sabato 23 novembre 2013

NBA 2K14 - Recensione

NBA 2K14 - Xbox One
Quando i ragazzi del dev team di NBA 2K ci avevano detto
 che la versione Next Gen sarebbe stata molto diversa da
 quella per Ps3 e Xbox 360, avevamo deciso di tenere a freno 
gli entusiasmi. Con dichiarazioni di questo genere, del resto, 
è bene andarci cauti, evitando di farsi grandi aspettative e 
magari restare delusi da un "passaggio" generazionale che
 si rivela in fondo un upgrate tecnico e poco più.
Giunto finalmente il momento della verità, con una copia retail 
di NBA 2K14 per Xbox One tra le nostre mani, dobbiamo invece
 ricrederci. NBA 2K14, in versione Xbox One e PS4, è un gioco
 diverso. Sostanzialmente immutato nel gameplay, sia chiaro,
 ma molto più focalizzato ad offrire all'appassionato 
un'esperienza coinvolgente nel mondo della NBA. Lo fa 
attraverso una selezione di modalità che faranno la felicità
 del passionista, e attraverso la solita devastante cura per
 i dettagli. Non si tratta di una versione in tutto e per tutto
 "migliore", ve lo anticipiamo, ma senz'altro, per chi ama il
 basket, di un videogame da non farsi scappare.

Visual Concept, nella selezione di modalità, punta tutto 
sul coinvolgimento in questa versione Next Gen di NBA 2K14. 
Spariscono infatti LeBrone Path to Greatness, Associazione e 
Stagione per fare spazio al forte rinnovamento di My Player e
 My GM, alle quali si affiancano My Team e la nuovissima The
 Park per quel che riguarda la proposta online.
Andando con ordine e partendo da My Player le novità si 
percepiscono sin dal principio, subito dopo aver creato il 
proprio alter ego: lo ritroveremo infatti ad allenarsi al campetto, 
mentre rimugina sulle sue possibilità di entrare nell'NBA in 
attesa del suo agente, che finalmente gli conferma l'invito allo
 showcase per matricole al Madison Square Garden, alimentando
sogni e speranze. Parte così un percorso che vedrà svilupparsi
 attorno al nostro alter ego una vera e propria storyline, capace
 anche senza strafare di mantenere sempre alta l'attenzione 
durante il lungo cammino verso la Hall of Fame. Mentre nelle
 precedenti incarnazioni della modalità tutto era incentrato 
fondamentalmente sul gioco e poco altro, in questo caso saranno 
gli aspetti collaterali a divenire centrali. Attraverso una 
moltitudine di scenette animate osserveremo l'accendersi 
di rivalità, lo svilupparsi del rapporto con compagni, coach 
e general manager e, più in generale, lo scorrere a tutto tondo
 della vita di un atleta. E saremo noi giocatori a scegliere in 
prima persona come comportarci di volta in volta, grazie ad un
 sistema di scelte totalmente nuovo e ad una componente 
dialogica rinnovata e capace di dare diverse sfaccettature in
 più alla progressione. Mantenere alto l'affiatamento con i 
compagni tramite un atteggiamento positivo (festeggiare i 
canestri importanti anche dalla panchina, ad esempio) porterà
 ad un maggiore coinvolgimento in campo; impegnarsi a
 mantenere una vita sana e professionale ci metterà positivamente
 in luce agli occhi della stampa e della dirigenza. Nulla vieterà,
 naturalmente, di partecipare ogni tanto a qualche festa o 
atteggiandosi da superstar; ma attenzione: paparazzi e malumore
 di pubblico e dirigenza saranno sempre in agguato, così come
 multe per cattiva condotta e decurtamento del minutaggio.
Visual Concept è finalmente riuscita ad imbastire quel modello
 di carriera che i fan chiedevano sin dalla primissima incarnazione
 de "Il Mio Giocatore", dando la possibilità all'appassionato di
 vivere come una star della NBA ventiquattro ore al giorno e
 sette giorni alla settimana.
"Il passo avanti più interessante in questa versione Next Gen 
di NBA 2K14 è senza ombra di dubbio quello grafico: il titolo
 Visual Concept ci mostra chiaramente i risultati di uno sviluppo 
attento e di una cura per il dettaglio davvero non comune" Il 
sistema ideato dal team funziona, coinvolge ed aggiunge un
 bel po' di varietà extra alla progressione. Ma non è perfetto. 
Segnaliamo infatti con rammarico che il doppiaggio è limitato
 alla nostra superstar e pochi altri personaggi chiave del suo 
entourage, al quale si affianca il fastidioso mutismo di 
allenatori, general manager e compagni di squadra. Un 
aspetto alla lunga abbastanza frustrante e capace di ridurre
il coinvolgimento pur non rovinando un'esperienza in definitiva
 ben confezionata e comunque appagante.
Non si dimentichi, poi, che oltre agli aspetti collaterali
 (completamente rinnovati) My Player è fatto di allenamenti,
 partite da giocare ed attributi da potenziare, nella classica
 progressione che ha catturato i fan sin dalla prima incarnazione
 e che si ripresenta qui decisamente in forma. Tra un comparto 
skill rimpinguato e maggiori possibilità di personalizzazione
 -soprattutto estetiche- troviamo però anche qualche difetto 
reiterato. La cronica debolezza dell'IA dei compagni limita 
ancora una volta la dimensione del nostro gioco, costringendoci
 ad interpretare lo scorer principale o giocare fino allo sfinimento
 di pick & roll, dando anche un indirizzo un po' forzato alla
 progressione degli attributi. L'utilizzo anche in questa versione
 Next Gen dei VC, che sostituiscono punti esperienza e soldi,
 infine, azzoppa il realismo, rendendo in certi momenti molto 
difficile ed un po' frustrante continuare a sviluppare l'avatar.
Il quadro complessivo, pur alternando come di consueto alti
 e bassi, garantisce in ultima analisi unabuona esperienza 
soprattutto per gli appassionati, che si lasceranno sicuramente
 catturare dall'ottima gestione della vita fuori dal campo.
 Limature e raffinamenti appaiono ancora necessari, ma 
insomma questo primo passo nella Next Gen ci ha convinti 
senza troppi ripensamenti.
Ben caratterizzata anche la modalità My GM, che ci propone
 invece la carriera da General Manager con le migliaia di 
sfaccettature che comporta. Si parte dalla firma del contratto
 e dalla valutazione degli obiettivi assieme al proprietario,
 per passare poi alla gestione completa di contratti, salari,
 prezzi dei biglietti e chi più ne ha più ne metta. Particolarmente
 interessante, in questo frangente e nel prosieguo, osservare 
come siano state ben caratterizzate e diversificate le personalità
 dei proprietari. Ci imbatteremo in barbari affaristi che non 
aspetteranno altro se non l'occasione per smantellare la
 franchigia e capitalizzare, ma anche in passionisti presenti 
al palazzetto partita dopo partita e capaci di imbastire
 interessanti conversazioni sul gioco del basket. Tutto in
 nome di unavarietà convincente e di spunti sempre piuttosto
 interessanti per spingerci a proseguire.
Ma il rovescio della medaglia non manca comunque. Le possibilità sono infatti così tante che decidere di utilizzare questo game mode per sostituire integralmente Associazione e Stagione non ci è parsa un'idea totalmente riuscita. Le ampissime facoltà d'interfacciarsi con giocatori, proprietà e staff rendono My GM un vero e proprio must per gli appassionati, travolgendo al contempo i meno sensibili alla componente gestionale con centinaia di opzioni e variabili, inserite in menù e sottomenù non sempre comprensibilissimi. Nel momento in cui non viene data al giocatore un'alternativa più leggera per inseguire l'Anello, dunque, l'immensa ricchezza di questo game mode diventa paradossalmente un problema.



Come si diceva, all'offerta single player si aggiunge quella
 multiplayer, caratterizzata principalmente da My Team e 
The Park. "La Mia Squadra", riprendendo tutti i concetti 
dell'Ultimate Team di FIFA, si presenta qui in una versione 
solo leggermente rinnovata rispetto al recente passato e 
dunque non ancora totalmente convincente. La vera novità 
consiste nella sottosezione "Dominio", nella quale viaggiare 
coast-to-coast negli States per battere le squadre guidate dalla 
CPU e guadagnare così pacchetti tematici. Un'introduzione 
pensata soprattutto per i giocatori alle prime armi, che potranno
 iniziare a potenziare la franchigia ben prima di scontrarsi con
 l'incubo delle sfide online. Anche a fronte di tale introduzione,
 tuttavia, una strutturazione troppo arzigogolata e complessa e
 spiegazioni poco chiare rendono questo game mode inaccessibile.
 Inoltre ci è sembrata ancora un po' eccessiva la spinta verso
 l'acquisto di pacchetti tramite moneta reale, non certo indispensabile
 ma "tacitamente necessaria" per non vedersi puntualmente 
disintegrati nello scontro diretto. Il team in questo caso avrebbe 
dovuto metter mano soprattutto al bilanciamento.
Diametralmente opposta "The Park", che riprende ed amplia i 
concetti della Crew. In qualsiasi momento potremo trasportare
 il nostro avatar in un hub costituito da una serie di playground
 nei quali sino a cento giocatori contemporaneamente potranno
 interagire tra loro. La struttura appare molto interessante: 
rimanendo a bordo campo potremo semplicemente chattare, 
conoscere nuovi amici, organizzare o anche solo guardare partite; 
una volta entrati sarà tempo di sfidare gli avversari in uno contro
uno, tre contro tre o cinque contro cinque, a metà o a tutto campo. 
Una prospettiva decisamente più dinamica e convincente rispetto
 al passato, che, server permettendo (in questi giorni hanno più 
volte fatto le bizze), offrirà momenti piacevoli e rilassati in 
compagnia del nostro e tanti altri My Player.
L'offerta multigiocatore chiude con l'immancabile possibilità di 
affrontare semplici amichevoli online e con il ritorno delle Stagioni 
Online completamente personalizzabili: un toccasana per gli 
appassionati dopo i fasti dell'Associazione Online.
In termini di modalità l'offerta di NBA 2K14 in versione Next Gen 
viene davvero rinnovata come il dev team prospettava sin dal
 principio. Non si tratta di una rivoluzione quanto più di aggiunte contenutistiche in grado di spingere potentemente sull'acceleratore 
del coinvolgimento. Se per i passionisti del gioco tutto funziona 
ed entusiasma, chi si avvicina per la prima volta al basket 
virtuale si troverà di fronte un ostacolo ancor più insuperabile 
rispetto al passato. Pur convincendoci, infatti, la struttura ci 
è chiaramente sembrata più focalizzata verso chi mastica pane
 e pallacanestro tutti i giorni, confondendo forse un po' troppo
 il giocatore meno esperto. Tantopiù che, per rivolgersi proprio
 agli appassionati, in NBA Today, anche se in maniera molto 
spartana e poco elegante, Visual Concept aggiunge statistiche
 e risultati e la possibilità di visualizzare gli highlights condensati
 della notte.

A livello ludico questa versione NBA 2K14 mostra pochissime
 differenze, mantenendo le ottime basi della controparte Ps3 
e Xbox360 da noi già sviscerata ed andando a potenziare in 
maniera mirata solo gli aspetti legati al motore di gioco.
In fase offensiva e difensiva si beneficia di più precise interazioni
 fisiche soprattutto tra i cestisti, che risultano a schermo in 
un'azione leggermente più credibile. Le penetrazioni attraversando
 i corpi dei difensori sono quasi totalmente un ricordo ed anche
 il gioco fisico, soprattutto sotto canestro, esce rinvigorito 
dall'adozione di routine decisamente più rigorose. I contatti 
si fanno più pronunciati e per i cestisti più esperti "appoggiarsi"
 all'avversario per creare separazione appare ora davvero 
vantaggioso. Anche gli atleti dalla stazza imponente, grazie a
 queste nuove routine, mostrano di più la loro preponderanza, 
soprattutto in fase difensiva. Quell'intimidazione che già le 
vecchie versioni avevano notevolmente incrementato in fase 
di stoppata qui tocca vette ulteriori, incrementando la 
spettacolarità delle azioni difensive, galvanizzanti come quelle
 offensive. Qualche inciampo tuttavia non manca: eseguendo 
un cross over dopo l'altro noteremo ancora qualche compenetrazione
 di troppo, che sfocerà di tanto in tanto nell'apertura di autostrade
 verso il canestro; allo stesso tempo certe imprecisioni nella 
gestione dei contatti a livello difensivo daranno il via anche in 
questo caso a troppi falli di ostruzione. Si tratta naturalmente 
di difetti già presenti nelle controparti PS3 ed Xbox 360, in parte 
limati ma non ancora completamente risolti nella versione 
Next Gen.
Si è fatto un gran parlare poi di miglioramenti per quanto 
riguarda l'Intelligenza Artificiale. Dalla nostra prova è emerso 
semplicemente un maggior bilanciamento tra i vari livelli di 
difficoltà, alcuni rimodellati verso il basso altri verso l'alto; 
mentre per quanto riguarda il comportamento della CPU non 
possiamo dire di aver notato alcuna differenza. Ci si barcamena
 ancora tra situazioni al limite della perfezione, con rotazioni e 
spaziature da manuale, e momenti davvero irritanti nei quali i 
nostri compagni rimarranno letteralmente fermi ed incapaci di 
occupare in maniera decente gli spazi. Lo stesso discorso vale 
per gli avversari, di tanto in tanto persi in azioni troppo impacciate 
e poco credibili. In conclusione, almeno da questo punto di vista, 
nessuna modifica rispetto a quanto visto nell'edizione precedente.
 Poco sembrano aver aggiunto, in effetti, i fattori "freddezza" e
 "striscia positiva" in fase difensiva oltre che offensiva, una delle
 novità di questo NBA 2K14 Next Gen. Gestione della palla e 
capacità di stringere le marcature avrebbero dovuto risultare 
influenzate dall'andamento della prestazione, simulando quello
 che in gergo si definisce "un gioco di parziali". La realtà dei fatti, 
forse per non sbilanciare eccessivamente un gameplay solido e già convincente, è ben diversa, dato che questi fattori, alla prova 
con mano, incidono molto poco.
Si nota invece il completo distaccamento della palla dalle mani 
dei giocatori, che limita pur non estirpandolo del tutto quello 
strano effetto magnete che ha da sempre caratterizzato la 
produzione 2K. In questo caso abbiamo sperimentato una più 
alta percentuale di palle perse soprattutto nel traffico, nonché 
di intercetti su traiettorie di passaggio particolarmente rischiose.
 Si tratta di un aspetto che in parte ci ha convinto, offrendo meno 
possibilità di abusare delle superstar; in parte ci ha lasciato però 
anche una punta di amarezza. Sono troppe le occasioni in cui 
capita di perder palla per contatti abbastanza assurdi della palla
con il tallone di un avversario, o di vedersi intercettati anche i 
più semplici servizi. Qualche raffinamento in più, in questo senso, 
sarebbe perciò stato auspicabile ma in linea generale il lavoro 
di Visual Concept ci lascia soddisfatti, soprattuto in quanto capace 
di spingere il giocatore verso un più attento ragionamento
 piuttosto che all'attacco a testa bassa. In questo senso, poi,
 bisogna sottolineare che le chiamate degli schemi veloci 
(gli "Schemi Migliori") funzionano meglio in questa versione 
Next Gen, se non altro in termini di consapevolezza offensiva 
dei propri compagni.
Il passo avanti più interessante in questa versione Next Gen di 
NBA 2K14 è senza ombra di dubbio quello grafico: il titolo Visual
 Concept ci mostra chiaramente i risultati di uno sviluppo attento 
e di una cura per il dettaglio davvero non comune. La modellazione
 poligonale degli atleti stupisce decisamente (anche se alcuni dettagli,
 come le dita, mostrano ancora qualche spigolo di troppo), unendosi
 ad un comparto texture che, grazie a nuovi shaker, mette in risalto 
le più piccole imperfezioni facciali in maniera assolutamente 
convincente. Incredibile poi l'apporto di Eco-Motion, il nuovo 
motore per le animazioni facciali. I ragazzi del team hanno 
letteralmente girato l'America, in lungo e in largo, per eseguire
 nuove sessioni di "facial capture", acquisendo tantissimi nuovi 
dati da inserire nel gioco. Il risultato è pazzesco e, ad uno sguardo ravvicinato, i cestisti in movimento differiscono veramente di poco
 rispetto alle controparti reali. In questo senso, a voler cercare 
il pelo nell'uovo, potremmo puntare il dito verso quegli atleti 
meno famosi, evidentemente non rientrati nei piani di Visual
 Concept e per questo dall'impatto un po' meno devastante agli
occhi del giocatore. Si tratta però di casi inaspettatamente rari, 
e ai quali sopperisce alla grande la solita cura nell'implementazione
 delle animazioni. Ogni atleta si muove esattamente come la sua
 controparte reale, e non c'è molto da aggiungere in questo senso:
NBA 2K14, a livello di movimenti, rappresenta lo stato dell'arte 
nella produzione sportiva. Peccato che nel corso delle azioni 
qualche imperfezione legata soprattutto al collegamento tra 
un'animazione e l'altra ancora permanga. Non ottimale poi la
 fisica che regola lo svolazzare delle canotte, che appaiono
 decisamente troppo leggere nel corso delle azioni e di tanto in
 tanto compenetrano i modelli dei giocatori.
Si tratta comunque di imperfezioni minime: l'azione scorre molto
 fluida, i rallentamenti delle versioni Xbox 360 e PS3 sono spariti, 
e le problematiche sono talmente rare da non inficiare assolutamente
 il quadro complessivo, che rimane uno dei più impressionanti in 
questa Next Gen agli albori. Particolarmente suggestivo, al solito,
 il contorno imbastito dal dev team. Ogni palazzetto presenta un
 diverso sistema di illuminazione che richiama piuttosto fedelmente 
la controparte reale; gli elementi distintivi di ogni arena 
(maxischermi, tabelloni dei punteggi) sono stati modellati con 
attenzione, e l'unico vero appunto in questo senso riguarda il
 pubblico, preso di peso dalla versione "old gen". D'altra parte però
 Visual Concept ha inserito le interviste a metà e al termine della
 partita, durante le quali, seppur in maniera un po' troppo 
ingessata, giocatori ed allenatori si esibiranno in veloci e sempre
 coerenti disamine del match. Un tocco di classe che beneficia 
anche di un'altra nuova feature: Real Voices. Le voci di coach e 
giocatori sono state campionate, e durante questi intermezzi le 
sentiremo riprodotte alle perfezione. Peccato solo per un lip sync
 poco convincente. E peccato anche per la colonna sonora, ripresa 
in toto dalle versioni 360 e PS3 e caratterizzata quindi da brani 
spesso in contraddizione tra loro. Ottimo come sempre il lavoro 
sui campionamenti: dalla presentazione alla sirena finale il 
"coinvolgimento sonoro" è elevatissimo.

La versione Next Gen di NBA 2K14 è senza dubbio un gran
 bell'esempio, soprattutto a livello tecnico, di cosa i giocatori
vadano cercando in questa nuova generazione di console. 
Fedeltà, fotorealismo e cura per il dettaglio sono i punti cardine
 sui quali si regge la produzione Visual Concept, che ha dalla 
sua anche il solidissimo gameplay costruito di capitolo in capitolo
 e qui solo minimamente intaccato. Straconsigliato agli appassionati,
 tuttavia, NBA 2K14 si dimostra in questa veste ancor più complesso
 rispetto al passato, arricchendo sì i game mode più significativi 
del recente biennio, ma eliminando allo stesso tempo tutti quelli
 "storici" e maggiormente adatti anche ad una più ampia platea 
di videogiocatori. Per quanto l'offerta ci abbia convinto grazie ad
 una spinta verso l'immedesimazione, dunque, non ci sentiamo
 in totale accordo con la politica del "togliere per dare", che 
troviamo leggermente controproducente.
VOTO GLOBALE 8.5

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