sabato 26 ottobre 2013

Batman Arkham Origins - Recensione


Neppure il Cavaliere Oscuro poteva lasciarsi sfuggire l'occasione

 di un ultimo saluto a questa resistentissima generazione
 videoludica. Terzo capitolo di una serie che ha contribuito a 
definire i tratti dell'action moderno, Batman Arkham Origins
 arriva però sollevando qualche perplessità in più rispetto ai 
suoi predecessori. Al timone del progetto non c'è più Rocksteady,
 team inglese che ha dato il via alla saga con lo splendido 
Arkham Asylum, bensì uno studio di sviluppo assemblato per
 l'occasione da Warner. E così, mentre il dev team originale riversa probabilmente le proprie energie creative in un capitolo next-gen,
 a noi tocca un episodio conservativo, apparentemente meno
 coraggioso, dai tratti piani e regolari e senza colpi di testa.
Ed in effetti non si può proprio dire che Arkham Origins sia 
originale, concentrato com'è a riproporci meccaniche sostanzialmente immutate rispetto a quelle del predecessore. Eppure, nonostante
 le impressioni nel corso dei primi playtest non fossero
 eccessivamente lusinghiere, il titolo ha saputo stupirci. 
Al di là di una mole di contenuti francamente eccezionale,
 la trama si dimostra ben orchestrata e addirittura coraggiosa,
 con momenti di rottura inscenati in maniera particolarmente 
efficace. Nonostante l'evidente spostamento del focus sulla 
parte action (a dispetto delle sequenze stealth), Origins è 
insomma un gran bel gioco, solido e duraturo ma soprattutto
 fortissimo sul fronte narrativo, per la gioia di tutti i fan del 
Pipistrello.

Come il titolo lascia intendere, la storia di Batman Arkham Origins
si ambienta durante i primi anni di attività del Cavaliere Oscuro.
 Di ritorno in una Gotham consumata dalla corruzione, Bruce Wayne si trasforma in un vero e proprio vigilante mascherato, intenzionato ad ostacolare i piani dei mafiosi che si intrecciano con le attività
 tutt'altro che trasparenti dei poliziotti corrotti.
Quello che abbiamo di fronte non è però il Batman che 
conosciamo: è un eroe ancora giovane, irruento e poco esperto,
 abituato a risolvere i problemi con qualche pungo in bocca piuttosto
 che con l'astuzia.
La "notte terribile" di questo nuovo paladino sarà proprio quella 
della vigilia di natale: Maschera Nera, esponente di spicco della 
"creativa" malavita di Gotham, ha messo una taglia sulla testa 
del pipistrello, e otto killer si trovano in città pronti a fargli la
 pelle.
La vicenda inizia in maniera molto regolare, mentre seguiamo
 gli indizi che potrebbero portarci a scovare l'astuto Roman 
Sionis o gli assassini sulle nostre tracce. Fin da subito si capisce
 però che il team ha voluto fare le cose in grande, inserendo 
una quantità impressionante di personaggi, ambientazioni e
 riferimenti all'universo creato da DC Comics. Basterà sapere che
 adesso avremo accesso alla Bat-Caverna (da cui partiremo alla 
volta di Gotham a bordo del Batwing), perché i fan si rendano 
conto del profondo sforzo compiuto per ottenere una caratterizzazione impeccabile.
La Gotham di Arkham Origins, insomma, pullula di personalità più o 
meno note, fra cui citiamo l'immancabile Edward Nigma (che 
ovviamente ha disseminato la città di indovinelli), il dissidente
Anarky, e Mr. Oswald Cobblepot - Il Pinguino - che estende le 
sue mani deformi e uncinate su tutti i traffici più loschi della
 città.
C'è da dire che a livello di caratterizzazione non tutti i villain 
spiccano, e da questo punto di vista il primo Arkham Asylum 
resta sempre un passo avanti a tutti (ricordate Killer Croc e 
l'eccezionale ScareCrow?). E tuttavia in questo Origins ci sono
 ottimi spunti su questo fronte, sia per quanto riguarda i villain
 "minori" (Copperhead, Deathstroke, Firefly) che sul fronte degli 
antagonisti principali, a cui ben presto si aggiunge -ovviamente-
 Joker. La trama principale, quindi, scorre in maniera veramente 
sostenuta,rivelando ben presto, dopo qualche prevedibile colpo 
di scena, tutte le sue qualità. Il rischio era quello di trovarsi di 
fronte ad un capitolo un po' "slavato", che usasse la scusa del 
prequel per chiudersi in una parentesi narrativa poco consistente. 
 invece quello di Origins è un racconto di formazione bello potente,
 intenso, che racconta non solo i profondi turbamenti di Batman, 
ma anche la nascita delle sue nemesi e dei suoi alleati. Si tratta
 di una storia corale, in cui spuntano i primi incontri con il commissario
 Gordon e l'efferata brutalità di Bane, ma soprattutto costellato di 
tanti altri personaggi la cui storia personale verrà fortemente 
cambiata dall'incontro con Batman o con le menti criminali di Gotham. 
C'è un momento, a metà dell'avventura, in cui Origins racconta un fondamentale evento di fondazione (dal quale dipenderà il futuro 
di tutti i personaggi), gestito dal punto di vista scenico e ludico 
in maniera veramente sopraffina: è qui che il titolo lascia di stucco
 chi si aspettava un plot conservativo.
Anche nell'ultima parte dell'avventura, che procede con qualche 
colpo di scena ma in maniera tutto sommato regolare, si trovano
 spunti interessanti: ad esempio alcune tematiche riprese dai primi
 due film della trilogia di Nolan, ottimamente "tradotte" in linguaggio videoludico, che non erano state esplorate neppure da Arkham City.
Insomma, questo terzo episodio è persino più coraggioso del suo predecessore, con tematiche più profonde e, dal punto di vista del
 plot, globalmente più riuscito. Peccato che l'edizione italiana sia in
 qualche caso sporcata da un doppiaggio discreto ma non sempre
 al top. Buona la prova recitativa degli attori, non sempre adeguata
 la selezione di voci, spesso molto caricaturali.
Non è questo, tuttavia, un dettaglio che sporca troppo una
sceneggiatura sinceramente esemplare.

Arkham Origins è, sul fronte ludico, sostanzialmente identico 
al suo diretto predecessore, da cui eredita non solo l'alternanza fra combattimenti e fasi stealth, ma anche l'impianto Free-Roaming.
Proprio su questo punto il team Warner Montreal ha lavorato abbondantemente, allargando a dismisura i confini della mappa.
 La Gotham che ci troviamo di fronte è enorme, piena di palazzine,
 grattacieli, fabbriche: gli addobbi natalizi ed il sottile manto di 
neve fresca si posano su una città dall'estensione quasi imbarazzante.
 Tanto che la console in più di un'occasione inciampa, rallenta, si 
blocca per qualche secondo di caricamento: soprattutto dopo gli 
inediti Fast Travel, che ci permettono di spostarci fra i quartieri
 della città grazie al Batwing. Per fortuna la problematica viene 
azzerata quando ci troviamo all'interno degli edifici e durante i 
combattimenti, e si verifica soprattutto nei momenti in cui,
 schizzando sui tetti della città, l'orizzonte visivo si estende fino ad inquadrarne i confini.
La Gotham di Arkham Origins, comunque, è forse un po' meno
 caratteristica rispetto a quella del precedente capitolo, anche
 se non mancano "landmark" riconoscibili, come il lungo ponte 
che separa le due zone principali della città, le acciaierie, o il
 molo dove è ancorata la Last Offer, base dei loschi traffici 
di Cobblepot.
Esplorando la città ci si rende subito conto che nell'economia
 del titolo gli scontri con la feccia di Gotham sono diventati 
sicuramente prioritari: le strade pullulano di criminali e, 
spesso e volentieri, dovesse essere per una chiamata della
 polizia o per interrcettare un informatore di E.Nigma, si
 finisce coinvolti in una rissa. Si riscoprono in questo caso 
gli eccezionali pregi del sistema di combattimento, ancora 
oggi uno dei più riusciti. Ai colpi di base bisogna alternare
 i contrattacchi eseguiti al giusto momento, per alzare il 
contatore della combo e avere accesso alle mosse speciali,
che permettono di mettere KO gli avversari o stordirli con 
sciami di pipistrelli. Ci sono come sempre nemici armati di 
scudi, giubbetti protettivi e lame, che vanno affrontati con 
tattiche particolari, e questo capitolo sembra più cattivo del 
solito nella composizione dei manipoli che ci minacciano. 
Bisogna insomma stare attenti, dimostrando tempismo e
 prontezza, se non si vuole finire malmenati. C'è da dire 
anche che, dopo tre episodi, si sente forse il bisogno di un 
raffinamento delle animazioni e della gestione della telecamera,
 che non sempre inquadra al meglio l'azione e ci lascia le spalle 
scoperte: aspetti che speriamo vengano risolti in un più che probabile
 episodio next-gen.
Molto ben realizzate, di contro, le (poche) sezioni predatore:
quelle in cui eliminare silenziosamente gli avversari, cogliendoli
 di sorpresa e terrorizzandoli grazie ai gadget della WayneTech.
Piuttosto che dai nuovi gingilli a disposizione di Batman, questi
 momenti vengono valorizzati da un level design intelligente 
e vario, nonché da qualche trovata che costringe il pipistrello 
a scendere dai Gargoyle per cercare soluzioni alternative. 
E' un peccato che il team abbia preferito nettamente l'azione 
allo stealth: a parziale risarcimento, bisogna dire che i tetti di 
Gotham sono pieni di drappelli armati, che vanno messi fuori
 combattimento senza farsi notare. Anche in giro per la città, 
dunque, potremo far fruttare le nostre doti di giustizieri invisibili.
Ogni scontro, in ogni caso, ci farà guadagnare punti esperienza
 grazie ai quali sbloccare nuovi potenziamenti per i gadget o 
migliorare le abilità di combattimento. Purtroppo non sempre
 il sistema funziona, e nonostante questi upgrade il gameplay 
non si vivacizza, restando tutto sommato identico a sé stesso
 dall'inizio alla fine. Anzi, c'è qualche gadget che un po' sporca il bilanciamento complessivo dell'esperienza, risultando un po' 
troppo potente: per fortuna sono solo gli ultimi momenti 
dell'avventura quelli interessati da questo problema, ed alla 
fine si può capire la volontà di massimizzare gradualmente 
il senso di potenza che si prova controllando un protagonista
 come Batman.


Al di là di questo insistito dualismo del gameplay, l'avventura 
principale offre un'ottima alternanza di situazioni, risultando 
sempre fresca e mai stanca. Le sezioni di esplorazione all'interno
 degli edifici si alternano a momenti investigativi, e l'esperienza
 di gioco ne esce fortemente rinvigorita. Non mancano, stavolta,
 gli scontri con i boss, e quasi tutti appaiono per fortuna ispirati,
 presentando interessanti variazioni su tema delle dinamiche 
principali. Il ritmo dell'avanzamento, insomma, è davvero perfetto,
 e Arkham Origins si lascia giocare tutto d'un fiato, per le dodici
 ore che servono a terminare lo story mode. Che poi, in verità, 
le cose da fare non mancano neppure dopo aver sventato il piano
 criminale in cui ci troviamo invischiati. Oltre alle prove 
dell'enigmista, ad esempio, ci sono le scene del crimine in cui 
indagare, scoprendo un nuovo sistema potenzialmente molto 
nteressante ma forse poco sviluppato in questo episodio. La 
visuale detective ci permette di ricostruire i momenti in cui 
sono avvenuti gli omicidi, dandoci poi facoltà di "riavvolgere" 
il nastro temporale alla ricerca di nuove prove. Si tratta di 
momenti ben caratterizzati ma ancora un po' troppo guidati, 
che gettano però ottime basi per il futuro. 
E poi ci sono ovviamente i killer da sbattere a Blackgate, 
dal momento che non tutti gli otto assassini si confronteranno
 con Batman nel corso della storia principale. Peccato solo che
 lo scontro con alcuni (Deadshot e Shiva) sia appena abbozzato,
 risultando in fin dei conti molto insipido.
Nel complesso Batman Arkham Origins è però un titolo straripante
 
ma soprattutto ben organizzato. Anche una volta visti gli 
ispiratissimi titoli di coda, viene la voglia di tornare a Gotham
e chiudere in bellezza la lunga notte del Cavaliere Oscuro. 
Per chi fosse poi totalmente rapito da sentirsi in vena di esaurire
 del tutto il titolo Warner, ci sono le sfide, presenti in una 
quantità traboccante. Quelle di lotta sono le più difficili da mandar 
giù, un po' noiose e non sempre bilanciatissime, mentre gli
 scenari "predatore" sono davvero splendidi, e tirano fuori il
 meglio del sistema stealth ideato da Rocksteady. Anche se 
non avete intenzione di terminarle tutte, provatene qualcuna: 
stavolta l'accesso avviene direttamente dalla Bat-Caverna, 
grazie al sistema di addestramento virtuale.
Una volta terminata l'avventura è possibile avviare una nuova
 partita mantenendo tutti gli upgrade guadagnati nel primo
 Playthrough. In questo caso troveremo ad attenderci, comunque,
 nemici più agguerriti e con una dotazione bellica sicuramente
 più cattiva.
Terminata anche questa "second run", si sbloccherà "Io sono 
la notte", masochistica modalità che prevede la morte permanente.
 Solo per veri giustizieri.
Novità di questa edizione è il multiplayer curato da Spalsh Damage,
 il non troppo fortunato team di Enemy Territory e Brink.
 L'online diArkham Origins è discretamente particolare, e se
 non altro rappresenta un'offerta molto diversa da tutto quello
 attualmente disponibile sul mercato. 2 Eroi (Batman e Robin)
 contro 3 pagliacci della gang di Joker, contro 3 militari 
dell'esercito di Bane. 2 contro 3 contro 3 è la formula ideata da
 Splash Damage per mantenere viva l'azione e bilanciare
 le peculiarità "volanti" del dinamico duo con la potenza di
fuoco degli sgherri di Joker e Bane.
Ciascun match si compone di tre manche: a rotazione ciascun
 giocatore impersona una delle fazioni in campo. Mentre Joker
 e Bane ottengono la vittoria uccidendosi l'un l'altro, Batman 
e Robin governano l'arena di gioco dall'alto, e attraverso azioni
 come "eliminazioni volanti" o diversivi mediante i quali sono
 tenuti a riempire la barra della paura.
Insomma i tre di Bane e i tre di Joker devono reciprocamente 
uccidersi sfruttando un sistema di coperture in stile Gears of War,
 ma al tempo stesso guardarsi dagli assalti degli eroi, 
uccidendoli per abbassare il livello di spavento che invece è 
legato alla vittoria degli eroi. Batman e Robin presentano le 
medesime caratteristiche del single player. Il parco gadget e 
abilità è riproposto identico anche nel multigiocatore: questo 
significa, ad esempio, disporre senza limitazioni della modalità
 Detective e quindi poter vedere sempre e comunque le sagome
 degli avversari attraverso le pareti. La tattica giusta è quella 
di isolare gli avversari e colpirli in maniera sempre diversa, 
magari alle spalle, per instillare loro un sano senso di insicurezza.
Di contro le truppe armate dovranno dimostrare una discreta 
mobilità, e cercare di richiamare nello stage i propri Boss: 
aprendo speciali porte, Joker e Bane compaiono sul campo 
di battaglia, controllati da un giocatore, per sfoltire le fila 
nemiche: l'uno tramite i suoi improbabili revolver, l'altro 
attraverso la sua forza fisica spropositata.
Dopo varie prove bisogna ammettere che il multiplayer di
 Arkham Origin non è bilanciatissimo, e vincere un match nei
 panni degli eroi è impresa ardua e iniqua. Tuttavia il sistema
 di rotazione degli incontri rimette a posto le cose, e c'è da
 dire che ogni volta che si riesce ad eseguire un'uccisione furtiva
 si viene attraversati da un senso di potenza eccezionale. 
L'esperienza nei panni dei villain è invece un po' più movimentata
 ma anche un po' più triviale.
Anche per via della presenza di poche mappe, non diremmo che
 l'online di Arkham Origins influisce in maniera preponderante
 sulle qualità del videogame. Come spesso accade, si tratta 
di un riempitivo per accontentare i fan di lungo corso e cementare
 la community, ma nell'economia complessiva della produzione
il multiplayer resta veramente ai margini. Da lodare l'impegno
 per trovare una struttura fuori dal coro, che pur scontrandosi 
con evidenti problemi di bilanciamento ci consegna una modalità
 per lo meno diversa dal solito. Ma in nessun modo il gioco in
 rete influisce sulla valutazione complessiva di Arkham Origins.

Molto conservativo è anche lo stile grafico della produzione, 
totalmente in linea con quello del vecchio episodio e senza
 particolari stravolgimenti, almeno nell'edizione console. 
Si sottolinea quindi un look sempre cupo, supportato da una 
buona mole poligonale e delle texture ben definite anche se
 non sempre eccezionali. L'interattività ambientale è sempre 
molto ridotta, le animazioni sono quelle di sempre, ed in generale
 si fa sentire abbastanza, soprattutto per chi due anni fa ha
spolpato Arkham City, questa evidente "staticità", che ci 
consegna un titolo sviluppato con mestiere ma senza nessun tipo di intervento tecnico rilevante.
A fine generazione è tutto sommato accettabile che tutti gli
 sforzi profusi siano stati spesi per allargare questa Gotham
 natalizia, alle volte spingendosi ben oltre le possibilità degli
 hardware casalinghi, come testimoniano i rallentamenti e gli
 scatti di cui si è già parlato.
Complessivamente non manca neppure in Origins qualche
 trovata sicuramente interessante a livello stilistico. Le sequenze
 allucinate giocate quando si affronta il Cappellaio Matto
 sembrano ricordare (ma in tono minore) quelle dell'antico 
Spaventapasseri, e ci sono momenti seriamente deliranti 
in cui ci troveremo ad esplorare la manifestazione dei deliri
 monomaniaci di certi pazzi che circolano a Gotham. Alcune 
delle ambientazioni visitate nel corso della storia principale
 sono ottimamente caratterizzate, come il Royal Hotel preso 
d'assalto dal Joker, nei cui corridoi si manifesta la follia distruttiva
 del pagliaccio, o le enormi fogne che corrono sotto la città, 
o ancora il ponte preso d'assalto dalla bruciante rabbia di FireFly.
Con tutti gli strumenti a sua disposizione, Warner Montral ha dato probabilmente il meglio, riuscendo a produrre un titolo con 
una sua presenza caratteriale anche senza ritoccare il motore 
grafico.
Anche sul fronte musicale i valori produttivi sono alti, con 
qualche scelta di rottura in momenti importanti, ed in generale
 ottimi brani orchestrati. Evidente il riuso anche potente di
 estratti dalla vecchia soundtrack, ma tutto sommato 
l'accompagnamento è ben collocato e sottolinea in maniera 
competente i momenti salienti, boss fight incluse.

Batman Arkham Origins è il sequel che tutti ci aspettavamo. 
Conserva praticamente immutate le dinamiche di gioco, 
introduce nuovi gadget che non cambiano -in fondo- un bel 
niente, e si limita a riproporre un gameplay diviso fra sequenze
 stealth e combattimenti (ancora fluidi, impegnativi, ben riusciti).
 Troppo conservatorismo? Sulle prime verrebbe da dire di sì,
 ma poi il gioco ci colpisce con una trama ben diretta, coraggiosa,
 piena di momenti fortissimi e tematiche che neppure i vecchi
 capitoli si erano spinti ad esplorare. Considerando questo e 
l'ottima varietà di situazioni che la main quest ci chiede di 
affrontare, Origin non solo si riprende, ma in qualche caso
persino supera Arkham City. Lo fa, sicuramente, dal punto di 
vista quantitativo, grazie ad un numero esaltante di compiti 
secondari, quasi tutti ben caratterizzati anche se troppo inclini
 a risolversi con una scazzottata. Certi aspetti, come le sezioni
 detective, avrebbero meritato di essere più approfonditi, e 
manca ormai quel guizzo di originalità che lasciò a bocca aperta
 all'esordio di Asylum. Ma in barba alle prime impressioni, 
Origins porta avanti la saga con estrema competenza, ed anzi 
ci racconta una storia importante per la formazione dell'eroe e 
delle sue nemesi, in una maniera sinceramente appassionante. 
Un nuovo volo su Gotham, insomma, è vivamente consigliato.


VOTO GLOBALE 9


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