Quella di Saints Row è una delle saghe più discusse del mondo videoludico, tanto che sia la critica che il pubblico si dividono in due fazioni ben distinte, che supportano o disprezzano ogni iterazione. L'atteggiamento è insomma lo stesso che si registra con le parodie cinematografiche più leggere: c’è chi riesce a divertirsi con l'ennesimo Scary Movie, e chi invece chi lo boccia in tronco, mal sopportando una comicità a volte estrema e “viscerale”, che sbeffeggia in maniera quasi caricaturale i cult dell'industria.
Ma in fondo Saints Row non è diventato proprio questo? Una grande parodia del mondo dei videogiochi, dei generi più in voga, delle sue esagerazioni. Proprio a causa del successo che questa particolare comicità (diremmo “pantagruelica”) riscuote negli Stati Uniti, i ragazzi di Volition ci sono andati giù pesante, specialmente con il terzo capitolo della serie: forse il più sboccato, per nulla morigerato o trattenuto, tanto che certi aspetti del titolo fanno discutere ancora oggi. In particolare tutti gli espliciti riferimenti sessuali, come la corsa sadomaso sui carretti o la possibilità di brandire un enorme giocattolo fallico per picchiare gli ignari passanti, ebbero effetti contrastanti sull'audience.
Nonostante le controversie, è innegabile per lo meno il successo dell'IP, passata dalla fallimentare THQ a Deep Silver, che finalmente si appresta a pubblicare l’atteso quarto capitolo. Il nuovo publisher avrà smorzato in qualche modo gli eccessi del suo diretto predecessore?
Dopo diversi giorni di intense prove, siamo pronti ad esaminare nel dettaglio Saints Row 4. Preparatevi: si torna a Steelport!
Anche in questo capitolo vestiremo i panni del capo dei Third Street Saints, una banda di strada ormai uscita dal ghetto. La scalata sociale dei Saints, a giudicare dall'incipit del titolo, dev'essere andata piuttosto bene, perchè in Saints Row 4 ci si ritrova nientemeno che sulla poltrona del presidente degli Stati Uniti. Eppure, guarda caso, scopriremo che essere a capo della nazione più potente del mondo è un fardello non indifferente: dovremo destreggiarci tra conferenze stampa e importanti (o discutibilissime) questioni su cui legiferare (preferite risolvere la fame del mondo o trovare la cura per il cancro?). D'un tratto, la nostra presidenza sarà minacciata da un’improvvisa invasione aliena, da parte del bellicoso impero Zin. Sin dai primi minuti di gioco, insomma, glieccessi comici tipici della produzione Volition si fanno sentire. Tra Gangaster di strada nel nostro consiglio di gabinetto ed un numero impressionante di riferimenti a saghe culto dei videogiochi e del cinema (immancabile Call of Duty, “tirato dentro” a più riprese), chi ha apprezzato i precedenti capitoli della saga non potrà che rimanere ammaliato da questo sequel.
Ad ogni modo il nostro presidente si ritroverà presto alla mercé degli alieni, costretto a girovagare per una ricostruzione virtuale di Steelport invasa dai malvagi extraterrestri. Il nostro compito sarà quello di battere gli invasori al loro stesso gioco, e liberare così i fidi membri dei Saints appartenenti allo staff presidenziale, per riportarli nel mondo reale. Considerati i toni leggeri e spassosi del plot, bisogna dar conto agli sceneggiatori di aver lavorato sodo, per costellare le vicende -surreali e sempre sopra le righe- di sorprese e colpi di scena, in una sapiente alternanza tra momenti comici e sequenze epiche che sembrano uscite da un blockbuster d’azione.
E' insomma la varietà il leitmotive di Saints Row 4: il team si è dato un gran da fare per far collidere diversi stili e situazioni eterogenee: vi basti pensare che nella Steelport virtuale potremmo acquisire dei superpoteri, trasformando il titolo in uno strano miscuglio tra Matrix e Protoype. E non manca persino qualche influenza di Mass Effect: quando non saremo connessi alla rete aliena, potremo girovagare per l'astronave rubata agli Zin, interagire con il nostro equipaggio o “provarci” con i membri del team (siano essi uomini, donne o macchine).
Rispetto al terzo capitolo, la capacità di parodiare i grandi capolavori del mondo dei videogame o le eccellenze di Hollywood si fa sentire più marcatamente: ne esce una sceneggiatura bizzarra, tamarra, esagerata, ma sicuramente meno triviale che in passato.
E’ UN UCCELLO ? UN AEREO ? NO, E’ IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI D’AMERICA!
Tra le innovazioni di questo quarto capitolo, quella dei super poteri è senza dubbio la novità che ha destato maggior interesse, dal momento che influisce in maniera consistente sul gameplay di Saints Row 4. Il nuovo capitolo della saga sembra quasi una sorta di Crackdown iperpompato, dove si può correre verticalmente sui grattacieli, effettuare balzi sovrumani e lanciare palle di fuoco. Queste sono solo alcune delle diverse abilità che apprenderemo completando le missioni principali, o procedendo nel gioco e raccogliendo i diversi “Cluster” sparsi per la città. Alcuni tra i giocatori più conservatori potrebbero accusare Volition di aver stravolto la saga, tuttavia ci teniamo a rassicurarvi che l’anima free roaming di Saints Row è rimasta immutata.
Le nuove capacità permettono semplicemente di esagerare in ogni aspetto del gioco, ad esempio lasciandoci eseguire combo ancor più micidiali su chiunque tenterà di sbarrarci la strada, o permettendoci di spostarci da una parte all'altra della mappa senza necessariamente utilizzare i mezzi (ma schizzando come cavallette).
E' insomma una fortuna che la politica degli eccessi abbia stavolta intaccato l'aspetto ludico del titolo e non solamente quello legato all'ironia Politically Incorrect. Al di là delle ovvie somiglianze con il Prototype di Activision, insomma, l'introduzione dei superpoteri è stata un vero e proprio colpo di genio.
Data la natura sandbox del titolo, il giocatore sarà libero di esplorare a piacimento la città di Steelport immediatamente dopo le prime missioni introduttive. Oltre alla quest principale, le attività da svolgere sono tantissime: alcune sono completamente inedite, mentre altre sono state importate dal terzo capitolo. Oltre al vandalismo a piedi, alle scorribande con veicoli ed alle truffe (rivisitate con armi e veicoli alieni), si aggiungono le sfide con i superpoteri. Ad esempio troviamo sessioni “podistiche” denominate “fuoco e fiamme”, dovremo intraprendere una corsa supersonica tra le strade della città prima dello scadere del timer, oppure le sfide di un “super fight club”, in cui fare incetta di super cattivi.
Vi sono anche una serie di incarichi secondari legati alla trama del titolo, che ci permetteranno di ottenere importanti upgrade o sbloccare i super poteri per gli alleati liberati nelle missioni principali: saremo infatti in grado di chiamare i membri del nostro consiglio di gabinetto per darci man forte sul campo.
La varietà, avrete capito, non manca, e la svolta aliena aiuta in tal senso: potremo condurre a piacimento anche delle incursioni di sabotaggio contro le installazioni Zin, e liberare così vaste aree della città dall’influenza extraterreste, permettendoci di reclutare persino i passanti tra le fila dei Saints.
Saints Row 4 si riconferma insomma un titolo vastissimo, anche se resta perlopiù un immenso “sfogo videoludico”, che propone una vasta offerta di attività frenetiche, immediate, ma leggere e sempre disimpegnate. Ed è così che il continuo riproporsi degli eventi “casuali”, nonchè delle missioni facoltative, a lungo andare incontra i limiti con cui ogni free roaming deve scendere a patti.
Per contrastare l'immancabile iteratività, i negozi in giro per la città propongono articoli in gran quantità, consapevoli che il “giocazzeggio” di Saints Row 4 passa anche dalla customizzazione del personaggio. Dedicarsi allo shopping selvaggio è sempre uno sfogo interessante: qui si può scegliere tra una moltitudine di abiti, che spaziano da eleganti smoking arancioni, orribili abbinamenti trash in puro stile Volition, sino ad arrivare ai costumi da supereroe. Ci sono poi diverse officine e negozi tramite i quali potremo customizzare e potenziare armi e auto, e cliniche di chirurgia estetica per (ri)accedere all'editor del personaggio e cambiare qualsiasi elemento (sì: proprio tutti!).
Ovviamente data la presenza di creature extraterresti, gli sviluppatori hanno ben pensato di introdurre una moltitudine di veicoli ed armi alieni. Potremo salire a bordo di strane automobili fluttuanti e di potenti navicelle in grado di mettere a ferro e fuoco la città, ma anche imbracciare pistole improbabili, come un fucile in grado di generare piccoli buchi neri o la Dubstep Gun: un’arma che spara -a ritmo di musica- dei proiettili in grado di far ballare chiunque vi capiti a tiro.
Saints Row 4, insomma, vuole rilanciare la serie soprattutto dal punto di vista quantitativo: se non è “better” dei tanti Free Roaming che hanno affollato questa generazione, sicuramente il titolo è (much much) bigger.
Esiste anche una modalità multiplayer che ci permette di condividere l’intera esperienza di gioco con un amico, ee sparse per la città si potranno trovare diverse sfide che ci permetteranno di gareggiare in modalità versus. Alcune sono alquanto singolari: nella modalità “gatto e topo” dovremo fuggire con una carretta da minigolf mentre il giocatore avversario ci insegue con un carro armato. Ma anche in questo caso la storia si ripete: la modalità multiplayer non ci ha colpito particolarmente, anzi ci è parsa piuttosto insipida, specialmente se paragonata con quella di altre produzioni congeneri.
Concludendo, bisogna ammettere che Deep Silver ha lavorato bene per il rilancio della saga. Ha anzitutto “abbassato i toni”, tornando ad un umorismo più citazionista e sicuramente più “sano”, e poi ha lavorato per ampliare il gameplay, sfruttando la vena assurda del plot per inserire elmenti apparentemente molto eterogenei. Visto però che l'ambiente e soprattutto la filosofia del gioco son sempre gli stessi, è impossibile non sentire, soprattutto al limitare della generazione, il peso di un riciclo concettuale. Saints Row 4, per certi versi, sembra la rielaborazione di un’espansione in sviluppo per il terzo episodio prima del fallimento di THQ. Fortuna vuole che si tratti di un'espansione dagli ottimi contenuti. La sensazione viene accentuata anche dalla durata meno interessante della campagna: la scia di missioni principali si porta a termine in men che non si dica (circa otto ore), e solo le quest secondarie (coi limiti di cui sopra) allungano la permanenza del gioco nei vostri Hard Disk.
Se siete milionari e non sapete come godervi il vostro capitale allora siete nel posto giusto. I folli di Volition hanno da poco annunciato la Super Dangerous Wad Wad Edition: alla modica cifra di un milione di dollari potrete accapparrarvi, tra le altre cose, un corso da spia professionista, un viaggio nello spazio con la Virgin Galactic, una Toyota Prius, una Lamborghini Gallardo e un intervento di chirurgia plastica a piacere. Naturalmente si tratta di un’operazione di marketing atta a promuovere il titolo; tuttavia si tratta di una trovata decisamente originale, non trovate?
Dal punto di vista tecnico Saints Row IV si basa su una versione aggiornata del CTG (Core Tecnology Group) engine già utilizzato per il terzo capitolo saga. Nonostante siano passati ben due anni, il motore riesce ancora a reggere il passo coi tempi, anche se denota una carenza poligonale nei modelli dei personaggi di contorno, specialmente se paragonati col protagonista e comprimari. Un netto miglioramento è stato ottenuto con gli effetti particellari, che rendono ancor più spettacolari esplosioni, raggi di luce e poteri di ogni foggia.
Data la natura dell’ambientazione (un programma alieno che riproduce virtualmente la città), gli sviluppatori hanno volutamente inserito un particolare effetto “pixelloso” che vedremo apparire casualmente durante le nostre partite su automobili e oggetti: una scelta scenica semplice e decisamente riuscita, che rende perfettamente la sensazione straniante della realtà virtuale. Anche il comparto animazioni risulta ben curato, ampliato dalle movenze che accompagnano i nuovi superpoteri: notevoli ad esempio le spettacolari combo che potremo eseguire con una brutalità fumettistica sui malcapitati alieni.
Per ciò che concerne la fisica di gioco, Saints Row 4 è mosso dal motore Havok, anche se avremmo apprezzato un'implementazione più attenta, dato che l'engine gestisce ben pochi elementi dello scenario, frenando in parte la sensazione di potenza legata alla distruttibilità dell'ambiente.
A parte questo sulla nostra configurazione di prova (un i5 2500 con 8gb di ram ed una Nvidia 560 Ti) siamo riusciti a gustarci l’ultima fatica Volition con tutti i filtri attivati al massimo, a 1920x1080, senza riscontrare particolari cali nel frame rate.
Sotto il profilo audio invece il titolo tocca vette d’eccellenza, a partire dall’ottimo doppiaggio (esclusivamente in inglese) che vede attori del calibro come Keith David, Terry Allan Crews, Michael Dorn (Il Worf di Star Trek) e molti altri: tutti riescono a dare un tocco davvero speciale ai bizzarri personaggi del titolo.
Ma non si possono non citare le sette stazioni radio (sei fanno ritorno dai precedenti capitoli), con le loro cento tracce, che spaziano dalla musica classica all’hip hop moderno. Se prendete il tutto e lo mescolate insieme ai convincenti effetti sonori, non avrete dubbi sul fatto che Saints Row 4 risulti una vera e propria festa per il vostro impianto.
Saints Row 4 non vuole abbandonare il podio dei titoli più trash, spacconi ed esuberanti di sempre. Giunti al quarto episodio, i ragazzi Volition rimangono ancorati all’humor tipico del precedente capitolo, anche se riducono la componente più spicciola e discutibile, per darsi al citazionismo più estremo.
L’introduzione dei superpoteri ed il setting alieno ravvivano la saga, che ritrova un po' di respiro anche dal punto di vista del gameplay, avvicinandosi (forse un po' troppo) a prodotti come Prototype e Crackdown.
Saints Row 4 si presenta anche con una veste grafica aggiornata, che seppur con qualche sbavatura riesce a fare egregiamente il suo lavoro.
Peccato che poi manchi quel guizzo in più, quella cura per i dettagli che avrebbe spostato la produzione più verso l'eccellenza dei sandbox targati Rockstar, allontanandola dalla sfera “comune” dei free roaming iterativi. Il fatto che la città sia sostanzialmente una copia di quella del terzo capitolo, le missioni secondarie impunemente riciclate e riproposte con poche variazioni, sono elementi che, anche a fronte di quest più fresche, tracciano confini un po' stretti per il titolo Deep Silver.
Consigliato agli amanti della saga, ma anche a chi cerca un titolo frenetico e disimpegnato.
VOTOGLOBALE 8
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