I ragazzi di Experiment 101, autori di Biomutant, sono un team di sviluppo atipico. Venti persone basate a Stoccolma, con una gerarchia interna orizzontale. Tutti sullo stesso piano, eccezion fatta per la figura che ha il compito di dirigere la creatività, ma che comunque nei titoli di coda sarà semplicemente accreditata assieme a tutti gli altri sviluppatori.
Basta solo questo per farci incuriosire del progetto, in uscita entro fine anno su PC, PlayStation 4 e Xbox One. Biomutant è un action RPG open world ambientato in un mondo fantasy e con protagonista un animaletto mutante che potrà assumere diverse forse. Qui a Colonia, durante la Gamescom 2019, abbiamo scoperto tanti dettagli aggiuntivi. Cerchiamo di metterli in ordine qui di seguito.
Un open world unico nel suo genere
“Non ci piacciono gli open world alla Assassin’s Creed, dove quando si apre la mappa questa è piena di marcatori per le quest. In Biomutant non troverete nulla di tutto questo”
Premessa intrigante, perché Biomutant vuole essere diverso, a costo di rischiare veramente tanto. La mappa, libera di qualsiasi indicatore di quest, vi trasporterà nell’avventura principale, che si concentrerà più sul protagonista che su tutto il resto. Una storia di scoperta e maturità, che in qualche modo parlerà anche il giocatore.
Il setting ovviamente è fantastico, pieno di mostri che fanno cose fuori dalle righe e di ambientazioni particolari. Una volta iniziato il gioco, potrete esplorare liberamente la mappa (a forma di diamante) che vi farà viaggiare da montagne a mari, in modo fluido e coinvolgente. Al centro, l’Albero della vita, dal quale si diramano cinque rami collegati ad altrettanti creature uniche, che dovremo ovviamente sconfiggere. Un’esperienza quindi molto libera, che addirittura vi permetterà di finire il gioco in pochissimo tempo e in qualsiasi luogo – metodo sconsigliato, ma utile a comprendere la struttura della produzione.
Alla base, una componente RPG solida, con crescita del personaggio, loot, equipaggiamento e crafting. Non possiamo darvi feedback diretto sul gameplay, perché purtroppo non lo abbiamo provato, ma le sensazioni sono molto positive.
Pensare di poter godere di un mondo aperto, pieno di misteri e attività, senza essere bombardanti dall’asfissiante presenza di quest e sub quest è onestamente una bella sensazione. Molto dipenderà ovviamente dalla qualità delle attività, dal dinamismo dell’open world, dalla profondità della parte RPG e anche chiaramente dalla trama.
Ma le idee alla base di Biomutant sono lodevoli, e trovano sfogo in un gioco che di primo acchito fa sorridere e fa venire molta voglia di giocare, per scoprirne pregi e difetti. Non parliamo di un sandbox in senso stretto, ma di un’esperienza di gioco estremamente personale e personalizzabile, che potrà quindi andare in contro alle esigenze di quei giocatori che non amano essere inghiottiti dai classici archetipi degli RPG moderni.
Se Biomutant farà centro oppure no non lo sappiamo, ed è anche presto per dirlo. Sicuramente, però, lo spirito creativo di Experiment 101 dovrebbe essere un modello da imitare e rispettare.
stay tuned on happy game!
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