfinato
Non si può che definire eccellente il comparto tecnico di The Elder Scrolls Online, ma d'altronde nessuno si aspettava una riuscita al di sotto della media. Tutte le ambientazioni sono finemente realizzate così come gli effetti di luce e si ha davvero l'impressione che sia stato fatto un buon passo avanti rispetto alla precedente generazione di MMORPG. In ogni area tutti gli elementi ambientali risultano felicemente calibrati e la riuscita finale si presenta estremamente coerente dal punto di vista stilistico con tutto quello realizzato negli episodi precedenti. Dalle lande innevate di Skyrim, passando per i paesaggi verdeggianti che circondano le città dell'Impero fino ad arrivare alle distese desertiche tipiche di Morrowind, avrete davvero la straordinaria sensazione di trovarvi all'interno di un Elder Scrolls di immani dimensioni.
Lo stesso discorso vale per il comparto audio, epico come da tradizione. Il tema principale, come già preannunciato in apertura di articolo, è davvero evocativo e gli stessi effetti sonori nella loro totalità rivelano con chiarezza la grande cura ad essi riservata. Bethesda, al fine di rendere l'esperienza di gioco più immersiva, non si è risparmiata nemmeno per quanto riguarda il doppiaggio visto che le voci di molti personaggi sono quelle di attori di un certo spessore, al punto che sembra essere stato reclutato un vero e proprio cast Hollywoodiano se prendiamo in considerazione alcuni nomi dei doppiatori che hanno partecipato come, ad esempio, Bill Nighy ("Pirates of the Caribbean"), Kate Beckinsale ("The Aviator", "Pearl Harbor"), Alfred Molina ("Spider-Man 2"), Michael Gambon ("Harry Potter").
E, nonostante tutto, "ora comincian le dolenti note"...
Purtroppo non è possibile ignorare "le dolenti note" dovute alle modifiche rese necessarie dal passaggio al genere MMO e che rappresentano, per certi versi, una sorta di involuzionesicuramente poco gradita agli amanti delle vicende legate alle Antiche Pergamene. Il numero limitato di classi disponibili che, nonostante l'indubbia versatilità, presentano uno sviluppo limitato rispetto alla totale libertà di apprendimento offerta ai pg nelle versioni precedenti, la scarsa ottimizzazione del sistema di compattimento che, pur presentandosi decisamente dinamico, non è ugualmente godibile in entrambe le visuali offerte dal titolo e, soprattutto, la limitata capacità di interazione con il mondo circostante rispetto al quale potreste ritrovarvi a provare una sensazione di immersione, ma spesso inerente al ruolo di semplice spettatore, sono tutti limiti che vanno tenuti in considerazione quando ci si confronta con un glorioso passato. La stessa pretesa da parte di Bethesda di rendere possibile un'esperienza solitaria all'interno di un MMORPG, già di per sè poco comprensibile per chi vuole approcciarsi al titolo nella nuova veste, si scontra inevitabilmente, soprattutto parlando della modalità PvP, con le inevitabili e spesso non dichiarate costrizioni che ogni giocatore di MMO si trova a dover affrontare. Stiamo parlando in particolare della necessità di far parte di una gilda con relativi obblighi ed orari che ne conseguono e la stessa affannosa corsa per raggiungere il livello successivo o ottenere un equipaggiamento migliore, che sembrano mal coniugarsi con il desiderio di godersi fino in fondo e senza pressioni di alcun tipo il vasto universo concepito da Bethesda. Sperando che The Elder Scrolls Online non faccia, dunque, la fine di un serpente che si morde la coda, crediamo sia giusto sottolineare che siamo sì in presenza di un grande titolo, ma dotato di un potenziale enorme ancora lungi dall'essere espresso appieno.
Per la tanto attesa rivoluzione, urgono ulteriori futuri sviluppi. Di acqua sotto i ponti di Cyrodill dovrà ancora passarne molta.
Da amante del gioco di ruolo in tutte le sue varianti e del genere fantasy in particolare, posso dire di aver sempre avuto due punti fissi di riferimento: il gioco di ruolo classico per eccellenza D&D e la serie The Elder Scrolls. Quest'ultima sono ormai dieci anni che è riuscita a conquistarmi proprio per la sua capacità di immergere il giocatore in universo complesso ed in continuo movimento, offrendo un'esperienza per certi versi molto vicina a quella del gioco di ruolo tradizionale. Devo ammettere di essere rimasto un pò perplesso per la scelta di Bethesda di esportare la serie online e temo tutt'ora che difficilmente lo stile MMO possa ben conciliarsi con lo spirito della saga. D'altra parte è anche indubbio che il gioco abbia un potenziale enorme e che ancora molti passi avanti possono essere fatti per apportare una profonda rivoluzione al genere. Per il momento mi sento, quindi, di consigliare il gioco solo a coloro che, come il sottoscritto, nonostante la presenza di un abbonamento, non possono fare a meno di rapportarsi con lo straordinario mondo creato da Bethesda nel corso degli anni perchè, in fondo, difficilmente resteranno delusi anche dal risultato attuale. Per tutti gli altri, forse è meglio attendere futuri sviluppi.
VOTO GLOBALE 8,5
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
0 commenti:
Posta un commento
la tua opinione è importante, dicci cosa ne pensi