É davvero complesso provare a esprimere, con delle semplici parole, le emozioni che i primi momenti passati assieme ad Astral chain sono stati in grado di smuoverci. Sensazioni paragonabili solamente a quelle che le nuove proprietà intellettuali di un paio di decadi fa riuscivano a farci trasalire quando, al ritorno a casa con un nuovo gioco, ci immergevamo in quegli universi virtuali in tre dimensioni che avevano il mistico potere di rapirci per giorni. La nuova creazione di Platinum Games, però, gioca con quelle emozioni con furbizia, con la consapevolezza di non poter reinventare uno o più generi, ma sfruttando la sua fortissima personalità, unita a un ottimo character design, per ammaliare il giocatore in una maniera analoga.
Per quanto la nuova creatura di Takahisa Taura (Game Designer del celebre NieR: Automata) mescoli al suo interno una pletora di generi diversi che vanno ad amalgamarsi allo splendido combat system marchio di fabbrica di Platinum Games, il titolo non prova nemmeno per un istante a volersi inchinare ai gusti della totalità dell’utenza. Le scelte coraggiose fatte dal team di sviluppo, infatti, sicuramente stranieranno molti degli utenti che ci si avvicineranno pensando che si tratti del “classico Hack and Slash orientale”, così come chi penserà di trovarsi di fronte a un frenetico action game con fasi esplorative potrebbe vacillare una volta assaporata la lentezza di alcune fasi decisamente più riflessive o fuori dagli schemi.
Questo perché Astral Chain, prima di tutto, riprende il concept che stava alla base delle storiche IP del passato, ovvero proporre un’idea e raccontare una storia senza scendere a compromessi con le mode, i gusti e le tendenze della massa, puntando dritto a quei giocatori che ameranno la visione del team di sviluppo così come è stata concepita.
Benvenuti alla Neuron
Teatro delle vicende di Astral Chain é un pianeta chiamato Arca, ultimo baluardo colonizzato dal genere umano in seguito all’invasione delle Chimere, misteriose creature ipertrofiche intente nel far sparire gli esseri umani imprigionondoli in una dimensione eterea chiamata Piano Astrale. Invisibili all’occhio umano l’unico baluardo a difesa della temibile minaccia risiede nella Neuron, un’unità di Polizia privata dedicata alla difesa degli abitanti dell’Arca. La loro Arma? Le stesse Chimere soggiogate attraverso l’Astral Chain, una potente arma in grado di mutare la volontà delle temibili creature, facendole entrare in sintonia con l’agente della Neuron che le andrà a utilizzare, in seguito, come potente arma. Un semplice incipit, solo in apparenza ispirato al vecchio Chaos Legion, che si apre, volutamente, a una narrazione molto più profonda e che si pone il chiaro obbiettivo di far conoscere al giocatore ogni sfaccettatura dei vari personaggi che entreranno in contatto con il nostro protagonista.
Questo perché Astral Chain, prima di tutto, riprende il concept che stava alla base delle storiche IP del passato, ovvero proporre un’idea e raccontare una storia senza scendere a compromessi con le mode, i gusti e le tendenze della massa, puntando dritto a quei giocatori che ameranno la visione del team di sviluppo così come è stata concepita.
Benvenuti alla Neuron
Teatro delle vicende di Astral Chain é un pianeta chiamato Arca, ultimo baluardo colonizzato dal genere umano in seguito all’invasione delle Chimere, misteriose creature ipertrofiche intente nel far sparire gli esseri umani imprigionondoli in una dimensione eterea chiamata Piano Astrale. Invisibili all’occhio umano l’unico baluardo a difesa della temibile minaccia risiede nella Neuron, un’unità di Polizia privata dedicata alla difesa degli abitanti dell’Arca. La loro Arma? Le stesse Chimere soggiogate attraverso l’Astral Chain, una potente arma in grado di mutare la volontà delle temibili creature, facendole entrare in sintonia con l’agente della Neuron che le andrà a utilizzare, in seguito, come potente arma. Un semplice incipit, solo in apparenza ispirato al vecchio Chaos Legion, che si apre, volutamente, a una narrazione molto più profonda e che si pone il chiaro obbiettivo di far conoscere al giocatore ogni sfaccettatura dei vari personaggi che entreranno in contatto con il nostro protagonista.
Per raggiungere l’obbiettivo prefissatosi, la storia di Astral Chain si diverte a giocare con l’utente gettandolo, fin dai primi minuti, all’interno di uno dei prologhi meglio sceneggiati di questo prolifico 2019 videoludico. Rapidi inseguimenti in motocicletta e frenetici combattimenti con le Chimere offuscano inizialmente la narrazione, galvanizzando il giocatore con un tripudio di azione e luci al neon sullo sfondo dell’universo Sci-Fi realizzato da Platinum Games. Solo al termine del prologo, quando il nostro protagonista (di cui potremo scegliere il sesso e personalizzarne alcuni tratti estetici) entrerà a far parte della squadra Neuron, la narrazione inizierà a delinearsi maggiormente, dilatando i tempi d’azione e sfruttando la routine quotidiana del nostro agente di polizia per caratterizzare i vari protagonisti e le vicissitudini che li intrecciano indissolubilmente all’interno di una storia che, pur non vantando plot twist memorabili, riesce a intrattenere piacevolmente il giocatore fino alle sue fasi conclusive.
Vita Da Poliziotto
Il voler mettere in scena le routine quotidiane di un’agente di Polizia funge da escamotage narrativo per giustificare la moltitudine di generi che vengono proposti da Astral Chain. Dalle parti dedicate alla preparazione pre-missione, che si svolgeranno all’interno della centrale della Neuron, passando per le porzioni dedicate all’investigazione nelle varie “scene del crimine”, fino alle fasi maggiormente orientate al platforming e all’esplorazione del Piano Astrale, ognuna delle sfaccettature che inframezzano i combattimenti all’interno di Astral Chain riesce a innestarsi naturalmente all’interno del tessuto narrativo, non parvendo mai come forzature atte ad allungare l’esperienza di gioco. Partendo dall’analisi delle fasi preliminari alle varie missioni, che si svolgeranno all’interno della sede della Neuron, si tratta per lo più di brevi sessioni di addestramento atte a farvi padroneggiare, gradatamente, le varie tipologie di Legion che sbloccherete durante il gioco. Tra le mura della centrale di polizia, inoltre, potrete migliorare il vostro armamentario, personalizzare l’estetica del vostro personaggio, e dei vostri Legion, e compiere delle brevi missioni secondarie che avranno il semplice compito di narrarvi le parti maggiormente disimpegnate, e a tratti demenziali, della storia di Astral Chain.
Lasciate le mura della sede della Neuron vi ritroverete in varie zone dell’Arca impegnati a svolgere le indagini sul campo per comprendere meglio gli accadimenti. In queste fasi preliminari di ogni capitolo il focus dell’azione si sposta completamente sull’esplorazione, l’interrogare i testimoni e il raccogliere indizi per raggiungere una conclusione in merito alle vicende. Per svolgere le indagini, il protagonista potrà avvalersi del sistema IRIS, una forma di realtà aumentata che gli permetterà di analizzare l’ambiente circostante per rinvenire anomalie nell’ambente di gioco, residui di Materia Cremisi, impronte e qualsivoglia traccia lasciata sul luogo del crimine. Ognuna di queste attività sarà differenziata in casi rossi (che rappresentano le missioni principali per proseguire nella narrazione) e blu (che rappresentano le canoniche missioni secondarie atte a fornirci oggetti di differente natura). Oltra al sistema IRIS potremo anche sfruttare le abilità dei nostri Legion per epurare le contaminazioni di materia Cremisi negli abitanti dell’Arca, aprire porte apparentemente bloccate, scavare la superficie del terreno, origliare conversazioni distanti o seguire le tracce lasciate dal passaggio delle Chimere.
Il voler mettere in scena le routine quotidiane di un’agente di Polizia funge da escamotage narrativo per giustificare la moltitudine di generi che vengono proposti da Astral Chain. Dalle parti dedicate alla preparazione pre-missione, che si svolgeranno all’interno della centrale della Neuron, passando per le porzioni dedicate all’investigazione nelle varie “scene del crimine”, fino alle fasi maggiormente orientate al platforming e all’esplorazione del Piano Astrale, ognuna delle sfaccettature che inframezzano i combattimenti all’interno di Astral Chain riesce a innestarsi naturalmente all’interno del tessuto narrativo, non parvendo mai come forzature atte ad allungare l’esperienza di gioco. Partendo dall’analisi delle fasi preliminari alle varie missioni, che si svolgeranno all’interno della sede della Neuron, si tratta per lo più di brevi sessioni di addestramento atte a farvi padroneggiare, gradatamente, le varie tipologie di Legion che sbloccherete durante il gioco. Tra le mura della centrale di polizia, inoltre, potrete migliorare il vostro armamentario, personalizzare l’estetica del vostro personaggio, e dei vostri Legion, e compiere delle brevi missioni secondarie che avranno il semplice compito di narrarvi le parti maggiormente disimpegnate, e a tratti demenziali, della storia di Astral Chain.
Lasciate le mura della sede della Neuron vi ritroverete in varie zone dell’Arca impegnati a svolgere le indagini sul campo per comprendere meglio gli accadimenti. In queste fasi preliminari di ogni capitolo il focus dell’azione si sposta completamente sull’esplorazione, l’interrogare i testimoni e il raccogliere indizi per raggiungere una conclusione in merito alle vicende. Per svolgere le indagini, il protagonista potrà avvalersi del sistema IRIS, una forma di realtà aumentata che gli permetterà di analizzare l’ambiente circostante per rinvenire anomalie nell’ambente di gioco, residui di Materia Cremisi, impronte e qualsivoglia traccia lasciata sul luogo del crimine. Ognuna di queste attività sarà differenziata in casi rossi (che rappresentano le missioni principali per proseguire nella narrazione) e blu (che rappresentano le canoniche missioni secondarie atte a fornirci oggetti di differente natura). Oltra al sistema IRIS potremo anche sfruttare le abilità dei nostri Legion per epurare le contaminazioni di materia Cremisi negli abitanti dell’Arca, aprire porte apparentemente bloccate, scavare la superficie del terreno, origliare conversazioni distanti o seguire le tracce lasciate dal passaggio delle Chimere.
Al termine della nostra esplorazione, quando avremo raccolto un numero di indizi sufficiente a trarre delle conclusioni sugli accadimenti, potremo ricongiungerci con gli altri elementi della nostra squadra dove dovremo rispondere a vari quesiti per avere una valutazione sulle nostre capacità investigative. Per quanto queste porzioni di gioco siano indubbiamente quelle più lente e con le tempistiche maggiormente dilatate, la buona varietà di situazioni proposte, unite a un level design ben strutturato e mai eccessivamente dispersivo, riescono nell’intento di renderle sempre interessanti e utili al fine di dare alla narrazione il giusto respiro e permettere al giocatore di conocere le varie sfaccettature caratteriali dei vari personaggi e come essi si collegano alle vicende narrate in Astral Chain.
Discorso differente va fatto per le parti di gioco ambientate nel Piano Astrale, una landa desolata caratterizzata da un’architettura spoglia e tetra, terra natia delle temibile Chimere e che il nostro protagonista potrà calcare dopo aver attraversato i vari portali presenti nell’Arca. In queste sezioni, maggiormente incentrate sull’azione e sul platforming, la struttura di Astral Chain acquisisce maggiormente i connotati tipici degli Hack And Slash inanellando sezioni esplorative, costellate di puzzle ambientali, a costanti sessioni di combattimento contro le Chimere. Per quanto il level design del Piano Astrale risulti meno ispirato delle sezioni sull’Arca, la sapiente realizzazione degli enigmi, la cui risoluzione è quasi sempre direttamente collegata all’uso delle abilità dei vari Legion, unita a una ottima gestione dell’azione di gioco, offre delle soluzioni divertenti e che riescono nell’intento di non tediare pur ripresentandosi ciclicamente durante tutte le fasi della vostra avventura.
Seppur queste differenti sezioni, che insieme alle fasi di combattimento che andremo ad analizzare di seguito vanno a comporre la totalità del gameplay di Astral Chain, non vengano riproposte capitolo dopo capitolo seguendo dei pattern ben precisi, è indubbio che la loro costante presenza tenda a dilatare, a tratti eccessivamente, le dinamiche di gioco. Risulta però gestita in maniera sapiente la loro struttura in grado di permettere al giocatore di saltare, senza conseguenze di sorta, alcuni dei casi meno importanti, per dedicarsi alle porzioni dell’avventura maggiormente incentrate sull’azione. Lo sfruttamento intelligente delle abilità dei Legion e la possibilità di rigiocare i capitoli una volta completati offrono, inoltre, un backtracking poco tedioso, basato quasi principalmente sulla possibilità di raggiungere determinate zone, prima inaccessibili, una volta ottenuto il Legion he ci possa aiutare nell’impresa. Se a tutto questo andiamo ad aggiungere gli oltre 150 obiettivi presenti nel gioco, che spaziano dal completare un capitolo con una determinata valutazione, all’eliminazione con una specifica tecnica di un determinato nemico, fino al raccoglimento di un quantitativo definito di collezionabili, risulta indubbio che l’ultima opera di Platinum Games riesca a offrire un’ottima longevità di base e un’elevata rigiocabilitàper tutti i completisti che vorranno cimentarsi nel suo completamento.
50 Sfumature di Astral Chain
Il combat system di Astral Chain è sicuramente l’elemento chiave dell’intera esperienza offerta da Platinum Games, principalmente per la sua peculiarità nel permettere di controllare in maniera semi-indipendente sia il protagonista, che i vari Legion che lo affiancheranno. L’agente della Neuron, difatti, disporrà di un ventaglio di azioni molto basiche, così come di una progressione delle proprie statistiche di attacco molto semplicistica. Con il grilletto di destra potrete attaccare usando una delle forme disponibili per il vostro Manganello X (l’arma principale in dotazione al protagonista) permettendogli di ricoprire, scorrendo fra le varianti della vostra arma utilizzando la croce direzionale, tutte le tipologie di offensiva. Cominciando dalle combo veloci della forma a Manganello, passando per i possenti attacchi pesanti del Gladio, fino alla possibilità di attaccare mantenendo le distanze con la variante a pistola, il Manganello X vi fornirà la miglior offensiva per le varie tipologie di Chimere che andrete ad affrontare durante la vostra avventura.
Il combat system di Astral Chain è sicuramente l’elemento chiave dell’intera esperienza offerta da Platinum Games, principalmente per la sua peculiarità nel permettere di controllare in maniera semi-indipendente sia il protagonista, che i vari Legion che lo affiancheranno. L’agente della Neuron, difatti, disporrà di un ventaglio di azioni molto basiche, così come di una progressione delle proprie statistiche di attacco molto semplicistica. Con il grilletto di destra potrete attaccare usando una delle forme disponibili per il vostro Manganello X (l’arma principale in dotazione al protagonista) permettendogli di ricoprire, scorrendo fra le varianti della vostra arma utilizzando la croce direzionale, tutte le tipologie di offensiva. Cominciando dalle combo veloci della forma a Manganello, passando per i possenti attacchi pesanti del Gladio, fino alla possibilità di attaccare mantenendo le distanze con la variante a pistola, il Manganello X vi fornirà la miglior offensiva per le varie tipologie di Chimere che andrete ad affrontare durante la vostra avventura.
Come accennavamo poc’anzi, il Manganello X può essere potenziato, in maniera molto basilare, nell’armeria presente nella centrale della Neuron. Utilizzando i materiali raccolti durante le varie missioni, difatti, sarà possibile far salire di livello la vostra arma, sbloccando alcune interessanti combo offensive e migliorando le statistiche di attacco di tutte le sue varianti in maniera omogenea. In aggiunta al Manganello X, il nostro personaggio avrà a disposizione la “canonica” schivata, che permetterà di eseguire dei rapidi contrattacchi se l’elusione dell’offensiva si rivelerà perfettamente a tempo, e un ventaglio di oggetti, difensivi e offensivi, a disposizione per curarsi dalle ferite o avere un maggior controllo del campo di battaglia nelle situazioni più concitate. Seppur, apparentemente, il ventaglio di azioni pare distaccarsi dai moveset elaborati tipici del genere, nel momento in cui si andrà a fondere con l’utilizzo dei Legion mostrerà la sua forma completa che, non vi nascondiamo, rappresenta indubbiamente il picco più alto mai raggiunto, in termini di combat system, dai ragazzi di Platinum Games.
Attraverso il grilletto sinistro potrete richiamare in ogni momento uno dei vari Legion disponibili che, autonomamente, inizierà ad attaccare il nemico più vicino, o quello che avrete deciso di agganciare in quel preciso momento. Una rapida pressione di ZL lo scaglierà nella direzione da voi scelta mentre una pressione prolungata del grilletto vi permetterà di accedere a una pletora di azioni differenti quali assumerne il controllo diretto, potendolo muovere utilizzando l’analogico destro, o accedere ai vari attacchi associati ai tasti d’azione. Governare direttamente il Legion vi permetterà di accedere a un’ulteriore serie di tecniche associate direttamente all’Astral Chain che lo lega a voi, permettendovi di tendere la catena per respingere le cariche degli avversari, in maniera similare a una rete d’atterraggio, incatenare questi ultimi ruotando l’Astral Chain attorno ai loro corpi, con l’obbiettivo di bloccarli per una manicata di secondi o raggiungere nemici a mezz’aria facendo richiamare la catena direttamente al vostro Legion.
Sempre attraverso la pressione prolungata di ZL avrete accesso a una serie di tecniche associate ai tasti d’azione, che potrete sbloccare, e conseguentemente assegnare, espandendo l’albero delle abilità disponibile per ognuna delle tipologie differenti di Legion presenti in Astral Chain. Attraverso il vostro Legatus, che altro non è che il dispositivo che connette il protagonista alle Chimere addomesticate, potrete accedere a una specifica sezione di sviluppo dei vari Legion. Al suo interno potrete migliorare le varie caratteristiche della creaturasbloccando i nodi che connettono i vari rami di ogni albero delle abilità, assegnare le varie tecniche speciali disponibili e attivare un numero definito di abilità aggiuntive, ottenibili esplorando le aree o al conseguimento di determinati obiettivi, atte a migliorare alcune caratteristiche della vostra creatura quali, per esempio, la lunghezza della catena, la resistenza ai danni o il tempo di recupero prima di tornare sul campo di battaglia.
Ogni Legion, difatti, non disporrà di una resistenza infinita potendo restare al vostro fianco solamente per un periodo di tempo limitato e definito da un’indicatore circolare che comparirà nello stesso istante in cui lo evocherete. Questo indicatore può essere incrementato raccogliendo della “Materia Cremisi”, un’essenza con cui potranno interagire solamente i Legion, eliminando le Chimere o effettuando un esecuzione di un avversario tramite un colpo di grazia. Ovviamente accusare danni dai nemici ridurrà drasticamente l’indicatore della Stamina del vostro Legion, imponendovi un costante studio della situazione, e una buona dose di abilità, nel riuscire a mantenere l’indicatore sempre in positivo e a comprendere quando richiamare il vostro compagno d’arme prima di ritrovarvi in situazioni che potrebbero, rapidamente, rivelarsi letali.
Infine ognuno dei Legion avrà a disposizione un’abilità unica attivabile attraverso la pressione del tasto L e che, oltre a consumare rapidamente l’indicatore della Stamina, permetterà di compiere azioni difensive, e offensive, che non si riveleranno basilari solamente all’interno delle fasi esplorative, per risolvere alcuni dei puzzle ambientali che accennavamo poc’anzi, ma permetteranno di far vertere le sorti degli scontri a vostro favore se utilizzate in maniera oculata. Se, per esempio, il Legion di tipo spada può eseguire fendenti atti a tagliare di netto alcuni legamenti che impediscono l’accesso a determinate aree, alla stessa maniera potrà tranciare di netto i vari legami energetici che alcuni avversari potranno utilizzare per proteggere le Chimere dai vostri attacchi. Alla stessa maniera, un Legion di tipo Possente potrà essere, letteralmente, indossato per stazionare a mezz’aria ogniqualvolta un nemico ricoprirà il campo di battaglia con sostanze dannose o atte a rallentare i movimenti del protagonista.
Viene da sé che, specialmente nelle fasi più avanzate del gioco, uno sviluppo corretto dei vostri Legion e una buona conoscenza delle loro potenzialità daranno vita a combattimenti frenetici e mai tediosi, in grado di offrire numerose soluzioni e stili di gioco differenti galvanizzando il giocatore con un ritmo adrenalinico, divertente e mai snervante. Un’ottima caratterizzazione delle Chimere, e dei numerosi boss che andrete ad affrontare in Astral Chain, indirizza in maniera naturale il giocatore verso l’utilizzo di diversi Legion durante le battaglie, favorendo la varietà di azione rispetto a uno stile di gioco maggiormente orientato il Button Smash più confusionario. La curva di apprendimento, in conclusione, risulta ottimizzata per permettere al giocatore di assimilare la totalità di azioni disponibili in maniera graduale, rendendo lo stratificato combat system di Astral Chain, basato sui continui scambi di Legion, attacchi e schivate e utilizzo delle abilità in tempi d’azione sempre più brevi, accessibile anche ai giocatori meno affini al genere di appartenenza.
Da elogiare la simpatica modalità multiplayer locale che permette a un secondo giocatore di controllare il vostro Legion semplicemente separando i due Joy-Con della Switch. Questo simpatico divertissement, nella sua semplicità, riesce a trasformare completamente l’esperienza offerta da Astral Chain offrendo un gameplay che si baserà prettamente sulla comunicazione e sulla cooperazione, in grado di generare siparietti divertenti e disimpegnati alla stregua dei migliori party game. Sicuramente non siamo di fronte a una caratteristica definibile come un “Game Changer” ma indubbiamente la cura con cui è stata realizzata la rende un’aggiunta apprezzabile.
Il Volto Tecnico Della Legge
Arrivando all’analisi della realizzazione tecnica di Astral Chain non possiamo ignorare alcune sbavature, più o meno importanti, che affliggono la nuova produzione di Platinum Games. Seppur sembri una maledizione che continua a perseguitare una moltitudine di esponenti del genere Hack and Slash, la gestione della telecamera di Astral Chain soffre di alcuni problemi di precisione. Durante le fasi più concitate, infatti, l’azione tende a diventare troppo confusionaria con una gestione del “Lock” che non riesce a rivelarsi sempre perfettamente preciso. Seppur sporadiche, risultano poco gestibili le situazioni in cui la visuale continua a spostarsi in maniera convulsa fra il nostro personaggio, il Legion e i vari nemici che popolano il campo di battaglia, impedendo una rapida e precisa esecuzione dei movimenti del protagonista.
Arrivando all’analisi della realizzazione tecnica di Astral Chain non possiamo ignorare alcune sbavature, più o meno importanti, che affliggono la nuova produzione di Platinum Games. Seppur sembri una maledizione che continua a perseguitare una moltitudine di esponenti del genere Hack and Slash, la gestione della telecamera di Astral Chain soffre di alcuni problemi di precisione. Durante le fasi più concitate, infatti, l’azione tende a diventare troppo confusionaria con una gestione del “Lock” che non riesce a rivelarsi sempre perfettamente preciso. Seppur sporadiche, risultano poco gestibili le situazioni in cui la visuale continua a spostarsi in maniera convulsa fra il nostro personaggio, il Legion e i vari nemici che popolano il campo di battaglia, impedendo una rapida e precisa esecuzione dei movimenti del protagonista.
Alla stessa maniera la possibilità di controllare direttamente il Legion attraverso l’analogico destro, elimina la possibilità di regolare la telecamera manualmente con la stessa levetta. Questo si risolve in alcuni frangenti di gioco in cui la visuale resta in balia degli eventi, rischiando di vanificare un’offensiva potenzialmente vincente a causa di una gestione del campo visivo totalmente casuale. Fortunatamente non abbiamo riscontrato queste problematiche consistentemente durante la nostra prova ma rimane un difetto da tenere in considerazionein quanto totalmente collegato alla casualità delle situazioni in cui il giocatore si potrà ritrovare durante la sua avventura. A voler essere realmente puntigliosi potremmo, inoltre, definire eccessivamente macchinosi, e poco intuitivi, i menù di gioco. Con una suddivisione eccessiva delle varie voci presenti al loro interno, navigare nei vari menu dedicati alla mappa, al potenziamento dei Legion, all’inventario e alle varie impostazioni di gioco risulta eccessivamente tedioso restituendo un’interfaccia utente poco pratica nel suo utilizzo.
Non collegato direttamente al comparto tecnico di Astral Chain, quanto più alle caratteristiche peculiari di Nintendo Switch, fruire del titolo in mobilità non sempre si rivela un’esperienza piacevole. Le motivazioni sono tutte da ritrovarsi nella dimensione dello schermo della console ibrida che, nelle situazioni maggiormente concitate, non offre una visione chiara di quello che succede rischiando di rendere l’esperienza meno divertente e ispirata di quella che è in realtà. Un fattore da tenere sicuramente in considerazione se siete parte di quell’utenza che, magari, pensava di affiancare la produzione di Platinum Games alla nuova versione Lite di Switch, che vi ricordiamo avrà uno schermo di dimensioni minori dell’attuale modello. Sempre parlando della fruizione di Astral Chain in mobilità, il titolo si rivela essere un Battery Drain al pari delle ultime produzioni “Tripla A” per l’ammiraglia di Nintendo, garantendo circa due ore e mezzo di utilizzo della console in modalità portatile prima di richiedere a gran voce di essere collegato a una fonte di alimentazione.
Assodato che Astral Chain sia un titolo che da il meglio di se in modalità Docked, arriviamo ad analizzare i punti di maggior importanza per un Hack and Slash. Il frame rate è pressoché granitico, stabile durante i combattimenti in ambo le modalità di utilizzo di Nintendo Switch e con sporadici cali di dimensioni irrisorie che non vanno mai ad inficiare la qualità dei frangenti più frenetici o affollati. Alla stessa maniera l’input lag, sia utilizzando i Joy-Con attaccati alla console che il Pro Controller in modalità Docked, è impercettibile garantendo comandi sempre reattivi in qualsiasi momento dell’esperienza di gioco. Proprio in merito a quest’ultimo punto, il nostro consiglio è di fruire del titolo utilizzando un Pro Controller in quanto i Joy-Con non riescono sempre a garantire l’ergonomia e il comfort ottimali.
Parlando del comparto artistico di Astral Chain indubbiamente le matite di Masakazu Katsura, unite all’estro creativo di Takahisa Taura, hanno creato un universo convincente, permeato da una mitologia credibile e da personaggi ben caratterizzati. Il design delle Chimere, dei Legion e dei vari protagonisti è ispirato e sopraffino, capace di esprimere l’imponenza delle soprannaturali creature, così come di affascinare con apparecchiature futuristiche che rimangono credibili nella loro estrosità. Le svariate ambientazioni presenti nell’Arca sono ricche di dettagli e seguono l’attuale filone Sci-Fi caratterizzato da luci al neon e colori vibranti. Il design del Piano Astrale, per quanto risulti meno ispirato rispetto al resto della produzione,riesce comunque nell’intento di esprimere la desolazione che lo permea con le vacue ombre degli umani imprigionati al suo interno, che ne calcano il suolo alla stregua di morti viventi.
Sorprendenti sia la moltitudine di piccole trovate geniali che la maniacale cura riposta nei dettagli, in grado di offrire una versione, in salsa futuristica, del tipico stereotipo del poliziotto giapponese. Che sia nel mentre ci si premura di svolgere attività, totalmente accessorie, come gettare i rifiuti raccolti per la strada, o quando si verrà sanzionati per un attraversamento pedonale effettuato con il semaforo rosso, la serie di piccolezze che strapperanno più di un sorriso di stupore nel giocatore sono davvero numerose, in special modo in una produzione sui generis come Astral Chain. Un comparto audio di altrettanta qualità si adopera nell’accompagnare l’azione di gioco con tracce tipicamente elettro-nipponiche, così come una buona recitazione in inglese restituisce la giusta credibilità alle scene d’intermezzo. Astral Chain, infine, è completamente sottotitolato in italiano.
VOTO COMPLESSIVO 8.8
Astral Chain si è rivelato, indubbiamente, una piacevolissima sorpresa. La capacità di amalgamare fra loro diverse tipologie di gioco, a un Combat System sfaccettatissimo e in grado di mostrare tutte le capacità di Platinum Games nel settore, ha dato vita a un Hack And Slash peculiare, solido e dannatamente divertente. Seppur siano presenti alcune sbavature da tenere in considerazione, questa nuova proprietà intellettuale, che si va ad aggiungere alla pletora di esclusive di spessore di Nintendo Switch risulta, senza ombra di dubbio, un titolo che consigliamo di provare a chiunque sia in possesso della console ibrida del colosso di Kyoto e che sia alla ricerca di un'esperienza, per certi versi, innovativa e dalla forte personalità.
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