sabato 21 settembre 2013

The Legend of Zelda: Wind Waker HD - Recensione


Non è un mistero che la proposta software di Nintendo sia spesso e volentieri molto "conservativa". Il coraggio nella progettazione degli hardware (il doppio schermo con il DS, il motion gaming con Wii, ed ora un Gamepad con touschscreen) sembra fare da controcanto ad una prevedibile regolarità nello sviluppo dei videogame. Così ad ogni generazione sappiamo esattamente cosa attenderci: un nuovo Mario Kart, un nuovo episodio di Zelda, platform a non finire. Non che si tratti a priori di un problema: spesso e volentieri i titoli Nintendo sono sviluppati con cura meticolosa, e rappresentano dei veri e propri capisaldi del genere di appartenenza, riuscendo quasi magicamente a sconvolgere le convinzioni dei giocatori (basi pensare quello che ha significato Super Mario Galaxy per il platform 3D: probabilmente l'unica grande rivoluzione del genere dopo Mario 64).
Però è innegabile che la verve della casa di Kyoto nel creare nuovi mondi e contesti di gioco si sia spenta un po': l'ultima grande operazione di "coniazione" è stata probabilmente quella con Pikmin (il cui terzo capitolo ha fatto faville su Wii U), ed è avvenuta ormai più di dieci anni fa.
Negli ultimi anni Nintendo ha ulteriormente sottolineato queste sue cautele arrischiandosi sul fronte dei remake, terreno piuttosto insidioso. Dopo aver riproposto vari titoli GameCube con controlli motori, è andata a ripescare certi grandi capolavori della sua proposta software, per trasformarli in titoli di punta delle console attuali.
L'arrivo di The Legend of Zelda: Wind Waker HD rappresenta proprio un'operazione del genere, con gli utenti Wii U che aspettano ardentemente il titolo, sempre preoccupati dalla Line-Up non troppo fitta del nuovo hardware (per fortuna The Wonderful 101 ed il già citato Pikmin 3 ci han messo una pezza).
Quello che ci preme sottolineare prima di addentrarci nell'analisi di Wind Waker HD, è che non tutti i remake sono uguali. La scelta di quali prodotti andare a recuperare ha spesso precisi risvolti ludici, rappresentando di fatto una dichiarazione d'intenti. Tantopiù questo è vero con Nintendo: una software house che anche solo decidendo di scrivere "Bros", "World" o "Land" dopo "Super Mario" già lavora sull'orizzonte di attesa dei fan.
E' impossibile, quindi, paragonare il remake di Wind Waker HD con quello di Ocarina of Time uscito su 3DS qualche anno fa. Da una parte c'era il titolo più apprezzato, conosciuto e giocato dell'intera saga, dall'altra un episodio controverso, particolare nei ritmi e nel look, addirittura considerato da molti "minoritario".


Wind Waker HD compie fin dai primi momenti un piccolo miracolo visivo. Il colpo d'occhio di questo remake non può che incantare: è un'esplosione di colori che genera un vortice inesauribile di suggestioni, ed amplifica la meraviglia della ricerca stilistica di Nintendo.
La conversione HD di Wind Waker è sostanzialmente perfetta, dal punto di vista visivo. Smussati leggermente gli spigoli, i cromatismi delle terre di Hyrule si esibiscono in tutta la loro magnificenza, esagerano, insistono. Sembrano quasi superare i contorni stessi delle figure che ricoprono, come se brillassero.
La pulizia della risoluzione Full HD, gli shader ed il lavoro sulle ombre, che adesso si proiettano nettissime sul manto erboso delle isole, rendono merito ad una direzione artistica snella (la mole poligonale non è certo esorbitante) ma ricercatissima, che resta oggi come allora letteralmente incantevole.
Era davvero difficile chiedere di più, a questo remake, in termini di impatto visivo.
Mentre c'è da dire che, a livello sonoro, la software house avrebbe forse potuto impegnarsi un po' di più. Per non incorrere in fraintendimenti, sottolineiamo che la colonna sonora di Wind Waker è senza ombra di dubbio una delle migliori e più ispirate dell'intera saga. L'accompagnamento musicale recupera i modi classici dei vecchi Zelda, ma si apre a nuove influenze: il tema di Dragon Root Island è un concentrato di note delicatissime che sembrano arrivare dalla "world music" e dalle influenze delle sonorità andine, ed il lavoro complessivo è semplicemente incredibile. I brani diWind Waker HD amplificano l'atmosfera magica e sognante che si respira per larghi tratti della produzione, restando ancora oggi uno dei migliori lavori di Koji Kondo. Tuttavia il questo remake non troviamo tracce orchestrate, soltanto rimasterizzate in qualità maggiore. Un piccolo disappunto su cui possiamo comunque soprassedere.



I primi momenti passati in compagnia di Wind Waker HD ci riportano su lidi conosciuti, e poi su Forsaken Island, fino all'incontro con Re Drakar (adattamento che non rende merito all'originale King of Red Lions). Le sensazioni sono le stesse di un tempo, anche quando si riscopre il comparto narrativo. Ambientato in questo mondo un po' infantile, fanciullesco, Wind Waker ci racconta una storia classica ma piena di momenti eccezionali, molto allegorica e attraversata da significati nascosti. Gli entusiasmi ed i sommovimenti interiori, i guizzi emotivi e -certe volte- persino le lacrime, vengono stimolati non tanto da un'epicità esibita, quanto dal tono dolce e dimesso di un titolo che esibisce valori particolari e gioca coi ricordi. Nel mondo di Wind Waker ci sono riferimenti che sono i fan di vecchia data riusciranno a cogliere, accenni a Ocarina of Time e Majora's Mark, in un modo di giocare con la continuity della saga che solo Nintendo riesce ad avere.
Anche chi non è un estimatore di lungo corso, comunque, saprà trovare in questo capitolo temi su cui riflettere, momenti intensi e messaggi molto forti: l'importante è saperli cercare, scavando la superficie di apparente regolarità. Wind Waker, anche se non lo da a vedere, è forse uno dei capitoli più forti e risoluti dell'intera saga, che parla un linguaggio diverso da quello dell'eroismo classico.



A livello ludico, Wind Waker HD non cambia la sua sostanza, restando un prodotto fortemente ancorato alla tradizione della serie. Risaltano ovviamente le soluzioni del level design: già il primo dungeon mette in chiaro quali sono i dettami della progressione, basata su esplorazione, puzzle solving e sequenze di combattimento in cui sfoggiare una buona prontezza di riflessi. I ritmi delle combo di Link e degli attacchi nemici sembrano leggermente più rapidi, ed è proprio questa operazione sui "tempi" la più importante di questa riedizione.
Croce e delizia dell'intera avventura, del resto, le traversate a bordo dell'imbarcazione parlante restano sempre centrali nell'economia del gioco: ciò che in molti hanno criticato come momenti troppo spenti, sono in verità un sistema per trasmettere emozioni non comuni, preziose. I silenzi delle lunghe tratte spiegano moltissimo del mondo di gioco, e lo caratterizzano con un onnipresente tono funereo, una sensazione di sgomento ed abbandono a cui Link si oppone con fierezza. In questa riedizione, comunque, il team voluto accontentare proprio tutti, inserendo delle vele speciali che permettono di spostarsi per mare ad elevate velocità, e senza la necessità di cambiare la direzione del vento. Per fortuna questo oggetto si recupera in una parte abbastanza avanzata dell'avventura, e tutta la prima sezione esce sostanzialmente indenne. E' anche vero che una volta in possesso delle vele, la magia di Wind Waker un po' si spegne, e che il nostro consiglio resta quello di giocarlo seguendo lo svolgimento originale, almeno nel caso in cui non si abbia avuto il piacere di affrontare questa avventura di Link al tempo dell'uscita su GameCube.
Chi ha invece giocato l'originale può in effetti "saltare qualche passaggio", anche se forse non sarà la riduzione dei tempi morti a soddisfarlo. Sono molti i fan che avrebbero voluto l'introduzione di due altri dungeon principali, promessi da Nintendo al tempo in cui il titolo fu presentato e poi "tagliati" per ragioni misteriose. Dal punto di vista quantitativo, invece, questo remake non aggiunge praticamente niente all'episodio GameCube. A chi si lamenta di un episodio troppo corto e poco denso, personalmente rispondiamo che si dovrebbe guardare soprattutto ai risultati, e non al rapporto fra questi e le attese. Wind Waker non sarà forse un titolo esteso come altri esponenti della serie, ma questa sua "essenzialità" e persino il senso di vuoto che ogni tanto ci coglie, sono abbondantemente funzionali a rappresentare un modo ed un modo di essere di questo eroe "marginale". E questi aspetti sono importantissimi per trasmettere certe emozioni di ui Wind Waker è pieno.




Ottime le novità legata al GamePad: l'inventario sarà sempre disponibile sullo schermo del controller, a patto di non giocare in modalità off-screen, e basterà trascinare un oggetto su uno degli slot disponibili per equipaggiarlo, minimizzando quindi i tempi morti. Inoltre alcuni item si potranno utilizzare direttamente muovendo il GamePad nello spazio, come ad esempio l'arco che si troverà più avanti nell'avventura. Incoccando la freccia è addirittura possibile muoversi con una insolita visuale in prima persona, che sparisce non appena si estrae la spada.
L'edizione WiiU vanta anche una forte integrazione con il Miiverse: sarà possibile scrivere dei messaggi, sia testuali che contenenti immagini e disegni, per poi inserirli in una bottiglia e abbandonarli in mare, decidendo se a poterli trovare saranno solamente gli utenti presenti nella propria lista amici oppure tutti i giocatori di Wind Waker.
L'ultima novità è l'introduzione di un Hero Mode. Questa opzione, che può essere attivata e disattivata al momento del caricamento di un salvataggio, rende l'avanzamento molto complesso. I nemici ci infliggeranno danni doppi, e nei dungeon non troveremo nessun cuore per rimpinguare la Life-Bar (fate scorta di pozioni, quindi). Un modo per stuzzicare anche i più temerari e per focalizzarsi un po' di più sull'aspetto action, ottimamente implementato, con nemici da studiare e approcciare nel modo giusto. Avere l'occasione di "spegnere" questa modalità e tornare alla progressione normale permette anche agli insicuri di provarla senza patemi. Un plusvalore notevole, che cambia un po' la faccia di Wind Waker, trasformandolo in un titolo sicuramente più cattivo, e proponendo un grado di sfida interessante.

La leggenda narra di un eroe che un tempo lontano sconfisse il male. Sulle pergamene sbiadite conservate come reperti archeologici, si legge poi della recrudescenza degli spiriti oscuri, con cui Ganondorf tornò mille anni dopo a tormentare il regno di Hyrule. Fu per depurare un mondo ormai corrotto che le divinità annegarono tutte le terre con un diluvio universale.
La Hyrule di Wind Waker è un relitto. I resti delle civiltà antiche, i ricordi di Ocarina of Time, affiorano come scogli, isole e atolli, macchiando qua e là la distesa abbacinante dell'oceano.
C'è qualcosa di pacifico, di “puro”, nell'enormità azzurra di questo mare onnipresente. Forse è il cell shading così espressivo che amplifica questa sensazione, forse il character design fanciullesco, che sembra esibire i tratti di quell'età mitologica che è l'infanzia.
Fatto sta che Wind Waker è ancora oggi uno degli episodi più forti della saga Nintendo. Questa sua risoluta diversità, con cui si allontana sia dai capitoli precedenti che dal successivo Twilight Princess, lo emargina a tal punto dall'iconografia classica da renderlo fresco, sognante, quasi evanescente.
Non tutti i fan più risoluti e gli affezionatissimi degli episodi su Nintendo64 hanno apprezzato le scelte visive, ludiche e concettuali, preferendo poi le avventure in compagnia di Midna. Chi scrive, di contro, è convinto che Wind Waker avesse una sua intima poesia solo raramente raggiunta da altri capitoli della serie. Rarefatto e delicato, il viaggio di questo Link navigante raccontava tutti passaggi della formazione dell'eroe, e metteva il giocatore in contatto, più che con il personaggio, con sé stesso. Quella di Wind Waker era una storia fatta di solitudini e silenzi: l'epopea invisibile di un eroe dimesso: eppure determinato, costante, stoico. Lo stesso finale, misterioso e lontano dal classico “happy ending”, metteva in chiaro che quello di Link era un viaggio di formazione, senza approdi visibili: alla fine ci attende una nuova partenza, non un arrivo.
Quando si avvia Wind Waker HD, d'un tratto, è come essere trascinati in un ambiente familiare eppure nuovo, più bello persino di come lo ricordavamo. Ripescando il capitolo più controverso e più particolare della saga, Nintendo fa un regalo ai fan e corteggia i nuovi avventori, e lancia un remake sinceramente imperdibile.
Troppo conservatorismo? Per ciò che ha significato questo episodio, invece, tirarlo a lucido ci sembra una scelta decisa e coraggiosa.
Proprio in questo momento di leggero smarrimento, Wind Waker HD lancia un messaggio al suo pubblico. Navigare a vista, sperduti in un mare che sembra vuoto, non deve far perdere la speranza: avere la forza di resistere può far giungere -magari- su atolli strani e bellissimi, pronti a restare per sempre nel cuore.

VOTO GLOBALE 9

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