La seconda stagione di The Walking Dead ribadisce in
maniera lampante quanto siano importanti, nell'economia
di un titolo che ormai si avvicina sempre più al concetto
di fumetto interattivo, la sceneggiatura e la caratterizzazione
dei personaggi. La "season one" dell'avventura grafica firmata
TellTale Games seppe incantare i giocatori per la sua capacità
di raccontare -con un coraggio quasi spietato- la brutalità di
un mondo collassato, marcito, fiaccato dalla piaga dei non
morti. Un mondo in cui ogni cosa sfacela, cedendo di fronte
alla spinta egoistica per la sopravvivenza.
Replicare le alchimie di un viaggio così perfetto non sarà
facile, in una seconda stagione che comincia, con questo
"All That Remains", in maniera forse meno strepitosa del
solito. E non sarà facile soprattutto dopo The Last of Us,
un altro titolo che, pur diversissimo nell'approccio, ha
voluto raccontare in fondo lo stesso sconquasso declinato
nel fumetto di Robert Kirkman ed in tutte le opere che gli
girano intorno.
A pensarci bene, in The Last of Us come in The Walking
Dead quello che tiene in piedi la narrazione è il rapporto
fra un uomo ed una ragazzina: il primo è il simbolo di una
consapevolezza cinica e disillusa, la seconda dell'innocenza
che poteva esistere solo "prima della catastrofe". In entrambi
i casi è il protagonista maschile che difende "ciò che resta" di
puro in un mondo ormai condannato, anche se Joel e Lee
decidono di salvare Ellie e Clementine in maniera sostanzialmente
opposta: uno compiendo un atto d'amore (il più estremo),
l'altro un gesto di truce egoismo. O forse -chissà- in fondo
entrambi i protagonisti vogliono solo salvare sé stessi: quello
dell'action targato Naughty Dog cercando di superare una
tragedia il cui ricordo gli si è appiccicato alle ossa, l'altro
espiando una colpa segreta di cui il gioco, fin dall'inizio, non
ci dice volutamente niente.
Accompagnati dal ricordo ancora vivido del toccante finale di
stagione, quindi, ci si avventa sullaSeason Two di The Walking
Dead sospinti da una curiosità fortissima, e dalla speranza che
il team abbia saputo giocare alla stessa maniera con le
emozioni, sviluppando uno script denso di colpi di scena e
giocando come sempre sul peso delle scelte del giocatore.
All That Remains parte col botto. Invece che la storia di
nuovi protagonisti, Telltale ha deciso di raccontare il viaggio
di Clementine, "iniziata" alla vita di sopravvissuta da Lee e
adesso pronta a confrontarsi con una realtà terribile, in cui
anche il più piccolo errore può costare una vita.
E infatti l'incipit ribadisce in maniera diretta e selvaggia che
nel mondo di The Walking Dead nessuno è al sicuro, ed ogni
barlume di felicità è soffocato dal buio della morte: dalla
certezza che tutto finisce. I primi minuti di gioco procedono
spediti e violenti come un pugno allo stomaco, e con esemplare
economia raccontano di come sia facile trasformarsi in "gusci
vuoti" anche senza essere morsi.
La sequenza introduttiva serve a conti fatti per riallacciare il
rapporto emotivo con i fan di vecchia data, quelli che hanno
adorato il primo capitolo (giocatelo rigorosamente prima di
avventurarvi in questa season two). La cesura netta e forse
un po' frettolosa a cui si assiste di lì a poco, tuttavia, testimonia
la volontà di allontanarsi repentinamente dalle strade già
battute, misurandosi con nuove situazioni e nuovi personaggi.
Fin da subito The Walking Dead ribadisce invece che non è
cambiato il concept di gioco: sulle prime sembra di trovarsi
di fronte ad un'avventura grafica vecchio stile, in cui è possibile
interagire con vari oggetti dello scenario per proseguire. In
verità la formula adottata dal team è, dal punto di vista ludico,
davvero evanescente, al pari e forse di più di quella con cui
Quantic Dreams ha deciso di raccontarci la vita di Jodie Holmes
in Beyond: Two Souls. L'avanzamento avviene in maniera molto
inquadrata, lineare, e senza troppe difficoltà. Di tanto in tanto
ci sono delle sequenze d'azione che procedono attraverso dei
Quick Time Event, ed in linea di massima quello che più conta,
nell'economia di quello che è un vero e proprio "racconto interattivo"
sono invece le scelte compiute nei dialoghi, o in quei momenti
d'emergenza in cui bisogna decidere senza pensare troppo a cosa
fare.
Siete dunque avvertiti, se non vi piace l'idea del videogioco
come narrazione e "sceneggiatura dinamica": The Walking Dead
non cambia le carte in tavola, fedele agli stilemi che hanno
reso così efficace la prima stagione.
Visto il modello ludico così particolare, si diceva, quello che
più conta nell'economia del titolo è lo script. Che, sfortunatamente,
dopo i primi minuti di gioco sembra quasi smarrirsi, conducendoci
per mano in una parte centrale abbastanza noiosa e inconsistente.
Il team prova in ogni modo a tenere alta la tensione con i soliti
giochi di regia, ma gli espedienti non sempre risultano efficaci,
ed anche la scelta morale che si deve compiere nella parte centrale
di All That Remains è piuttosto insipida e un po' triviale.Per fortuna le cose migliorano notevolmente sul finale. E' qui
che Clementine troverà una nuova comunità di sopravvissuti,
e comincerà a scoprire le personalità di quelli che saranno
probabilmente i suoi compagni di viaggio anche nel secondo
episodio ("A House Devided"). E' in questa lunga parte finale
che fortunatamente le cose migliorano: qui sì che ci sono
momenti nervosissimi ed altri abbastanza crudi, ma è soprattutto
la curiosità di scoprire le personalità dei nuovi personaggi che
regge vicende altrimenti molto regolari.
Complessivamente la sceneggiatura non è delle migliori
(è scritta del resto da Nick Breckon, che si è occupato del DLC
400 Days e probabilmente non è a suo agio con un plot meno
"disorganico"), ma insomma getta almeno qualche spunto che
potrà essere con successo approfondito in futuro. Fra i nuovi
arrivi c'è chi è comprensivo e disponibile e chi invece non riesce
a gestire la tensione, restando antipatico e sospettoso. E c'è
poi una ragazzina che, all'opposto di Clementine, non si è
mai misurata con la spietatezza del mondo, e sopravvive in
un distacco idilliaco dal reale che non potrà durare.
Purtroppo però, alla fine di tutto, All That Remains risulta forse
un po' troppo inconsistente, congedandosi con un "cliffhanger"
molto scialbo, che non convince nessuno. Sarebbe stato
veramente difficile aspettarsi qualcosa in più da un episodio
introduttivo, ma in linea di massima ci è sembrato gestito in
maniera molto più curata il primo capitolo di The Wolf Among
Us, uscito poco tempo fa. Lì le scene d'azione erano più
convincenti e meglio dirette, e la conclusione fortissima e
terribile ripagava di uno svolgimento non roboante, ma
comunque sempre animato da costante un senso di scoperta.
Qui la vicenda segue la parabola opposta: comincia con un
attacco molto forte e poi si spegne, solo a tratti riuscendo a
smuovere il giocatore. Sarà anche colpa di un setting ormai
molto noto, che fra foreste, fiumi e fattorie non ci presenta
niente di nuovo rispetto all'immaginario della prima stagione.
La seconda stagione di The Walking Dead segue una formula
ormai collaudata: si presenta con la sua idea di narrazione
interattiva, alternandosi fra sequenze d'azione, momenti
più calmi ed introspettivi, e chiedendo al giocatore di compiere
una serie di scelte che influenzeranno l'avventura, nel corso
dei cinque episodi previsti. Torna anche, immutato, lo stile
grafico tipico della produzione: è un cell shading dettagliatissimo
, con i contorni spessi e le texture che sembrano uscite da una
graphic novel. Il tutto funziona, come ha dimostrato l'enorme
successo della season one, e sicuramente chi ha giocato
l'avventura di Lee e Clementine non si lascerà scappare
questo All That Remains. La verità è però che a livello narrativo
questo incipit non è gestito in maniera esemplare, e oscilla
-dopo l'attacco di una cattiveria lancinante- fra momenti riusciti
e soluzioni invece più stanche. Come sempre è l'incontro con
nuovi personaggi che genera le scene più apprezzabili, dove
bisogna sforzarsi di leggere il carattere e intuire i modi dei
nuovi arrivi. In meno di due ore, tuttavia, è difficile concedere
il giusto spazio a tutti, e gli spunti interessanti di All That
Remains andranno poi raccolti negli episodi successivi.
VOTO GLOBALE 7.5