PlayStation 4 e ha sottoscritto un abbonamento al
servizio online di casa Sony: dimenticatevi quindi la
tranquillità, ma nemmeno poi troppa, di Don't Starve,
questa volta si scende nelle profondità di Outlast,
armati solo di una videocamera e una manciata di
flebili batterie.
L'annuncio arriva dalla pagina Facebook di Red Barrels,
L'annuncio arriva dalla pagina Facebook di Red Barrels,
sviluppatore dello spaventoso survival-horror, limitato
quanto volete dal punto di vista ludico, eppure capace
di scatenare nell'utente un genuino senso d'inquietudine.
A voi il piacere di scoprire cosa si nasconde fra i corridoi
di un'ospedale psichiatrico tetro, marcio e visceralmente
disgustoso.
La prima volta che ho sentito parlare di Outlast era il
La prima volta che ho sentito parlare di Outlast era il
novembre dello scorso anno e subito mi ha intrigato.
Non poteva essere altrimenti vista la gente coinvolta
(ex sviluppatori di Ubisoft e Naughty Dog), ma anche
l'idea di aggirarsi in completa solitudine per i corridoi
di un manicomio-mattatotio solleticava i miei istinti
da giocatore masochistico, ben avvezzo al survival horror
in prima persona fin dai tempi di Penumbra: Overture.
E poi, nonostante si possa considerare un gioco "indie"
disponibile solo in versione digitale, Outlast prometteva
bene anche nel comparto tecnico, con l'Unreal Engine 3
utilizzato in modo ottimale, un sonoro da urlo e
un'ambientazione davvero spaventosa.
Ora che ho terminato Outlast dopo alcune ore di gioco,
Ora che ho terminato Outlast dopo alcune ore di gioco,
posso dire di averci visto giusto dieci mesi fa. Il tentativo
di Red Barrels di dare nuova linfa all'horror in soggettiva
è infatti andato in porto con risultati più che positivi,
anche se non sono mancati spunti meno felici che hanno
pesato su una valutazione finale comunque di buon livello.
Il bello di un survival come Outlast è che in fondo è un
vero...survival. Già, perchè il giornalista che controlliamo
in questo manicomio da incubo ha avuto la bella idea di
non portarsi dietro nessuna arma. Ciò significa che in
Outlast, un po' come in Silent Hill: Shattered Memories,
non esiste un sistema di combattimento e non esistono
armi per fronteggiare i pazzi scatenati e sanguinari che
si nascondono tra i corridoi dell'ospedale psichiatrico.
Il termine "sopravvivenza" non potrebbe essere più adatto
per descrivere il gameplay di Outlast. Quando avvistiamo
un paziente più o meno mostruoso che vuole farci la pelle
nei modi più atroci possibili e immaginabili, abbiamo due
possibilità. O ci nascondiamo (sotto un letto, dentro un
armadio, dietro a un tavolo), o iniziamo a correre come
disperati superando eventuali ostacoli e, volendo, girando
lo sguardo per vedere l'inseguitore e aumentare in modo
esponenziale il tasso di adrenalina (consigliato solo ai
masochisti come il sottoscritto).
Ecco, ci mancavano pure le fogne del manicomio...
Già a novembre dello scorso anno si parlava di un incrocio
Ecco, ci mancavano pure le fogne del manicomio...
Già a novembre dello scorso anno si parlava di un incrocio
tra Amnesia e Mirror's Edge e in effetti, con una componente
in prima persona così votata alla corsa e con simili meccaniche
da horror in soggettiva, non si tratta di paragoni buttati lì a
caso. Outlast fa effettivamente paura e instaura fin dai primi
minuti di gioco una forte sensazione di disagio e di pericolo
imminente, grazie un'atmosfera forse risaputa e poco
originale
ma tale da garantire improvvisi spaventi ad hoc, corse a
ma tale da garantire improvvisi spaventi ad hoc, corse a
perdifiato e quella sensazione di continua tensione sottolineata
anche dal respiro affannoso e disperato del nostro povero
alter ego. Su questo versante Red Barrels ha fatto un lavoro
certosino, anche perchè spesso il senso di disagio si ha
anche verso i pazienti non pericolosi che si rivelano
comunque dei pazzi scatenati. E che dire della visione
notturna? L'unica "arma" del nostro giornalista è infatti
una telecamera compatta che diventa presto indispensabile
per illuminare le location buie. I rumori della telecamera
e dello zoom aumentano la tensione strisciante e l'effetto
visivo tipico nella night vision rende i nemici molto più
spaventosi di quanto non lo siano di solito. Tra l'altro la
telecamera si porta dietro l'unico vero "scopo" del gioco
oltre a quello di uscire vivi dal manicomio, ovvero trovare
le batterie sparse per le stanze e i corridoi che per fortuna
abbondano e non rappresentano mai un vero problema.
Forse sarebbe il caso di alzare i tacchi e di non farsi
Forse sarebbe il caso di alzare i tacchi e di non farsi
toccare da costui.
Se a quanto scritto fino si aggiunge un comparto grafico
Se a quanto scritto fino si aggiunge un comparto grafico
diligente e all'altezza delle aspettative per un titolo di
questo tenore produttivo (per non parlare dello splendido
comparto audio), Outlast merita la massima attenzione
da chi è un minimo appassionato di horror e di emozioni
forti di fronte al monitor del proprio PC. Eppure Red Barrels
non è immune da qualche critica. L'accumulo iniziale di
immagini forti e scioccanti (corpi smembrati, cadaveri
mutilati ecc.) tende a diluire nel corso del gioco il senso
di orrore del manicomio, ma anche l'attesa mentre si è
nascosti e si deve aspettare che il nemico torni alla
posizione di origine si fa spesso un po' troppo lunga,
soprattutto dopo la decima volta che compiamo la stessa
azione.
Non tutti i pazienti vogliono scannarci, ma il tasso di
Non tutti i pazienti vogliono scannarci, ma il tasso di
pericolo è decisamente elevato.
Perchè in fondo il limite maggiore di Outlast sta nella sua
Perchè in fondo il limite maggiore di Outlast sta nella sua
formula vincente ma anche un po' ripetitiva e limitata,
sebbene la longevità medio-bassa (6-7 ore) non rischi
mai di annoiare veramente. Chissà infatti cosa poteva
uscirne se Red Barrels avesse optato per almeno qualche
arma difensiva trovata nel manicomio, o se, a parte le
batterie della telecamera, ci fossero stati altri oggetti
altrettanto importanti da cercare e trovare. Senza questi
spunti Outlast rischia per alcuni di trasformarsi più in un
"escape horror" che non in un survival horror; funziona
comunque alla grande se si cercano brividi e salti sulla
sedia, ma resta un po' di amaro in bocca per le potenzialità
altissime non sfruttate al cento per cento.
COMMENTO
Outlast è un horror game che ha il grande merito di far
COMMENTO
Outlast è un horror game che ha il grande merito di far
paura e di terrorizzare con armi semplici ma efficacissime
come il buio, i rumori, la fuga disperata da un pericolo, il
vedo e non vedo, l'orrore di una location perfetta per lo
scopo. A Red Barrels non si può rimproverare nulla su
questo versante e anche la realizzazione tecnica convince,
ma dopo circa sette ore si giunge alla fine di tutto con la
convinzione che il team canadese avrebbe potuto osare di
più in termini di gameplay e varietà di situazioni. Outlast
rimane comunque un signor survival horror o, come forse
sarebbe più giusto definirlo, un "escape horror".
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