martedì 5 luglio 2016

MONTER HUNTER GENERATIONS: IN ANTEPRIMA!





Gli anni passano e le generazioni si susseguono senza tregua rimarcando l'età che avanza ma, a noi, la voglia di cacciare non passa mai. Specialmente quando si parla di mastodontiche creature poco propense a regalarci la loro coriacea pellaccia. In questi anni ne abbiamo viste di tutti i colori, iniziando da PlayStation 2 per approdare sino all'handheld stereoscopico made in Nintendo. Insomma, possiamo dire d'essere cresciuti assieme all'hunting game di Capcom. Episodi principali e spin off, l'ultimo dei quali - Explore - chiuderà i battenti ad agosto, si sono susseguiti ad un ritmo incessante nel corso di un decennio di storia. Una vera istituzione nella terra del Sol Levante capace di muovere numeri da capogiro abbattendo barriere culturali (nonché di mercato) affermandosi anche in terra occidentale, grazie ad una formula vincente che si è mantenuta sostanzialmente invariata sin dalla prima apparizione del brand. Monster Hunter Generations, conosciuto come Cross in Giappone, vuole rappresentare la summa dei dieci anni trascorsi a caccia di Mizutsune, Jaggia, Giaprey e chi più ne ha più ne metta. Nel corso delle nostre battute di caccia, che ci hanno portato ben al di là dei confini della demo attualmente disponibile nel Nintendo eShop, abbiamo potuto saggiare quanto offerto da questa ultima interazione. Verrebbe da esclamare, con un malcelato senso d'appagamento, "tanta roba".



In madrepatria il titolo ha lasciato la normale numerazione per fregiarsi di una "X" portatrice di molteplici significati, come ci ha ricordato Shintaro Kojima qualche settimana fa, ma anche di molte interessanti novità che contribuiscono a distinguerlo dai predecessori. Per la prima volta le meccaniche di gioco tipiche del brand sono state ritoccate e arricchite dal team di sviluppo il quale, al contempo, ha rimosso alcune barriere che impedivano l'accesso ai novellini e addolcito leggermente la curva di difficoltà. I veterani comunque non devono temere. Monster Hunter rimane quello di sempre. Non appena scendiamo dall'aeronave, mettendo piede nel ridente villaggio montano di Bherna in qualità di novelli cacciatori della Wyccademia, veniamo accolti da una sensazione familiare. Dopo così tanto tempo passato a cacciare tremende creature pronte a farci la pelle alla minima distrazione, sembra quasi di essere a casa. Monster Hunter, al solito, ci da il benvenuto in modo rude e senza tanti fronzoli con presagi di morte e sofferenza. Non c'è dubbio, siamo proprio a casa. Sin dalle prime battute di gioco, però, emerge chiaramente che questo non sarà un Monster Hunter come gli altri. Espletati i primi incarichi di rito, tanto per la Wyccademia quanto per il capo villaggio di Bherna, il titolo inizia a svelarsi pian piano sotto ai nostri occhi, mettendoci di fronte a una quantità di contenuti tale da far impallidire i predecessori. Anzitutto, partendo proprio dal nostro nuovo campo base, Monster Hunter Generations ci permette di tornare in altri iconici villaggi che i giocatori di lungo corso conosceranno bene come Kokoto, Pokke e Yukumo. Il banco delle missioni si amplia di conseguenza, inglobando una miriade di incarichi e richieste provenienti dagli abitanti dei diversi centri. Ciò ci consente di aumentare il punteggio "prestigio" legato a ogni villaggio e sbloccare, ad esempio, ricompense esclusive come equipaggiamento, nuove arti e così via. La bacheca, però, comprende anche le nuovissime missioni Cacciamiao che ci consentono di giocare nei pelosi panni dei miagolanti Felyne.

Una aggiunta la quale, per quanto abbiamo avuto modo di vedere, può aiutare i novellini ad apprendere i pattern d'attacco dei mostri senza l'ansia che attanaglia il cacciatore. In buona sostanza, rivestendo il ruolo di supporto, i danni subiti vengono limitati ed è più facile sopravvivere durante gli scontri. La feature, però, potrebbe rivelarsi più ripetitiva e meno profonda del previsto e solo una prova maggiormente approfondita può sciogliere le nostre ultime riserve in merito.
Lo stato dell'arte

Monster Hunter Generations non si limita a travolgerci con una valanga di contenuti, zone di caccia, mostri (dovrebbero essere 105 in tutto), armi e armature da forgiare. Il nuovo capitolo, pur mantenendo inalterata la formula vincente che ha caratterizzato la serie nel corso degli anni, cavalca la leggera brezza del rinnovamento andando a ritoccare il gameplay con l'introduzione di stili e arti di caccia. La novità, forse la più importante dell'intera produzione targata Capcom, approfondisce come mai prima d'ora la componente tattico-strategica che da sempre caratterizza il brand permettendo a ogni giocatore di personalizzare in modo deciso la propria esperienza di gioco.




Gli sviluppatori hanno previsto ben quattro stili differenti per tecniche e bilanciamento, adatti tanto ai novelli cacciatori quanto ai veterani. I primi possono godere, ad esempio, dello stile Gilda, ovvero quello più semplice, immediato e adatto a tutte le situazioni. I cacciatori di lungo corso, invece, troveranno immense soddisfazioni grazie allo stile Aereo - che utilizza mostri, botti esplosive e altri cacciatori come un trampolino di lancio per spettacolari attacchi - e allo stile Ombra, tutto basato su schivate e potenti contrattacchi. Noi abbiamo approfondito principalmente quest'ultimo e dopo un primo momento nel quale tutti gli stili di combattimento paiono uguali tra loro, le differenze emergono in modo alquanto evidente mano a mano che nuove arti di caccia vengono sbloccate ed equipaggiate (tenendo a mente anche la compatibilità con l'arma e l'armatura utilizzate). La profonda personalizzazione consentita ai giocatori non riverbera i propri effetti solamente nell'esperienza in singolo, ma arricchisce ancora di più la componente multigiocatore consentendo al gruppo di cacciatori un ventaglio di opzioni tattiche molto ampio e variegato. Sotto questo profilo siamo ancora curiosi di approfondire la componente multiplayer, non appena si popoleranno i server.



Ogni ora trascorsa in compagnia dell'hunting game targato Capcom (e, credeteci, il contatore sale vertiginosamente) ci sta convincendo sempre più. L'ultimo capitolo del brand parte con la dovuta calma, dando il giusto tempo alle nuove leve - ma anche ai veterani - di assimilare il grande carico di novità che porta con sé. Monster Hunter, comunque, rimane lo stesso di sempre: rude, spietato ma estremamente gratificante. Serve tanta pratica, dedizione e propensione ad accettare il fallimento. Il team di sviluppo però arricchisce questa esperienza di gioco, rimasta sostanzialmente immutata per un decennio, con diverse aggiunte che allo stato attuale si stanno rivelando estremamente piacevoli e azzeccate. Monster Hunter Generations, insomma, non si presenta solamente come una "summa" dei capitoli precedenti. Il titolo sembra proprio possedere tutte le carte in regola per piazzarsi tra i capitoli più riusciti dell'intera serie. E ora, scusateci, si torna a caccia.

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