lunedì 25 gennaio 2016

THIS WAR OF MINE: THE LITTLE ONES (uscita 29/01/'16)



A distanza di poco più di un anno dalla pubblicazione su PC, 11 bit studios è pronta a portare su console il suo interessante gestionale con elementi stealth e survival. Una conversione convincente, arricchita da contenuti inediti.

I temi trattati in This War of Mine: The Little Ones risultano di un'attualità a dir poco disarmante. Mentre in Siria prosegue una sanguinosa guerra civile, milioni di profughi, oramai da mesi, sfidano il mare per inseguire la vita, armati esclusivamente di tanta speranza. L'Europa si scopre tutt'altro che unita nelle sue politiche d'accoglienza, e politici di dubbia dignità strumentalizzano la tragedia in atto per racimolare i voti della paura; uno status quo delle cose che non viene scalfito neanche dalla drammatica fotografia di Aylan Kurdi, t-shirt rossa e pantaloncini blu, restituito dal mare su di una spiaggia turca; uno dei tanti bambini a non avercela fatta. Non siam qui per discutere di politica o di relazioni internazionali, ma come si diceva, i temi presentati da This War of Mine: the Little Ones sono di grande attualità. Per una rara volta infatti, la guerra vuol essere raccontata da un punto di vista differente, quello delle vittime del conflitto, una barbarie che in un lampo trasforma uomini e donne in fantasmi costretti alla sopravvivenza. Nel gestionale di 11 bit studios dovremmo così occuparci di un manipolo di sopravvissuti ritrovatisi in un rifugio di fortuna, chiamati ad amministrare risorse e ad ottenerne di nuove per tirare avanti un ennesimo, lungo giorno, magari impegnandosi anche a restituire un sorriso ai bambini, inedita introduzione presentata in questo convincente porting per Ps4 e Xbox One.
Lunghi giorni...


Il gameplay alla base di This War of Mine può essere diviso in due sezioni ben distinte: di giorno saremo chiamati ad amministrare e gestire le risorse a nostra disposizione mentre espandiamo e potenziamo il nostro rifugio, attendendo la notte, durante la quale il titolo diviene un vero e proprio stealth game, costringendoci ad esplorare luoghi di una città senza nome ricchi di cibo e risorse, ma potenzialmente pericolosi. Avviando una prima partita il gioco imposterà per noi un vasto numero di opzioni, dotandoci di un gruppo di tre o quattro personaggi, ciascuno caratterizzato da un particolare talento: alcuni sopravvissuti sono ottimi cuochi, capaci di cucinare pasti di fortuna in pochissimo tempo, i velocisti invece riescono a scattare con grande rapidità, rivelandosi particolarmente adatti alle fasi notturne, qualora si venga scoperti. Combattenti e abili commercianti sono solo alcuni degli altri tratti peculiari che potrebbero caratterizzare il vostro gruppo, e gestirne con parsimonia le abilità diverrà presto un elemento strategico di vitale importanza. Mentre un orologio virtuale scandisce inesorabilmente il susseguirsi delle ore (e, di conseguenza, l'avvento della notte) il giocatore dovrà sfruttare i materiali a disposizione per rendere il proprio rifugio sempre più vivibile, magari aggiungendo comodi letti su cui far riposare gli stanchi e i malati o una stufa per mitigare le gelide temperature invernali. Anche raccogliere l'acqua piovana e poi filtrarla con l'ausilio di un filtro, per l'appunto, risulterà presto necessario per poter cucinare pasti caldi, molto più gustosi e sostanziosi del cibo crudo o di una qualche scatoletta di carne sottovuoto. Isolati dal centro della città, dove imperversano i combattimenti più aspri, sarà difficile carpire informazioni sullo stato del conflitto, motivo per cui costruire una radio potrebbe rivelarsi un'idea vincente, non solo per intercettare i vari bollettini di guerra ma anche per consultare le previsioni del meteo, elemento prezioso per pianificare le mosse future. Di tanto in tanto la routine del rifugio verrà vivacizzata da alcuni eventi casuali, quali l'arrivo di un commerciante, col quale sarà possibile barattare le nostre risorse, di un gruppo di bambini in difficoltà, bisognosi di cibo o medicine, oppure di sconosciuti che richiedono il nostro supporto al fine di recuperare aiuti umanitari paracadutati in luoghi pericolosi, con la promessa però di dividere il bottino.


Come se non bastassero già il freddo, la fame e la malattia, la nostra comunità dovrà impegnarsi anche nel rinforzare le difese della casa, la quale verrà spesso attaccata nella notte da bande di predoni, sempre pronti a sottrarre medicine e cibo, e magari anche a ferire qualcuno. Rispondere con prontezza alle necessità dei singoli e nel contempo sviluppare un disegno più vasto potenziando il rifugio, così da ottimizzare l'uso di risorse, sarà il principale compito del giocatore, impegnato nell'assicurare la sopravvivenza degli sfortunati in attesa dell'arrivo delle truppe di pace, che sancirà la fine della guerra. Le vittime più indifese di un conflitto, si sa, sono sempre i bambini, strappati con violenza alla loro infanzia e ad un'innocenza che risulterà violata irrimediabilmente. Ed è proprio questa drammatica condizione che il team polacco vorrebbe riprodurre introducendo nella versione console il sottotitolo "the little ones": i "piccoli" sono infatti i bambini che potrebbero far parte del vostro gruppo, inesperti e accompagnati da tutto il loro carico di esigenze specifiche. I giovanissimi, infatti, non sono in grado di utilizzare i vari oggetti con cui arricchirete il vostro centro operativo, a meno che qualcuno dei "grandi" non insegni loro a sfruttarne una specifica funzione, dedicando del tempo a tale "addestramento". Inoltre, tale tipologia di personaggio risulta psicologicamente più debole, maggiormente esposta allo stress e più in generale ad equilibri alterati della psiche, motivo per cui sarà fondamentale giocare con loro, costruire altalene o recuperare orsacchiotti di peluche durante la notte, così da concedergli un piccolo attimo di svago dagli orrori della guerra.



Al calare delle tenebre il gameplay del titolo muterà profondamente, mettendoci dinanzi ad uno stealth in 2.5d. Prima di procedere con l'esplorazione di uno dei luoghi disponibili sulla mappa dovremo gestire il gruppo, selezionando chi verrà inviato in avanscoperta, e le mansioni da affidare a chi invece rimarrà a casa. Sarà possibile far dormire in un comodo letto i rifugiati, eliminandone di conseguenza la stanchezza, oppure stabilire turni di guardia così da riuscire a difendersi da eventuali saccheggi, magari dopo aver costruito qualche arma di fortuna come coltelli o pistole. Terminata la gestione delle "retrovie" e selezionato il personaggio da usare per l'avanscoperta, dovremo scegliere una delle tante location presenti sulla mappa della città, ciascuna caratterizzata da un determinato livello di pericolosità, ma anche da uno specifico numero di risorse, elencate nella tabella della relativa descrizione. A seconda delle proprie necessità ci dirigeremo verso caseggiati abbandonati, solitamente ricchi di cibo, oppure verso avamposti militari, ottimi per recuperare munizioni o preziosi componenti per creare strumenti di difesa. L'ospedale costituirà ovviamente un punto di riferimento per medicine e bendaggi, mentre chiodi, legno e metallo abbonderanno un po' dappertutto, tra hotel distrutti, pompe di benzina saccheggiate e negozi depredati. A seconda del livello di difficoltà della vostra partita queste ambientazioni saranno occupate da altre persone, alle volte innocui senzatetto che non vi daranno alcun fastidio, ma anche ladri feroci e militari dal grilletto facile. Muoversi con circospezione è quindi vitale, cercando di produrre poco rumore e di guardare attraverso le serrature delle porte prima di irrompere in una stanza chiusa, così da non avere brutte sorprese. Proprio come accade con le mappe degli strategici o degli hack 'n slash, gli ambienti del luogo visitato risulteranno "oscurati", privi di un profilo chiaro, e per avere un quadro della situazione potrete fare affidamento solo sui rumori prodotti, presentati nella forma di onde rosse visualizzate a schermo. I limitati spazi disponibili nel vostro zaino vi costringeranno a recuperare oggetti con cauta parsimonia, a seconda delle esigenze del rifugio: inoltre alcuni slot liberi verranno spesso occupati da utili strumenti con cui equipaggerete il vostro uomo.

"This War of Mine si presenta in ottima forma su Playstation 4, con un profilo tecnico che esalta la direzione artistica adoperata dal team."

Visitando una location "calda" e potenzialmente abitata potrebbe essere consigliabile portare con voi un'arma da fuoco o un giubbotto antiproiettile, così da aumentare le vostre chance di sopravvivenza, mentre alcuni edifici avranno subito crolli e incendi, contesti in cui l'utilizzo di una pala potrebbe velocizzare di molto la rimozione di detriti e macerie che ostruiscono i corridoi. Le soluzioni tattiche messe a disposizione dal team di sviluppo sono insomma molteplici, e assicurano una varietà di tutto rispetto, ulteriormente supportata da un buon numero di location visitabili, tutte discretamente caratterizzate. La tensione delle sessioni stealth non deriva esclusivamente dal potenziale pericolo costituito da altri esseri umani, ma anche dalle limitate possibilità nel poter trasportare un congruo numero di oggetti, una condizione che imporrà scelte di enorme importanza relative alla sopravvivenza del gruppo.
Notte buia, niente stelle

This War of Mine: the Little Ones si presenta in ottima forma nella sua versione Playstation 4, da noi testata. Il titolo 11 bit studios gira infatti a 60 FPS, con risoluzione a 1080p: un profilo tecnico che esalta l'originale direzione artistica adoperata dal team, in cui i profili dello scenario di guerra, riprodotto in 2.5d, vengono tratteggiati con uno stile che ricorda molto quello dei bozzetti preparatori, caratterizzato da tratti di matita rapidi ed imprecisi. I toni di grigio e nero vengono solo raramente illuminati da colori caldi, spesso evocati dalle fiamme di un incendio o dalla fioca luce dell'alba che fa capolino dalla cima di un palazzo. A non brillare risulta invece il sistema di controllo implementato: l'interfaccia, parzialmente ridisegnata per meglio adattarsi all'uso del pad, risulta spesso scomoda ed imprecisa, sia nella poco puntuale selezione delle varie funzioni associate allo stesso oggetto del rifugio, sia per quanto riguarda la navigazione degli ambienti di gioco. Per quanto l'infrastruttura preparata dai ragazzi dello studio polacco sia assolutamente ricca di variabili e caratterizzata da una profondità lodevole, il ritmo di gioco risulterà presto preda di una monotonia di fondo che si farà avvertire, sopratutto durante i primi quindici giorni "virtuali" della propria run, quando risorse e possibilità saranno ridotte quasi ai minimi termini.

Ciò che frena maggiormente la qualità finale del prodotto è però dato da una componente narrativa ridotta all'osso, un difetto già evidenziato un anno fa nella recensione della versione PC, e che oggi diviene ancora più evidente alla luce dell'introduzione dei bambini. Qualcuno potrebbe obiettare che non tutti i giochi devono porre l'accento sul profilo narrativo, spesso ossessione dei tempi moderni dell'Industria, e su questo siamo completamente d'accordo. Il problema è però costituito dal fatto che una tale scelta spreca irrimediabilmente quanto di buono ottenuto grazie al concept assolutamente originale scelto come base del titolo, ovvero quello di proporre, per una volta, l'esperienza della guerra dal punto di vista di un civile. L'impianto di gioco fatica a favorire l'immedesimazione del giocatore, riducendosi ad un mero interagire con icone e menu asettici, che non riescono a restituire la drammaticità di una condizione (dis)umana straziante. Il susseguirsi degli eventi non crea empatia, e la sensazione alla lunga sarà quella di osservare da un punto lontano un gruppo di "cavie" senz'anima e senza identità, per le quali ci prodighiamo alacremente ma senza la spinta di un reale interesse emotivo. E il modo in cui è stata implementata la presenza dei ragazzini (sulla carta una soluzione potenzialmente ottima) porta con sé un amaro sapore di "occasione sprecata", per una tipologia di personaggio che costituisce, a causa delle sue specifiche esigenze, più un ostacolo che un'inedita e preziosa fonte di preoccupazione emotiva.

This war of mine sbarca finalmente su console con un porting di buona fattura, portando con sé l'originalità di un'esperienza di gioco profonda e ben curata. Il peculiare gameplay proposto dal titolo 11 bit studios riuscirà certamente a stregare i fan del genere, ma potrebbe anche sedurre qualche “nuova leva” grazie alla presenza delle sessioni stealth notturne, che aggiungono una buona dose di dinamismo e risultano perfettamente integrate e collegate con lo sviluppo del rifugio. La transizione da mouse a gamepad ha portato con sé alcuni problemi, con un'interfaccia funzionale ma che risente negativamente dell'assenza di un sistema di controllo più preciso. Rimane purtroppo sospesa nell'aria la sensazione che This war of mine avrebbe potuto ambire a vette ancora più elevate se solo avesse sfruttato con maggiore efficacia l'esile background narrativo sul quale pone le proprie basi. Ad ogni modo, venduto al prezzo budget di 30 euro, non possiamo che consigliare l'acquisto agli appassionati del genere e anche ai semplici curiosi: preparatevi a vivere un'esperienza originale e profonda, anche se, alla lunga, un tantino monotona.

VOTO GLOBALE 7,5

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