Al momento dell'annuncio di un remake per New Nintendo 3DS del celebre JRPG di Monolith Soft, in molti hanno storto il naso. E tutto sommato, era anche una reazione piuttosto comprensibile: stiamo parlando di uno dei prodotti più vasti ed imponenti mai usciti su console Nintendo, ed una fragile console portatile come il 3DS non sembrava sicuramente la piattaforma più adatta ad accogliere la complessità della sua trama e, soprattutto, della sua ricca ambientazione. Il focus del gioco è sempre stato spostato verso l'esplorazione di aree immense, che sembravano sulla carta incompatibili con il debole hardware targato Nintendo. Ed è proprio da questi evidenti limiti tecnici che ha avuto origine la scelta di sviluppare questo porting con in mente soltanto l'ultima revisione delle console, quella più potente e performante. Di fatto, buona parte delle motivazioni che hanno portato Nintendo ad avviare i lavori sulla riedizione portatile di uno degli RPG nipponici meglio riusciti degli ultimi anni sono proprio da ricercare nella necessità di mostrare i muscoli della console, e provare una volta per tutte il suo valore. Ma a noi, di tutti questi retroscena ci interessa davvero molto poco. Potremo tornare a solcare le interminabili aree esplorabili di uno dei mondi meglio caratterizzati che si sia mai visto in videogame, e questo è tutto ciò che dovrebbe interessare agli appassionati. Mettete pure da parte i vostri dubbi sulla bontà del porting, perché il lavoro svolto su questa riedizione è davvero magistrale. Quasi miracoloso, oseremmo dire. Xenoblade Chronicles 3D è una notevole prova di forza, forse mossa da intenti ben distanti dal puro amore per l'opera in questione, ma comunque decisamente apprezzabile e molto gradita.
Shulk è un ragazzo speciale, l'unico homs (il corrispettivo degli esseri umani nel mondo di gioco di Xenoblade) in grado di brandire con efficacia la Monade, una potentissima spada il cui potere resta ancora avvolto mistero. E per qualche strano motivo è anche l'unica arma, almeno tra quelle a disposizione degli "umani", in grado di contrastare l'incredibile potere dei Mechan, esseri sintetici senzienti che minacciano le terre di Bionis. Dopo un breve flashback iniziale, in cui vedremo Dunban intento a respingere le feroci creature, prenderemo finalmente il comando dell'indiscusso protagonista principale della nostra avventura. Da quel momento, sarà tutto un crescendo di emozioni. La storyline di Xenoblade Chronicles continua ad essere una perla di rara bellezza, un incredibile concentrato di colpi di scena e combattimenti al cardiopalma, da lasciare senza fiato, il tutto raccontato con fierezza da dialoghi interessanti e quasi sempre ben scritti. Ovviamente non mancano alcune piccole cadute di stile e brevi scambi di battute intrisi di retorica spicciola, ma è un problema limitatissimo e francamente mai fastidioso. Ciò che più stupisce è il ritmo della narrazione, incredibilmente alto e privo di eccessivi momenti di stanca. Dopo aver iniziato a giocare, non riuscirete più a smettere. In Xenoblade Chronicles tutto è curato nei minimi particolari, a partire dal background narrativo del mondo di gioco. L'intero universo è formato da due ecosistemi ben distinti, nati sui corpi di due giganti millenari, Bionis e Mechanis, che dopo un'interminabile ed estenuante lotta, hanno finito per annientarsi a vicenda con un ultimo attacco decisivo. Due mondi cresciuti sui resti di esseri appartenti a un'epoca passata, sulle cui superfici si ergono città in cui vivono centinaia di persone, molte delle quali sempre pronte ad assegnarci i più disparati compiti secondari. Parlare nei dettagli della trama, tuttavia, sarebbe estremamente deleterio, anche per un titolo già uscito da tempo su Nintendo Wii. Tutte le nostre convinzioni iniziali, del resto, anche quelle più radicate e apparentemente inamovibili, sono destinate a perdersi nel marasma di colpi di scena che si susseguirà durante la nostra avventura.
Ma come per ogni JRPG che si rispetti, anche in questo caso uno degli elementi più importanti da analizzare resta chiaramente il combat system. Non c'è niente di più caratterizzante per un titolo del genere. Descrivere il sistema di combattimento di Xenoblade è però tutt'altro che semplice, basterebbe una parola fuori posto per rischiare di essere fuorvianti. Partiamo dicendo che non siamo di fronte ad un classico RPG a turni, sebbene non si tratti neanche di una epocale e insipida svolta action qualunque. I combattimenti sono in tempo reale, ma continuano a mantenere inalterata la loro anima strategica, cui si aggiunge inoltre una componente tattica impossibile da implementare in giochi come, ad esempio, i vecchi Final Fantasy dei tempi che furono: quella strettamente legata al posizionamento del nostro personaggio. I nemici saranno tranquillamente visualizzati sulla mappa, senza transizione alcuna tra le fasi esplorative e quelle di combattimento, ed in base alla loro natura reagiranno in modo diverso agli stimoli esterni e alla nostra presenza. Alcuni mostri, ad esempio, ci attaccheranno soltanto quando faremo rumore passandogli vicini, mentre altri ci assaliranno non appena entreremo nel loro campo visivo; ed ovviamente non mancheranno neanche alcune specie non aggressive, che ci lasceranno in pace fino a quando non saremo noi ad attaccarle. Una volta iniziato il combattimento, troveremo a schermo un menu identico a quello visto nella versione originale, senza alcun tipo di modifica. Di fatto, il nostro personaggio attaccherà il proprio bersaglio in automatico da qualunque posizione, senza bisogno di premere alcun tasto, mentre molte delle abilità speciali "forzeranno" il giocatore a posizionarsi in un determinato modo rispetto al nemico (solitamente alle spalle o di fianco) per infliggergli danni aggiuntivi o qualche malus specifico. Purtroppo non avremo la possibilità di comandare più membri del gruppo contemporaneamente, o cambiare il personaggio controllato in corsa, operazione che sarà possibile soltanto scegliendo un nuovo leader all'interno della schermata di selezione del party. Una scelta di campo ben precisa che quattro anni fa ci aveva lasciati leggermente interdetti, ma che abbiamo metabolizzato e capito dopo pochissimo tempo. Potremo comunque interagire con i nostri compagni impartendogli semplici ordini, selezionabili con i nuovi dorsali secondari del New Nintendo 3DS. Niente di eclatante, a dire la verità, e più di una volta abbiamo anche "dovuto" rinunciare ad utilizzare questa funzionalità a causa della scomodità dei suddetti tasti, troppo lontani dalla posizione abituale delle nostre mani per essere raggiunti durante le fasi più concitate degli scontri. Un discorso a parte lo meritano invece le numerose abilità della Monade, arma potentissima e piena di segreti che verranno man mano sbloccati con il progredire della storia. Potremo ad esempio scegliere di proteggere l'intero party con uno scudo, oppure rendere i nostri nemici vulnerabili agli attacchi delle armi comuni degli abitanti di Bionis. Una delle abilità più importanti della spada di Shulk, però, resta la sua capacità di prevedere il futuro, anticipandoci attraverso una rapida visione i successivi attacchi del nemico. Potremo anche dirottare l'attenzione del nemico su di noi "avvertendo" il nostro compagno del pericolo imminente, ma questo ci costerà un segmento di una barra posta in alto a sinistra dello schermo, incaricata di tenere traccia dell'attuale sintonia tra i membri del party. Lo stesso indicatore, inoltre, una volta riempito ci consentirà di compiere una serie di attacchi combinati potenzialmente devastante. In questi frangenti, vengono a galla anche alcune piccolissime mancanze insite nel combat system del gioco. Durante questi attacchi speciali il tempo si fermerà, e potremo decidere in sequenza quale tecnica far utilizzare ad ogni membto del gruppo. Potremo ad esempio utilizzare Shulk per "fiaccare" il nemico per poi atterrarlo con Reyn utilizzando una tecnica efficace soltanto sui nemici con quel particolare malus attivo. Finezze che, normalmente, tendono ad esser lasciate nel dimenticatoio dalla - pur ottima - intelligenza artificiale che muoverà i nostri compagni durante le normali fasi di combattimento. Il sistema di combattimento di Xenoblade Chronicles 3D, insomma, resta in tutto e per tutto identico a quello dell'originale, con tutti i suoi tantissimi pregi e le sue piccole imperfezioni. Caratterizzato ancora una volta da una potente ed appagante vena tattica, il JRPG sviluppato da Monolith Soft continua di conseguenza a regalare innumerevoli soddisfazioni. E per carità, non chiamatelo "action".
Sebbene la conversione per New Nintendo 3DS non presenti variazioni di sorta rispetto all'opera originale, una volta avviato il gioco ci siamo immediatamente resi conto di quanto la produzione fosse, in realtà, compatibilissima con la "natura portatile" del piccolo handheld di Nintendo. Mettendo per un attimo da parte i tecnicismi e il trattamento ricevuto dal mondo di gioco in fase di porting, Xenoblade Chronicles si è rivelato uno dei JRPG più adatti al compito assegnatogli. Una delle caratteristiche più importanti ed interessanti del titolo, in tal senso, è senza ombra di dubbio la possibilità di salvare in qualunque momento. Un approccio molto semplice e flessibile, capace di accompagnare con grazia la sovrabbondanza contenutistica del titolo, che inserita in un contesto simile rischiava di diventare estremamente tossica e dannosa. Anche le subquest sono gestite con intelligenza, e cercheranno sempre di limitare al massimo il backtracking. Una volta ottenuta una missione di raccolta, ad esempio, non sarà quasi mai necessario tornare dall'NPC dal quale l'avevamo iniziata. Raccolto l'ultimo dei materiali richiesti, si aprirà automaticamente la schermata di completamento della quest, dalla quale potremo ottenere immediatamente il bottino pattuito; e lo stesso sarà vero anche per le missioni di caccia, logicamente. Un'ulteriore, potenziale criticità era invece rappresentata dalle grandi distanze che separano le varie aree del gioco. Del resto, ormai lo abbiamo rupetuto in tutti i modi possibili: le aree di gioco sono onestamente tra le più grandi che si siano mai viste in un gioco di ruolo nipponico recente, e navigare in continuazione da una parte all'altra della mappa a piedi sarebbe stato davvero eccessivo e frustrante. A tal proposito, nel gioco è stato inserito un efficace e convenientissimo sistema di fast travelling istantaneo, legato ai moltissimi "Punti di Riferimento" presenti nel gioco. Non è niente di particolarmente innovativo, questo lo sappiamo benissimo, ma resta pur sempre una dinamica molto importante nell'economia del gioco e quindi da tenere in grande considerazione. Sono proprio i piccoli accorgimenti, a fare la differenza tra un ottimo prodotto e la pura eccellenza che Xenoblade Chronicles 3D trasuda da ogni pixel.
Contrariamente a quanto accaduto in occasione della recensione di Majora's Mask, non abbiamo mai parlato di remake, bensì di porting o semplice conversione. Ed ovviamente, non è assolutamente un caso: se la controversa avventura di Link nelle terre di Termina era stata profondamente trasformata e rivista nella sua stessa essenza, quella di Shulk e compagni è stata soltanto riprodotta fedelmente su una console diversa. Un'opera di miniaturizzazione completa che ha miracolosamente lasciato inalterate tutte le caratteristiche principali del gioco, ma pur sempre identica all'originale. La sensazione che ci ha pervasi fin dai primi momenti di gioco è che Xenoblade Chronicles 3D fosse nato con un solo scopo ben preciso: quello di mostrare la rinnovata "potenza" dell'ultima versione della portatile della casa di Kyoto. Al di là dell'aspetto tecnico, comunque non proprio esaltante e a tratti visibilmente impoverito rispetto alla versione per home console, ci siamo trovati di fronte lo stesso identico mondo di gioco su cui avevamo messo piede per la prima volta quattro anni fa. L'hardware migliorato del New Nintendo 3DS, purtroppo, non si è dimostrato sufficiente a mantenere l'impatto visivo all'altezza dell'originale, ma in fondo questo non è mai stato il focus della produzione. Le differenze in termini di risoluzione delle texture, rispetto alla versione per home console, sono tuttavia abbastanza evidenti, sebbene non inficino in alcun modo la godibilità della produzione. Anche l'aliasing tende spesso e volentieri a sporcare leggermente di più i contorni dei modelli poligonali e degli oggetti in lontananza, che già nella versione Wii non erano sicuramente da prendere a modello. Le aree più aperte e complesse, ad ogni modo, continuano ad essere ricche di dettagli e completamente esplorabili senza alcuna restrizione, ed il passaggio da una zona all'altra è reso adesso ancor più gradevole dalla velocità fulminea dei caricamenti, persino più scattanti di quelli dell'opera originale. Chiudiamo questa breve disamina tecnica parlando della fluidità, uno degli aspetti da cui temevamo di poter rimanere maggiormente delusi. Ma ancora una volta, il magistrale lavoro di conversione ci ha subito rassicurati, e l'azione di gioco scorre sempre piuttosto fluida e scevra da particolari passi falsi. Ci sono alcune piccole incertezze, ma sono davvero inezie; lievissimi cali che si presentano in alcune, particolari situazioni piuttosto complicate da gestire. Ma davvero: sono cose piccolissime se rapportate alla grande qualità generale messa in campo dal titolo di Monolith Soft.
Ben più "grave" rispetto a queste minime - ma evidentemente necessarie - concessioni, invece, è la totale mancanza di supporto al touch screen. Se nelle battaglie l'utilizzo dello schermo inferiore per impartire comandi sarebbe effettivamente potuto risultare macchinoso e scomodo da gestire, non vediamo per quale motivo gli sviluppatori abbiamo evitato di impiegarlo quantomeno nella gestione dei menu di gioco. Cambiare equipaggiamento e gestire l'inventario, in tal caso, sarebbe sicuramente risultato molto più semplice, mentre allo stato effettivo delle cose queste operazioni continuano ad essere fin troppo macchinose e scomode. E lo sono ancor di più se pensiamo alla necessità di dover inserire e rimuovere spesso e volentieri le gemme incastonate in armi ed armature varie prima di cambiarle. Per altro, i menu più complessi sono sviluppati seguendo una struttura "a tab" che sembrava prestarsi molto bene ad essere utilizzata a colpi di pennino. Anche l'effetto stereoscopico è ben poco efficace, e mostra chiaramente la fretta con cui è stato implementato. Siamo perfettamente consapevoli delle difficoltà legate al suo inserimento in un prodotto che inizialmente non lo prevedeva, ma con l'eccellente lavoro svolto in tal senso dal team responsabile dei due remake di Zelda ancora ben impresso nella mente, non possiamo che restare leggermente delusi. L'unica "aggiunta contenutistica" - se così si può chiamare - rispetto all'originale è rappresentata da una voce aggiuntiva del menu principale, che ci condurrà in una poco interessante sezione dedicata allo sblocco di "modellini virtuali" dei personaggi o di musiche tratte della colonna sonora del gioco, "acquistabili" attraverso gettoni ottenibili in svariati modi, tra cui l'utilizzo dello StreetPass e degli amiibo compatibili. Davvero troppo poco, a nostro avviso.
Xenoblade Chronicles continua ad essere, ancora oggi, uno dei migliori JRPG in circolazione. Grazie alla sua incredibile versatilità e all'immediatezza con cui gestisce la complessità delle sue meccaniche di gioco, la produzione di Monolith Soft si è trasferita sui piccoli schermi del nuovo Nintendo 3DS senza subire particolari contraccolpi. Xenoblade Chronicles si è dimostrato ancora una volta un titolo imprescindibile per tutti gli appassionati del genere, o almeno per quelli che non hanno già giocato il titolo su Nintendo Wii. Perché nonostante l'accuratezza e la fedeltà di questa conversione, il gioco resta fondamentalmente lo stesso di allora. Xenoblade Chronicles 3Drappresenta una ghiotta occasione per recuperare un vera propria pietra miliare del videogioco che, nonostante la giovanissima età, è già diventato un grande classico. Il team di sviluppo ha riposto grandissima cura nella miniaturizzazione dell'esperienza di gioco originale, ma sembra aver ignorato completamente le altre caratteristiche della console di riferimento. Il risultato è un porting non esaltante, che sembra nato più dal desiderio di conseguire un considerevole achievement tecnico che non dall'amore per l'opera in questione. Poco male, perché di giochi così belli e appassionanti se ne vedono davvero pochi. Ed è proprio questo, in fondo, ciò che conta di più.
VOTO GLOBALE 8.5
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