giovedì 29 agosto 2013

Etrian Odyssey IV: Legends of the Titan (3ds): Recensione


L'ultima moda di un mercato che nella riscoperta dei classici trova una via per fuggire alla stagnazione creativa, pare essere il recupero dei GDR Grid-Based. Sbaglia però chi pensa che il fenomeno sia nato e cresciuto in ambito PC, prima con Legends of Grimrock e poi con l'annuncio di Might & Magic X Legacy. A chi crede che Steam sia l'unica piattaforma eretta in difesa dello spirito “hardcore” dei tempi che furono, vogliamo ricordare che Atlus ha lanciato il suo Etrian Odyssey nell'ormai lontano 2007, ammaliando i videoplayer più conservatori che avessero un Nintendo DS a portata di mano.
All'epoca il titolo fece scalpore proprio per l'adesione ad un canone che si pensava perduto: quello dei Dungeon Crawler in prima persona. La forte componente strategica ed una propensione ad abbracciare persino i valori del ruolismo cartaceo ne fecero una piccola perla nella line-up del portatile Nintendo, fortunatamente trascinata in Europa in tempi tutto sommato decenti.
Nonostante il buon riscontro presso gli appassionati, in pochi avrebbero scommesso che Etrian Odyssey sarebbe diventata una serie regolare. Ed invece, dopo tre capitoli all'attivo, la saga approda su Nintendo 3DS con Etrian Odyssey IV: Legends of the Titan.
Quest'ultimo capitolo è fra l'altro il migliore e più completo, non solo perchè forte di un look molto più gradevole, ma anche per le modifiche alla struttura di base, che riesce ad incarnare alla perfezione uno spirito vivacemente “avventuroso”, e mette da parte la ripetitività che sfortunatamente affliggeva i vecchi episodi.
Etrian Odyssey 4 è insomma un GDR eccelso, anche se ostico e duro. Se non vi spaventano le sfide impegnative e volete riscoprire i valori di un genere antichissimo, la proposta Atlus è seriamente da prendere in considerazione.
I preamboli narrativi di Etrian Odyssey IV sono esili e sbrigativi. A capo della gilda di esploratori che avete fondato dovrete partire dalla città di Tharsis alla volta dell'albero della vita, al fine di scoprirne i segreti. La sagoma di Yggdrasil si staglia contro l'orizzonte della contea, visibile da ogni dove: simbolo mitico dell'esistenza e promessa di grandi avventure. Come spesso, quello che conta non è la meta, ma il viaggio: e il gioco lo mette in chiaro fin da subito, immergendovi in una ragnatela di quest, obiettivi, dungeon e ambientazioni da esplorare seguendo i guizzi della propria curiosità. Sebbene molto ordinato e costellato da personalità ben caratterizzate, lo svolgimento narrativo resta sempre in disparte, come se volesse evitare di pilotare l'esperienza di gioco. 
Il senso di estrema libertà che si manifesta dopo appena qualche ora di gioco è sicuramente la qualità migliore di Etrian Odyssey IV, che schiva finalmente la monotonia a volte desolante dei suoi predecessori grazie ad una struttura non lineare e stimolante.
Come si diceva in apertura è proprio questo piglio avventuroso, riscoperto dalle recondite profondità del Gioco di Ruolo cartaceo, che rende il titolo Atlus così particolare e ben riuscito.Allentando la morsa del grinding, sempre necessario ma stavolta “diluito” grazie ad una sequenza di quest da seguire senza troppe costrizioni, il gioco diventa meno severo, almeno complessivamente, dando all'utente la possibilità di adoperarsi in vari incarichi secondari prima di tornare a sbattere la testa su quello scontro che pare impossibile.


Sul fronte del Combat System, infatti, Etrian Odyssey IV non fa sconti. L'esplorazione dei dungeon avviene sempre con visuale in prima persona, mentre ci si muove in una griglia che rappresenta la mappa di gioco. Proprio la mappa è un elemento importantissimo della saga Atlus: come nei vecchi capitoli, è il giocatore stesso che è invitato a disegnarla ed aggiornarla usando gli strumenti del touchscreen, per ricordarsi poi di pericoli, trappole e punti di interesse. La maggior parte degli scontri è casuale, ed avviene secondo un'impostazione classica a turni. L'impianto ludico di Etrian Odyssey IV non differisce molto rispetto a quello dei predecessori: i cinque personaggi che abbiamo a disposizione vanno disposti su due file, a seconda delle loro propensioni, e di volta in volta è necessario selezionare l'azione da far compiere al personaggio. Spendendo Tech Point è possibile usare le Skill, che si alternano fra colpi speciali, magie, alterazioni di stato.
Importantissimo ai fini del gioco è creare un party ben bilanciato, scegliendo bene le classi da portare in battaglia. All'inizio ce ne sono sette a disposizione, ognuna con le sue specificità. Onde evitare brutte sorprese, è bene spulciare fin da subito il menù delle abilità, che potrete sbloccare o potenziare grazie agli skill point guadagnati livello dopo livello: fondamentale è scegliere quelle che siano utili, più che al singolo, al party nella sua interezza. Ai giocatori meno esperti consigliamo vivamente di inserire un medico ed un tank nella formazione, per ridurre al minimo l'emorragia di Punti Ferita a cui si va incontro nel corso dell'esplorazione.
L'impianto tattico di Etrian Odyssey IV, in ogni caso, si rivela ben presto profondissimo, ed anche gli scontri contro i “minion” meno aggressivi vanno affrontati con cognizione di causa e soprattutto con lungimiranza. La gestione delle risorse del party deve essere parsimoniosa, lo studio delle routine d'attacco dei nemici è fondamentale.
A chi avrà la determinazione di proseguire, Etrian Odyssey IV svelerà poco a poco nuove opzioni: personaggi speciali da reclutare, classi extra da sbloccare, sub-class ed altro ancora. Esplorare le possibilità del combat system è un vero piacere, anche grazie ad un'interfaccia sempre pulita e chiarissima, ed a Skill Tree ben organizzati, che permettono di pianificare in anticipo il “percorso di formazione” di ciascun eroe. Incontrare un sistema così ben congegnato e profondo è un vero piacere, anche per chi  solo rapsodicamente ed in maniera piuttosto indolente il mondo dei GDR di stampo nipponico. La classicità di Etrian Odyssey IV, la sua difficoltà risoluta, non sono in nessun caso un ostacolo, ma sempre uno stimolo ed un invito a migliorarsi.


Ben consistenti sono le novità di questa quarta iterazione del brand, ottimamente integrate nel tessuto di gioco. La prima è la presenza dei FOE, enormi bestie dalla potenza devastante che compaiono nelle mappe, mettendo a rischio la sopravvivenza del party nel caso in cui si incappi nel loro cammino. Il giocatore, almeno sulle prime, è chiamato ad evitarli ad ogni costo, se non vuole esser spazzato via senza pietà. Questa necessità innesca delle piccole sfide tutte cerebrali, in cui bisogna studiare i movimenti del nemico (visualizzato fisicamente nell'ambientazione, a differenza degli avversari standard). Ben presto si troveranno versioni dei FOE in grado di interagire con l'ambiente, modificandone la struttura. Si innesca così una sorta di “danza tattica”, declinata turno dopo turno, casella dopo casella: forse la fonte d'ispirazione è proprio il già citato Legends of Grimrock, ed il risultato amplia sicuramente la gamma di situazioni da affrontare.
Anche l'introduzione del pallone aerostatico è fondamentale: grazie all'aeronave (sbloccata dopo neppure un'ora di gioco) è possibile esplorare la contea di Tharsis e, come si diceva, questo influisce molto sui ritmi della progressione. Anche le fasi aeree sono organizzate come l'esplorazione dei dungeon, a caselle, ma si focalizzano di più sulla ricerca di tesori e risorse, rappresentando un ottimo intermezzo fra un labirinto e l'altro.
Si sottolinea poi l'introduzione di un nuovo livello di difficoltà, “Casual”, pensato per chi cerca un'esperienza di gioco meno estrema. Selezionando l'approccio più morbido aumenterà l'esperienza guadagnata, mentre il costo di certi servizi sarà azzerato. Anche in questo modo, tuttavia, la difficoltà non si smussa: non pensate di andare avanti senza ponderare la sequenza di azioni da far compiere al vostro team. Anche grazie ad una gestione diversa del Game Over, la modalità Casual allenta la tensione, e si rivela perfetta per i neofiti. Ma in fondo è forse tutta la struttura di gioco che è pensata per favorire l'avvicinamento a Etrian Odyssey IV di un pubblico meno smaliziato: apparentemente meno complesso del predecessore (che proponeva fin da subito opzioni di personalizzazione del team davvero estreme), il gioco svela poco a poco tutta la sua profondità, e cerca di eliminare ogni possibile stallo, rivedendo appunto le modalità di avanzamento nell'avventura. Pur restando fortemente di nicchia, insomma, Etrian Odyssey IV compie un deciso passo in avanti.
L'ultima delle novità del titolo Atlus riguarda le possibilità di interazione con gli altri giocatori, tramite street pass e QR Code, che permette di scambiarsi Guild Card e personaggi. Potete quindi chiedere aiuto ai veterani, e tenete d'occhio le iniziative di Atlus, che distribuirà quest e contenuti aggiuntivi tramite codici da scansionare con il lettore.


In ultimo è bene segnalare i notevoli ritocchi alla componente grafica e artistica. Come sempre gli sprite dei personaggi sono ispiratissimi, con un chara-design molto nipponico, non troppo carico di dettagli, che ricorda un po' quello di Disgaea, anche se perfettamente collocato nel contesto fantasy della produzione. Anche gli ambienti 3D sono evocativi, con cromatismi vivaci e molti elementi caratteristici, sufficienti per allontanare quell'alternanza monocorde di ambienti che nei primi capitoli della saga lasciava un po' interdetti. Non ci può dire comunque che texture e mole poligonale mettano alla prova l'hardware Nintendo, che ha dimostrato in passato prestazioni ben migliori. Anche l'effetto 3D non è implementato in maniera troppo interessante, ed anzi resta un sovrappiù che poco aggiunge all'immersività.
Deliziosa invece la colonna sonora interamente orchestrata, perfetta per trasmettere lo spirito complessivo di un'avventura longeva e sempre ben tenuta.

Etrian Odyssey IV: Legends of the Titan è di gran lunga il miglior capitolo della saga. Resta un titolo criptico, impegnativo, dedicato soprattutto a quei giocatori che ricordano i tempi delle prime partite a Dungeons & Dragons con nostalgia. Stavolta però anche chi non sente il fascino degli RPG cartacei e dei vecchi Dungeon Crawler Grid-Based può avvicinarsi con più sicurezza al prodotto: non solo per l'apparizione di un Casual Mode (che smussa solo un po' la difficoltà complessiva), ma anche perchè Etrian Odyssey IV è un titolo meglio organizzato e più vario.
Collocata nell'alveo del suo genere, la produzione Atlus rappresenta un esponente eccellente: un titolo stimolante e ben pensato, profondo e strategicamente molto solido.
Per molti spaventoso, dello stesso spavento che si prova di fronte alla cattiveria di Dark Souls, per altri troppo scarno ed essenziale nel look e nella componente narrativa, resta uno dei simboli di questo “neoclassicismo videoludico” che si rispecchia in un mercato più vivace e sfaccettato.

VOTOGLOBALE 8.5

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