martedì 20 febbraio 2018

Kingdom Come Deliverance – La Recensione









Disponibile da qualche giorno su Playstation 4 (la versione da noi testata), Xbox One e PC, Kingdom Come Deliverance , ha avuto un lunghissimo periodo di lavorazione che iniziato addirittura nel 2011. Daniel Vávra, autore dei primi due capitoli di Mafia, ha dovuto ricorrere ad altri soci, al crowfunding ed infine alla collaborazione di Koch Media che ha permesso al titolo di arrivare sulle attuali tre piattaforme principali di gioco. Detto tutto questo però, a differenza di altri titoli con tempi di lavorazione così lunghi, KCD è un titolo di assoluto rilievo che andiamo subito a scoprire più da vicino.

Bisogna anche dire che rispetto all’idea iniziale, Kingdom Come: Deliverance è molto cambiato trasformandosi in qualche modo ad un prodotto più simile a già citati primi capitoli di Mafia in un cui si raccontava la storia di un personaggio e tutte le missioni principali o secondarie, erano sempre collegate all’intreccio narrativo.

Ovviamente qui muta notevolmente il tempo ed il luogo. Siamo infatti nel Regno di Boemia del 1400 ricostruita fedelmente da un punto di vista storico. Il nostro alter virtuale Henry, il figlio di un fabbro. Colpito da una violenta guerra civile, assiste impotente all’invasione del suo villaggio e al massacro dei suoi amici e della sua famiglia. Sfuggito a malapena a questo attacco brutale, raccoglie la sua spada per combattere per vendicare la morte dei suoi genitori ed aiutare a respingere gli invasori.



Kingdom Come: Deliverance è dunque un gioco di ruolo in prima persona dove sarà fondamentale curare i vari aspetti del nostro avatar digitale. E non parliamo soltanto dei parametri bellici ma di questioni come il mangiare, il riposare, prendersi cura delle proprie ferite oltre all’igiene. Henry infatti se non si prenderà sufficiente cura di sè stesso avrà problemi a relazionarsi con gli NPC (i dialoghi sono gestiti con una sistema a scelta multipla) che poco gradiranno il suo tanfo…

Ovviamente KCD è pure incentrato sui combattimenti che vedranno coinvolto Henry in primissima linea ma c’è anche tutta una componente per così dire investigativa con la ricerca di covi di banditi, indizi da scoprire in bar e bettole (dove ci sono anche donzelle disponibili a qualche momento di piacere) e tantissimo altro ancora da fare per un’esperienza di gioco che può tranquillamente arrivare oltre le 100 ore di gioco in men che non si dica.



Il tutto viene mosso da una versione ad hoc del CryEngine di Crytek che in Kingdome Come: Deliverance splende in fatto di ambientazioni ed effetti visivi mentre non convince fino in fondo per i modelli tridimensionali e le loro animazioni oltre a qualche bug ed ottimizzazione mancante che ci auguriamo possa arrivare con qualche ulteriore aggiornamento.

Per quanto riguarda il sonoro, ottimo è l’accompagnamento musicale così come le interpretazioni dei dialoghi rimasti in inglese ma con un eccellente lavoro di localizzazione testuale in italiano per quanto riguarda ogni aspetto del titolo.



IN CONCLUSIONE
Kingdom Come Deliverance è un titolo per certi versi unico, stracarico di contenuti ed aspetti da tenere in considerazione per far sopravvivere il nostro alter ego virtuale e medioevale. Una ricostruzione fedele della Boemia del 1400 per un gioco di ruolo a tratti veramente esaltante. Indubbiamente non un titolo per tutti e che sarebbe potuto essere ancora maggiormente affinato vista la presenza di qualche bug e di alcune mancate ottimizzazioni ma per gli amanti degli RPG in particolare di carattere storico, si tratta di un titolo assolutamente da non perdere.


VOTO: 8.9

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