lunedì 10 marzo 2014

YS: MEMORIES OF CELCETA (ps vita) RECENSIONE


Ys: Memories of Celceta

Nonostante sia nata nell'ormai lontano 1987, la saga di Ys non è mai stata particolarmente apprezzata in un mercato difficile ed esigente come quello europeo. D'altro canto, i cosiddetti giochi di ruolo à là giapponese che vengono distribuiti in occidente non sono poi molti e sono ancora meno quelli che riescono a riscuotere successo. Falcom ha provato più volte a far parte di questa nicchia, sfornando Ys: Memories of Celceta: si tratta di un reboot del quarto capitolo della serie sviluppato in esclusiva per PlayStation Vita che offre delle importanti migliorie ed aggiunte, sia dal punto di vista narrativo che stilistico.

Scenari rinnovati, personaggi meglio caratterizzati e una trama arricchita da numerosi misteri e intrecci che assicurano un coinvolgimento maggiore. Il tutto è stato trasportato su una piattaforma che non poteva certo definirsi ricca di JRPG, dando così a PS Vita la possibilità di sopperire a questa sua carenza. Disponibile dal 20 febbraio in versione retail e dal 25 su PlayStation Store, la quarta avventura di Adol Christin si lascia finalmente scoprire da tutti i possessori della portatile Sony.




I combattimenti in Ys: Memories of Celceta non saranno casuali e gli avversari presenti nel mondo di gioco si incontreranno durante l'esplorazione.


IL CLICHÉ DELL'AMNESIA

Ys: Memories of Celceta potrebbe sembrare un prodotto incapace di stupire, perlomeno giudicandolo dalle prime battute: un uomo misterioso barcolla frastornato per il paesino di Casnia e sbatte contro un passante che, innervositosi, lo stende con un pugno. Il nostro avventuriero dai capelli rossi è privo di memoria, non sa dove si trova e si sente come un pesce fuor d'acqua. L'amnesia è probabilmente dovuta all'esplorazione della vicina foresta di Celceta, luogo per qualche oscuro motivo temuto dai villici, da cui è difficile far ritorno. Unitosi al compagno Duren, Adol viene messo davanti a un'offerta difficile da rifiutare per un avventuriero: disegnare una mappa della foresta, esplorandone ogni angolo e scoprendone i misteri che nasconde. Una trama che non ha niente di veramente nuovo da raccontare per un gioco di ruolo di stampo giapponese con un plot poco solido parte, inevitabilmente, con qualche punto in meno. La perdita della memoria, sebbene sia utile per dare diversi sbocchi alla trama e per giocare sul passato di Adol, è un cliché troppo ricorrente nei videogiochi. È un vero peccato che gli sviluppatori non abbiano pensato a una trama più originale, priva di idee già ampiamente abusate in decine di produzioni similari.

Questo escamotage ha permesso al team di sviluppo di giocare molto sui salti temporali fra il presente e il passato. Una scelta che potrebbe fare la felicità degli appassionati della saga, che si troveranno a vestire i panni di un Adol diciottenne e scrutare il passato del loro beniamino pel di carota, ma al contrario potrebbe in qualche modo destabilizzare i neofiti della saga con così tanti flashback. Fortunatamente, a livello di puro gameplay Ys: Memories of Celceta offre un battle system immediato ma allo stesso tempo molto profondo, coinvolgente e adatto sia agli esperti che a chi intendesse affacciarsi per la prima volta al brand di Falcom.




Le ambientazioni ci immergono in un universo fantastico, tra rovine, cascate, villaggi e una foresta tutta da scoprire. Peccato che la grafica non esprima il potenziale di PS Vita.



Il giocatore controllarerà direttamente uno dei membri del party affidandosi a meccaniche hack'n'slash per avere ragione dei nemici, con la possibilità di passare da un personaggio all'altro con la semplice pressione di un tasto. L'intelligenza artificiale che governa i propri alleati è ottima e si dimostra capace di attaccare in modo preciso i giusti bersagli, schivare colpi e recuperare oggetti. L'azione avviene direttamente nel mondo di gioco, durante le fasi di esplorazione; pertanto non sono presenti incontri casuali e come nei tradizionali GdR giapponesi. Non mancheranno diverse abilità e mosse speciali da sbloccare nel corso dell'avventura, che saranno più o meno efficaci contro determinate tipologie di nemici, suggerendo un approccio diverso di volta in volta. Un sistema di combattimento divertente che cela un ottimo bilanciamento fra immediatezza e profondità che aumenterà progressivamente con il prosieguo dell'avventura.
NELLA FITTA FORESTA

L'esplorazione è uno degli aspetti alla base del gameplay. Sebbene la mappa di gioco indichi il punto in cui dirigersi per procedere con la storyline, è importantissimo girovagare per le vie secondarie che di sovente porteranno a scoprire tesori nascosti. A dare maggiore spessore al titolo di Falcom sono poi le side-quest, che potranno essere prese in carico in ognuno dei villaggi che si visiteranno e che, per la maggior parte dei casi, porteranno ad affrontare determinati nemici o a recuperare materiali. Portarle a termine significa anche ottenere una ricompensa in denaro, nonché espandere ulteriormente la mappa di gioco. Come in ogni gioco di ruolo che si rispetti non poteva mancare la possibilità di personalizzare l'equipaggiamento, acquistando armi nuove oppure modificando quelle in possesso: il sistema di crafting proposto da Memories of Celceta è troppo semplice e non molto efficace a dire il vero, tanto che comincia ad assumere importanza soltanto dopo diverse ore di gioco, dimostrandosi alquanto superficiale nelle fasi iniziali.



Potenziare i personaggi per acquisire nuova abilità sarà quanto di più facile è stato visto finora. A volte, la semplicità è l'arma migliore.


PIÙ PSP CHE PS VITA

Il comparto tecnico è probabilmente la nota meno lieta della produzione: l'impatto con Memories of Celceta è decisamente quello di un prodotto troppo "vecchio" rispetto a quanto abbiamo visto girare sullo splendido display OLED di PlayStation Vita. Texture e modelli poligonali dei protagonisti e delle ambientazioni sono anacronistici rispetto le capacità hardware della console: rozzi nel caso degli edifici, scarsamente animati per i personaggi. L'impressione è di trovarsi di fronte a un gioco PSP fatto girare su PlayStation Vita, per di più con prestazioni neanche brillantissime.

Per fortuna, il tutto viene controbilanciato da splendidi filmati in stile anime e artwork che rendono giustizia a protagonisti e location che sfoderano un certo carattere, tipico della produzione Falcom. Da lodare anche la colonna sonora (ottima) e il discreto doppiaggio, nonostante l'assenza della lingua italiana. Sarà comunque sufficiente conoscere un pizzico di inglese per non avere problemi a comprendere l'evoluzione della storia, visti i dialoghi pressoché elementari e le battute comprensibili anche ai meno anglofoni. Infine, la longevità si attesta fra le 30 e le 35 ore di gioco. Buona senz'altro, ma non eccezionale rispetto ad altri esponenti del genere: la colpa è probabilmente da attribuirsi alle missioni secondarie, che non riescono a colpire quanto avrebbero dovuto.


Di tutti i capitoli della saga di Ys giocati da HAPPY GAME, Memories of Celceta resta di fatto quello più riuscito. Sebbene non soddisfi pienamente dal punto di vista tecnico e presenti una trama a tratti scontata, il titolo può vantare un sistema di combattimento frenetico e ben congegnato che incoraggia il giocatore a proseguire il suo viaggio in compagnia di Adol. Il coinvolgimento aumenta in maniera direttamente proporzionale all'evoluzione della trama, grazie a una buona libertà di esplorazione e un backtracking che garantisce grande profondità agli appassionati del genere. Nonostante si senta l'assenza della localizzazione in italiano, Ys: Memories of Celceta è facilmente comprensibile grazie a dialoghi semplici e piuttosto lineari. La piacevole colonna sonora e le scene di intermezzo che richiamano l'animazione giapponese, per finire, condiscono un'opera che merita l'attenzione sia di un pubblico veterano del genere, sia di giocatori principianti.

VOTO: 8

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